Categorie
Articoli

Divertimento o fotorealismo?

Osservando l’attuale mercato dei videogiochi, è innegabile che l’aspetto grafico abbia raggiunto un’importanza sempre più preponderante. Anche nei videogiochi in cui la storia svolge un ruolo di primo piano, il fotorealismo e la resa grafica risultano essenziali per la fruizione delle vicende, ancor più del divertimento.

Giochi come The Last of Us, God of War, Horizon Zero Dawn, Marvel Spider-Man o Final Fantasy VII Rebirth fanno indubbiamente della grafica e del fotorealismo il loro punto di forza maggiore. Anche nelle simulazioni sportive e nei giochi di guida, il comparto tecnico svolge da sempre un ruolo preponderante.

Tuttavia, anche in questa situazione, alcune serie di giochi, pur proponendo un modello in totale controtendenza con quanto descritto finora, riescono ad ottenere importanti successi. Come si spiega questo fenomeno? In questo articolo cercheremo di rispondere a questo interrogativo.

Classici intramontabili

Divertimento

Uscito sul finire del 2023, Super Mario Bros. Wonder si è rivelato un enorme successo, in grado di superare i 12 milioni di copie vendute. Si tratta dell’ultimo episodio della saga di Super Mario Bros, che ha visto la luce su NES nell’ormai lontano 1985.

Fin dagli albori questa serie, pur avendo mostrato una costante evoluzione negli anni anche dal punto di vista tecnico, non ha mai fatto di grafica e fotorealismo il suo punto di forza maggiore. Il segreto del successo di Super Mario sta nell’incredibile qualità dei controlli, che offrono una giocabilità ed una sfida sempre appaganti e coinvolgenti. In pratica, il successo della saga di Mario Bros. risiede proprio nell’enorme quantità di divertimento che sa regalare ai suoi fan.

Non a caso, anche dopo che la saga di Mario, a partire da Mario 64, effettuò la transizione alla terza dimensione, Nintendo ha continuato a proporre episodi a due dimensioni attraverso la saga New Super Mario Bros., di cui Wonder è l’ultimo esponente.

Velocità, riflessi e divertimento

Una situazione analoga a quella del baffuto idraulico coinvolge il suo rivale di sempre, ovvero Sonic the Hedgeog. Il porcospino blu, dopo essere stato uno dei dominatori dell’epoca dei 16 bit, nella successiva generazione di console sembrava essersi un po’ perso per strada. Con il successo di Sonic Adventure, uscito nel 1998 su Dreamcast, sembrava che la saga di Sonic avesse definitivamente imbracciato la terza dimensione.

Eppure, sono stati gli stessi fan di Sonic a continuare a chiedere a gran voce nuovi episodi della saga che fossero più in linea con la saga originale uscita su Mega Drive. Sega ha quindi intrapreso una doppia strada. Da un lato ha creato diversi episodi in forma mista. In questi giochi, come ad esempio Sonic Colours o Sonic Generations, i livelli a tre dimensioni venivano alternati a stages a scorrimento 2d.

Oltre a questo, Sega ha iniziato a pubblicare alcuni giochi in 2d che riprendevano sia nella grafica che nelle meccaniche gli episodi più classici della serie, ovvero Sonic The Hedgeog 4 (diviso in due parti), Sonic Mania ed il recente Sonic Superstars. Questi giochi hanno quasi sempre ottenuto un buon riscontro da parte dei giocatori.

Anche il recente Sonic X Shadow Generations, che ripropone la formula mista di cui abbiamo parlato, sta ottenendo ottimi consensi. Rispetto a Mario, la serie di Sonic ha sempre puntato più sulla velocità ed il tempismo rispetto all’esplorazione e al controllo del personaggio. Tuttavia, ancora una volta, è il divertimento ad essere l’elemento centrale di questi giochi, unito ad un livello di difficoltà spesso tarato verso l’alto. Fattore che contribuisce ad aumentare il senso di sfida e la soddisfazione che devisa dal superamento degli ostacoli più ostici (ogni riferimento ai boss finali di Superstars è puramente voluto).

Avventure senza tempo

Fin dall’uscita di Ocarina of Time, nel 1998, la serie Legend of Zelda ha regalato molte splendide avventure a tre dimensioni. Questo filone è culminato nei due meravigliosi giochi per Switch, ovvero Breath of The Wild e Tears of The Kingdom. Titoli davvero superbi, in grado di unire un’esplorazione open world pressoché perfetta ad un comparto tecnico che non sfigura nemmeno se confrontato coi prodotti PS5 o XBox Serie X/S.

Eppure, nella lunga vita della saga, non sono mai venuti a mancare gli episodi a due dimensioni. Se nei primi anni 2000 questi giochi sono stati riservati alle console portatili (vedi ad esempio The Minish Cap e Link Between Worlds), con Switch abbiamo avuto dapprima il Remake di Link’s Awakening e, recentissimamente, il nuovo Echoes of Wisdom.

Entrambi questi giochi fanno del loro gameplay e del divertimento derivato dalla risoluzione degli enigmi il loro punto di forza. Echoes of Wisdom, in particolare, grazie al suo innovativo sistema di gestione degli oggetti, ha saputo regalare un’avventura fresca, coinvolgente e divertentissima, che, personalmente, ho apprezzato persino più di Tears of The Kingdom. In generale, questi giochi sono stati recepiti molto favorevolmente, mostrando che l’amore dei fan per le avventure con quest’impostazione è tutt’altro che esaurito.

Divertimento e Indies

Se esiste un ambito in cui da sempre divertimento e originalità hanno prevalso su grafica e spettacolarità, quello è certamente il mondo dei giochi Indy. Gli appassionati di questo genere, infatti, sono quasi sempre alla ricerca di idee nuove, scelte artistiche originali e, soprattutto, un gameplay divertente e innovativo.

Giochi come Hollow Knight, Undertale o il recente Balatro non devono certamente il loro successo al fotorealismo. A far innamorare i giocatori di questi titoli è stata proprio la passione di cui sono permeati, che ha permesso la creazione di giochi dalla fortissima personalità e in grado, ancora una volta, di offrire tonnellate di divertimento e coinvolgimento.

Un trionfo inatteso

Concludiamo la nostra riflessione con il fresco vincitore degli Awards, ovvero Astro Bot. Il gioiellino di Team Asobi presenta indubbiamente una grafica di altissima qualità e una realizzazione tecnica ineccepibile. Tuttavia, non è questo ciò che gli ha permesso di conquistare i cuori dei giocatori e di riuscire a superare giochi come Black Myth: Wukong o Final Fantasy VII Rebirth.

A sancire il successo del piccolo Astro sono stati anzitutto il meraviglioso sistema di controllo e l’incredibile varietà di ambientazioni e situazioni che il nostro robottino si trova via via ad affrontare. Anche l’amore mostrato dagli sviluppatori per la storia della Playstation e dei suoi franchise più famosi ha certamente contribuito. Di nuovo, dunque, la passione e il divertimento hanno avuto un peso maggiore rispetto a alla perizia tecnica.

Conclusione

Per concludere, con questo articolo non vogliamo assolutamente negare l’importanza della qualità della grafica. Essa è parte integrante dell’evoluzione tecnologica che da sempre caratterizza il mondo dei videogiochi. Giochi come Stellar Blade, ad esempio, non avrebbero lo stesso impatto senza una grafica spettacolare ed effetti visivi mozzafiato. Ci sono anche giochi, come ad esempio Detroit: Become Human che sono letteralmente costruiti intorno al fotorealismo, pur avendo nella trama il loro elemento centrale.

Tuttavia, non bisogna mai dimenticare che i videogiochi sono nati soprattutto per creare emozioni e divertimento. E questi non possono essere forniti solo grazie ad una bella grafica, ma sono il frutto della passione degli sviluppatori e della loro capacità di creare gameplay in grado di appagare i giocatori. Oltre ai giochi di cui abbiamo parlato, potremmo anche citare i tanti remake che sono stati prodotti negli ultimi anni, come ad esempio quella dedicata alla trilogia di Crash Bandicoot, o al terzo episodio di Wonder Boy.

In definitiva, divertimento e fotorealismo devono giocoforza essere entrambi coltivati e curati con attenzione, perché è soprattutto la qualità di questi due elementi a sancire il successo o il fallimento della maggior parte dei giochi.

Categorie
Editoriali

The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom, tutto ciò che sappiamo

Diciamoci la verità, nessuno il 18 giugno scorso nel, probabilmente ultimo anno di vita di Nintendo Switch, si aspettava un nuovo Zelda. Ma invece Nintendo, abituata a sorprendere il proprio pubblico, ci ha colti sia impreparati con un Direct improvviso, sia perché un nuovo Zelda, effettivamente, c’è stato. Uno Zelda atipico, se volete, nettamente in contrasto con gli ultimi due epici capitoli, ma c’è stato.

Zelda, la nuova protagonista

The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom è l’ultima avventura Nintendo ambientata nel mondo di Hyrule che ha per protagonista, per una volta, proprio la principessa Zelda. Improvvisi squarci si sono aperti nel regno, squarci che sono causa della sparizione dei cittadini, e la prima vittima è proprio il nostro eroe Link, che prima di essere inghiottito riesce a distruggere il cristallo che imprigionava Zelda, liberandola.

Questo nuovo punto di vista comporta sicuramente un cambiamento netto al taglio narrativo modificando, di riflesso, il gameplay. Basta farsi strada a suon di spada! Ma ecco che la nuova arma, utilizzabile sin da subito da Zelda, è il bastone Tri, un bastone magico (non a caso donatele dalla fata Tri) che consentirà di creare repliche degli oggetti e dei personaggi incontrati.

Il potere della replica

Ed ecco allora che un tavolo può diventare un’arma, cosi come una sedia o una cassa che, se replicata, permetterà di raggiungere altezze altrimenti irraggiungibili o ancora il proprio peggior nemico, se replicato, potrebbe diventare il nostro migliore alleato. Un gameplay nuovo, fresco, imprevedibile che, si spera, darà nuova linfa al titolo appassionando sia vecchi fans della saga ma anche coloro che si stanno avvicinando per la prima volta al mondo di Hyrule.

Scorci di gameplay

Sappiamo anche, dal sito ufficiale nipponico del gioco, che la nostra eroina non sarà sola, ma avrà almeno 5 alleati, che sono stati svelati dalla casa nipponica: il Re di Hyrule e padre di Zelda, il Ministro Sadari del Governo di Hyrule, il Generale Ugi dell’esercito di Hyrule, la saggia Impa e Ruberi, fratello maggiore di Impa e ricercatore di portali.

La visuale del titolo, atipica per la saga, varia dall’ isometrico alla vista dall’alto (ricorda vagamente Cult of the Lamb). Gli enigmi sembra abbiano più punti in comune con i recenti Zelda che con quelli bidimensionali e il gameplay mette al centro dell’attenzione la creatività del giocatore consentendo probabilmente più strade per poter proseguire nel gioco.

Conosciamo il potere della replica ma ancora non sappiamo se sarà l’unico potere a disposizione della protagonista.

Echoes of Wisdom sarà disponibile per Nintendo Switch a partire dal 26 settembre prossimo ad un prezzo medio di 60 euro. Dal sito Nintendo è già in preordine con portachiavi omaggio, al costo di 13 euro in più si può prenotare la versione con pergamena dedicata da parete.

Infine, per i collezionisti è disponibile una versione di Switch Lite completamente dedicata al nuovo Zelda al prezzo di 229 euro.

Non ci resta che aspettare di poter tornare nel regno di Hyrule, stavolta nei panni di Zelda!

Panoramica privacy

Questo sito web usa Cookie al fine di fornire la migliore esperienza possibile. Le informazioni Cookie sono conservate sul tuo browser e hanno il compito di riconoscerti quando torni sul nostro sito web. Inoltre, sono utili al nostro team per capire quali seizioni del sito web sono maggiormente utili e interessanti.