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I 10 migliori videogiochi del 2023

Siamo giunti alla fine di un anno videoludico superbo per qualità e quantità di titoli. Il 2023 sarà ricordato a lungo per aver imposto nuovi standard nell’industria dei videogiochi. E ora è arrivato il momento più arduo: stilare la classifica dei migliori videogiochi del 2023, cioè di quelle opere che meritano di essere almeno provati, ma di cui siamo certi vi innamorerete.

La particolarità dei titoli di quest’anno risiede soprattutto nella loro varietà: raramente si è visto un anno solare così fitto di opere di così alto livello e così (quasi) equamente disposti tra i vari generi.

Qualcuno rimarrà deluso nel vedere il proprio titolo mancare in questa lista; per questo vi invitiamo a leggere interamente l’articolo e poi commentare con il vostro gioco preferito, soprattutto se quest’ultimo manca nella nostra lista dei 10 migliori videogiochi del 2023.

10. Metroid Prime Remastered

Metroid Prime è uno sparatutto del 2003, uscito in esclusiva per Nintendo Gamecube. Inizialmente pensato come spin-off della celebre saga 2D di Metroid, Prime convinse pubblico e critica così tanto che oggi è consideratro parte integrante della storia del franchise.

Come potete leggere anche nella nostra recensione di Metroid Prime Remastered, Metroid Prime Remastered è molto più di un First-person shooter, poiché unisce diversi generi, tra cui anche quello che ha reso celebre la serie in due dimensioni. Inoltre, è un ponte tra il vecchio e nuovo modo di creare videogiochi con dei picchi di level design probabilmente mai raggiunti in un FPS.

Metroid Prime è un’opera d’arte che merita di essere giocata almeno una volta nella vita e la remastered è il miglior modo per farlo grazie all’eccellente qualità tecnica raggiunta e i 60 fps fissi.

9. Diablo 4

L’ultimo capitolo di Diablo si è immesso nella strada desiderata dai fan: ripercorrere lo stile del tanto amato Diablo 2, dimenticando il terzo capitolo se non in alcune scelte di gameplay utili per adattare la saga al periodo contemporaneo.

Diablo 4 diventa dunque un live service game, un mix tra Diablo 2 e World of Warcraft. Una scelta rischiosa, ma come potete leggere nella nostra recensione, alla fine è risultata vincente, perché il mondo di Lilith è tanto macabro quanto divertente.

8. Super Mario Bros. Wonder

La serie Super Mario Bros. è sinonimo di qualità. Come spiegato nella nostra recensione di Wonder, l’opera mantiene alto il nome dell’idraulico italiano in versione 2D pur senza raggiungere vette inarrivabili.

Super Mario Bros. Wonder aggiunge parecchia follia alle avventure nel Regno dei Funghi (questa volta nel Regno dei Fiori). Gli iconici potenziamenti si ampliano in un alcuni che rimarranno nella storia come il Frutto Elefante.

Nonostante non si possa urlare al miracolo come una certa controparte 3D per Nintendo Switch che porta il nome di Super Mario Odyssey, Wonder è comunque una gemma che merita di essere giocata da qualsiasi videogiocatore.

7. Cocoon

Finalmente anche gli autori videoludici occidentali riescono a generare hype. Jeppe Carlsen è uno di questi in quanto mente dietro a Limbo e Inside.

Cocoon di Geometric Interactive è un videogioco che si gioca attraverso la pressione di un solo tasto. Una scelta minimale, ma straordinaria: il gameplay è la qualità migliore del titolo, che riesce a coinvolgere sin dall’inizio. A questo, come già detto nella nostra recensione di Cocoon, si aggiungono atmosfere uniche che ricordano i migliori titoli del maestro nipponico Fumito Ueda.

6. Street Fighter 6

Sua Maestrà il Re è tornato. Le aspettative erano ovviamente alte e Capcom non ha mancato l’appuntamento con quella che è probabilmente la serie più iconica del suo portfolio, al netto della popolarità del genere negli ultimi anni.

Come abbiamo già ribadito durante la nostra recensione di Street Fighter 6, Capcom ha stabilito nuovi standard ed è senza alcun dubbio il picchiaduro da battere. Il gameplay è eccellente e le modalità sono così tante sia in single che multiplayer, che anche chi abbia voglia di menar le mani virtuali per la prima volta, può iniziare da questo capolavoro.

5. Marvel’s Spider-Man 2

Il quinto posto dei migliori videogiochi del 2023 è riservato all’unica esclusiva PlayStation 5. Marvel’s Spider-Man 2 alza l’asticella rispetto al primo capitolo di Insomniac Games. L’Uomo Ragno si presenta nel 2023 con un comparto tecnico eccellente e un gameplay vario e divertente.

Lo abbiamo già detto nella nostra recensione di Spider-Man 2: chi stava cercando un more of the same può ritenersi soddisfatto. Per tutti gli altri si tratta invece di un’ottima avventura action che non può mancare nella collezione di alcun videogiocatore di PS5.

4. Alan Wake 2

A un passo da podio, e probabilmente non senza polemiche che vi invitiamo ad alimentare nei commenti, finisce Alan Wake 2.

Con il ritorno dello scrittore dell’incubo, Remedy Entertainment ha mostrato tutte le sue capacità creando un survival horror veramente terrificante, capace di tenere incollato qualsiasi gamer grazie a una trama e un intreccio narrativo di prim’ordine.

Per gli amanti dell’estro di Sam Lake, Alan Wake 2 è ovviamente obbligatorio, ma lo stesso possiamo dire anche agli amanti del genere. Tutti gli altri potrebbero non apprezzare alcune perplessità tecniche, ma la storia dietro Alan Wake 2 merita tranquillamente il podio.

3. Resident Evil 4 Remake

migliori videogiochi del 2023: Resident Evil 4 Remake

Il terzo gradino del podio vede un’opera da sempre considerata controversa. Per Shinji Mikami è la sua migliore opera, mentre per gli amanti della saga, Resident Evil 4 è l’inizio dell’errore action di Capcom.

Come spiegato nella nostra recensione di Resident Evil 4 Remake, l’ultima fatica di Capcom mette d’accordo tutti: è un capolavoro che arriva nel momento giusto, perché porta l’esperienza di gioco originale a una nuova generazione di giocatori, con miglioramenti grafici e un sistema di controllo rivisto per adattarsi agli standard moderni.

Resident Evil 4 (Remake) è un videogioco che chiunque dovrebbe provare una volta nella vita ed è la dimostrazione che Mikami ci aveva visto giusto, anche con un pizzico d’anticipo rispetto ai fan (cosa tipica delle personalità geniali).

2. The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom

migliori videogiochi del 2023: The Legend of Zelda Tears of the Kingdom

Nonostante l’ampio ventaglio di titoli di altissimo rango usciti nel 2023, i primi due videogiochi di questa speciale classifica giocano un campionato a parte e distanziano i competitor di diverse lunghezze. Questa lotta tra titani termina con un secondo posto per The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, sequel (stranamente) diretto di Breath of the Wild.

Nel 2017 ci chiedevamo se Breath of the Wild fosse il miglior The Legend of Zelda di tutti i tempi, creando un difficile paragone con Ocarina of Time. Tears of the Kingdom invece è senza dubbio il miglior videogioco della serie.

Il motivo non è banale: Tears of the Kingdom non è semplicemente un more of the same, ma un nuovo modo di concepire i videogame. Un gioco di ruolo dentro a una sandbox in cui non c’è un modo giusto o sbagliato di progredire. Un’eterna sperimentazione che diventa il massimo capolavoro di Eiji Aonuma.

1. Baldur’s Gate 3

migliori videogiochi del 2023: Baldur's Gate 3

Ci sono videogame che sono delle nicchie per definizione. I videogiochi di ruolo hanno sempre goduto di una solida fanbase, ma difficilmente hanno potuto competere con i numeri mostruosi dei generi più casual. Se un GDR è in grado di spezzare questo trend, allora non può che essere il miglior videogioco dell’anno 2023, e probabilmente qualcosa di più.

Baldur’s Gate 3 ha cambiato il modo di concepire il genere, ma anche i videogiochi anche se in termini diversi rispetto a The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom. BG3 è l’esperienza ruolistica definitiva: è stato capace di dare una reale libertà al videogiocatore e allo stesso tempo garantire una vera coerenza con le scelte intraprese. Ha quasi reso banale il concetto di libertà d’azione fino ad ora realizzato da qualsiasi altro videogame open world di questa generazione.

Baldur’s Gate 3 è meritatamente il Game of the Year 2023, ma è anche un punto di rottura rispetto a quanto visto fino ad oggi. Un nuovo standard che in questo momento sembra impossibile superare.

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Monster Hunter Wilds è il nuovo capitolo della serie Capcom

Monster Hunter Wilds è il nome del nuovo capitolo della fortunata saga Capcom. Il trailer è stato presentato durante i The Game Awards 2023 e ha svelato che Wilds uscirà per PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.

Come si può intuire dalla mancanza di Nintendo Switch, Monster Hunter Wilds vuole probabilmente essere il sequel diretto di World.

Ryozo Tsujimoto, producer della serie ha dichiarato che Monster Hunter Wilds uscirà nel 2025 e che il team di Capcom sta lavorando per creare la più grande esperienza di Monster Hunter. Ha concluso infine che ulteriori notizie saranno disponibili nell’estate del prossimo anno.

La serie Monster Hunter celebrerà il proprio 20° anniversario nel 2024. In questi anni la serie di videogiochi di Capcom ha venduto oltre 96 milioni di copie in tutto il mondo, riscuotendo enorme successo sia tra la fanbase di nicchia, in particolare con titoli in esclusiva per le console Nintendo, sia tra i giocatori più casual grazie ad opere più accessibili come Monster Hunter World e la sua espansione Iceborne.

L’ultimo capitolo della serie è Monster Hunter Rise (Recensione), disponibile inizialmente solo per Nintendo Switch, poi approdato anche su tutte le altre piattaforme dove ha riscosso un enorme successo con le sue 13 milioni di copie vendute, più le ulteriori 6 milioni dell’espansione Sunbreak.

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Baldur’s Gate 3 ha vinto il Game of the Year 2023

La lunga notte dei Game Awards 2023 ha decretato diversi vincitori, ma soprattutto il vincitore: Baldur’s Gate 3 ha vinto il titolo di miglior videogioco del 2023, collezionando inoltre 6 statuine sulle 8 nomination ricevute. Il GDR di Larian Studios ha portato a casa – oltre al titolo di Game of the Year – anche il premio come miglior gioco di ruolo, miglior videogioco multiplayer, miglior performance (Neil Newbon come Astarion), ma anche Best Community Support e Player’s Voice.

Baldur’s Gate 3 ha superato la concorrenza di altri cinque titoli di altissimo valore qualitativo. Tra questi il più apprezzato è stato Alan Wake 2 che ha vinto ben tre statutine di primissimo piano: miglior narrativa; miglior game direction e miglior art direction.

Gli altri quattro videogiochi in lizza sono nomi altisonanti, che hanno reso quest’anno videoludico davvero importante per la storia del medium. BG3 ha lottato, e vinto, infatti contro opere che avrebbero probabilmente trionfato negli anni passati, e alcuni di questi lo hanno anche fatto con i capitoli precedenti. Gli altri giochi in nomination per il Game of The Year 2023 infatti erano: The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, Super Marios Bros. Wonder, Resident Evil 4 e l’esclusiva PlayStation Marvel’s Spider-Man 2 (Recensione).

Infine, Larian Studios si è presa ulteriormente la scena per annunciare che Baldur’s Gate 3 è ora disponibile anche su console Microsoft Xbox Series S/X.

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I giochi in uscita questa settimana: arriva Super Mario RPG

La terza settimana di novembre 2023 amplia la vasta libreria dei videogiochi in uscita quest’anno con il ritorno di vecchie glorie e interessanti spin-off. Tra tutti arriva anche Super Mario RPG.

Super Mario RPG è il remake dell’iconico videogioco per Super Nintendo del 1996, noto anche con il suo titolo statunitense di Super Mario RPG: Legend of the Seven Stars. Super Mario RPG è in uscita oggi 17 novembre 2023 in esclusiva per Nintendo Switch.

Un altro titolo che fa leva sulla nostra nostalgia, ma sicuramente con minori volontà di eccellere, è UFO Robot Goldrake Il Banchetto dei Lupi. Un videogioco d’azione che Microids ha pensato soprattutto per i fan. Il titolo è già disponibile per PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series S/X.

Per gli amanti degli spin-off invece esce questa settimana Persona 5 Tactica, un gioco di ruolo strategico prodotto da Atlus e ambientato nel mondo di Persona 5 già disponibile su PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series S/X, ma anche su Xbox Game Pass (console e PC). Per rimanere in tema di spin-off, oggi è anche il giorno di Assassin’s Creed Nexus che porta le avventure Ubisoft su Realtà Virtuale in esclusiva per i dispositivi famiglia Meta Quest.

Infine, citiamo l’uscita questa settimana di Hogwarts Legacy anche su Nintendo Switch e di un hardware: Atari 2600+ sbarca sul mercato videoludico portando con sé i videogiochi per Atari 2600 e Atari 7800 al costo di 120,99 euro.

E voi, cosa giocherete nel weekend?

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Cocoon – Recensione

Cocoon è un esordio decisamente atipico per Geometric Interactive. Contrariamente a quanto accade per le opere prime, che devono essere preparatorie per mostrare ciò che i creativi sono in grado e desiderano fare, Cocoon si trova nell’ambigua posizione per cui deve essere una conferma per gli appassionati del genere.

Questa strana dicotomia è dovuta alla mente sopra il progetto: Jeppe Carlsen, ex direttore del gameplay per le avventure Playdead, casa di sviluppo che ha dato alla luce due tra gli indie più iconici dello scorso decennio: Limbo e Inside.

Un esordio che, contrariamente a quanto succede il più delle volte, risalta la profonda conoscenza che il team e il director possiedono sul genere e che fa scuola nelle meccaniche e nella varietà di idee: come leggerete in questa recensione di Cocoon, da adesso in poi gli indie puzzle-adventures dovranno confrontarsi con questa produzione, sia per quanto riguarda il gameplay, sia dal punto di vista stilistico e atmosferico.

Recensione Cocoon: sfera

Design sottrattivo stratificato

Impossibile, parlandone, non far evincere le somiglianze di Cocoon con le ultime due produzioni del lead designer: Jeppe Carlsen, ma anche con le opere interattive del maestro giapponese Fumito Ueda, traslatore, in un certo senso del design sottrattivo nei videogames. Sia le produzioni Playdead che l’esordio di Geometric interactive, infatti, sono dei puzzles con una trama appena accennata, che ama lasciarsi interpretare, immersi in un atmosfera cupa e a tratti horror (anche se la produzione Geometric Interactive si lascia influenzare da delle suggestioni talvolta più colorate).

È nelle differenze, però, che emerge il vero sprito di Cocoon: la più evidente è senza dubbio il passaggio dalla scelta del 2D dei lavori precedenti, al 3D low-poly del gioco in questione. La stratificazione che ne consegue è iterata anche nel videogioco, grazie alla meccanica delle sfere, centrale nel gameplay e nella risoluzione dei puzzle.

Il gameplay è assolutamente ridotto all’osso: per giocare a Cocoon è sufficiente premere un solo tasto. Anche i puzzle risulteranno raramente una sfida vera e propria, risolvendosi gradualmente mentre procediamo nel mondo di gioco, quasi guidati dall’invisibile mano dei designer che conoscono i nostri movimenti ancora prima che noi possiamo compierli.

Il videogiocatore è indotto a uno stato quasi meditativo mentre compie azioni inconsciamente, quasi sapesse come muoversi all’interno di un mondo che riesce a comunicarci senza uso di parole o dialoghi. Nessun HUD sarà mai presente. Persino al primo avvio del software non ci sarà concesso nemmeno di curiosare nelle impostazioni, ma verremo catapultati direttamente all’interno del gioco.

Eccellente a questo proposito il lato acustico, con un sound design complesso e ben curato che accentua i momenti di “Eureka” del giocatore in modo acuto, o il senso di meraviglia che si prova quando si penetra in una nuova sfera (o ne si esce).

Recensione Cocoon: gameplay

Non solo sottrazioni

Cocoon è il brillante risultato di un design sottrattivo. Tuttavia, non bisogna illudersi che a furia di sottrazioni il titolo rischi di essere eccessivamente semplice o ridondante nelle soluzioni proposte al giocatore. È vero, gli enigmi non sono mai (o quasi) veramente impegnativi, ma ciò è dovuto più ad una ponderata scelta autoriale piuttosto che a una mancanza del team

Come già accennato, il gioco riesce a indurre il giocatore in uno stato di trance – motivo per cui è comune sentire di esperienze di giocatori che l’hanno terminato tutto d’un fiato, me compreso – per cui nello stesso modo in cui il nostro alter-ego, un insetto antropomorfo dotato di ali, ma incapace di volare, sembra esser perfettamente a conoscenza dio ciò che gli accade attorno e della strada necessaria per raggiungere il suo obiettivo, così anche il videogiocatore se ne illude muovendosi inconsciamente nella direzione giusta per giungere al finale (e anche a questo proposito potrebbe esserci qualche sorpresa).

Le boss fight sono sporadiche ma tutte valide, aggiungendo varietà al gameplay e spezzando bene il ritmo, segnando la fine di una sezione e l’inizio della successiva. Morire è impossibile, e nessuna di questa risulterà mai essere un vero ostacolo, ma è altrettanto impossibile non apprezzarne la qualità e varietà.

Persino la modellazione poligonale, per quanto limitata ed estremamente lowPoly, all’insegna del design minimale dell’intera esperienza, riesce a conferire un’atmosfera unica e immediatamente riconoscibile, che potrebbe ricordare a qualcuno le atmosfere biomeccaniche di Giger, ma con una vena più fumettosa e decisamente meno puramente horror.

Conclusione

Cocoon è un esperimento decisamente riuscito, con delle atmosfere uniche ed evocanti, ma che trova il suo apice in un gameplay assolutamente travolgente, per quanto minimale, che induce il giocatore in una sorta di trance videoludica in cui l’unica possibile scelta e continuare a giocare nella speranza di poter comprendere almeno in parte il senso delle suggestioni apparse a schermo.

Jeppe Carlsen si rinconferma un maestro del genere, e tutte le future produzioni del genere dovranno scontrarsi con l’inevitabile confronto di quello che è un’opera imperdibile per gli amanti del genere.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series S/X, Switch, PC, PS4, Xbox One
  • Data uscita: 29/09/2023
  • Prezzo: 22,99 €

Ho provato il gioco a partire dal day one su PC

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Recensioni

Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 – Recensione

Viviamo in un’era videoludica caratterizzata da una quantità ingestibile di titoli. Per quanto un appassionato di videogiochi ci possa provare, è letteralmente impossibile giocare tutto quello che quotidiamente invade i nostri PC e le nostre console.

Non è sempre stato così. C’è stato un periodo in cui fare videogame era più complicato; un momento storico che possiamo inquadrare intorno alla fine degli anni 90 in cui portare l’innovazione su bit era difficile: chi ci è riuscito ha contribuito a creare una nuova generazione di opere d’arte e sarà per sempre ricordato nella storia. Uno di questi è Hideo Kojima e la sua opera magna Metal Gear Solid.

Quest’anno Konami ci ripropone il capolavoro per PlayStation, ma anche i successivi due capitoli, e le prime due opere per NES e MSX, in un’unica collezione di cui state leggendo la recensione: Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1.

Master Collection Vol. 1

Copertina Metal Gear Solid

La raccolta di Konami contiene tutti i videogiochi must che ogni appassionato del medium dovrebbe giocare almeno una volta nella vita, ma anche qualcosa in più.

Il motivo principale per cui Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 è interessante per il pubblico odierno è la presenza del primo Metal Gear Solid del 1998, opera tanto famosa quanto complicata da giocare per chi non appartiene al mondo Sony PlayStation; infatti, è solo grazie a questa nuova collezione che Metal Gear Solid arriva su Xbox, e parzialmente anche su Nintendo (chi ha avuto la fortuna, o sfortuna, di acquistare il Nintendo Gamecube avrà potuto anche giocare Metal Gear Solid: The Twin Snakes, il remake di Silicon Knights, un pubblico decisamente scarno secondo i dati di vendita).

Al primo capitolo, Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 accompagna Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty e Metal Gear Solid 3: Snake Eater nella loro versione remaster del 2011 di Bluepoint Games. Si aggiungono inoltre i due videogiochi che hanno dato il via a tutto, ma che di fatto ormai dovrebbero stare in un museo: Metal Gear (NES) e Metal Gear 2: Solid Snake (MSX2).

Infine, la raccolta contiene tre altri tipi di contenuti, tanto affascinanti quanto difficili da apprezzare in formato digitale: due graphic novel, diversi Screenplay e Master Book e una selezione di soundtrack.

Metal Gear Solid

Metal Gear Solid directed by Hideo Kojima

Sembra banale ma nell’era dei gameplay su Twitch e YouTube è assolutamente necessario ricordare che un videogioco va sempre giocato prima di poterlo giudicare. Metal Gear Solid va conosciuto. Metal Gear Solid deve essere giocato.

Nel 1998, Hideo Kojima ha rivoluzionato il mondo dell’intrattenimento, ma alcuni aspetti dell’opera sono oggi completamente obsoleti: il riferimento è chiaramente al gameplay totalmente superato e frustante; per esempio, muovere Solid Snake in modalità stealth significa semplicemente camminare tenendo gli occhi puntanti sulla mini-mappa al fine di evitare un cono di luce. Il tutto diventa poi insopportabile quando bisogna affrontare le fasi di combattimento con un sistema di puntamento totalmente anacronistico.

Nonostante tutto però immegersi nuovamente, o per la prima volta, in Metal Gear Solid significa dimenticare tutte le storture tecniche per vivere una trama accattivante e purtroppo incredibilmente attuale con i suoi rimandi verso terroristi e bombe atomiche.

Sembra incredibile ma il gioco vale la candela, nonostante Konami non abbia fatto alcuno sforzo per rendere la vita facile ai videogiocatori, senza nemmeno attingere da The Twin Snakes né semplicemente corregere alcuni storici problemi del passato (banalmente alcuni passi del controverso doppiaggio italiano).

Prima della Kojima Production

Il primo capitolo rese Hideo Kojima famoso in tutto il mondo. Un seguito era scontato e arrivò sotto l’effige di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, che migliorò ed evolse tutte le meccaniche della prima opera.

La scelta, pigra, di Konami di riproporre il remaster di Bluepoint Games, ora a 1080p e 60 fps, permette al videogiocatore di vivere un’avventura più attuale rispetto al primo capitolo con un trama estremamente al passo con i tempi. Avete presente il dibattito sulle fake news e l’informazione liquida? Kojima lo aveva già proposto nel 2001 ingannando anche in continuazione il giocatore sin dal protagonista iniziale che passa, e si alterna, tra Solid Snake e Raiden.

La proposta di Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 si conclude con il videogioco che precede la nascita della Kojima Production: Metal Gear Solid 3: Snake Eater. Un gioco del 2004 ancora piacevolmente attuale nel gameplay, anche grazie all’ennesima versione di Bluepoint Games del 2011 in versione 1080p e 60 fps.

Snake Eater è un ulteriore passo avanti della saga con l’introduzione di elementi survival e un modo di gestire le fasi di stealth più complesso rispetto al passato, fatto di interrogatori e scudi umani. La trama narra le peripezie di Big Boss. Il level design invece si contraddistingue per la varietà degli scenari: il gamer si muoverà tra zone militari, aree desertiche, paludi e foreste.

Retrogame e il problema del digitale

Nonostante Metal Gear e Metal Gear 2: Solid Snake siano l’inizio della leggenda, giocarli non aumenterà di molto il vostro bagaglio culturale. Si tratta di due opere che possono tranquillamente rientrare nella categoria del retrogame.

Allo stesso modo, le graphic novel e la collection di soundtrack sono di quanto più evitabile possibile. Più interessante, e allo stesso tempo più deludente, invece sono i libri di Screenplay e Master (Book) che completano l’opera rendendola molto valida ma anche poco fruibile a causa della loro forma digitale. In altre parole, la raccolta di Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 in formato digitale ha senso solamente per i tre videogiochi dell’era “Solid”.

Conclusione

Vale la pena acquistare Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1? La domanda è lecita, ma la risposta non può che essere ambigua: dipende. Chi ha giocato, e magari ancora possiede, i primi tre capitoli di Metal Gear Solid, non ha grandi motivi per acquistare a prezzo pieno una raccolta che non propone assolutamente nulla di nuovo. Con questa raccolta, Konami ha voluto solamente massimizzare i guadagni rendendo fruibile una delle sue migliori IP su tutte le piattaforme.

D’altro canto, se non avete mai avuto il piacere di giocare la prima trilogia, e soprattutto il primo Metal Gear Solid, vi consiglio vivamente di farvi un favore e giocare questa raccolta considerandola un’importante, e divertente, esperienza formativa: un viaggio nel mondo della storia videoludica insieme al carisma di Solid (e Liquid) Snake, e il genio di Kojima.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series S/X, Switch, PC, PS4
  • Data uscita: 24/10/2023
  • Prezzo: 59,99 €

Ho provato il gioco a partire dal day one su Xbox Series X grazie a un codice fornito dal publisher.

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Call Of Duty Modern Warfare 3: cosa giocherete nel weekend?

La seconda settimana di novembre 2023, ci porta diverse novità per svariati generi e note serie videoludiche. Probabilmente molti di voi si stanno divertendo con diversi titoli da una longevità enorme usciti quest’anno come Baldur’s Gate 3 o The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, ma chi è in cerca di qualche novità, l’offerta videoludica di questa settimana è molto interessante e anzi, anche molto attesa, visto l’arrivo odierno di Call Of Duty Modern Warfare 3.

Un anno fa, Infinity Ward pubblicava il secondo capito di CoD Modern Warfare. Oggi, con la logica di portare un CoD ogni anno, Activision aggiorna il suo prodotto più remunerativo e rilascia Call Of Duty Modern Warfare 3 disponibile per PC, Xbox Series S/X , PS5, PS4 e Xbox One.

Chi non è avvezzo agli FPS però può cimentarsi anche in altri generi. I fan già dal 6 novembre possono giocare a Football Manager 2024 (PC, Xbox One, Nintendo Switch, PlayStation 5 e Xbox Series S/X e mobile), mentre gli amanti dell’ex serie Yakuza, e degli action, ricevono un dono dall’Oriente: Like A Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name (PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series S/X), episodio che narra gli eventi tra Yakuza 6 The Song of Life e Yakuza Like A Dragon.

Infine, il panorama indie ci porta l’interessante The Invincible di
Starward Industries ( PC, PlayStation 5 e Xbox Series S/X), mentre i retrogamer possono menar le mani con Double Dragon Collection (Nintendo Switch), che raccolgie Super Double Dragon, Double Dragon Advance, Double Dragon, Double Dragon II The Revenge, Double Dragon III The Sacred Stones e Double Dragon IV.

Cosa giocherete nel weekend?

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RollerCoaster Tycoon Adventures Deluxe – Recensione

RollerCoaster è tornato, di nuovo! Questa volta però il suo scopo è conquistare il mercato console. Riuscirà Atari, che tra alti e bassi sta cercando di ritornare nel mondo del gaming, ad affermare il proprio gestionale di parchi gioco anche su Xbox e PlayStation?

Per questa recensione di RollerCoaster Tycoon Adventures Deluxe abbiamo provato la versione per Nintendo Switch, già uscito sulla console nipponica nella sua forma non deluxe nel 2018 e successivamente anche su PC. Nonostante cambi la forma, però la sostanza rimane identica anche per PlayStation 5, Xbox Series S/X e le controparti old-gen.

Breve excursus

RollerCoaster Tycoon è una vecchia conoscenza dei fan dei gestionali di parchi di divertimenti. Tutto inizia nel 1999 quando il genio di Chris Sawyer tira fuori dal cilindro un videogioco gestionale che realizzava sogni o meglio, parchi divertimento, che molto fu apprezzato da critica e videogiocatori. Nel tempo il gioco si è evoluto, si è espanso, si è trasformato, diventando anche mobile. Fino ai giorni nostri, in cui eccolo sbarcare su tutte le console (il primo capitolo arrivò anche sulla prima Xbox).

La particolarità di tutti i RollerCoaster Tycoon, compresa la versione Adventures Deluxe, è negli innumerevoli dettagli di cui tener conto: la trasformazione del territorio sul quale sorgerà il parco; le attrazioni da installare; i prezzi dell’ingresso e delle singole attrazioni; le manutenzioni. L’obiettivo finale? La felicità dei visitatori.

Tre modalità (poco deluxe)

RollerCoaster Tycoon Adventures Deluxe offre tre modalità di gioco, oltre all’ovvio, breve e conciso tutorial. Le tre modalità sono Avventura, Scenario e Sandbox.

Nella modalità avventura si devono sbloccare una serie di obiettivi progressivi per ottenere sempre più aree a disposizione al fine di ampliare il parco e quindi costruire nuove attrazioni. Per determinare di quanto si possa ampliare il parco, il gioco usa un sistema di permessi “edilizi” raggiungibili tramite il valore del parco: più alto sarà, più sarà consentito costruire e ricercare e quindi sbloccare nuove attrazioni. È la modalità principe del titolo, quella che terrà più a lungo il giocatore impegnato poiché raggiungere gli obiettivi e sbloccare nuove attrazioni risulterà lungo e impegnativo.

Per affrontare al meglio la modalità avventura, dovrete trasformarvi in accorti ed oculati magnati soppesando introiti ed uscite e variando i prezzi delle attrazioni. Ricordate anche che i visitatori stupidi non sono e si rifiuteranno di pagare prezzi troppo alti per attrazioni che ad un certo punto risulteranno obsolete.

Fortunatamente il gioco ci viene in aiuto con la cosiddetta heatmap, cioè una mappa che ci dà indicazioni su diversi aspetti del parco, come la felicità complessiva dei visitatori, il guadagno di ogni singola attrazione, quanti viaggiatori possono ospitare le attrazioni e il loro declino. Tramite questo importante strumento, risulterà più semplice programmare interventi correttivi per le singole attrazioni, che hanno sempre lo scopo di far felici i visitatori; infatti, nel parco, come è giusto che sia, dovremo installare, oltre le attrazioni, anche bagni, punti di ristoro come ristoranti, carretti (pop corn e sushi), negozi di souvenir e oggettistica e cercare di dislocarli lungo tutto il parco non ammassandoli quindi in un solo punto, pena l’infelicità dei visitatori.

A completare il quadro, immancabili, per un parco giochi, sono i punti di pulizia, per mantenere un parco sempre pulito e i casotti delle manutenzioni per rendere sicuri i clienti quando usano le attrazioni. E, a proposito di attrazioni, in questa versione ne sono state aggiunte ben 80, le quali, unite a quelle classiche già presenti nella controparte PC, porta il totale di unità ricercabili ed installabili nel parco a ben 200 attrazioni diverse. C’è n’è per tutti i gusti insomma!

La seconda modalità è scenario, in cui vengono dati determinati obiettivi da portare a termine in un certo lasso di tempo. In questa modalità, composta da solo quattro scenari, il parco è già in parte costruito e viene richiesto al videogiocatore di raggiungere obiettivi di varia natura: economica; ricercare una specifica attrazione (tipo quelle western, o per famiglie o ancora da brivido) e chi più ne ha, più ne metta.

Infine arriviamo alla modalità sandbox, dove non si ha nessun limite di tempo né di budget. Se da un lato è quella che risulta meno competitiva, dall’altro è anche quella che garantisce più soddisfacente, poiché si potrà creare il parco dei propri sogni sin da subito, con tutte le 200 attrazioni già sbloccate.Ovviamente saremo sempre soggetti alla valutazione del pubblico, ma il tutto sarà molto più rilassante.

Valutazioni

RollerCoaster Tycoon Adventures Deluxe ha diversi problemi: sicuramente è poco longevo e purtroppo anche poco divertente a causa della semplicità dovuta a quella “scusa” per cui l’opera di Chris Sawyer è stata alleggerita e ottimizzata. Alcuni processi infatti sono stati automatizzati, e di fatto resi inesistenti, come ad esempio l’assunzione di personale. Non ci sono stipendi da pagare o personale da scegliere. La sfida sta tutta nel tenere alto il morale dei visitatori: una profondità un tantino misera considerando gli altri titoli della serie e le alternative del mercato videoludico.

Per entrare nell’ambito tecnico, la grafica è datata per gli standard attuali. Nonostante le limitazioni hardware, Nintendo Switch ci ha abituato a qualità di gran lunga migliori (senza nemmeno la necessità di scomodare gli ultimi capitoli di The Legend of Zelda o Super Mario). Le animazioni sono approssimative e il frame rate soffre di vistosi cali nei momenti in cui il parco diventa più grande e affollato.

Conclusione

RollerCoaster Tycoon Adventures Deluxe RollerCoaster Tycoon non va oltre il semplice compitino, offrendo delle routine che alla fine risultano noiose e ripetitive. L’opera di Chris Sawyer è stata trasformata in un gioco molto semplicistico, risultando incompleto, poco longevo e poco divertente. Paradossalmente risultano più profondi persino alcuni titoli per mobile.

Personalmente mi sento di consigliarlo a chi si sta avvicinando per la prima volta al genere dei gestionali. Per tutti gli altri sarebbe meglio di rivolgere la propria attenzione ad altro.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series S/X, Nintendo Switch, PC, PS4, Xbox One
  • Data uscita: 01/11/2023
  • Prezzo: 39,99 €

Ho provato il gioco a partire dal day one su Nintendo Switch grazie a un codice fornito dal publisher.

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Editoriali

Alan Wake: riassunto della trama e gameplay (Nightmare incluso)

L’ottimo riscontro di critica e utenza per Alan Wake 2 ha incuriosito molti nostri lettori, che non hanno giocato il primo capitolo e ora si chiedono se possono iniziare la nuova opera di Remedy Entertainment pur non conoscendo la trama del survival horror del 2010.

Remedy ha creato un vero e proprio universe che lega le principali opere della software house, in ordine cronologico: Max Payne, Alan Wake, Quantum Break e Control. Tutti i videogiochi di Remedy sono gradevoli e vi consigliamo di dargli una possibilità, ma è comprensibile che vogliate subito tuffarvi su Alan Wake 2. Non vi preoccupate: in questo articolo vi spieghiamo la trama del primo capitolo tanto quanto basta per poter affrontare il nuovo survival horror di Remedy Entertainment, ma allo stesso tempo vi forniamo tutte le informazioni necessarie per iniziare dall’inizio la saga, spin-off incluso.

Incipit

Alan Wake è uno scrittore di best-seller. Alan sta attraversando una crisi creativa e decide di recarsi con la moglie Alice nella cittadina di Bright Falls, con l’intento di ritrovare l’ispirazione. Una volta giunti in loco, le cose prendono una svolta inaspettata: Alice scompare e Alan inizia la sua personale ricerca restando coinvolto in eventi sovrannaturali ed inquietanti.

Il gioco è strutturato come una serie TV ad episodi, con tanto di riassunto della puntata precedente all’inizio di ogni nuovo capitolo; questo aspetto aumenta il coinvolgimento del videogiocatore, ampliando così l’interesse e la voglia di sapere le cose come andranno a finire.

Luce e ombre

Il gameplay si basa su armi e oggetti per scacciare i nemici, ombre chiamate Taken, ma l’elemento fondamentale è la luce contrapposta all’oscurità. Puntando la torcia sul viso dei nemici, molti di essi vengono sconfitti già al primo “colpo”, mentre per ombre più forti ed ingombranti bisognerà tenere per più tempo la luce puntata, o ricorrere ad altre strategie.

Il primo capitolo di Alan Wake è noto per gli eventi Poltergeist, con oggetti, persino automobili e altro, che si alzeranno in volo per poi prenderci di mira con tutta la violenza possibile. Anche questi si eliminano con l’uso della luce puntata, spesso prolungato a seconda delle dimensioni dell’oggetto. Naturalmente, la torcia si potrà anche potenziare nel corso del videogioco.

“Alan Wake Remastered” – Torcia e pistola per abbattere meglio un nemico

La differenza fra Alan Wake e i vari giochi che negli anni successivi hanno popolato la scena horror videoludica sta principalmente nel modo in cui gli sviluppatori hanno deciso di spaventare il giocatore. Per esempio, in giochi come Amnesia e Oulast, la paura nasce soprattutto dall’impossibilità di difendersi concretamente, nascondendosi e non potendo usare armi. Nel videogioco di Remedy, viviamo di una costante tensione, spesso crescente, che mette il seme della paura ad ogni passo, con la possibilità di fuggire dai nemici, ma anche con la possibilità di respingere gli stessi. Percorrere le strade e le foreste significa vagare tra i nostri peggiori incubi senza mai arrivare a destinazione.

Le arti di Alan Wake: tra scrittura e musica

Elemento chiave della trama di di Alan Wake sono le pagine del manoscritto. Le troveremo andando avanti nel corso dell’avventura: alcune saranno complicate da trovare mentre altre si potranno ottenere solo alla difficoltà di gioco Nightmare. Le pagine forniscono indizi o svelano parte degli eventi che stanno per svolgersi e delineano meglio la psicologia del personaggio.

Inoltre, fungono sia da guida strategica per il giocatore, aiutandolo a progredire nella storia e affrontare le varie creature, sia come elemento narrativo, con la funzione di dare profondità e ancora più mistero all’intera esperienza.

Nel corso dell’avventura ci capiterà abbastanza spesso di trovarci nelle condizioni di ascoltare trasmissioni della Radio KBFF FM. Le trasmissioni sono una parte importante della trama di Alan Wake, poiché forniscono elementi per capire ancora meglio la vita di Bright Falls e dei suoi cittadini, che difatti saranno sono spesso coinvolti nelle telefonate trasmesse dalla radio stessa.

Le trasmissioni radio non solo aiutano a comprendere il background della storia, ma aggiungono indizi su cosa stiamo per affrontare in determinate fasi del gioco; in altre parole, quello che sembra un elemento di importanza secondaria, in realtà è parte integrante della narrativa di Alan Wake ed è altamente consigliato ascoltare più trasmissioni radio possibili.

Alan Wake’s Nightmare

Nel 2012 è stato rilasciato esclusivamente in digitale su Xbox 360 e PC, Alan Wake’s Nightmare, un episodio spin-off che ha lo scopo di approfondire la trama del primo capitolo. Lo stile di gioco cambia un po’ rispetto ad Alan Wake: Nightmare è principalmente uno sparatutto, mentre il primo capitolo era soprattutto a metà tra un survival horror e un’avventura dinamica.

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Le due vite di Cyberpunk 2077: la rinascita 2.0

Da lancio più criticato degli ultimi anni ad uno dei migliori titoli che si possano trovare attualmente sulle piattaforme videoludiche. Dopo la crisi, la redenzione di Cyberpunk 2077, grazie alla patch 2.0 e all’espansione Phantom Liberty, è ormai storia. Essa è la testimonianza di come gli errori possano essere non solo recuperati, ma anche diventare una prova di forza e coerenza. Soprattutto, è dimostrazione di attenzione nei confronti dell’utente finale, che troppo spesso resta inascoltato.

Una patch davvero valida

La Patch 2.0 e il nuovo Phantom Liberty hanno cambiato completamente Cyberpunk 2077. Allo stesso tempo il gioco resta fedele all’idea originale: le due novità ci tengono con i piedi ben piantati a terra nella distopica Night City. Il nuovo sistema di progressione del personaggio, con talenti e skill tree completamente rinnovati, rende i combattimenti estremamente più divertenti. Per esempio: andare in giro con una katana adesso impone di dover parare e schivare colpi, almeno nelle prime fasi del gioco. Infatti è stato rimosso il sistema di sanguinamento che aveva reso gli street samurai immortali. Poi vabbè, rimane il Sandevistan che cambia le regole, ma è giusto che sia così, siamo a Night City, choom!

Cyberpunk 2077

E che dire delle nuove limitazioni all’installazione dei Cyberware, correlate alla prestanza fisica (e altri talenti annessi) di V., il/la nostro/a protagonista? Anche quella è immersione pura. Il fatto che il giocatore non possa aggiungere cromo qualora non soddisfi determinati prerequisiti, fa toccare con mano l’idea che la cyberpsicosi sia reale e non qualcosa relegata ai soli cyberpsicopatici che siamo chiamati a mettere fuori gioco dalla nostra media preferita (almeno la mia), Regina Jones.

Insomma, la Patch 2.0 ci porta sullo schermo un Cyberpunk 2077 decisamente migliore. Questo risultato è figlio della tenacia di una produzione che ormai si è fatta un nome importante grazie alla saga di The Witcher. La CD Projekt, nonostante la valanga di critiche per questioni ormai note a tutti, in questi anni si è data da fare. Ha ascoltato i giocatori e le loro lamentele, e ha sfornato un gioco completamente nuovo. Esso però, come già accennato, ci fa ancora vivere la cupa atmosfera di Night City.

Libertà fantasma

Poi è arrivato il dlc Phantom Liberty, che ha apportato una valanga di nuovi contenuti. Abbiamo ad esempio i combattimenti in auto e in moto e un nuovo quartiere, Dogtown, che finalmente fa emergere i veri bassifondi di quella che fu la Città del Rosso. Il tutto senza dimenticare la più grande novità: una nuova ed enorme chain quest in stile spy thriller, a cui forse non ero pronto.

Cyberpunk 2077

Rinnovando il sacro voto del “no spoiler”, devo ammettere che è stato a tratti difficile digerire la complessità della storia portata dal nuovo dlc. Soprattutto a causa del peso specifico di certi personaggi coinvolti. I nuovi protagonisti animano una narrazione a dir poco stupenda, ma talmente grande da far sembrare quasi insignificanti le vicende che toccano personalmente il nostro (o la nostra) V.

Ora, bisogna fare una premessa: ogni esperienza di gioco è estremamente personale. La mia l’ho vissuta così: ho premuto “Nuova Partita” per la terza volta e mi sono preparato a completare nuovamente il gioco. Ero consapevole che in questa occasione avrei trovato nuovi contenuti, che però ho sbloccato soltanto dopo un sacco di tempo.

Maniaco del perfezionismo quale sono, mi sono ritrovato prima a concludere tutte le quest del primo quartiere, poi del secondo e così via, senza saltare né un Ncpd Scanner, né un “Chissà cosa troverai qui?”. E devo dire che, già da allora, grazie alle novità di Cyberpunk 2077 2.0, ho percepito un gioco completamente nuovo.

Poi ho deciso di accelerare: dovevo scrivere qualcosa per IlVideogiocatore prima che il gioco diventasse “vecchio”. Presa la moto del nostro indimenticabile Jackie, arrivo a Dog Town. Parte la quest e subito ho il cuore a mille e gli occhi sgranati: “Ma che cos’è questa figata assurda?”, mi sono chiesto, forte anche di una pregressa conoscenza di alcuni dei personaggi presentati. Essi infatti appaiono nei manuali del gioco di ruolo cartaceo, Cyberpunk Red e ancora prima in Cyberpunk 2020, della R. Talsorian Games.

Cyberpunk 2077

Ed è qui, forse, che mi sono dovuto confrontare con un “piccolo” cortocircuito. Ho deciso di affrontare la storia proposta da Phantom Liberty proprio nel mezzo della main quest e la valanga di nuove informazioni e avventure mi ha disorientato. Il fatto che conoscessi già la main story di Cyberpunk ha sicuramente contributo a farmi percepire le vicende di Phantom Liberty estremamente più grandi di quelle relative alla main quest. Tuttavia, anche in questo caso, la CD Projekt ha pensato a tutto e mi ha fatto ricredere: l’arco narrativo di Phantom Liberty non è a sé stante, incide sulla storia principale ed è in grado di influenzare anche l’endgame.

Cyberpunk 2077

Quindi, se mi chiedessero quale voto darei a Cyberpunk 2077, chiederei un 10 e lode con tanto di standing ovation. Io però non faccio testo: sono un fan accanito di tutto ciò che ruota intorno a Night City già dalle prime opere cartacee, tanto che osannavo questo gioco anche quando la stragrande maggioranza dei player lo criticava (con cognizione di causa).

Adesso tocca stare con i radar accessi, visti i nuovi rumors di casa CD Projekt, al lavoro sui nuovi titoli di Cyberpunk e The Witcher, rispettivamente Orion e Polaris