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Editoriali

I videogiochi di Indiana Jones attraverso i decenni

Cari avventurieri digitali e appassionati di archeologia virtuale, preparatevi a calarvi nella storia dei videogame dedicati al leggendario Indiana Jones! Con l’entusiasmo alle stelle per l’imminente uscita del nuovo gioco previsto nel 2024, “Indiana Jones e l’Antico Cerchio“, diamo uno sguardo retrospettivo ai precedenti capitoli che ci hanno permesso di vivere le avventure di questo iconico personaggio manovrandolo famelici attraverso i nostri schermi.

Com’è probabile che già sappiate, Indiana Jones è stato protagonista di svariati titoli video ludici che ci hanno accompagnato per anni. Non tutti sanno, però, che il primo videogame, un vero e proprio capolavoro per l’epoca, fu “Raiders of the Lost Ark“. Sviluppato per Atari 2600, lasciò tutti a bocca aperta.

Raiders of the Lost Ark – 1982

Per chi non ha avuto (come me) la fortuna di sperimentare “Raiders of the Lost Ark” nel suo periodo d’oro, può risultare difficile cogliere appieno l’emozione e l’innovazione che questo gioco ha portato con sé. Rilasciato nel 1982, in un’era di limitate risorse grafiche e tecnologiche, il gioco ha sfidato i limiti della sua epoca. La sua trama segue le avventure di Indiana Jones, consentendo ai giocatori di esplorare il mondo e risolvere enigmi per recuperare l’Arca dell’Alleanza. La grafica pixelata potrebbe sembrare rudimentale oggi, ma all’epoca rappresentava uno dei massimi standard.

“Raiders of the Lost Ark” è stato un pioniere nel genere dei giochi d’avventura, offrendo una vasta mappa aperta e una trama non lineare, un’idea rivoluzionaria nel contesto dei primi anni ’80. Tuttavia, la sua difficoltà e complessità hanno reso il gioco un vero e proprio enigma per i giocatori, contribuendo alla sua fama.

In conclusione, “Raiders of the Lost Ark” per Atari 2600 è un capolavoro dell’era dei videogiochi classici, una pietra miliare che ha contribuito a plasmare il futuro del medium. Anche se alcuni aspetti potrebbero sembrare datati oggi, il gioco merita il rispetto e l’ammirazione per la sua audacia e la sua influenza nel panorama videoludico.

Indiana Jones in the Lost Kingdom – 1984

“Indiana Jones in the Lost Kingdom” è un videogioco del 1984 realizzato da Mindscape per Commodore 64. Ampiamente considerato trascurabile nel panorama dei giochi dell’epoca, presentava una sua grafica semplice e una meccanica di gioco limitata. Disgiunto dai film del nostro buon dott. Jones, non è riuscito a distinguersi in un mercato dominato da titoli più avvincenti. Le recensioni dell’epoca criticavano la mancanza di innovazione e la scarsa qualità complessiva del gioco. Nonostante il richiamo della popolarità di Indiana Jones, questo titolo non è riuscito a lasciare un’impronta significativa nella storia dei videogiochi, rimanendo un esempio di prodotto mediocre e facilmente dimenticabile.

Indiana Jones and the Temple of Doom – 1985

“Indiana Jones and the Temple of Doom” è un videogioco uscito nel 1985, basato sul film omonimo di Steven Spielberg. Sviluppato da Atari Games, il gioco è stato progettato per le sale giochi. La trama segue Indiana Jones nel suo viaggio per liberare i bambini schiavi dal malvagio Thuggee nel Tempio Maledetto. Il gameplay è diviso in tre fasi: guida di mine car, lotta con avversari e il confronto finale nel tempio. Nonostante l’entusiasmo iniziale dovuto al successo del film, il gioco ha ricevuto critiche miste, con lamentele sulla sua difficoltà e ripetitività. Pur essendo un prodotto dell’epoca, il gioco non ha raggiunto lo stesso status di culto di altri videogiochi, ma rimane un ricordo nostalgico per i fan di Indiana Jones. Grazie ai vari emulatori usciti anni dopo, posso dire fieramente di averci giocato parecchio. A differenza della critica del tempo, e so che non vi interessa minimamente, a me piacque molto e mi fece divertire.

Indiana Jones and the Last Crusade: The Graphic Adventure – 1989

Questo gioiellino è un’icona intramontabile nel panorama dei giochi d’avventura punta e clicca. Lanciato nel lontano 1989 dalla Lucasfilm Games, il titolo si distinse per la sua fedeltà al film e il coinvolgente stile grafico.

Il gioco segue la trama del film “L’Ultima Crociata” permettendo ai giocatori di rivivere le epiche avventure dell’archeologo e del suo mitico papà. L’attenzione ai dettagli è straordinaria, con scene iconiche ricreate con cura e un cast di personaggi memorabili che danno vita al mondo virtuale di Indiana Jones.

La vera genialità del gioco risiede nella sua capacità di bilanciare azione, enigmi e narrazione. Il giocatore si trova a dover risolvere intricati rompicapi e affrontare situazioni pericolose, proprio come il nostro amato archeologo sul grande schermo. Le scelte del giocatore influenzano il corso della storia offrendo varietà in game e diversi finali. La critica non esitò a elogiare il gioco per la sua trama avvincente, i dialoghi spiritosi e la colonna sonora coinvolgente. Le recensioni furono unanimi nel riconoscere la fedeltà al materiale di origine e la capacità del gioco di trasportare i giocatori in un’avventura epica.

“Indiana Jones and the Last Crusade: The Graphic Adventure” è ancora oggi considerato uno dei capisaldi del genere e un esempio di come un buon adattamento videoludico possa catturare l’essenza di un’iconica saga cinematografica. Un’autentica gemma per i fan di Indiana Jones e gli amanti dei videogiochi d’avventura. E, tra parentesi, il mio gioco su Indy preferito.

Indiana Jones and The last Crusade – The Action Game – 1989

“Indiana Jones e l’Ultima Crociata – The Action Game,” lanciato nel 1989, è un punto di riferimento nei giochi d’azione ispirati al famoso archeologo e uscì insieme al gioco punta e clicca poc’anzi descritto. Prodotto da Lucasfilm Games, il titolo si proponeva di portare l’esperienza cinematografica de “L’Ultima Crociata” direttamente sullo schermo dei giocatori ma con un taglio molto più action. Questo gioco, disponibile su varie piattaforme dell’epoca, incluse Amiga e Atari ST, offriva una grafica all’avanguardia, considerata eccezionale per il periodo. I giocatori potevano rivivere i momenti salienti del film, dalla fuga dai nazisti al confronto con il Cavaliere, tutto condito da azione frenetica e sequenze di piattaforme coinvolgenti.

La varietà di ambientazioni, tra templi misteriosi e castelli sinistri, faceva sì che ogni livello fosse un’immersione nella narrativa dell’Ultima Crociata. La meccanica di gioco, sebbene semplice, richiedeva abilità e riflessi per superare gli ostacoli e sconfiggere i nemici, mantenendo l’energia e l’atmosfera del film.

Le recensioni dell’epoca lodarono il gioco per la sua fedeltà alla fonte di ispirazione, la qualità visiva avanzata e la capacità di catturare l’essenza avventurosa di Indiana Jones. Nonostante il passare del tempo, “Indiana Jones e l’Ultima Crociata – The Action Game” rimane un classico amato dai fan dell’archeologo e un tassello importante nella storia dei videogiochi ispirati al cinema. Anche io lo giocai al tempo e ne conservo un piacevolissimo ricordo.

Indiana Jones and the Fate of Atlantis – 1992

Videogiochi Indiana Jones and the Fate of Atlantis

“Indiana Jones and the Fate of Atlantis,” rilasciato nel 1992, è un’opera maestra tra i giochi d’avventura punta e clicca. Creato anche questo dalla mitica LucasArts, il titolo sfida gli appassionati di Indiana Jones a un’entusiasmante ricerca dell’antica città perduta di Atlantide.

Il gioco si distinse al tempo per la sua trama avvincente e la profondità dei personaggi. I giocatori vestono i panni di Indy e affrontano una serie di enigmi complessi, interagendo con personaggi indimenticabili. Un elemento chiave, di grande innovazione per l’epoca, è la possibilità di scegliere tra diverse vie di gioco, determinando così la direzione della storia e offrendo una rara rigiocabilità.

Graficamente avanzato per il suo tempo, il gioco presenta una varietà di location mozzafiato, da antichi templi a laboratori nazisti. La colonna sonora coinvolgente contribuisce a creare un’atmosfera avvincente, arricchendo l’esperienza di gioco. Il titolo è rimasto un’icona nel genere dei giochi d’avventura, lasciando un’impronta indelebile nella memoria dei giocatori e consolidando la sua reputazione come uno dei migliori adattamenti videoludici di un’iconica serie cinematografica. Ancora oggi, è un tuffo nostalgico nell’universo avventuroso di Indiana Jones.

Indiana Jones and the Fate of Atlantis: The Action Game – 1992

“Indiana Jones and the Fate of Atlantis: The Action Game” è un videogioco d’avventura uscito nel 1992, sviluppato da LucasArts. Anche in questo caso, come nel caso di “The Last Crusade”, la Lucas fece uscire anche una versione action del gioco oltre all’avventura grafica. Il giocatore assume il ruolo di Indiana Jones, affrontando avversari e risolvendo enigmi in vari ambienti esotici. Le sequenze d’azione sono accompagnate da una colonna sonora coinvolgente, mentre il gameplay punta sull’esplorazione e la risoluzione di puzzle. Nonostante la sua natura orientata all’azione, il gioco mantiene il fascino dell’universo di Indiana Jones, offrendo un’esperienza coinvolgente per i fan del personaggio e della serie. Devo essere sincero: questo, oltre alle versioni Lego che non amo particolarmente e che citerò soltanto per dovere di cronaca, è l’unico gioco su Indiana Jones che non ho mai provato in prima persona quindi resto radicato alle cronache e alle impressioni della rete.

Indiana Jones’ Greatest Adventures – 1994

“Indiana Jones’ Greatest Adventures,” lanciato nel 1994 per Super Nintendo, è una celebrazione interattiva delle epiche avventure dell’archeologo più famoso del mondo. Sviluppato da Factor 5 e pubblicato da JVC Musical Industries, il gioco si presenta come un avvincente platform a scorrimento laterale che cattura l’essenza dei primi tre film della saga. Con una grafica dettagliata e fedele ai film, il gioco permette ai giocatori di rivivere momenti iconici come la fuga dal tempio maledetto, la ricerca del Sacro Graal e la lotta contro i nazisti. L’abilità di esplorare questi scenari familiari in uno stile di gioco coinvolgente ha reso “Greatest Adventures” un titolo adatto sia ai fan di lunga data che ai neofiti della saga di Indiana Jones.

Una delle caratteristiche distintive del gioco è la sua fedeltà alla trama originale, mantenendo il ritmo avvincente e gli incontri memorabili. La colonna sonora coinvolgente e i controlli intuitivi hanno contribuito a rendere l’esperienza di gioco avvincente e immersiva.

Le recensioni dell’epoca hanno applaudito il titolo per la sua riuscita amalgama di azione, esplorazione e fedeltà alla fonte di ispirazione. “Indiana Jones’ Greatest Adventures” rimane un omaggio virtuale ai momenti salienti della saga cinematografica, trasportando i giocatori in un viaggio emozionante attraverso le avventure leggendarie di Indiana Jones. Un must per i fan della serie e un capitolo iconico nella storia dei giochi a tema cinematografico.

Indiana Jones and the Infernal Machine – 1999

“Indiana Jones and the Infernal Machine” è un videogioco d’avventura pubblicato nel 1999 per PC e successivamente per Nintendo 64. Sviluppato anche questo da LucasArts, il gioco segue le avventure di Indiana Jones alla ricerca di un artefatto misterioso, l’Infernal Machine, durante la Guerra Fredda. Il gameplay combina elementi di esplorazione, puzzle-solving e azione, offrendo una varietà di ambientazioni internazionali. Il gioco ha ricevuto recensioni generalmente positive per la sua trama coinvolgente, la fedeltà all’atmosfera dei film e la varietà delle sfide proposte. Tuttavia, alcuni critici hanno notato la grafica datata e alcuni problemi tecnici. Nonostante ciò, “Indiana Jones and the Infernal Machine” è considerato un titolo apprezzabile per i fan dell’archeologo avventuriero. Personalmente ho giocato soltanto la versione per GameBoy Color ma, sono sincero, non mi face impazzire o gridare al miracolo. Resta comunque un titolo che possiamo definire discreto.

Indiana Jones and the Emperor’s Tomb – 2003

Videogiochi Indiana Jones and the Emperor's Tomb

“Indiana Jones and the Emperor’s Tomb” è un videogioco d’azione e avventura uscito nel 2003 per diverse piattaforme, tra cui PlayStation 2, Xbox e PC. Sviluppato da The Collective, il gioco segue le avventure di Indiana Jones alla ricerca di un antico artefatto in Cina. Appena iniziai a giocarci, ricordo, non capii esattamente cosa fare. Mi trovai un po’ stranito. Non so spiegare bene il motivo ma, alla fine, ci giocai con piacere. Con una prospettiva in terza persona, il gameplay offre una combinazione di esplorazione, combattimenti e risoluzione di enigmi. Il gioco è stato ben accolto per la sua trama avvincente, i combattimenti ben realizzati e la fedeltà al personaggio di Indiana Jones. Tuttavia, alcune critiche sono state rivolte alla telecamera e ai controlli in alcune situazioni. (confermo, erano legnosi) Nonostante ciò, è considerato uno dei migliori videogiochi ispirati alle avventure di Indiana Jones.

Indiana Jones and the Staff of Kings – 2009

Videogiochi Indiana Jones and the Staff of Kings

“Indiana Jones and the Staff of Kings” è un videogioco d’azione e avventura uscito nel 2009 per diverse piattaforme, incluso PlayStation 2, PlayStation Portable, Wii e Nintendo DS. Ricordo che lo acquistai con tantissime aspettative ma rimasi assai deluso. Il gioco, sviluppato da LucasArts, segue le avventure di Indiana Jones nella sua ricerca di un antico artefatto. Offre una varietà di ambientazioni esotiche, sequenze d’azione e enigmi, cercando di catturare l’essenza dell’universo di Indiana Jones. Tuttavia, il gioco ha ricevuto recensioni tendenzialmente negative che hanno sottolineato negativamente i controlli non sempre precisi e a una trama che non raggiunge le vette dei film. Io non lo apprezzai quasi per nulla e rapidamente andò ad impolverarsi sullo scaffale accanto alla console. Nonostante ciò, per i fan incalliti del famoso archeologo, può comunque offrire un’esperienza di gioco divertente.

L’attesa nel mondo moderno

L’annuncio del prossimo videogioco “Indiana Jones e l’Antico Cerchio” ha scatenato una ondata di entusiasmo tra i fan di lunga data. La community online è pervasa da una fervente attesa, con i giocatori che condividono la loro gioia e anticipazione per ciò che sembra essere un nuovo e coinvolgente capitolo nell’universo di Indiana Jones.

I social media sono diventati un luogo di discussione vivace, con i fan che condividono aspettative e speranze per questo nuovo titolo. Le immagini teaser e i brevi teaser trailer hanno alimentato positivamente la curiosità, rivelando scorci affascinanti e catturando l’attenzione dei giocatori con richiami visivi alle avventure cinematiche di Indiana Jones.

Le notizie non ufficiali circolanti online hanno aggiunto un tocco di mistero, contribuendo a generare un’atmosfera di anticipazione. La comunità è pronta a esplorare nuovi scenari, risolvere enigmi avvincenti e vivere nuove avventure insieme al carismatico archeologo. In questo contesto, l’atmosfera è intrisa di ottimismo, con i giocatori che non vedono l’ora di tuffarsi in un nuovo capitolo ricco di emozioni e avventura. L’entusiasmo cresce giorno dopo giorno, alimentato dalla speranza di vedere realizzate le aspettative e di vivere un’esperienza di gioco indimenticabile con Indiana Jones e l’Antico Cerchio.

Conclusione

La saga di Indiana Jones nei videogame ci ha offerto un affascinante percorso attraverso diverse epoche di tecnologia e gameplay. Dall’8-bit al 3D, la storia dell’archeologo del nostro cuore ci ha ispirato a esplorare mondi virtuali pieni di misteri e avventure. Non vediamo l’ora di vedere cosa ci riserva il futuro con il nuovo gioco del 2024. Pronti a imbracciare la frusta e a vivere fantastiche avventure?

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Dragon Ball Sparking Zero, un trailer mostra le trasformazioni di Goku e Vegeta

L’atteso nuovo capitolo della serie Budokai Tenkaichi ritorna finalmente a mostrarsi con un nuovo trailer. Il nuovo video di Dragon Ball: Sparking Zero ci proietta nell’eterna sfida tra Goku e Vegeta. Per l’occasione, Bandai Namco ha confermato quello che tutti ci aspettevamo: tutte le trasformazioni di Goku e Vegeta saranno giocabili, incluse le relativamente nuove versioni nate con Dragon Ball Super. Assenti invece i Super Sayan di 4° livello nate con il non più canonico Dragon Ball GT.

In totale, sono 24 i personaggi presentati in questo trailer, tutte versioni distinte di Goku e Vegeta:

  • Goku (Z – Early)
  • Goku (Z – Mid)
  • Goku (Z – Mid), Super Saiyan
  • Goku (Z – End)
  • Goku (Z – End), Super Saiyan
  • Goku (Z – End), Super Saiyan 2
  • Goku (Z – End), Super Saiyan 3
  • Goku (Super)
  • Goku (Super), Super Saiyan
  • Goku (Super), Super Saiyan God
  • Goku (Super), Super Saiyan God Super Saiyan
  • Vegeta (Z – Scouter)
  • Great Ape Vegeta
  • Vegeta (Z – Early)
  • Vegeta (Z – Early), Super Saiyan
  • Super Vegeta
  • Vegeta (Z – End)
  • Vegeta (Z – End), Super Saiyan
  • Vegeta (Z – End), Super Saiyan 2
  • Majin Vegeta
  • Vegeta (Super)
  • Vegeta (Super), Super Saiyan
  • Vegeta (Super), Super Saiyan God
  • Vegeta (Super), Super Saiyan God Super Saiyan

Bandai Namco ha rivelato per la prima volta Dragon Ball: Sparking Zero durante i The Game Awards 2023 di dicembre, dove è stato confermato che, nonostante il titolo del gioco sia diverso, il prossimo picchiaduro è comunque parte integrante della serie Budokai Tenkaichi della celebre serie. Ad oggi sappiamo ancora poco del nuovo videogioco di Dragon Ball tranne che arriverà PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.

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Recensioni

The Last of Us Parte II Remastered – Recensione

A tre anni e mezzo dall’uscita del sequel di The Last of Us, Naughty Dog ha deciso di realizzare una versione Remastered per PS5 di The Last of Us Parte II. Questa scelta è dovuta probabilmente sia alla buona accoglienza ricevuta da The Last of Us Parte I su PS5, sia al grande successo riscosso dalla serie TV HBO dedicata alle avventure di Ellie e Joel.

Fortunatamente, non siamo di fronte ad una bieca operazione commerciale. Come andremo a scoprire, The Last of Us Parte 2: Remastered è un titolo davvero ben confezionato e con numerosi punti di forza. Vediamo insieme perché.

Una pesante eredità

Ellie  in The Last of Us Parte 2: Remastered

Come molti ricorderanno, The Last of Us Parte II è stato un titolo molto chiacchierato. Da un lato, il gioco è stato accolto molto favorevolmente dalla critica e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso premio di gioco dell’anno ai Game Awards 2020.

Tuttavia, pur avendo realizzato delle ottime vendite, questo sequel non è riuscito a convincere il pubblico all’unanimità. La maggior parte delle critiche ricevute erano inerenti alla trama del gioco. Naughty Dog, infatti, con una scelta molto coraggiosa, ha deciso di spiazzare totalmente i fan con una serie di sviluppi totalmente inattesi, che hanno lasciato molti giocatori totalmente interdetti (pensiamo che la trama di The Last of Us renda il videogioco da provare assolutamente).

Personalmente, pur condividendo diverse delle perplessità dei fan, ho apprezzato la trama di The Last of Us Parte II. Si tratta di una vicenda cruda, violenta e potente, a tratti quasi macabra. Una di quelle storie davvero in grado di far riflettere il giocatore su tematiche profonde come la violenza, la sete di vendetta, la morte, la disperazione e il senso stesso della vita. Anche se so già di attirarmi molte antipatie, ammetto di aver amato molto anche il personaggio di Abby, che ho trovato davvero affascinante e ben caratterizzato.

Ben poco da aggiungere invece per quanto riguarda il gameplay, che ripropone il fortunato mix del primo capitolo di meccaniche stealth ed action, mescolandolo con le dinamiche di gestione delle risorse tipiche dei survival horror. La seconda parte di The Last of Us riesce però a potenziare e migliorare ognuno di questi aspetti. Le aree esplorabili sono molto più vaste e ricche di dettagli rispetto al primo capitolo e i numerosissimi combattimenti offrono un numero davvero elevato di scelte tattiche e possono essere affrontati in maniera totalmente diversa a seconda delle caratteristiche del giocatore.

Insomma, per quanto riguarda il materiale di partenza, The Last of Us Parte 2: Remastered poggia su basi davvero solide. Vediamo ora quali novità propone questa edizione.

Adattamenti tecnici

Tramonto in The Last of Us Parte 2: Remastered

I primi miglioramenti messi in campo da Naughty Dog sono legati, come prevedibile, al comparto tecnico del gioco. The Last of Us Parte II Remastered sfoggia una grafica a 60 fps, adattata alle moderne risoluzioni in 4k. Il giocatore ha anche la possibilità di selezionare una modalità grafica denominata “Fedeltà”, che mantiene i 4K nativi ma setta il gioco sui 30 FPS.

Questi aggiornamenti rendono l’avventura di Ellie ed Abby più piacevole e spettacolare da vedere, soprattutto per quanto concerne l’illuminazione e gli effetti delle ombre. Non si tratta, tuttavia, di un vero e proprio remake. I modelli dei personaggi e degli scenari non sono stati modificati in alcun modo, ma solo adattati alla nuova risoluzione. Rispetto alla versione PS4, in definitiva, non si avverte un salto di qualità così evidente.

Molto più significativi i cambiamenti apportati ai tempi di caricamento, che risultano quasi inesistenti, soprattutto se si affronterà l’avventura ricorrendo solo ai salvataggi automatici. Questo rende la fruizione dell’avventura molto più scorrevole ed incalzante.

Un gioco più accessibile

Questa edizione Remastered sfrutta molto bene anche il Dualsense, grazie ad un uso sapiente del feedback aptico e dei grilletti adattivi. Quasi ogni azione, sia nei filmati sia nel corso dell’avventura, trasmette una vibrazione di differente intensità, mentre i grilletti offrono una resistenza differente a seconda dell’arma utilizzata. Tutti miglioramenti magari non trascendentali, ma che contribuiscono a migliorare l’esperienza di gioco rendendola più coinvolgente.

Una nota di merito va dedicata anche al comparto accessibilità, soprattutto grazie all’inserimento dell’audiodescrizione e dell’utilizzo della vibrazione per scandire i dialoghi e la parlata dei personaggi. Sono stati inseriti anche una serie di aiuti e suggerimenti, che permettono di sbrogliare più facilmente gli enigmi più frustranti ed evitare al giocatore di sprecare troppo tempo chiedendosi dove andare.

Nulla è cambiato invece per quanto concerne il gameplay, ma sono state inserite numerose e gradite aggiunte. Andiamo ad esaminarle nel dettaglio.

Tante novità

All’interno di questa remaster, come accennato, sono stati inseriti tutta una serie di novità e contenuti extra. Non tutti questi contenuti sono disponibili da subito, ma vanno a sbloccarsi avanzando nel corso del gioco.

Progredendo nell’avventura, sono messe a disposizione tutta una serie di modelli e immagini dei personaggi. Una volta completato il gioco si sbloccano tutta una serie di modificatori. Essi consistono in nuove skin e filtri, che possono essere utilizzate anche nella storia e nella modalità senza ritorno (di cui parleremo a breve). Anche la modalità foto appare ritoccata ed ampliata, con tutta una nuova serie di filtri ed effetti visivi aggiuntivi.

Sempre una volta terminato il gioco, viene sbloccata una modalità denominata “dietro le quinte”. All’ interno di essa è possibile ascoltare alcuni podcast degli sviluppatori e visualizzare vari bozzetti e altro materiale preparatorio. L’aggiunta più interessante è la possibilità di giocare alle versioni preliminari di alcune sezioni di gioco che sono state scartate o modificati nella versione finale. Queste sezioni sono impreziosite da una serie di commenti degli sviluppatori. Sebbene si tratti di sequenze molto brevi e in uno stato di pre-alpha, abbiamo comunque trovato interessante questa aggiunta.

Completare la storia sblocca anche una modalità speedrun, che permetterà di salvare e postare i propri record. Sarà anche possibile affrontare separatamente le varie sezione di gioco dedicate ad Ellie o Abby e stabilire vari record per ognuna di queste sezioni.

Abbiamo poi una modalità interamente dedicata alla chitarra. Essa permette al giocatore di cimentarsi in qualsiasi momento col minigioco musicale presente in alcune sezioni dell’avventura. Divengono via via disponibili anche numerosi elementi di personalizzazione. Oltre al personaggio, è anche possibile modificare il nostro strumento, lo sfondo ed anche inserire tutta una serie di filtri grafici e varie alterazioni del suono. Insomma, gli amanti della musica avranno di che divertirsi.

Senza Ritorno

Tra tutte le novità di The Last of Us Parte 2: Remastered, quella che più ci ha colpito è certamente questa nuova modalità. L’idea di Senza Ritorno è unire il gameplay e le ambientazioni di The Last of Us alle meccaniche tipiche di un Roguelike.

Per chi non lo sapesse, si definiscono Roguelike tutti quei giochi in cui il giocatore deve superare una serie di stanze o scenari uno di seguito all’altro. Il nome viene da un vecchio gioco arcade del 1980. In questo genere di giochi, la morte porta inevitabilmente a ricominciare il percorso dal principio.

La formula di Senza Ritorno segue proprio questo schema. Dopo aver scelto il nostro protagonista (inizialmente solo Ellie o Abby), inizieremo il percorso dal quartier generale. Qui, dopo una rapida occhiata all’inventario, dovremo scegliere il nostro percorso. Come in molti giochi del genere, infatti, ci sono a disposizione diversi bivi, che ci danno la possibilità di provare ad ottimizzare le nostre risorse adattandole alle missioni scelte.

Tantissime possibilità

Gli scenari di questa modalità ricalcano ambientazioni e momenti particolari della storia. Inizialmente, le missioni saranno solamente di due tipologie, ovvero assalto e caccia. Nella prima il nostro compito è semplicemente uccidere un dato numero di nemici, siano essi infetti o umani. Nella seconda invece dovremo resistere fino allo scadere del tempo contro un numero di nemici in costante aumento.

In seguito è possibile affrontare la categoria resistenza, in cui non solo dovremo resistere a vere e proprie orde di nemici, ma anche badare ad un alleato controllato dall’ IA. L’ultimo scenario del nostro percorso prevede sempre lo scontro con un Boss. Tra uno scenario e l’altro ci viene sempre concessa la possibilità di ripassare dal nostro rifugio per acquistare nuovi equipaggiamenti e migliorare quelli in nostro possesso. Attraverso un sistema di consegne è anche possibile, in alcune missioni, ottenere premi particolarmente ghiotti portando alcuni oggetti specifici in determinati punti di consegna presenti nel livello.

Procedendo con le missioni sbloccheremo numerosi personaggi, la maggior parte dei quali giocabili per la prima volta proprio in questa modalità. Oltre alle partite standard, è possibile giocare anche a partite personalizzate, in cui è il giocatore stesso a scegliere i modificatori, i nemici e il set di scenari. Infine, è presente anche la partita giornaliera, l’unica a permettere ai giocatori di competere nelle classifiche.

Abbiamo davvero apprezzato questa modalità, che rappresenta un tentativo serio di offrire ai giocatori già navigati nuovi contenuti e allo stesso tempo di proporre qualcosa di nuovo e fresco, che giustifichi l’acquisto del prodotto anche da parte di chi ha già giocato al titolo originale.

Un’occasione per tutti

Gunplay in The Last of Us Parte 2: Remastered

In definitiva, siamo rimasti davvero soddisfatti del lavoro svolto da Naughty Dog. Questa nuova versione di The Last of Us Parte 2 infatti può accontentare davvero tutti. Da un lato, chi non ha mai giocato all’originale potrà gustarlo in una versione molto più ricca, completa e bella da vedere, il tutto ad un prezzo contenuto.

Anche coloro che conoscono ormai a menadito The Last of Us Parte 2 potranno sicuramente apprezzare questa remastered, soprattutto in virtù della modalità Senza Ritorno e dei tanti contenuti extra. Naughty Dog ha anche deciso di permettere ai possessori del gioco originale per PS4 di effettuare l’update a questa versione rimasterizzata a soli 10 euro. Secondo noi è davvero una bella occasione!

Conclusione

The Last of Us Parte 2 è un prodotto davvero ricco e ben realizzato. Coloro che non hanno mai giocato l’avventura originale hanno ora la possibilità di fruirla in una versione più bella da vedere, ricca e completa, ad un prezzo estremamente competitivo. I giocatori che hanno giocato già in tutte le salse The Last of Us Parte II potranno invece divertirsi con le nuove modalità e i tanti extra che questa versione propone. Il prezzo davvero ridotto dell’update può essere un ulteriore incentivo a dare una possibilità a questa Remastered.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5
  • Data uscita: 19/01/2024
  • Prezzo: 49,99 €

Ho provato il gioco a partire dal day one su PlayStation 5 grazie a un codice fornito dal publisher.

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The Pokémon Company su Palworld: “Non abbiamo concesso alcuna autorizzazione”

Palworld di Pocket Pair è già un fenomeno da oltre otto milioni di copie vendute; di conseguenza, ci aspettevamo una risposta di The Pokémon Company, che non si è fatta attendere. L’azienda che possiede i diritti sul franchise Pokémon ha rilasciato un comunicato stampa che chiarisce la sua, dura, posizione sull’arrivo della versione early access di Palworld su PC (Steam) e Xbox (Store e Xbox Game Pass).

“Abbiamo ricevuto molte domande relative al gioco di un’altra azienda in uscita a gennaio 2024”, afferma la società. “Non abbiamo concesso alcuna autorizzazione per l’uso della proprietà intellettuale o degli asset Pokémon in quel gioco. Intendiamo indagare e adottare misure appropriate per affrontare qualsiasi atto che violi i diritti di proprietà intellettuale relativi a Pokémon”.

Sebbene The Pokémon Company non faccia esplicitamente il nome di Palworld o del suo sviluppatore, Pocket Pair, non ci vuole troppa fantasia per immaginare che l’enorme successo del titolo su Steam abbia attirato le ire della società nipponica, che ha molto materiale su cui far lavorare i proprio legali per presunto plagio.

Il comunicato termina con: “Continueremo ad avere a cuore e a coltivare ogni singolo Pokémon e il suo mondo, e lavoreremo per mantenere unito il mondo attraverso i Pokémon in futuro”.

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Editoriali

Che cos’è Palworld e perché ha scosso il mercato videoludico

Giaceva nella mia wishlist di Steam da almeno un paio d’anni, sicuro che una volta uscito lo avremmo giocato in pochissimi. “Alla fine sono Pokémon con i mitra nel mondo di Ark, sarà divertente ma non prenderà mai piede”, dicevo. Meno male che l’ho tenuto per me, perché le cose non sono andate esattamente in questo modo.

Stiamo parlando di Palworld, il titolo che, in quasi totale assenza di hype pre lancio, è diventato il fenomeno del momento. Uscito il 19 gennaio per Pc e Xbox, il gioco ha già venduto sette milioni di copie, raggiungendo un picco di quasi 1,6 milioni di giocatori attivi contemporaneamente.

Numeri da capogiro per un titolo su cui non c’è stata quella grande attesa tipica di altri grandi giochi che poi, a volte, non riescono neanche a soddisfare le aspettative.

Invece Palworld ha colto nel segno: milioni di videogiocatori sono impazziti, ne parlano ovunque, riempono i social di clip esilaranti, passano ore e ore ad esplorare, catturare mostriciattoli e a costruire basi.

Allo stesso tempo Palworld è visto da altri come scomodo, soprattutto da gran parte della community di Pokémon, per l’eccessiva somiglianza tra i “Pocket Monsters” e i cosiddetti Pal, ossia le creature che vedremo gironzolare per la mappa del titolo di Pocket Pair e che potremmo catturare, sfruttare in combattimento, utilizzare nella nostra base per contribuire al suo sviluppo, o anche solo coccolare (o usare come munizioni per un lanciamissili, fate voi…). Ma affrontiamo una cosa per volta.

Che cos’è Palworld

Palworld è un open world, che permette di vivere un’esperienza sia single player che multiplayer, insieme a pochi amici scelti oppure in server che possono ospitare fino a 32 giocatori attivi contemporaneamente. Le formule che il titolo propone sono principalmente due, entrambe tutt’altro che nuove, ma il cui connubio dà vita ad un gioco che riesce a tenere incollati allo schermo per ore.

La prima componente è quella survival, il cui emblema è sicuramente Ark, ma la cui ricetta è stata riproposta da svariati giochi, più o meno riusciti.

Il nostro personaggio, anche in questo caso si sveglierà su un’isola di cui sappiamo poco e nulla. Senza soldi né equipaggiamento, la nostra avventura inizierà raccogliendo legno e pietra sparsi per terra, utili per costruire il nostro primo banco da lavoro, che ci permetterà di realizzare un’ascia per tagliare la legna e un piccone per estrarre pietra e altri minerali.

Con questi otterremo materiali per la nostra prima casa, oltre che punti esperienza per salire di livello e sviluppare nuove tecnologie, con cui potremo imparare nuove ricette e costruzioni. Così, dall’età della pietra, riusciremo ad arrivare a costruire vere e proprie basi e industrie, il cui ultimo step sarà forgiare armature resistenti, armi da fuoco, proiettili ma anche medicine, strutture per cucinare cibo che coltiveremo in prima persona e così via.

E poi arrivano i Pal

Gestire una base in solitaria è difficile, se non impossibile, ma come già detto non siamo soli, neanche se decidiamo di giocare in single player.

Ad aiutarci ci sono i Pal, creature uniche che possiamo catturare utilizzando la nostra Sfera Pal (chissà perché ricorda la sfera Poké…). Ogni specie di Pal è diversa per elemento, capacità speciali e tipologia di attacchi e difese. Ma i Pal non differiscono tra loro solo per la loro utilità in combattimento: alcuni potrebbero risultare inutili sul campo di battaglia, ma delle vere e proprie star nel contribuire allo sviluppo della nostra base.

Ci sono Pal che possono eseguire lavori manuali e quindi costruire strutture, altri capaci di irrigare i campi, i quali verranno seminati da altri Pal dotati dell’apposità abilità, così come ci sono specie che potranno utilizzare l’elemento fuoco per mantenere in funzione fornaci, mentre alcuni non faranno altro che produrre lana, uova, miele ed altro.

E non finisce qui: oltre al combattimento e alla gestione della base, alcuni Pal possono essere più utili di altri per l’esplorazione. Ci sono Pal che possono essere cavalcati per volare, altri che ci permetteranno di fare luce nelle grotte più buie, altri capaci di nuotare e di trainarci nelle isole più lontane, altrimenti inaccessibili.

La componente survival

Come ogni survival che si rispetti, durante la nostra avventura bisognerà tenere conto di molti aspetti, primi tra tutti la fame e le temperature. Per farlo, bisognerà riuscire a produrre abbastanza cibo da sostentare tanto il personaggio quanto i singoli Pal, trovare risorse utili per progredire e soprattutto resistere agli assedi che, periodicamente, minacceranno la nostra base, tra mostriciattoli arrabbiati, contrabbandieri o addirittura membri dell’ente per la protezione dei Pal.

Capire dove costruire la propria base e avviare una catena di montaggio efficiente sarà perciò più che necessario.

Questo processo sarà accompagnato dalla crescita del nostro personaggio: infatti, salendo di livello, oltre ad aumentare statistiche quali attacco, resistenza, velocità di costruzione e peso trasportato, possiamo investire punti tecnologia per sbloccare ricette di nuove strutture, armi, utensili e così via. Alcuni di questi blueprint saranno visibili sin da subito. Altri, invece, potranno essere sbloccati soltanto a seguito della cattura di un determinato Pal.

Quest’ultimo caso riguarda soprattutto le selle per cavalcare il rispettivo Pal, o altri oggetti che ci permetteranno di utilizzare le abilità nascoste dei nostri mostriciattoli: simpatiche volpine di fuoco possono diventare dei lanciafiamme controllati dal personaggio, teneri pinguini si trasformano in missili da utilizzare con il nostro Rpg e chi più ne ha, più ne metta.

Un gioco controverso

È inutile girarci intorno: dietro la realizzazione di ogni singolo Pal c’è stata sicuramente la volontà, da parte degli sviluppatori, di ironizzare sul mondo dei Pokémon. Dei 110 Pal, almeno la metà è la copia spudorata di qualche Pokémon e gli altri, sebbene qualche piccola differenza, ne ricordano altri. Questo riferimento ironico ai Pocket monsters più famosi del mondo si fa più forte guardando ai nomi che sono stati dati ad alcune specie.

Ci sono il papero “Fuack”, il piccolo “Depresso”, la sempre arrabbiata “Cattiva”, la mucca “Mozzarina”, l’ape regina “Elizabee” o il dinosauro dormiglione “Relaxaurus”. Questi sono soltanto alcuni esempi che portano a chiedersi quanto gli sviluppatori di Pocket Pair abbiano preso sul serio la realizzazione di questo titolo e se si aspettassero un successo di questo calibro.

Come già accennato, oltre alle gioie ci sono anche i dolori: al netto delle ormai note accuse di plagio, in tanti hanno ipotizzato che i vari Pal siano stati realizzati grazie alle IA, soprattutto per l’impossibilità di ottenere in maniera casuale e su più modelli le stesse proporzioni di personaggi e creature di un altro gioco (Pokémon, ovviamente), cosa che avviene in Palworld.

Per ora le accuse restano aleatorie e l’unica azione reale intrapresa da Nintendo riguarda una mod sviluppata da un creator, che permette di trasformare i Pal nei Pokémon a cui sono ispirati e il nostro personaggio in Ash Ketchum, storico protagonista della serie. La mod, ovviamente, ha avuto vita molto breve.

Un Mossanda Lux è stato catturato dai bracconieri. Dobbiamo liberarlo

L’early access è un punto di rottura

A questo punto è il caso di fare una riflessione. Palworld è un titolo uscito da pochissimi giorni, ancora in early access e quindi pronto a ricevere una serie di upgrade che, si spera, potranno solo che migliorare il gioco.

Palworld nasce da un team di sviluppatori piccoli, i “Davide” che sfidano i tanti Golia che per anni hanno rappresentato l’oligopolio del mercato videludico, che da qualche tempo inizia a scricchiolare. E quello che sta accadendo questi giorni è sicuramente un segnale: i videogiocatori vogliono prodotti nuovi e freschi, a volte anche a costo di rinunciare ad una grafica performante.

Al netto della componente della violenza e del base building, che non mi sarei mai aspettato di trovare in un Pokémon, giocando a Palworld mi sono chiesto, come mai, dopo l’esperimento uscito di Arceus, la Game Freak e Nintendo non abbiano proseguito per quella strada, realizzando il titolo che tutti aspettavano, un open world innovativo e dinamico, invece di realizzare quel downgrade che sono stati Pokémon Scarlatto e Violetto, che ci ha riportato addirittura ai combattimenti statici e senza animazioni tipiche dei capitoli che hanno preceduto Spada e Scudo.

È arrivato il momento di metterselo in testa: il brand, da solo, non è più abbastanza. Servono idee, serve la novità. Solo il tempo ci dirà quale sarà il futuro di Palworld, ma già adesso possiamo dire con certezza cosa è stato: un punto di rottura, un segnale forte ai big del comparto videoludico, che devono uscire dal letargo e ritirare fuori la creatività e la voglia di realizzare un gioco nuovo e non la solita minestra riscaldata con qualche decorazione.

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Tekken 8 è ora disponibile su console e PC

La serie Tekken si rinnova a partire da oggi con un nuovo capitolo che sfrutta il nuovo motore Unreal Engine 5. Tekken 8 è già disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.

Il picchiaduro di Bandai Namco riprende la trama dopo la battaglia che vede sconfitto Heihachi Mishima e si concentra sulla rivalità tra Jin Jazama e suo padre Kazuya Mishima. Tra le novità di Tekken 8, si fanno notare un roster di 32 personaggi, un nuovo sistema di combattimento “Aggressivo”, la modalità storia “The Dark Awakens” basata sulla saga dei Mishima e la modalità “Quest Arcade” per i giocatori meno esperti.

Per quanto riguarda la modalità online, Tekken 8 consentirà il cross-play.

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Tekken 8: riparte il Tekken World Tour

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Tekken 8: riparte il Tekken World Tour

Mancano ormai solo una manciata di giorni all’uscita di Tekken 8, ultimo episodio della celeberrima serie di picchiaduro. Dopo gli ultimi, succulenti trailer, Bandai Namco ha da poco annunciato anche il ritorno del Tekken World Tour. Il principale circuito competitivo legato a Tekken tornerà ad aprile e, per la prima volta, sarà incentrato proprio su Tekken 8. Arslan Ash, dunque, laureatosi campione dell’ultimo Tekken World Tour 2023, passerà alla storia come l’ultimo campione di un evento dedicato a Tekken 7.

Il nuovo Tour potrà godere del supporto di marchi decisamente prestigiosi, come Chipotle, Venum e Victrix by PDP. Inoltre, la prestigiosa competizione partirà in concomitanza con MASTER+ EVO Japan 2024, che si terrà tra il 27 e il 29 aprile di quest’anno.

Tekken World Tour vedrà finalmente il ritorno delle competizioni in presenza del circuito MASTER+, MASTER, CHALLENGER e DOJO. I migliori giocatori di ognuno di questi eventi saranno premiati con dei punti che determineranno le graduatorie regionali e globali, utili per avanzare alle finali globali e avere la possibilità di conquistare il titolo di Campione Mondiale.

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Xbox Developer Direct 2024: tutti gli annunci a carte scoperte

Quello che è appena trascorso è stato un evento di conferme per Xbox, che ha deciso di giocare a carte scoperte rivelando in anticipo i titoli che sarebbero stati presentati all’evento. Soluzione intelligente che evita rischi di leaks e rumors infondati.

Il Developer Direct si presenta come un evento stabile all’interno dell’universo comunicativo Microsoft, grazie alla riconferma dell’evento di quest’anno, che vuole scandire le grandi produzioni in arrivo su Xbox durante quest’anno.

L’evento xbox risulta prolisso, ma appagante anche favorito da una concorrenza non proprio spietata, conseguenza di un momento di transizione per Sony: quest’ultima sta vivendo un radicale cambio al vertice nel bel mezzo di una situazione interna complessa, data allo sviluppo di ben 11 live-service di cui però finora sappiamo ben poco, eccetto il fatto che in principio sarebbero dovuti essere 12, comprendendo il gioco online ambientato nell’universo di “The last of us”.

Il Developer Direct di oggi. ha rivelato le maggiori produzioni in arrivo nel 2024 sulla sua console, rigorosamente tutte presenti al Day One sul Game pass, più una sorpresa: il primo titolo della serie “Mana” in arrivo sul servizio della casa di Redmond.

Xbox si è concentrata a lungo sui 5 titoli mostrati, lasciando spazio agli sviluppatori che raccontano il gioco, nelle sue parti narrative, tecniche e di gameplay.

Avowed

Il primo gioco che abbiamo visto è Avowed, del team Obsidian, che dopo l’acclamato “The Outer Worlds” presentano questo nuovo RPG dal setting più tradizionale, mostrando finalmente del gameplay concreto e con questo, pregi e limiti dell’esperienza.

Un gameplay convincente nella varietà degli approcci, che spaziano da pistole ad armi bianche, da bacchette magiche a veri e propri incantesimi. Si tratta di un gameplay senza dubbio reminiscente delle esperienze di The Elder Scrolls (che è dichiaratamente una delle ispirazioni principali del team di sviluppo), ma che ne sembra espandere la dinamica di dual-wielding.

Come da tradizione, il team rassicura circa gli intrecci rpg e le scelte morali diverse che è possibili intraprendere nel rapporto con gli npc. Quello che non convince è una regia all’apparenza statica e banale nell’interazioni con i personaggi.

La data di uscita è un generico autunno di quest’anno, disponibile dal lancio su Gamepass.

Senua’s Saga: Hellblade 2

Nessuno sarà rimasto sorpreso nel rivedere l’ennesimo trailer di Hellblade, che sembra essere un ospite fisso di questo nuovo format comunicativo Microsoft, con una produzione assolutamente imponente dal punto di visto tecnico e qualitativo, ma con un gameplay che non ancora una volta non viene approfondito, rivelandone la plausibile superficialità dal punto di vista puramente ludico, sacrificato in nome di una immersività con ambizioni senza precedenti.

Il team ha confermato che il focus della produzione è quella di immergere il giocatore in un esperienza alienante e surreale, eppure verosimile: grazie al supporto con esperti in materia o confronto con affetti di psicosi, malattia della quale la stessa Senua soffre.

Senua’s saga: Hellbade 2 sarà disponibile su Gamepass a partire dal 21 Maggio 2024.

Vision of Mana

A sorpresa, Square Enix fa la sua comparsa facendo rivedere il primo gioco in assoluto della serie Mana ad approdare su console Xbox.

Vision of Mana è il primo titolo per console fisse da 15 anni, che promette di essere fedele alle esperienze pregresse con design dei mostri curati da Koichi Ishii, membro del team originale.

Tra le novità sembra esserci una cavalcatura, che accompagna un gameplay action con enfasi sugli “elementals” e le combo aeree.

Il gioco è in arrivo quest’estate su PC e console Microsoft e Sony, ancora non confermata la presenza su Nintendo Switch.

Ara: History Untold

Il prossimo titolo di Oxide è uno strategico che vuole rivaleggiare direttamente con Civilization. Si tratta di in ambizioso titolo con enfasi sul PvP, con un intrigante sistema di vittoria basato non solamente su obiettivi predeterminati, ma su un nuovo sistema di “prestigio”, accumulabili in diversi modi, favorendo una moltitudine di approcci per ciascun palato.

Ara si presenta come un titolo dalle ispirazioni storiche, l’obiettivo di ciascun giocatore sarà quello di diventare il più prestigioso in un mondo che dovrebbe riflettere in tempo reale le scelte del giocatore, modificandosi di conseguenza.

La nuova avventura Oxide è in arrivo quest’autunno.

Indiana Jones e l’antico cerchio

In chiusura si è finalmente mostrato il nuovo titolo della casa di sviluppo genitrice dei recenti Wolfenstain, apprezzati da critica e pubblico, che vede come executive producer niente poco di meno che Todd Howard.

Stiamo parlando del nuovo Indiana Jones. Il gioco si presenta come un’avventura primariamente in prima persona, stupendo non pochi giocatori che si aspettavano un’avventura tradizionale “alla Uncharted”.

Grande enfasi anche qui sembra essere sulla libertà di approccio, seppur la violenza bruta e le armi da fuoco sembrino non essere sempre la scelta più saggia, in favore di un approccio più metodico e dell’uso dell’iconica frusta.

Quest’ultima dovrebbe essere centrale nel gameplay, fornendo da elemento utile per la navigazione ambientale, oltre che per il combattimento.

I puzzle sembrano avere un ruolo secondario, con solo alcuni di questi obbligatori per proseguire nella’avventura, mentre la maggioranza dovrebbero essere opzionali, come sfida per i complezionisti.

Indiana Jones dovrebbe essere in arrivo entro quest’anno.

Complessivamente, questa sera abbiamo assistito a un evento intelligente, ma che non stupisce e che conferma la volontà di Xbox di farne un appuntamento annuale, ma che rischia di risultare poco interessante perché troppo nelle descrizioni e incapace di mostrare a fondo il gioco.

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Alone In the Dark Remake si mostra con 17 minuti di video gameplay

Alone in the Dark (1992) è stato fonte di ispirazione per tutti i survival horror, in particolare di Resident Evil che ha saputo innovarsi nel tempo con formule più action e shooter. L’imminente Alone in the Dark Remake, in arrivo a marzo 2024, ha sicuramente preso spunto dagli ultimi remake della serie Capcom. Non sarà semplice riproporre le sensazioni del 1992, ma scegliere attori di Hollywood sicuramente aiuterà nell’impresa.

Per chi volesse vedere con i propri occhi il lavoro compiuto fino ad oggi dagli sviluppatori, può guardare il video sottostante con ben 17 minuti di gameplay del nuovo remake di Alone in the Dark.

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Xbox Developer Direct conterrà aggiornamenti su Indiana Jones, Avowed, Hellblade 2 e Ara: History Untold

Il Developer_Direct si terrà giovedì 18 gennaio alle ore 21:00 italiane. La presentazione Xbox accenderà i riflettori su alcuni titoli first-party di Microsoft.

Nello specifico, gli spettatori dell’evento visiteranno gli studi di sviluppi di: MachineGames in Svezia per approfondimenti su Indiana Jones; Obsidian a Irvine per saperne di più su Avowed; Oxide Games nel Maryland per Ara: History Untold e infine il tour terminerà a Cambridge, in Inghilterra, per vedere Hellblade II: Senua’s Saga di Ninja Theory.

Indiana Jones mostrerà i suoi primi dieci minuti di gameplay con gli sviluppatori che commenteranno e riveleranno la trama di gioco. Avowed e Ara: History Untold riceveranno un deep dive sul gameplay. Per Hellblade 2, Xbox mostrerà un dietro le quinte dello studio di Ninja Theory, ma non è chiaro se saranno mostrati nuovi footage di gameplay.

Microsoft ha comunicato che il Direct non includerà aggiornamenti sui videogiochi di Activision Blizzard, ma ha promesso nuove informazione durante il corso dell’anno.

La presentazione durerà circa un’ora. Al termine, ZeniMax Online condurrà il The Elder Scrolls Online Global Reveal per presentare in anteprima il più grande aggiornamento del 2024.