Skull and Bones è il gioco che tutti i fan di Assassin’s Creed IV: Black Flag aspettavano da anni, ma che Ubisoft ha deciso di far uscire solo dopo averlo fatto affondare e ritornare a galla più volte. Nato come un DLC del quarto capitolo di Assassin’s Creed, Ubisoft decide ad un certo punto di renderlo gioco stand alone allo scopo di sfruttare le bellissime ambientazioni marittime, la fisica dell’acqua e prendersi il tempo – ben sette anni – per ampliare le meccaniche di gioco a favore di un ampio live service.
Nella nostra recensione di Skull and Bones vi spieghiamo se l’attesa è stata premiata o se nuovo gioco Ubisoft è affondato nell’oceano dei live service insieme alle sue ambizioni.
Niente è più importante del tesoro
Skull and Bones ci mette nei panni di un pirata che deve conquistare l’Oceano Indiano, combattendo contro navi nemiche, saccheggiando porti e accumulando ricchezze e fama. Il tutto senza mai mettere piede a terra, perché evidentemente i pirati di Ubisoft preferiscono le navi piuttosto che la terraferma. O meglio, i piedi a terra si mettono, ma solo per commerciare e acquisire le missioni che ci faranno progredire nella storia.
Il titolo infatti si profila come un GaaS (Game as a service), un gioco dunque creato per impegnare all’infinito il tempo dei videogiocatori grazie alle missioni aggiunte periodicamente dagli sviluppatori e destinato, ovviamente, a far monetizzare Ubisoft il più a lungo possibile. Chi si aspettava una storia epica, compiuta ed indimenticabile, resterà deluso. In verità, la trama di fondo ci sta ma è anche il solito cliché: si parte come un novello naufrago e da una quasi zattera si dovrà riuscire a diventare un pirata famigerato e rispettato.
Tutti all’arrembaggio
Il gameplay di Skull and Bones si basa principalmente sul combattimento navale, l’unico, e per fortuna uno dei più importanti, aspetti che salva il gioco da un naufragio totale. Le battaglie sono divertenti e dinamiche, con diverse tipologie di navi, armi e abilità da usare in base alla situazione.
Si può anche esplorare una vasta mappa con diverse zone climatiche, eventi dinamici e nemici di diversa difficoltà, ma senza mai (o quasi) scendere dalla nave, il che rende l’esplorazione noiosa e limitata.Non avrebbe guastato uno spruzzo di open world anche sulle isole toccate dal nostro eroe. Terraferma che risulta, alla fine, esplorabile parzialmente, quel poco necessario per raggiungere i punti di interesse.
Oltre che sulla navigazione, il gameplay si basa anche su un sistema di loot abbastanza caotico, avete presente la canzoncina per fare un fiore, ci vuole un albero? Ecco, per diventare famigerati in tempi brevi dovrete essere il più veloci possibile a raccogliere risorse (in proprio, acquistandole o depredandole), che vi permetteranno di progredire nel gioco sia come fama, sia come equipaggiamento a disposizione.
La progressione si basa su dei ranghi (Infamia) divisa in dieci classi che si acquisisce completando missioni e/o contratti. Prima ho parlato del nostro protagonista come un eroe… beh consideratelo un eccesso di foga. Il nostro alter ego piratesco è quanto di più noioso si sia visto ultimamente nel mondo videoludico. Ad onor del vero è completamente personalizzabile nel vestiario, grazie ai pacchetti acquistabili o ottenibili dai tesori scoperti o dai bottini conquistati, ma non è dotato di parola e quei pochi dialoghi, frustranti, che vorrete solo skippare, consentono la semplice scelta tra un paio di risposte, che tra l’altro non influenzano neanche la trama.
Infine, Skull and Bones è pensato per essere giocato in cooperativa con altri due amici, formando una flotta, o in modalità PvP contro altri giocatori. Le modalità multiplayer però molto ripetitive, con missioni poco originali e incentrate sullo stesso schema di attacco e fuga. E, fidatevi, la maggior parte delle volte queste missioni “combinate” non avverranno, sarete tutti intenti a navigare per fatti vostri completando le vostre di missioni. A meno che non siate un gruppo di amici che si danno appuntamento appositamente.
Il rumore del mare
Tecnicamente Skull and Bones ha i suoi alti e suoi bassi come le onde del mare. La grafica e il sonoro sono di buon livello, con effetti di luce, acqua e fumo ben fatti e dettagliati. Le navi e i pirati sono ben modellati e animati, ma poco carisma caratterizza quei personaggi secondari che abitano i luoghi visitati.
Navigare è veramente soddisfacente. L’acqua è davvero realistica, la migliore secondo me tra i giochi di pirati oggi disponbili. I combattimenti navali sono alla fine dei conti divertenti, anche se un abbordaggio più articolato sarebbe stato auspicabile, piuttosto che una semplice scenetta di intermezzo. Navigare poi al tramonto o all’alba è un qualcosa diveramente speciale ed affascinante e su questo, bisogna dire, Ubisoft ha tirato fuori un titolo graficamente davvero valido.
Anche i vari porti che si incontrano e le località da esplorare (per quanto in minima parte) sono davvero ben realizzate e sicuramente caratteristiche degli ambienti pirateschi del XVII secolo.
Conclusione
Skull and Bones prova a farsi spazio nel mondo dei “Game as a service” con battaglie navali sicuramente sopra la media rispetto ai diretti concorrenti (Sea of Thieves), ma senza aggiungere nulla di più. L’opera di Ubisoft delude le aspettative per molti aspetti e non riesce a sfruttare il potenziale del tema piratesco.
Purtroppo i difetti e la ripetitività minano il divertimento e la longevità. Il risultato finale è ben distante dal titolo quadrupla A promesso da Ubisoft.
Dettagli e Modus Operandi
Piattaforme: PS5, Xbox Series S/X, PC
Data uscita: 13/02/2024
Prezzo: 59,99 €
Ho provato il gioco a partire dal day one su Xbox Series X
Dopo due anni dall’arrivo di Elden Ring, Bandai Namco ha finalmente aggiunto nuovi dettagli sul prossimo DLC, Shadow of the Erdtree. Il publisher giapponese e From Software hanno pubblicato il primo trailer ufficiale dell’espansione, annunciando che la data d’uscita del DLC di Elden Ring sarà il 21 giugno.
Il trailer inizia su un’ambientazione che abbiamo già conosciuto per un boss opzionale del gioco principale e mostra nuovi nemici e boss fight, come una creatura leonina con la testa rotante e un’altra fatta interamente di fiamme. Ci sono anche nuove abilità, oggetti e armi, una delle quali sembra essere addirittura la testa di un orso.
Alla sua uscita il nuovo DLC di Elden Ring, potrà essere acquistato con diverse opzioni. Le Edizioni Base prevedono il solo DLC in forma digitale oppure la Elden Ring Shadow of the Erdtree Edition, composta da un bundle di Elden Ring su disco e l’espansione in digitale. Le versioni fisiche retail sono disponibili solamente per PlayStation 5 e Xbox Series X|S.
Le Premium Edition si dividono in due bundle: Premium Bundle con DLC, artbook e colonna sonora digitale; Deluxe Edition, composto come il Premium Bundle ma con il videogioco base. Infine, non può mancare la Collector’s Edition che include una statua (46cm) di “Messmer l’Impalatore”, l’artbook fisico da 40 pagine con copertina rigida e la colonna sonora in digitale.
Chi vuole infine esagerare può prenotare sul Bandai Namco Entertainment Store l’Elmo di Messmer l’Impalatore, personaggio centrale di Elden Ring Shadow of the Erdtree.
Bandai Namco ha pubblicato un video di 9 minuti in cui offre uno sguardo avvincente sul gameplay di Sand Land, il videogioco tratto dal manga di Akira Toriyama, in cui da videogiocatori andremo alla ricerca della leggendaria fonte insieme al principe dei demoni Belzebubù, lo sceriffo Rao e il Ladro.
Il trailer si concentra su Belzebubù e il suo stile di combattimento esuberante e furtivo, ma anche sui potenziamenti ottenibili aumentando la propria esperienza attraverso le battaglie.
Oltre al gameplay durante le battaglie, il trailer mostra i veicoli di Sand Land, fondamentali per esplorare nuovi territori e respingere i nemici. Ogni veicolo è personalizzabile con l’aiuto di Ann, una nuova alleata.
Sand Land sarà disponibile dal 26 aprile 2024 per PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series S/X e PC.
Enotria: The Last Song, un titolo che ha catturato l’attenzione degli amanti del genere dei souls-like per la sua promessa di un’esperienza di gioco epica ambientata in terra italiana ha una data d’uscita ufficiale. Il “Summer-Souls” di Jyamma Games arriverà il 21 giugno 2024 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.
L’annuncio è arrivato attraverso un nuovo trailer che promette di trasportare i giocatori in un viaggio emozionante attraverso un mondo di fantasia ricco di avventure, misteri e pericoli nel Bel Paese. Il gioco offre un’esperienza di gioco immersiva, caratterizzata da una trama avvincente, personaggi indimenticabili e un’ambientazione mozzafiato.
Nell’oceano tempestoso dei videogiochi di pirati, una nuova isola spicca tra le nebbie: Skull and Bones. Il nuovo titolo sviluppato da Ubisoft Singapore promette di portare i giocatori in un viaggio epico attraverso i mari infestati dai pirati, offrendo un’esperienza coinvolgente e ricca di azione su Ubisoft+, PlayStation5, Xbox Series S/X e PC.
Sin dalla sua uscita è inoltre disponibile una prova gratuita che consentirà ai giocatori di sperimentare fino a otto ore di gioco che saranno poi mantenute nell’account al momento dell’acquisto del gioco.
Fin dai primi trailer, Skull and Bones ha catturato l’immaginazione dei giocatori con la sua promessa di avventure epiche sui sette mari. Il gioco si ispira all’Oceano Indiano in un’epoca di tesori nascosti, battaglie navali e alleanze oscure. I giocatori sono immersi in un mondo ricco di dettagli, dove possono esplorare isole remote, dare la caccia ai leggendari tesori e combattere contro navi nemiche in spettacolari scontri navali da soli oppure in ciurme fino a 3 pirati.
Una delle caratteristiche distintive di Skull and Bones è la sua enfasi sulla progressione. I giocatori partono da zero e aumentando la propria Infamia completando diverse attività scalano i ranghi della vita di mare ottenendo nuove navi, armi e arredi di vario tipo.
Già settimana scorsa, Phil Spencer aveva dichiarato che questa sera ci sarebbero stati annunci ufficiali in seguito ai numerosi rumors che suggerivanouno stravolgimento per quanto riguarda il futuro delle esclusive Xbox.
In realtà durante il podcast a cui abbiamo avuto modo di assistere questa sera, Phil ha dichiarato ufficialmente che saranno soltanto 4 giochi ancora non dichiarati ad abbandonare lo status di esclusività delle piattaforme Microsoft, dichiarando che attendono ancora altri 20 anni nel futuro di Xbox
Un futuro molto meno catastrofico di ciò che tanti si erano già prefigurati. Immaginandosi addirittura la chiusura della divisione gaming stessa, ipotesi completamente scartata dal CEO, dichiarando che attendono ancora altri 20 anni nel futuro di Xbox. Hanno anche insistito ripetitivamente sul fatto che i first party Microsoft arriveranno al day-one sul servizio in abbonamento di cui sopra.
Si tratta comunque di un evento storicamente rilevante, in quanto è il primo segnale di “vera” apertura multi-piattaforma tra console concorrenti,soprattutto alla luce delle recenti parole di Hiroki Totoki, attuale CEO di Playstation, che ha dichiarato che nel futuro Sony si aprirà maggiormente alla concorrenza.
Microsoft ha rinnovato il suo interesse nel continuare a supportare il Game Pass annunciando il primo risultato dell’acquisizione Activision avvenuta dopo non poche difficoltà l’anno scorso:Diablo 4 arriverà nel servizio in abbonamento Xbox il 28 Marzo di quest’anno.
Nonostante i dichiarati 34 milioni sono gli abbonati attualmente iscritti al servizio, Microsoft si dichiara consapevole del Gap di utenti attivi nelle rispettive console, ribandendo la propria intenzione nel differenziarsi alla concorrenza grazie all’ormai centrale servizio offerto dalla casa di Redomnd.
È stato anche dichiarato che è in arrivo dell’hardware non meglio specificato su cui hanno grandi aspettative.
In definitiva un intervento più di conferma, che di stravolgimento, pensato per riassicurare fan e azionisti della buona salute della compagnia, annunciando inoltre che Xbox arriveranno sulla console concorrente, il che può facilmente lasciare presupporre che in futuro ne possano arrivare altri.
L’utente YouTube NoClip ha pubblicato un documentario dedicato alla storica serie di The Secret of Monkey Island. “Returning to Monkey Island”, questo il nome dell’opera, dura la bellezza di un’ora e mezza racconta la serie in modo approfondito, dagli albori fino ad all’ultimo capitolo, Return to Monkey Island.
Sono tante le domande che attanagliano ogni fan: come nacque il primo Monkey Island? Qual’è l’evoluzione? Perche Ron Gilbert l’ha ripresa dopo 30 anni? Qual’è il segreto di Monkey Island? (no a questo il documentario non risponde). In ogni caso, in questo documentario di Monkey Island troveremo risposte a queste e molte altre domande.
Visto che parliamo di pirati, diamo giusto qualche coordinata (di una qualche bussola sgangherata conoscendo Guybrush Threepwood). Il documentario comprende interviste a sviluppatori e personaggi che hanno contribuito alla serie e un’intervista allo stesso Ron Gilbert, creatore del titolo che consiglio di non perdere.
Durante l’ultimo State of Play, Capcom ha mostrato un trailer gameplay di Dragon’s Dogma 2. Il video si è concentrato sulle fasi di combattimento con le più disparate creature e ci ha fatto conoscere la Vocazione dell’Eroe Leggendario, che può essere utilizzata esclusivamente dagli Arisen.
Il trailer non è entrato nei dettagli della trama, ma ci ha permesso di vedere i combattimenti in tempo reale che saranno il punto centrale della nuova avventura di Capcom.
Dragon’s Dogma 2 arriverà il 22 marzo 2024 su PlayStation 5, Xbox Series S/X e PC.
Dopo l’impressionante ritorno della saga con il quarto capitolo nel 2021, Xbox e il team di Age of Empires annunciano un evento live per parlare della serie maggiormente legata al nome Microsoft. New Year, New Age è il live stream che potremo seguire il 23 febbraio a partire dalle ore 19.00 (italiane) e durante il quale saranno svelati diversi aggiornamenti.
Xbox ha già confermato che durante lo show sarà possibile dare un primo sguardo ad Age of Empires Mobile, il nuovo videogioco per iOS e Android, che si mostra la grande pubblico un anno e mezzo dopo il primo teaser trailer. Inoltre, avremo novità su Age of Mythology: Retold, la versione remastered dello spin-off del 2002 ambientato nella mitologia greca.
Infine, il team di Age of Empires introdurrà una serie di aggiornamenti di aggiornamenti per il titolo principale che saranno poi man mano svelati durante quest’anno.
La diretta, presentata dallo youtuber Welyn, sarà disponibile sul suo canale e ovviamente sui canali Twitch e Youtube di Xbox e Age of Empires.
Finalmente ci siamo. Dopo estenuanti mesi di attesa, Tekken 8, l’ultimo capitolo della leggendaria saga Bandai Namco, è finalmente arrivato. A quasi sei mesi di distanza dall’uscita della demo giocabile, Tekken 8 si mostra ora in tutta la sua interezza. Riuscirà questo nuovo capitolo a rivelarsi degno dell’eredità che porta? O finirà schiacciato dalla durissima concorrenza di titoli come Street Fighter 6 e Mortal Kombat 1? Dopo un esame approfondito siamo pronti a condividere con voi le nostre riflessioni in questa recensione di Tekken 8.
Tanta carne al fuoco
Il primo aspetto a balzare all’occhio caricando per la prima volta Tekken 8 è il gran numero di modalità che mette a disposizione. Prendendo esempio dall’ottimo lavoro fatto da Capcom con Street Fighter 6, anche Bandai Namco propone un’offerta davvero vasta e completa, anche per il single player. Non si tratta del Tekken con l’offerta migliore in assoluto, ma le possibilità restano numerose e varie.
Oltre all’ormai immancabile modalità storia, Tekken 8 propone infatti la battaglia arcade, il ritorno del Tekken Ball e una nuovissima modalità denominata Arcade Quest. Andiamo ad analizzarle nel dettaglio.
Il risveglio dell’oscurità
La trama principale di Tekken 8 è narrata nella modalità denominata: “Il Risveglio dell’oscurità”. In modo analogo a quanto visto in Tekken 7, questa modalità alterna una serie di battaglie a filmati che vanno via via a mostrare l’evolversi della vicenda. Per chi si fosse perso parte della storia, il gioco mette a disposizione anche una galleria, con una serie di filmati recap sugli episodi passati della serie. Ad essi vanno ad aggiungersi i filmati che il giocatore sblocca procedendo nel gioco.
La storia di Tekken 8, pur senza far gridare al miracolo, resta abbastanza godibile e in linea con la serie. La vicenda vede fondamentalmente un gruppo dei combattenti protagonisti, con Jin Kazama in testa, cercare di opporsi allo strapotere di Kazuya Mishima. Dopo essersi finalmente liberato del padre Heiachi al termine di Tekken 7, il malvagio leader della G corporation, forte dei poteri del Devil Gene, tenta infatti di plasmare il mondo intero a sua immagine. E quale modo di farlo se non attraverso un bell’Iron Fist Tournament aperto a tutto il globo?
L’aspetto che più colpisce di questa modalità è il suo essere volutamente molto sopra le righe e a tratti abbastanza tamarra. Tra furibonde battaglie campali a suon di mitra e motociclette futuristiche, scontri in grado di sbriciolare intere città ed entità demoniache che si affrontano sospese sulle asteroidi, Il Risveglio dell’oscurità riesce ad intrattenere piuttosto bene senza mai annoiare.
Ci hanno colpito soprattutto un paio di colpi di scena nel finale. Siamo certi che le rivelazioni qui presentate saranno alla base degli sviluppi della storia di Tekken nei prossimi episodi. Unica pecca è la mancanza di approfondimento di molti dei personaggi. Tuttavia, la saga di Tekken si è da sempre focalizzata su pochi eletti. Inoltre risulta davvero arduo dare il giusto spazio a ognuno con un roster così vasto.
Interessante anche la presenza di una serie di scontri che vedono il nostro personaggio affrontare orde intere di nemici. Queste sezioni di gioco ci hanno riportato alla mente la vecchia (e dimenticabile) modalità Tekken Force e sono una sorta di musou coi comandi di Tekken. Nel complesso, anche se non lunghissima, la modalità storia resta piacevole e intrigante al punto giusto.
Ad ognuno il suo
Accanto alla storia principale Tekken 8 offre anche gli Episodi Personaggio. Si tratta di una serie di cinque scontri dedicati ad ognuno dei protagonisti, al termine dei quali si sbloccherà un filmato conclusivo. Non si tratta di storie ufficiali, ma di una sorta di What if?. Questi episodi infatti mostrano scenari focalizzati sul personaggio, a volte in contrasto con quanto mostrato nella storia principale. Si tratta spesso di finali volutamente ironici e leggeri, che strizzano l’occhio ai filmati dei primi episodi della saga.
Battaglia Arcade invece è la classica serie di scontri, culminante nella battaglia con un boss finale. Questa modalità risulta utile solo per qualche partita veloce o per permettere di accumulare in tempi rapidi crediti da spendere per personalizzare il nostro personaggio.
Tekken Ball infine è una bizzarra modalità a metà strada tra una scazzottata e una partita di beach volley. Apparsa per la prima volta in Tekken 3, questo strano mini-gioco ritorna pressoché invariato in questo ottavo capitolo. Per ottenere la vittoria dovremo azzerare la vita dell’avversario, ma potremo farlo solo colpendolo col pallone, dopo aver caricato quest’ultimo coi nostri colpi. In alternativa, è anche possibile danneggiare l’avversario facendo toccare al pallone il terreno nella sua metà campo. Si tratta di una modalità leggera e divertente, che conferisce a Tekken 8 ulteriore varietà. Nulla di troppo profondo, si intende, ma nel complesso abbattere l’avversario a pallonate resta ancora spassoso.
Alla conquista del mondo arcade!
Tra le nuove modalità, quella che ci ha colpito più positivamente è certamente l’Arcade Quest. Una volta avviata l’avventura, dovremo anzitutto crearci un avatar, che potremo personalizzare in tutta libertà.
Tekken 8, sia per quanto riguarda il nostro avatar che per i vari lottatori selezionabili, offre davvero moltissimo spazio alla personalizzazione. In un’apposito menù sarà infatti possibile sia variare l’abbigliamento dei nostri personaggi, sia acquistare nuovi costumi, oggetti e pettinature varie. Tutti questi elementi sono acquistabili tramite la moneta di gioco, accumulabile con le varie modalità single player. Vedremo se anche Tekken 8 subirà l’ormai consueta invasione di skin e abiti a pagamento.
Tornando ad Arcade Quest, terminata la creazione dell’avatar il giocatore deve intraprendere un viaggio alla conquista delle principali sale-giochi dedicate a Tekken. Sotto la guida di Max, il nostro mentore, dovremo superare una serie di sfide per progredire con la trama e sbloccare via via nuove sale arcade.
Queste sfide consistono solitamente nel raggiungere un determinato rango all’interno della sala. Per farlo, è sufficiente sfidare e battere i vari giocatori presenti. Per ottenere ricompense bonus, però, occorre anche soddisfare una serie di requisiti, come, ad esempio, eseguire almeno due prese in un round o ricorrere a determinate mosse.
La modalità Arcade Quest funge anche da tutorial, dal momento che, nel nostro viaggio, Max ci illustra gradualmente tutte le principali meccaniche di Tekken 8, compresi alcuni concetti avanzati come le combo aeree o l’abilità nel punire gli attacchi avversari.
Abbiamo trovato davvero interessante questa nuova modalità. Sebbene non troppo longeva, l’Arcade Quest regala diverse ore di gioco agli amanti del single player e propone qualcosa di inedito all’interno della saga di Tekken. Da fan della saga, non ho potuto non notare la somiglianza con la modalità Quest di Virtua Fighter 4 Evolution. Del resto, quando un’idea è valida, perché non riproporla?
In particolare, ci ha colpito la caratterizzazione delle varie sali giochi. Ognuna infatti presenta un ambiente unico e ben definito. Si parte dalle atmosfere periferiche e scanzonate del Gong, la sala iniziale, fino alla lussuosa sede del sovraffollato ed ultracompetitivo Tekken World Tour.
Anche i personaggi in cui ci siamo imbattuti nel corso dell’avventura sono parsi nel complesso avere un proprio carisma. Pur ricalcando diversi stereotipi legati ai frequentatori delle sale giochi, i vari avatar incontrati riescono a non essere ripetitivi e a risultare piuttosto simpatici. Procedendo in questa modalità il giocatore ha la possibilità di sbloccare la super battaglia fantasma, su cui torneremo tra un attimo.
La pratica rende vincenti
Non manca naturalmente la classica modalità allenamento, che si presenta davvero ricca e completa. Sono davvero tantissime le opzioni a disposizione del giocatore, che potrà scegliere se concentrare il suo allenamento sull’attacco, sulla difesa o sulle combo. É di nuovo possibile anche registrare intere stringhe di attacchi del personaggio avversario e farle riprodurre dalla cpu in ogni momento, in modo da studiare le risposte migliori ad ogni situazione.
Tekken 8 però riesce a mostrare il meglio di se nella gestione dei replay. Non solo infatti è possibile visionare sia i propri replay che quelli degli altri giocatori nei minimi dettagli, ma viene addirittura data la possibilità di interagire con essi. Durante la riproduzione, infatti, la cpu evidenzia alcuni momenti chiave dello scontro. In questi frangenti, è possibile riprendere il controllo del nostro personaggio per provare a reagire in maniera differente e verificare i risultati.
Bandai Namco merita davvero un plauso per queste scelte, che non solo spingono il giocatore a cercare di migliorarsi ed imparare dagli errori, ma gli forniscono tutti gli strumenti per farlo. Un attento studio delle proprie partite infatti permette ad ogni giocatore di comprendere in fretta gli errori più ricorrenti e suggerisce anche modi per evitarli.
Tekken 8 e la rete
Veniamo ora ad analizzare le varie modalità online. Anche in questo caso, Bandai Namco mostra di aver imparato dalla concorrenza. Oltre alle consuete sfide amichevoli o classificate Tekken 8, in modo simile a quanto fatto da Street Fighter 6, propone una lounge di combattimento. Si tratta di una vera e propria sala giochi virtuale, in cui il nostro avatar è libero di interagire con gli altri giocatori presenti nel server.
La lounge è divisa in tre sezioni: l’ingresso, la sala di combattimento, il dojo (dedicato all’allenamento), la spiaggia, dove è possibile sfidare gli amici a Tekken Ball e il negozio, dedicato all’acquisto di oggetti ed accessori sia per il nostro avatar che per i vari personaggi del gioco.
All’interno della lounge, oltre a poter sfidare gli avatar dei giocatori in partite veloci o classificate, potremo chiedere l’oro l’amicizia, seguire i giocatori che più ci colpiscono e persino scaricare e sfidare i loro fantasmi. Cogliamo quindi l’occasione per parlare di un’altra novità, ovverola giàcitata Super Battaglia Fantasma.
Peggiori nemici di noi stessi
Nel corso della storia dell’Arcade Quest, ad un certo punto il giocatore viene trasportato in un misterioso spazio chiamato sfida finale. Qui il nostro mentore Max ci proporrà di sfidare il nostro fantasma.
I fantasmi non sono altro che copie virtuali dei giocatori, guidati da un’intelligenza artificiale. Affrontandolo, il fantasma migliora progressivamente, registrando i dati delle nostre battaglie e imparando a riprodurre il nostro stile e le nostre tecniche ricorrenti. Anche in questo caso, si tratta di un’idea davvero interessante e stimolante, che offre un ulteriore strumento di crescita e miglioramento per ogni giocatore.
A rendere il tutto ancora più interessante, Tekken 8 offre anche la possibilità di scaricare i fantasmi dei giocatori incontrati nella lounge di combattimento. Questo permette l’opportunità di impratichirsi contro stili di gioco particolarmente ostici. Possiamo incontrare i fantasmi anche all’interno della Battaglia Arcade e dell’Arcade Quest. In questo caso, tuttavia, si tratta di semplici riproduzioni basati sui dati di vari giocatori.
I fantasmi, oltre a rendere le partite più varie ed interessanti, sono la dimostrazione più tangibili dei progressi compiuti da Tekken nell’ambito dell’intelligenza artificiale della CPU. Intendiamoci, i fantasmi che abbiamo visto in azione sono tutt’altro che perfette riproduzioni del giocatore e spesso imitano in modo approssimativo lo stile da cui sono plasmati. Vedremo se col tempo anche l’intelligenza di queste copie digitali andrà migliorando.
Problemi di stabilità
Per concludere la nostra disamina delle modalità online, non possiamo purtroppo non parlare di alcuni problemi riscontrati nella stabilità della connessione.
Sebbene infatti Tekken 8 utilizzi il rollback nectode, questa meccanica non è stata implementata in maniera completamente ottimale. Purtroppo, risulta difficile adattare il rollback ai picchiaduro 3D a causa dell’altissimo numero di possibilità che questo tipo di giochi prevede.
Intendiamoci, rispetto al settimo capitolo la situazione è molto migliorata. Nella maggior parte dei casi, le partite si svolgono in maniera fluida e con pochi problemi. Tuttavia, ci siamo imbattuti in vari rallentamenti e salti di frame, anche in partite con qualità della connessione di intensità medio-alta. Un peccato davvero. Abbiamo in parte ovviato il problema ritoccando le opzioni e privilegiando la fluidità, ma questo ha portato talvolta a letture errate dei nostri input. Speriamo che bandai Namco abbia la possibilità di migliorare la situazione già coi prossimi aggiornamenti.
Un grande miglioramento
Dopo aver esaminato le numerose modalità di Tekken 8, veniamo finalmente a parlare del gioco vero e proprio. Con nostra somma gioia, Bandai Namco sembra aver preso seriamente i numerosi feedback ricevuti dalla community sulla versione alpha del gioco, ed è riuscita a migliorare letteralmente ogni aspetto dell’esperienza.
Lotte pirotecniche
A livello grafico, Tekken 8 è una vera meraviglia. I combattenti sono dettagliatissimi e mostrano un numero enorme di differenti espressioni facciali. Anche le animazioni sono fluide, veloci ed estremamente dinamiche. Come sempre, il gioco da’ il meglio di sé con gli spettacolari effetti legati agli attacchi, soprattutto quelli speciali, che vanno a generare un vero arcobaleno di luci, colori ed esplosioni.
Gli scenari, che nella demo non ci avevano convinto troppo, ora appaiono molto più caratterizzati, puliti e ricchi di dettagli e animazioni. I vari sfondi mostrano anche un’ottima varietà e spaziano da santuari nascosti nel cuore del bosco ad asteroidi sospese in cielo.
Ancheil comparto sonoro appare molto più curato e coinvolgente. Le tracce del gioco spaziano da brani a base rock o techno a musiche più dolci e spirituali. Diversi brani hanno anche una base cantata, che li rende ancor più coinvolgenti e orecchiabili. Numerose tracce, soprattutto nella modalità storia, vanno palesemente ad omaggiare le colonne sonore dei primi capitoli della saga, rendendole allo stesso tempo più moderne e appetibili.
Tra tradizione ed innovazione
Veniamo finalmente a parlare del gameplay, elemento cardine del gioco. Se ricordate, la nostra prova sul campo della demo ci aveva lasciati con qualche perplessità. Destavano preoccupazione soprattutto l’eccessiva frenesia del ritmo del gioco e le novità legate all’heat system, che appareva piuttosto sbilanciato. Fortunatamente, gli sviluppatori sono riusciti a fugare ogni nostro dubbio.
Intendiamoci, Tekken 8 conferma molte delle nostre impressioni. Si tratta di un titolo estremamente frenetico e veloce, con incontri dal ritmo davvero forsennato. Tuttavia, l’anima di Tekken c’è e si fa sentire. La conoscenza del moveset dei lottatori, il tempismo, l’attenzione agli spazi e soprattutto la capacità di saper prevedere e punire gli attacchi avversari restano la base per il successo, soprattutto nella modalità online.
Abbiamo ritrovato in Tekken 8 quella stessa formula vincente, fatta di un perfetto equilibrio tra accessibilità e profondità, che ha sempre contraddistinto questa serie, permettendole di essere, di fatto, l’unica saga di picchiaduro 3d ancora sulla cresta dell’onda.
Risulta però innegabile che Tekken 8 strizzi marcatamente l’occhio ai neofiti. In generale, tutti i personaggi, con pochissime eccezioni, appaiono decisamente accessibili, almeno per quanto riguarda le basi. Certo, è ancora troppo presto per parlare di bilanciamenti ed equilibri. L’impressione generale però è che si sia cercato il livellamento potenziando praticamente ogni membro del roster. Non ci è mai capitato di provare un personaggio e di trovarlo pessimo o significativamente più debole degli altri. Saranno i primi tornei a darci un quadro più preciso.
Parlando del roster, Tekken 8 mette a disposizione ben 32 combattenti. Si tratta in quasi tutti i casi di volti già noti, rimasti fedeli allo stile di lotta che li ha sempre contraddistinti. Tra le esclusioni importanti ricordiamo Julia, Eddie/Christie e Lei. Come new entry abbiamo Victor Chevalier, uno dei capi della resistenza, Reina, giovane lottatrice con un misterioso legame con la famiglia Mishima e Azucena Ortiz, strampalata lottatrice amante del caffè ed esperta di MMA. Proprio quest’ultima appare il personaggio meno azzeccato, non tanto per il suo gameplay, basato sulla velocità e sull’uso di prese e striking, quanto per il suo essere davvero troppo strana e sopra le righe.
Tornando al discorso accessibilità, Tekken 8 propone anche dei controlli semplificati, chiamati comandi speciali. essi possono essere attivati in ogni momento dello scontro tramite la pressione del tasto L1. Intendiamoci, non si tratta assolutamente di un significativo cambio nello stile, come avviene coi comandi moderni di Street Fighter 6, che risultano efficaci anche in ambito competitivo. I comandi speciali sono semplicemente un aiuto per l’esecuzione di comandi o sequenze che potrebbero risultare difficili. Li consigliamo soprattutto per impratichirsi con le prime combo.
Potere del calore
Come ben sa chi ha provato la demo, la novità principale del combat system di Tekken 8 è costituito dal sistema Heat. In pratica, sotto la barra dell’energia si trova ora anche un’altra barra, denominata heat. Una volta attivata, il nostro personaggio entra in uno stato di potenziamento. In questa condizione i suoi attacchi risultano più dannosi e provocano danno anche in parata. La barra andrà consumandosi nel tempo finchè, una volta esaurita, porrà fine allo stato di heat. La barra non può essere ricaricata in alcun modo, ma si riempie completamente tra un round e l’altro.
Durante lo stato di Heat è anche possibile eseguire l’Heat Smash, potentissimo attacco in combo che causa danni ingenti azzerando immediatamente la barra heat. Si tratta, insieme alla Rage Art (super mossa eseguibile solo quando l’energia del lottatore sta per esaurirsi), della nostra risorsa più potente in assoluto.
Lo stato di Heat può essere attivato tramite l’Heat Burst, un attacco frontale che va ad innescare lo stato di Heat, oppure con gli Heat Engager, una serie di attacchi, diversi per ogni personaggio, che, se mandati a segno, attivano automaticamente l’heat. Premendo rapidamente due volte lo stick direzionale durante un engager è possibile attivare anche l’Heat Dash, rapidissimo scatto che, sacrificando parte della barra heat, funge da estensione per le combo, in modo simile al drive rush di Street Fighter 6.
Tutti questi potenziamenti ci avevano parecchio preoccupati. Temevamo che la loro eccessiva forza si trasformasse in un abuso di queste meccaniche da parte dei giocatori, a discapito di tutto il resto del meve set. Fortunatamente, questo non è avvenuto. Le meccaniche Heat, per quanto potenti, sono ben inserite nel contesto e non vanno a stravolgere in maniera eccessiva il gameplay. Intendiamoci, si tratta sicuramente di attacchi potenti e spesso risolutori, ma il loro utilizzo richiede molta pratica e una conoscenza delle situazioni più adeguate in cui utilizzarli. Eccedere nel loro utilizzo porta inevitabilmente a diventare prevedibile ed espone al rischio di pesanti punizioni da parte dell’avversario.
In ultimo, parliamo del recupero dell’energia. Una parte del danno che si subisce, in particolare quello derivato dalla parata degli attacchi e dalle combo aeree, rimane evidenziato in grigio. Il giocatore, mettendo a segno a sua volta una serie di attacchi, ha la possibilità di recuperare gradualmente quell’energia. Questa possibilità sfuma qualora l’attacco del giocatore vada completamente a vuoto.
Personalmente, abbiamo trovato questa meccanica molto più bilanciata rispetto alla demo, sebbene non siamo rimasti troppo entusiasti di essa. Un uso attento dell’Heat permette un recupero rapidissimo dell’energia persa e genera ribaltamenti davvero rocamboleschi. D’altro canto, è certamente una buona idea fornire una possibilità di recupero dai danni, spesso eccessivi, derivati dalle combo aeree.
Conclusione
Tekken 8 è senza dubbio il miglior picchiaduro 3D in circolazione e, assieme a Street Fighter 6, è probabilmente il miglior gioco di combattimento in assoluto. Un titolo moderno, con una grafica scintillante e un gameplay in grado sia di divertire i novellini sia di appassionare gli amanti del gioco competitivo ad alti livelli. L’enorme numero di contenuti, anche per il single player, rende l’esperienza longeva e in grado di intrattenere anche i non amanti dell’online.
Se siete fan della saga o del genere picchiaduro l’acquisto è praticamente obbligato, poiché Tekken 8 è un lavoro coi controfiocchi. Se invece non giocato a questo tipo di giochi da parecchio ma avete giocato a Tekken in passato, potrebbe essere davvero l’occasione buona per tornare a divertirvi con questa mitica serie.
Dettagli e Modus Operandi
Piattaforme: PS5, Xbox Series S/X, PC
Data uscita: 26/01/2024
Prezzo: 69,99 €
Ho provato il gioco a partire dal day one su PlayStation 5 grazie a un codice fornito dal publisher.
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