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Football Manager 2022 – Recensione: l’anno dei Big Data

Recensione in un Tweet

Football Manager 2022 prosegue l’opera di miglioramento e semplificazione dopo la rivoluzione degli ultimi anni. Si tratta di un’opera transitoria, che apporta però importanti miglioramenti. Gli aggiustamenti al motore grafico 3D hanno reso gli errori individuali un po’ più rari, mentre il pressing sembra funzionare molto bene, forse anche troppo. Infine, la nuova feature del Centro Dati è decisamente azzeccata e probabilmente monopolizzerà l’attenzione dei più accaniti fan della serie ora e nel futuro prossimo.

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Il calcio è divertente, perché ogni stagione si riparte da zero. Nei videogiochi calcistici non è sempre così e titoli come eFooball (ex PES) ci stanno facendo capire il perché. D’altro canto, nemmeno non apportare nessuna modifica come in FIFA è un’idea troppa apprezzata dai fan. In altre parole, alla fine ci pensa sempre Football Manager a trovare la giusta ibridazione. Lo scorso anno abbiamo seguito il rinnovamento di Football Manger 2021, quest’anno capiamo se Football Manager 2022 si è ulteriormente migliorato e se ha risolto i problemi noti della serie.

Centro Dati

C’è del personale orgoglio nel vedere il Centro Dati di Football Manager 2022. Lavorando nel settore, sono ben cosciente di quanto i colleghi che operano nel settore sportivo siano importanti. Del resto, per quanto le statistiche siano bistrattate da allenatori e giornalisti, i numeri non mentono e sempre più spesso se ne sente parlare, soprattutto nei post-partita. Già lo scorso anno, Sports Interactive aveva aggiunto qualche novità come l’expected goal (xG) e le analisi pre e post partita, ma quest’anno la scelta è più dirompente.

Dalla terza di partita di campionato, sarà possibile consultare il Centro Dati, una nuova schermata che raccoglie analisi e grafici, anche on-demand, per valutare l’andamento della propria squadra e dei team avversari. L’utilità sembra effettivamente alta, ma saranno i professionisti di Football Manager ad avere la parola finale, quelli che già usano excel kilometrici per decidere la miglior formazione da schierare.

Esattamente come il resto dello staff, bisognerà scegliere con attenzione gli analisti, perché il loro aiuto può essere pressoché illimitato. La mole di dati gestita da Football Manager 2022, permette di concentrarsi praticamente su ogni aspetto della propria squadra; di conseguenza, una volta compreso appieno, mi aspetto che il Centro Dati possa diventare il punto nevralgico di questo e dei successivi capitoli della serie.

Football Manager 2022: Centro Dati

Semplificato, non semplice

In linea con l’opera di snellimento degli anni precedenti, Sports Interactive ha pensato di fornire una serie di visualizzazioni standard particolarmente utili anche ai neofiti, che non vogliono entrare nel dettaglio dei numeri. La schermata di Prestazione Complessiva, ci fa capire come sta andando la squadra rispetto alla media dei nostri avversari, ma c’è molto di più; infatti, ogni tattica ha i proprio punti forti e le proprie debolezze, che dovrebbero essere in linea con i dati mostrati in questo grafico. Nel caso così non fosse, avremmo molto sui cui lavorare.

A questo riassunto, si aggiungono le Scoperte Chiave, punti salienti che ci chiariscono se stiamo vincendo, o perdendo, con merito o a causa della sorte. Infine, la schermata principale si completa con un focus su Attacco e Difesa, fondamentali da analizzare quando le cose non vanno come dovrebbero.

Staff: tutti qui, grazie!

I collaboratori sono da sempre croce e delizia di Football Manager. I più navigati utilizzano ormai da anni delle vere e proprie formule per capire l’effettivo valore di ogni singolo stipendiato; infatti, uno staff di scarso valore può fare danni enormi. Football Manager 2022 non cambia le regole, ma velocizza le riunioni, che adesso appaiono più interessanti e gestibili. Negli anni passati, infatti lo staff diventava alla lunga snervante con continue chiamate che rendevano il gioco più lento e ragionato di quanto non lo sia già.

Quest’anno, le riunioni di staff sono gestite tutte interamente in un’unica schermata aggiornata settimanalmente. Lo staff ci informerà in merito all’allenamento della squadra, ci darà consigli sul mercato e ci chiederà quali giocatori cercare, ci informerà sui talenti in sviluppo e ci consiglierà su come ampliare il nostro staff. Potremmo decidere di ignorare un consiglio, accettarlo oppure discuterne dopo la fine della riunione con più calma. La scelta è vincente, perché con pochi click sono riuscito a gestire tutte le azioni più importanti senza annoiarmi.

Grand Hotel Calciomercato

Paradossalmente, il problema più grande della serie è anche il più amato dai fan del pallone: il calciomercato. Nonostante la rivoluzione sia avvenuta in periodo di pandemia da Covid-19, il mercato è sempre stato un problema importante del gioco. Football Manager 2022 non risolve questa criticità, ma prova a buttare benzina sul fuoco con una nuova gestione dell’ultimo giorno di mercato. Si tratta di una schermata aggiornata ora dopo ora, in cui possiamo seguire il deadline day con tutto il pathos che richiede la situazione.

L’idea è sicuramente promettente, ma nel caso in cui scegliamo una squadra con un budget limitato, cioè qualsiasi squadra di Serie A, sentirsi coinvolti sarà particolarmente complicato. Almeno durante le prime stagioni. In ogni caso, apprezzo il tentativo, ma sembra solo un tentativo di togliere l’attenzione dal vero problema: le richieste folli di squadre, calciatori e agenti che rispecchiano ancora poco la realtà delle cose.

Football Manager 2022: ultimo giorno di mercato

Un matchday che funziona

Come già detto durante la recensione di Football Manager 2021, la nuova schermata della partita funziona. Sports Interactive ne sembra cosciente e ha deciso di continuare su questa strada apportando miglioramenti soprattutto sul nuovo motore 3D. Gli aggiustamenti riguardano quattro aree: animazioni, dribbling, pressing e ruoli.

Il risultato è una una visione della partita più fluida e un’intelligenza artificiale più strutturata;negli anni passati, infatti le brutte decisioni dei calciatori erano dovute soprattutto a un motore grafico che non consentiva una complessa gestione della palla. Il nuovo sistema di dribbling ha anche il compito di evitare clamorosi errori che portino a inutili lanci lunghi o follie risolvibili con un semplice passaggio all’indietro.

L’altra faccia della medaglia prevede una maggiore minuzia nel pressing. Adesso, la pressione è più corale e lo staff avvertirà quando alcuni giocatori faranno fatica a mantenere l’intensità richiesta durante la partita. Esattamente come nella realtà, infatti ci saranno dei giocatori che non si troveranno bene a pressare per tutta la partita, facendolo poco, male e magari di controvoglia. Questo dovrebbe teoricamente diminuire l’utilizzo del pressing, ma nella realtà dei fatti il gegenpressing è ancora il modo migliore per portare alla vittoria una squadra. Nel mio caso, ho avuto una quantità importante di vittorie con una Juventus atta a pressare tutto campo, anche se alcuni giocatori come Dybala e Cuadrado si lamentavano. Il risultato è stato clamorosamente migliore della stagione con Maurizio Sarri in panchina.

Infine, se siete degli amanti delle incursioni di Sergio Ramos, Sports Interactive ha pensato a voi introducendo i difensori centrali larghi che in una difesa a tre possono avere anche compiti offensivi.

Problemi vintage

I maggiori problemi di Football Manager 2022 sono gli stessi che hanno afflitto l’ultima edizione: mercato e giornalisti. Come detto poche righe sopra, il mercato di Football Manager non è mai stato troppo credibile e necessiterebbe di una completa rivisitazione dell’intelligenza artificiale che ci sta dietro. Per esempio, Dybala che in questo momento sembra vicino al rinnovo con la Juventus, nel gioco non vuole saperne nulla e ha abbondonato la nave a fine stagione. I media, invece hanno ricevuto un rework deludente lo scorso anno, ma Sports Interactive non sembra abbia preso in considerazione i feedback degli utenti. Non c’è veramente un problema nei giornalisti del titolo: le conferenze sono sempre state noiose e continuano a esserlo.

Un altro punto da rivedere della serie sono gli infortuni, ma quest’anno non ci ho nemmeno fatto caso. Del resto, si giocano così tante partite nella vita reale, e di conseguenza nel gioco, che sembra sia la realtà ad essersi adattata all’alto numero di infortuni di Football Manager.

Infine, dispiace come l’esclusività di alcune licenze abbia afflitto anche il gestionale di Sports Interactive; per esempio, Zebre è il nome della Juventus, che ha stretto una partnership con Konami, già da qualche tempo.

Football Manager 2022: conferenza giornalisti

Conclusione

Football Manager 2022 continua l’evoluzione dopo il restyling degli scorsi anni. Il risultato è soddisfacente per quanto riguarda il potenziamento del motore 3D, che ha risolto alcuni problemi di intelligenza artificiale durante il match day. Le nuove feature, invece mi sono piaciute, ma solo in parte. Approvo il Centro Dati, che sono certo diventerà più importante anno dopo anno, ma trovo sottotono l’ultima giornata di mercato. Inutile dire che avrei preferito un rifacimento dell’intera IA del mercato, ancora troppo spesso eccessivamente irreale. Alcune parti sottotono, come le conferenze stampa, non hanno ricevuto ulteriori aggiornamenti, mentre sembra che gli aggiornamenti sul motore grafico abbiano apportato eccessivo vantaggio a chi ama il pressing alto, adesso decisamente più efficace, forse anche troppo.

In altre parole, Football Manager 2022 è un titolo solido, che merita di essere provato per gli ottimi miglioramenti apportati al motore 3D e per il Centro Dati, ma purtroppo non abbiamo ancora ricevuto risposte sui più importanti problemi che affliggono la serie ormai da anni.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: gestionale, manageriale, sportivo
  • Lingua: italiano
  • Multiplayer: si
  • Prezzo54,99

Ho insegnato il pressing alle Zebre per circa 20 ore grazie a un codice PC gentilmente fornito dal publisher.

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Guide

FIFA 22, guida facile alla compravendita

FIFA 22 è finalmente disponibile sul mercato e milioni di giocatori sono pronti a competere in FUT, la competizione più amata e odiata degli ultimi anni. I quattro miliardi incassati da EA nel 2021 grazie alle microtransazioni ci fanno capire l’importanza che hanno le carte dei giocatori nella modalità Ultimate Team. Ovviamente, non tutti hanno la possibilità o la voglia di spendere denaro in microtransazioni, ma mantenere una squadra competitiva costa; per questo motivo, molti giocatori utilizzano la compravendita per accumulare più velocemente coins su FIFA 22: una guida chiara, facile e veloce ve la forniamo noi.

Il metodo più semplice

Il web è pieno di tecniche e spiegazioni sulla compravendita, ma la maggior parte di questi sono inaccessibili per difficoltà o perché richiedono troppo tempo. La nostra guida sulla compravendita in FIFA 22, invece spiega il metodo più semplice per guadagnare senza dover rimanere ore e ore dentro il gioco. E soprattutto, senza la necessità di avere già centinaia di migliaia di coins nel proprio account.

Il metodo più semplice per guadagnare FIFA coins con la compravendita, in gergo mass binding, è puntare quanto basta per aggiudicarsi i giocatori più popolari a un prezzo leggermente inferiore a quello di mercato. Per capire al meglio questa tecnica, è necessario ricordare che FIFA 22 trattiene un 5% dalla vendita di ogni giocatore. Per esempio: se vendete un giocato a 1.000, il vostro guadagno effettivo è di 950, perché il 5% è trattenuto dal gioco. Questa è l’unica formula che dovrete conoscere.

Quello che arriverà dopo è semplice: basterà acquistare un giocatore a un prezzo più basso del minor “Compra Ora” che trovate nel gioco e rivenderlo subito dopo al prezzo che vi permetterà un piccolo ricavo.

Web App di FIFA 22
La Web App di FIFA 22 rende la compravendita più semplice.

Scegliere i giocatori

La paura più grande di molti utenti è quella di acquistare delle carte che poi rimarranno invendute; per evitare che questo accada, basterà scegliere i giocatori più popolari, cioè quelli attualmente più acquistati in base alla piattaforma in cui giocate. Per farlo, vi basterà collegarvi alla categoria “Popular” di Futbin, che vi mostra i cento giocatori più acquistati in questo momento.

La scelta di un giocatore in questa lista dipende solamente da quanti coins avete. La formula consigliata è di spendere al massimo 1/5 dei vostri coins per ogni giocatore e di aumentare man mano la cifra spesa in base alle vostre disponibilità; infatti, i giocatori più costosi vi garantiranno maggiori introiti.

Ad esempio, se avete 10.000 coins, vi consigliamo di guardare solamente i calciatori popolari il cui prezzo di mercato sia inferiore a 2.000 FIFA coins. In questo modo, anche se qualcosa andrà storto, avrete sempre modo di recuperare.

Ci sarà sempre un giocatore per le vostre tasche.

Quanto spendere per un giocatore

Vogliamo essere chiari: questa non è una tecnica segreta. Questo significa che bisognerà puntare una volta solamente e il giusto ammontare. Speculare eccessivamente significherà perdere l’asta, perché FIFA 22 non è solo pieno di videogiocatori che fanno compravendita, ma è soprattutto colmo di bot che puntano automaticamente un preciso valore.

Ipotizziamo di aver scelto Gabriel Jesus. In questo momento, il suo valore di mercato su PlayStation e Xbox è di 1.700 FIFA coins. Se vendete Jesus al prezzo di mercato, otterrete 1.615; di conseguenza, dovrete fare un’offerta di esattamente 1.500 FIFA Coins per un guadagno di 100 coins per vendita. Escludete dalla vostra mente l’idea di puntare 1.400 per ottenere un guadagno di 200 FIFA coins per carta; i bot punterebbero 1.500 e voi non potrete offrire di più, perché non avreste alcun guadagno.

E ora che ho una montagna di Gabriel Jesus?

Ora che vi siete portati a casa il vostro giocatore popolare, basterà rimetterlo sul mercato il prima possibile. In realtà, non è necessario che siate velocissimi, ma così come la borsa, il mercato di FIFA 22 tende a muoversi. Di conseguenza, se aspettate diverse ore prima di rimettere in vendita il vostro giocatore potreste essere fortunati, perché il vostro giocatore vale di più oppure andare in perdita. Dato che il nostro è un metodo matematico, che vuole abbattere la varianza, conviene mettere sul mercato il giocatore con il prezzo di mercato in un’asta dalla durata di 1 ora.

Ci saranno dei casi in cui potrete tentare la fortuna con ragionevolezza. Per esempio, nello screenshot di questo articolo, vedete che Gabriel Jesus oscilla tra 1.7000 e 1.800 FIFA coins; questo significa che potrete provare a venderlo a 1.800 FIFA coins, invece che 1.700. Allo stesso modo, se state facendo compravendita in un’orario in cui i prezzi sono solitamente bassi (ad esempio, tra domenica sera e lunedì mattina), potrebbe essere una buona idea rivendere il giocatore il giorno successivo, quando il prezzo tende a salire.

In conclusione: diventerò il più ricco di FIFA 22?

Il mass binding è il metodo più semplice, ma anche il meno redditizio delle tecniche di compravendita (come, ad esempio, lo sniping). Considerando che Electronic Arts ha messo a disposizione di tutti una Web App per seguire il mercato anche da PC e smartphone, potremmo seguire le aste del gioco nei momenti di pausa senza farlo diventare uno stress. Non saremo i più ricchi del gioco, ma grazie a questa guida sulla compravendita di FIFA 22, non rinunceremo né al nostro tempo libero né al nostro denaro reale.

L’acquisto e l’immediata rivendita di una decina di carte popolari richiede meno di dieci minuti. Con pochi coins a nostra disposizione significa guadagnarne 1.000 senza faticare, che possono diventare molti di più quando il nostro conto aumenterà; infatti, i giocatori più cari saranno seguiti da meno persone permettendoci di aver un guadagno su ogni transazione decisamente più alto, che dipenderà spesso dal prezzo scelto dai pro della compravendita o, purtroppo, dai bot.

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Editoriali

PES si trasforma in eFootball e diventa gratuito: il ricchissimo mondo dei free-to-play

PES diventa eFootball, e per la prima volta Konami punta sul titolo calcistico con un modello free-to-play. C’erano già state delle anticipazioni a riguardo: da qualche anno viene messa in commercio la versione Lite, qualche mese dopo la release ufficiale, con le funzioni limitate al multiplayer, e lo scorso anno non è uscito PES 2021 ma un update, che sostanzialmente andava ad aggiornare il titolo precedente senza stravolgerlo. A distanza di un anno, però, le cose sono totalmente cambiate, a cominciare dal motore grafico, quindi proprio dalle basi. Sparisce il “PES” dal nome, storico marchio del videogioco, si passa a eFootball, e per giocare basterà scaricarlo. FIFA invece continuerà con la solita formula, cioè uscita annuale a prezzo pieno, più ovviamente tutte le micro-transazioni e le relative polemiche. Ma siamo sicuri che in Konami stiano facendo la scelta giusta? Intanto scopriamo cosa si cela dietro a un prodotto free-to-play.

Che cosa significa free-to-play

Il termine free-to-play, letteralmente “gratis da giocare”, descrive quei videogame che possono essere scaricati senza alcun costo aggiuntivo. Non obbligatorio almeno. Per rendere sostenibile questa tipologia di prodotti, publisher e sviluppatori devono puntare su alcune caratteristiche che possano permettergli di rivaleggiare con titoli nuovi. Statista valuta che nel 2021 il mercato del free-to-play mobile sia intorno ai 100 miliardi di dollari, con una netto apporto del mobile (75%, con un contributo dei player asiatici che vale oltre la metà del segmento), seguito da PC (23 miliardi) e console (2 miliardi). Questi ultimi due sono parecchio indietro, ma la spiegazione è che i prodotti di nota sono sensibilmente di meno (esistono migliaia di ottimi giochi mobile, e spesso di tratta di cloni), e al fatto che lo sviluppo su queste piattaforme è soprattutto legato al mondo multiplayer e, di conseguenza, necessita di un lavoro più lungo e che coinvolge più figure professionali.

Il poter arrivare a tante persone senza doverne pretendere l’acquisto è sicuramente il vantaggio principale del free-to-play, almeno per poterli attrarre una prima volta. Se questo è efficace per l’approccio, però, poi è necessario trovare il modo di farli rimanere connessi e di renderli degli utilizzatori abituali. Bisogna quindi aggiornare il videogioco, continuamente, per far sì che ci sia un’effettiva convenienza a giocare e a collegarsi quotidianamente (o quasi). Come suggerisce Medium, anche i live event possono fare un’enorme differenza, portando a connettersi cifre di giocatori generalmente insolite. In Fortnite è possibile assistere a eventi speciali. Specialissimi anzi, perché parliamo di un fenomeno che è uscito (positivamente) molto al di fuori del contesto videoludico. All’interno del gioco, nel 2020 è stato mostrato un trailer in esclusiva, e  non parliamo di un film di nicchia o di un regista emergente: si tratta di Tenet, di Christopher Nolan, che ha scelto un palco insolito per presentare un prodotto cinematografico. Altri casi che hanno visto Fortnite come protagonista sono i concerti. Marshmello, Travis Scott, Ariana Grande e altri ancora si sono esibiti virtualmente: gli utenti si connettono, e possono assistere all’interno del videogioco a uno spettacolo vero e proprio. Tutte queste attività sono un’elevazione alla n-esima potenza del concetto di “far rimanere i giocatori”.

Come si monetizza da un gioco gratuito?

Ma se finora abbiamo parlato di come far arrivare gli utenti, come si fa a monetizzare? Semplicemente gli si dà il videogioco gratuitamente, e poi gli si fa pagare degli extra facoltativi, che possono aiutare ad esempio a customizzare il proprio personaggio e la propria esperienza di gioco, o semplicemente levare i banner pubblicitari (su mobile). In altri casi si possono acquistare dei veri e propri vantaggi in-game, ma lì ci si allontana un po’ dal classico free-to-play: per i videogiochi sportivi può essere un atleta in particolare o l’aver maggiori possibilità per raggiungerlo, negli FPS possiamo parlare di armi, abilità speciali, e così via. La legge dei grandi numeri dice che più sono i giocatori, più sono quelli che pagano. E quindi si torna al punto precedente, cioè il tenersi stretti quelli che entrano in contatto con il videogame e che sono disposti a investirci tempo e risorse. Un ulteriore boost in questo modo sono anche gli aggiornamenti legati a specifici eventi: Pasqua, Halloween, Natale, e magari altri appuntamenti legati al Paese della casa di sviluppo. In questi frangenti è possibile avere accesso a mappe, modalità di gioco inedite oppure oggetti rarissimi, spingendo di conseguenza ancora più persone a restare in-game. 

Nel marketing viene valorizzato sempre di più il concetto direlazione”. Questo significa che ottimizzare la singola transazione (l’utente che spende 70 euro) è una grande operazione, poiché si riesce a vendere al prezzo desiderato e gli obiettivi minimi di business vengono soddisfatti, ma se si riesce a rendere il rapporto più duraturo, nel lungo periodo si guadagna molto di più. Semplificando il concetto al massimo, viene fatta una stima che tiene conto di quanto un utente può rimanere attivo e quanto è disposto a spendere in un certo lasso di tempo. Il free-to-play si basa proprio su questo concetto, perché non si presta più alla massimizzazione di un acquisto solo (il videogioco, fisico o digiale) ma si punta quasi esclusivamente sulle micro-transazioni che, singolarmente, possono essere risibili e accessibili, ma che sommate nel lungo periodo possono portare a grandi cifre: nel 2020, Honour of Kings è arrivato a 2,45 miliardi di dollari. Non mancano comunque i prodotti non free-to-play che puntano molto su questo modello di business, con la differenza che necessitano di una spesa iniziale.

PES diventa eFootball: la svolta free-to-play è giustificata?

Tornando alla domanda principale: che conviene realizzare un videogioco free-to-play? La risposta è dipende“. Ancor prima della pubblicazione del videogioco bisogna ragionare sulla tipologia di prodotto che si sta creando, sulle risorse finanziarie a disposizione e sulla quantità e qualità degli aggiornamenti che sono previsti dopo il rilascio. Nel caso specifico di eFootball, probabilmente ci sono le condizioni giuste per rendere il modello sostenibile. Ha sicuramente una grande fanbase potenzialmente molto ampia, che nel corso del franchise ha generato 111 milioni di vendite e 400 download su mobile. Il tipo di gioco poi si presta ampiamente ad update ed eventi speciali, come succede già adesso: aggiornamenti in base alle prestazioni di calciatori e squadre, inserimento di campioni del passato. La possibilità di monetizzare invece può essere data dall’acquisto di valuta in-game, o direttamente di calciatori e di skin uniche. Bisogna però anche tenere conto dell’effettiva qualità del risultato finale, il videogioco in sé, che pare non essere stato troppo apprezzato dagli utenti e che vedono eFootball 2022 come un passo indietro rispetto a PES 2021.

Se, almeno esternamente, sembrerebbe una scelta sensata quella di passare al free-to-play, “sacrificando” gli incassi dati dalla vendita del videogioco base per accrescere (sensibilmente) il proprio seguito, la vera domanda da porsi è se questa rivoluzione del franchise basterà per superare FIFA, il rivale di sempre. In realtà ci sarebbe un altro quesito, perché quella che è spesso stata definita una lotta a due, da quest’anno con UFL potrebbe essere a 3. Non sappiamo ancora troppo di quest’ultimo, se non che è gratuito e che quindi opera nello stesso “campo” di eFootball 2022; il free-to-play.

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FIFA 22 vs eFootball, il calcio delle microtransazioni

Questa settimana EA e Konami hanno presentato i loro prodotti di simulazione calcistica sulla prossima generazioni di console. Due visioni dello sport più popolare in Europa, che a cavallo tra il 2021 e il 2022 diventeranno ancora più nette. Se FIFA 22 sembra evolversi con la tecnologia, PES subirà una vera rivoluzione diventando eFootball.

eFootball, la rivoluzione

Konami è un’azienda con oltre diecimila dipendenti che varia tra l’intrattenimento e il fitness. Di questi, solamente un decimo di loro fa parte di Konami Digital Entertainment e ancor meno sono dediti ai videogiochi. Infatti, da febbraio 2021, Konami ha deciso di chiudere tre divisioni dedicate alla produzione di videogame, con rassicurazioni solamente per PES e le trasposizioni videoludiche di Yu-Gi-Oh!

Una ristrutturazione interna ha dovuto tenere conto degli oltre 400 milioni di download eFootball PES 2021 Mobile, dimostranti che il sistema free-to-play funziona e genera enormi profitti con le microtransazioni. Del resto, Konami è particolarmente famosa in Giappone per essere produttrice di pachinko e il suo prodotto digitale principale dopo PES è Yu-Gi-Oh! DUEL LINKS, che fa un uso smodato delle tecniche dei gacha game.

eFootball

Dopo queste premesse, a cui si aggiunge la distanza siderale con le vendite di FIFA 21, non sorprende che Konami abbia deciso di prendere una decisione rivoluzionaria. Dalle ceneri di PES nasce eFootball, un free-to-play online cross-generation e cross-platform, mobile incluso (ma solo con un controller compatibile).

Ogni rivoluzione prevede spesso reazioni personali. Le negative verranno probabilmente dagli amanti della Master League, che ha accompagnato migliaia di videogiocatori fino ad oggi. Al di là dei gusti, bisogna annotare che la sua esclusione è un pezzo di storia videoludica che se ne va.

Gli appassionati del MyClub, invece sono al centro dell’attenzione e finalmente sarà possibile risolvere uno dei problemi più annosi: il matchmaking. Infatti, su alcune console come Xbox Series X, PES soffriva la mancanza di utenti, il che obbligava spesso ad accettare partite con videogiocatori con pessime connessioni. Per questo motivo, il cross-platform, da cui scaturisce la necessità di adattare il gioco all’Unreal Engine, è un evento estremamente positivo per la serie, ma un dubbio ci attanaglia: Konami sarà in grado di gestire questa feature, soprattutto quando si tratterà di far dialogare una console next-gen con uno smartphone?

eFootball roadmap

FIFA 22, l’evoluzione

FIFA 21 è stato il gioco più venduto di quest’anno e le microtransazioni di Ultimate Team hanno generato guadagni per 1,6 miliardi di dollari: una valanga di denaro che dimostra l’efficacia economica del sistema. Non stupisce quindi che EA si sia concentrata solo sul gameplay, mantenendo inalterata la formula magica dell’online.

HyperMotion è la nuova tecnologia che dovrebbe rendere il nuovo capitolo di FIFA maggiormente reale rispetto al passato. Ventidue giocatori, agghindati con tute Xsens, sono scesi in campo al fine di fornire all’intelligenza artificiale un realistico campione di movimenti. Ovviamente, il motion capture è ormai ampiamente usato da anni, ma nessuno l’aveva mai usato all’interno di una vera partita di calcio.

I media che hanno avuto la fortuna di provare la demo parlano di movimenti più realistici e di un’azione più ragionata, ma che non sembra aver risolto i celebri problemi del gioco: i calciatori più forti sono ancora inarrestabili e i lanci lunghi sembrano ancora predominare. Si deduce quindi che FUT 22 sarà ancora improntato sul furioso acquisto delle loot box al fine di trovare la versione migliore di Mbappé a cui fare un lancio lungo.

FIFA 22

La vittoria delle microtransazioni

C’era una volta la sfida alla miglior simulazione calcistica tra Winning Eleven e FIFA. Una sfida combattuta anno dopo anno alla ricerca della formula perfetta per fornire il gameplay più realistico in assoluto. Tempi che sembrano distanti anni luce: oggi l’unica cosa che sembri contare è fornire le giuste motivazioni per spendere.

Uno dei problemi più importanti che sta affliggendo il settore videoludico sono le microtransazioni: la soluzione perfetta degli addetti al marketing per trasformare un’opera d’arte in puro guadagno. Infatti, i videogiochi competitivi non dovrebbero permettere che agenti esterni possano cambiare il bilanciamento delle sfide tra gli utenti. Se poi questo avviene in FIFA, una delle serie più vendute di sempre, allora il problema è rilevante. D’altro canto, la scelta di Konami di puntare al free-to-play implica una battaglia con EA sul dominio delle microtransazioni, che non ha a nulla a che vedere con il realismo che i videogiocatori hanno sempre cercato dai titoli sportivi.

Tutto questo si traduce in un 2022 in cui tutta l’attenzione dei media sarà votata a cercare il vincitore economico, facendo passare in secondo piano quel bel gioco che sarà ancora una volta offuscato dal denaro. E forse è proprio questo il motivo per cui eFootball e FIFA 22 sembrano così simili al calcio moderno.

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Fifa Ultimate Team vs PES MyClub, giochi diversi con gli stessi difetti

Siamo al termine della stagione calcistica (Europe a parte) e sono pronto per tirare le somme sulla realtà dei calcistici online. Purtroppo, la mia avventura divisa egualmente tra FIFA 21 Ultimate Team e PES 2021 MyClub è terminata allo stesso modo, cioè con un lancio lungo a Mbappé che dopo un paio di sportellate la butta dentro nei minuti di recupero.

Chiunque abbia giocato per abbastanza ore alle modalità online di FIFA e PES 2021 sa di cosa sto parlando, cioè di quella terra di mezzo fatta di amatoriali che non vogliono alimentare il sistema di slot machine dei videogiochi e finiscono per non avere più una sfida divertente. Per parafrasare un celebre sketch: “non possono né scendere né salire”.

La luna di miele

Nonostante FIFA e PES siano due giochi profondamente diversi, ho vissuto con estremo divertimento il primo periodo su entrambi i titoli. Sia che si preferisca lo stile più arcade di FIFA piuttosto che le meccaniche quasi da gioco di ruolo di eFootball Pro Evolution Soccer, entrambi i videogame forniscono inizialmente un’esperienza appagante anche per chi gioca senza spendere denaro (oltre al costo di copertina).

Creare da zero una team aggiungendo un tassello alla volta è alla base di qualque videogioco di successo e inizialmente, quando lo scontro avviene tra pari utenti (con qualche exploit per chi passa subito dalla cassa), si può notare come la mano dell’allenatore conti qualcosa. Infatti, in FIFA avremo la possibilità di spendere la valuta di gioco in aste in cui bisogna ottimizzare i costi per trarne il massimo dei benefici, mentre PES ha un modello simile basato sulle aste degli osservatori in cui si andrà a cercare un calciatore con determinate caratteristiche che possa fare i movimenti pensati in allenamento.

Nel mio caso, questo periodo di profondo appagamento è durato circa tre mesi per entrambi i titoli. Tempo in cui ogni mia mossa sembrava avere un valore, perché dall’altra parte c’erano videogiocatori che come a me sperimentavano e sudavano ogni minuto nel campo da calcio. Purtroppo, più si sale e più diminuisce la possibilità di essere originali, perché l’unica cosa che conta è la vittoria a discapito anche del divertimento.

Dream team

Passato il periodo d’oro del gioco, sia PES che FIFA mostrano delle debolezze strutturali che fanno propendere i videogiocatori ad avere una tattica di gioco e una squadra decisamente omologata.

Per i giocatori di FIFA l’inizio dell’incubo prende il nome di Mendy, Varane e ovviamente Kylian Mbappé. D’altro canto, gli amatori di PES proveranno egual sensazioni quando sentiranno i nomi di Viera, Rummenigge e ovviamente Mbappé. Sono cosciente che nella realtà ci sono calciatori più forti di altri, ma speravo che l’opportunità di ottenerli fosse alla portata di tutti e non dipendente da un sistema molto vicino al gioco d’azzardo come già affermato dal Bundestag, il parlamento federale tedesco.

Sottolineo che anche se in PES 2021 la spesa in loot box è decisamente inferiore rispetto alla controparte americana, per l’utente medio è comunque fondamentale far uso delle microtransazioni per progredire da un certo punto del gioco e il suo costo può comunque essere tre o quattro volte superiore al prezzo consigliato per il videogame.

Palla lunga e pedalare

Ovviamente avere determinati (costosi) giocatori significa anche adattare il proprio gioco alle loro caratteristiche. Infatti, per poter aumentare il proprio posto in classifica si dovrà spesso scendere a compromessi, rinunciando al bel giuoco e sfruttando degli escamotage ormai così noti che mi chiedo se le case produttrici non decidano di lasciarli inalterati proprio per sfruttare l’appeal che hanno determinate carte.

Ed è così che si entra nel fantastico mondo del lancio lungo del Varane di FIFA, o di qualsiasi difensore leggenda con la carta sviluppo di PES, ai piedi del solito Mbappé che con una prorompente falcata finirà per superare tutti ed insaccare.

Naturalmente, quando questo non sarà più sufficiente, perché pian piano impareremo a controllare in anticipo l’ultimo difensore, subentreranno gli exploit che ci faranno subire goal all’inizio della partita o nei minuti di recupero. Il risultato è una vera e proprio partita di flipper in cui il centrocampo, il cuore pulsante del calcio giocato sarà riempito solamente da incontristi coriacei che avranno il compito di recuperare il pallone e re-iniziare il festival dei centometristi.

Le eccezioni esistono

Ci sono tanti giocatori che non vogliono omologarsi giocando con sempre la stessa (noiosa) tattica o spendendo denaro per calciatori che diventeranno carta straccia nel giro di pochi mesi. Purtroppo però chi la pensa diversamente è decisamente penalizzato e deve sopravvivere in un contesto in cui ci si sente inermi di fronte al solito giocatore che già dalla schermata della formazione vi farà capire che i prossimi 15 minuti saranno un inferno.

Il videogioco competitivo deve fornire degli strumenti che permettano a tutti di giocare alla pari. Ad oggi, non c’è un videogioco calcistico che corrisponde a questo identikit (nemmeno Captain Tsubasa) e considerando i guadagni miliardari di Eletronic Arts con le microtransazioni e il record di utenti sfornato ogni settimana da Konami grazie alla versione mobile e lite di PES mantenute dalle loot box, c’è da credere che sarà così ancora per tanto tempo. Almeno fin quando qualche ente di altissimo spessore (leggasi Unione Europea) non decida di limitare un sistema che spinge i giocatori a continuare a giocare (e spendere) solamente per placare la frustrazione della partita precedente, invece che per il puro gusto di divertirsi.

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Captain Tsubasa: Rise of New Champions e l’importanza di recensire il multiplayer online

Per giorni, ho studiato i grafici dei prezzi di Bandai Namco per capire l’esatto momento in cui Captain Tsubasa: Rise of New Champions sarebbe andato in sconto. Nel periodo della sua uscita, 27 agosto 2020, avevo già parecchio materiale da giocare, quindi ho preferito acquistarlo al primo vero calo di prezzo, che non si è fatto troppo attendere. Il 17 dicembre, il nuovo titolo di Holly e Benji riceve uno sconto del 40%, lo acquisto e scioccamente penso di potermi divertire nella modalità online, sperando di sfamare la mia voglia di competizione calcistica.

Bandai Namco ha da poco chiesto con un lunghissimo sondaggio l’opinione degli utenti che sono stati abbastanza “sinceri”. Magari era meglio farlo prima, invece di concentrarsi su una vagonata di DLC.

Recensioni incomplete

Captain Tsubasa: Rise of New Champions merita i voti che vedete sui siti di informazione videoludica, se teniamo in considerazione solo il single player. Purtroppo, nessuna recensione che vedete in giro tiene conto del multiplayer online. Sembra anche piuttosto logico, perché sono solitamente scritte pochi giorni prima dell’uscita e non possono quindi contenere informazioni su una modalità che si può provare solamente quando i videogiocatori scenderanno in campo.

Andare online prima di queste prove però significa falsare la valutazione globale del videogame. In qualsiasi contesto, prendendo spunto dal rasoio di Occam, bisognerebbe usare il minor tempo necessario per fornire una soluzione con un corretto risultato. Nel mondo dei videogiochi, invece il rasoio taglia pagine alla recensioni per venire incontro alla necessità di avere i contenuti il prima possibile, a qualsiasi costo. Nel nostro caso, il costo è quello pagato dagli appassionati che sono interessati a giocare un titolo solamente online, che non sono di certo pochi dato che in questo periodo storico i titoli più giocati hanno solo la modalità competitiva online come Fortnite e League of Legends oppure dove la maggior parte dei profitti arriva proprio dall’online come la serie FIFA o Call Of Duty.

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Ho sognato questo momento per anni.

Uno spreco di tempo…

Tornando a Captain Tsubasa, mi sono ritrovato tra le mani un videogioco discreto nella campagna single player e anche abbastanza rigiocabile con la possibilità di creare sempre nuovi personaggi. Il gioco stesso ti invoglia a finire tutta la campagna in solitaria prima di passare a giocare su internet, perché solo a quel punto ti fornisce (quasi) tutti i giocatori disponibili nel roster. In altre parole, dopo tre giorni di concentrazione sul single player, sono finalmente pronto ad affrontare la tanto agognata sessione su internet. Porto con me l’idea di competere con altri giocatori e di scalare le classifiche con Oliver Hutton e Tom Becker sin dagli anni ’90 e oggi tutto questo è possibile.

In realtà, Captain Tsubasa: Rise of New Champions non permette di giocare subito contro i giocatori, nonostante tu stia scegliendo di giocare in multiplayer, quindi proprio contro altri giocatori! Infatti, bisogna svolgere, “come allenamento”, poco meno di una decina di partite contro la CPU prima di poter iniziare a fare sul serio. Scelta priva di ogni logica, ma ho aspettato così tanti anni che mi turo il naso e vado avanti. Dopo un’altra giornata persa in partite contro il computer e scelta della formazione iniziale, finalmente parte la mia esperienza multiplayer sullo spokon numero due nella mia personale classifica (il primo è Slam Dunk, scusa Holly).

Io vs Lag.

… e pazienza

Ho avuto terribili esperienze nel gioco online, ma nessuna è stata mai così deludente. Prima ho dato la colpa all’orario in cui giocavo, tanto da riprovare i giorni successivi in altre fasce orarie. Poi ho incolpato Nintendo Switch che in mancanza di cross-play potrebbe avere un pool di giocatori troppo ristretto e concentrato soprattutto in Asia e Stati Uniti. Però, dopo aver visto diversi youtuber giocare solo la modalità single player e sbirciato l’esperienza online di altri giocatori su qualsiasi piattaforma, mi sono dovuto arrendere alla realtà che il netcode di Captain Tsubasa: Rise of New Champions fa semplicemente schifo.

Il lag è un problema ben noto, ma non ricordo un titolo in cui questo problema fosse in grado di cambiare la fisica di gioco. In questo Captain Tsubasa, tutto è processato sul momento in base alla posizione di giocatori e pallone. Questo implica che se il vostro avversario calcia senza alcuna speranza il pallone contro il vostro portiere e una “botta di lag” arriva proprio in quel momento, l’estremo difensore non vede il pallone, che entra in rete indisturbato.

Per non inveire ulteriormente, tralascerò i diversi bug che ho trovato a causa di una mancata risposta della connessione dell’altro utente, dovuta alla pessima scelta del peer-to-peer come se si trattasse di un picchiaduro. Però, sento la necessità di raccontarvi del glitch in cui non si può passare il pallone con il portiere e si è costretti a subire un contrasto per sbloccare la situazione, con l’ovvia conseguenza di prendere gol.

Il fastidio più grande causato dal pessimo netcode di gioco è sui contrasti. Il sistema base è alquanto semplice. Ci sono due tipi di finta e due tipi di contrasto. La finta “A” è bloccata dal contrasto “A” e lo stesso vale in modo analogo per l’opzione “B”. I calciatori eseguono una simile, ma diversa animazione per ogni finta e dei buoni riflessi possono fare la differenza. Semplice, efficace e totalmente sballato nel multiplayer online. Infatti, il ritardo in praticamente il 90% delle partite è così elevato, che basta prendere il miglior fantasista della squadra e andare semplicemente dritto. Il calciatore sarà totalmente non contrastabile e il gol arriverà per certo, poiché alcuni tra i giocatori più forti posseggono un’abilità passiva per cui se usano un tiro speciale a due passi dal portiere, sarà sempre rete.

Il dribbling può essere un vero inferno se la latenza è elevata.

Conclusione

Un gioco ha il diritto di essere semplicemente pessimo, ma chi si occupa di videogiochi ha il dovere di avvertire il consumatore che sta pagando del denaro per fruire di un prodotto. Se avessi saputo che Captain Tsubasa: Rise of New Champions fosse così pietoso nella modalità che più mi interessava, non lo avrei mai comprato. Purtroppo, almeno in Italia, nessuno si è preso la briga di dirlo, perché il mercato è troppo veloce e non vale la pena fornire un buon servizio. Ho perso del denaro, ma ho imparato una lezione e mi auguro che l’editoria si possa rendere conto quanto prima che è meglio posticipare l’uscita di una recensione, piuttosto che valutare un titolo solo parzialmente, anche se sono ben conscio che nel giornalismo dell’hype, l’unica cosa che conta è parlare del prossimo videogioco, perché il rasoio di Occam può ferire il consumatore, ma di certo non le mani del recensore.

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FIFA 21, annunciata la data d’uscita su Stadia

Electronic Arts ha comunicato che FIFA 21 arriverà sulla piattaforma cloud Google Stadia il 17 marzo.

Inoltre, EA ha annunciato un’estensione pluriennale della licenza UEFA, assicurando che l’apice del calcio per club rimanga esclusivo di EA SPORTS. EA sta espandendo l’accesso ai videogiochi di calcio attraverso molteplici offerte mobili in fase di sviluppo e ampliando la portata del titolo FIFA Online 4 scaricabile gratuitamente per PC a potenzialmente 80 milioni di giocatori in più di 15 nuovi paesi.

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La nostra visione è quella di creare l’esperienza di calcio più autentica, sociale e connessa portando i nostri giochi su più dispositivi, più paesi e più fan in tutto il mondo

DJ Jackson, VP EA Sports
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Roller Champions, il free-to-play entra in closed beta

Ubisoft ha annunciato le date della Closed Beta di Roller Champions, il suo gioco sportivo free-to-play basato sull’azione di squadra, in cui si dovrà pattinare, schivare e segnare in un’arena piena zeppa di fan, che sarà disponibile nel 2021.

Ora gli utenti europei potranno registrarsi per poter giocare alla Closed Beta di Roller Champions, che durerà dalle 18:00 del 17 febbraio alle 22:00 del primo marzo. La Closed Beta sarà giocabile su PS4, Xbox One e Ubisoft Connect per PC, con un matchmaking che supporterà il cross-play.

Sviluppato dallo studio Ubisoft di Montreal in collaborazione con Ubisoft Chengdu, Ubisoft Saguenay e Ubisoft Pune, Roller Champions è una nuova esperienza sportiva PvP divertente e frenetica… sui pattini. Due squadre di tre giocatori si sfideranno in alcune arene in tutto il mondo accompagnati da folle di fan in delirio, mentre cercheranno di conquistare la palla, passarla ai compagni di squadra e schivare o fermare gli avversari, il tutto per segnare nel cerchio illuminato che appare sopra la pista.

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Dopo la Closed Alpha e in base ai feedback dei giocatori, il team di sviluppo di Roller Champions ha implementato molte nuove funzionalità nella Closed Beta, tra cui nuove modalità, come Classificata e Partita personalizzata, oppure nuove modalità a tempo limitato, come 2V2, insieme a molte altre sorprese, vari miglioramenti all’esperienza di gioco, nuove mosse individuali e di squadra, e lo Skatepark: un social hub persistente in cui un massimo di 6 giocatori sarà in grado di allenarsi, partecipare a mini giochi a tempo limitato e divertirsi con i propri compagni di squadra.

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MXGP 2020 è disponibile su PS5

Milestone ha pubblicato MXGP 2020 su PlayStation 5. L’ultimo capitolo dell’amata serie ufficiale della FIM Motocross World Championship, arriva su next-gen insieme a molte feature esclusive.

Grazie all’innovativo DualSense Controller, MXGP 2020 avrà un incredibile feedback aptico e trigger adattivi, offrendo ai giocatori una sensazione di guida autentica. Inoltre, PlayStation 5 offre l’opportunità di aggiornare la risoluzione fino a 4K con 60 FPS, aumentando i dettagli e l’immersione per un’esperienza motocross più fluida. Ultimo ma non meno importante, i piloti che amano davvero la competizione avranno ora la possibilità di gareggiare in corse online fino a 14 giocatori.

In MXGP20 puoi goderti l’adrenalina dell’attuale stagione MXGP, gareggiando con 68 piloti delle categorie MXGP e MX2 su tutti i 19 circuiti della stagione. Costruire la tua carriera partendo da rookie sarà solo il primo passo verso la gloria: i giocatori potranno entrare a far parte di una squadra ufficiale o costruirne una propria, personalizzando l’esperienza per adattarla al proprio sogno di pilota competitivo.

Il Track Editor è tornato con alcune nuove funzionalità aggiuntive. Con la feature Heightmaps, i giocatori possono replicare le vere configurazioni delle piste MX, spesso costruite su colline e montagne, aggiungendo realismo a tutte le sfide che i veri piloti affrontano durante le gare. Quattro diversi tipi di terreno permetteranno ai giocatori di scegliere e personalizzare la pista per creare il tracciato dei loro sogniLe piste potranno essere condivise online con amici e community.

MXGP 2020 su PlayStation 5 è già disponibile.

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PES 2021 per PlayStation 4 – Recensione

recensione in un tweet

PES 2021 Season Update non è un videogame nuovo, ma un aggiornamento del precedente: nonostante tutto, un po’ per il prezzo accattivante, un po’ per qualche correzione (e un po’ per la longevità), acquistarlo potrebbe valerne la pena.

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Ci sono prodotti che per essere sviluppati richiedono anni, e ce ne sono altri che invece ogni 12 mesi, puntualmente, riescono ad arrivare sul mercato. Nella maggior parte dei casi, con le dovute eccezioni, parliamo di titoli sportivi simulativi che non hanno la necessità di rivoluzionare continuamente il gameplay, né di ricostruire delle fantastiche ambientazioni da esplorare. Con l’inizio della Serie A arrivano sul mercato i soliti videogame calcistici, con Konami che quest’anno è andata un po’ controcorrente rispetto al solito, mettendo in vendita non più un vero e proprio gioco ma un update, per “riadattare” il videogame in questa nuova stagione. Ecco che arriva eFootball PES 2021 Season Update (che abbrevieremo in PES 2021), con un prezzo anche molto più competitivo del solito: 30 euro/40 euro, in base all’edizione scelta, il che significa circa metà prezzo rispetto al competitor principale.

Che si tratta di un update è decisamente chiaro.

Non un gioco, solo un update

In un periodo di pandemia, che ha portato inevitabilmente a rallentamenti sullo sviluppo e lo slittare dei campionati e delle coppe, perché rifare tutto da capo quando si deve vendere un prodotto quasi uguale all’anno precedente? Questa domanda se la sono fatta anche all’interno di Konami, e per questo hanno deciso di proporre un aggiornamento che potesse solo “aggiustare” alcune dinamiche o elementi di grafica. Ad esempio è stata una buona occasione per aggiornare i valori e i volti di giocatori esplosi negli ultimi 12 mesi, con Haaland e Davies su tutti. PES 2021 è anche l’ultima versione del videogame pensata per PlayStation 4 e Xbox One, nonché l’ultima con Fox Engine. Dopo anni di onorata carriera, infatti, si cambierà motore grafico e si punterà su Unreal Engine, di Epic Games.

PES 2021 propone le solite modalità offline e online dei precedenti titoli. Nel primo caso abbiamo la sezione Calcio d’inizio (amichevoli, co-op, 1vs1, campionati e coppe), la Master League e Diventa un Mito, nel secondo invece la possibilità di giocare contro (o con) qualcuno in rete con la sezione eFootball e MyClub. In aggiunta c’è la possibilità di potersi allenare sui fondamentali specifici e di modificare squadre/calciatori, potendo agire anche sul loro aspetto e sui trasferimenti. Non essendoci delle criticità palesi, ed essendo un update, non ci si è concentrati molto in queste modalità, già ritoccate comunque lo scorso anno.

Le modalità online sono il cuore di un titolo esportivo come PES 2021, e ci sono sempre nuove sfide (e avversari) da affrontare.

Le stesse modalità, con pro e contro

Riassumendo velocemente le modalità di gioco, la Master League permette di guidare una squadra dalle serie minori fino ad arrivare sul tetto d’Europa: scendiamo in campo, ma dobbiamo tenere d’occhio tutto quello che succede a livello societario, stando attenti alla forma dei giocatori, fronteggiando infortuni e avendo un ruolo principale nel mercato, decidendo chi acquistare, chi vendere e come condurre le trattative, se a titolo definitivo o in prestito. La modalità Diventa un Mito invece ripercorre la stagione di un singolo atleta, noi o un calciatore esistente, nonché l’unico sul campo che possiamo controllare: saremo noi a fargli fare le giocate che lo porteranno in Nazionale o al Pallone d’oro.

Il panorama online per un titolo esportivo risulta di vitale importanza, anche se cambia poco e nulla rispetto all’anno precedente. Comunque è un comparto che funziona, e quindi è giusto riproporlo nella medesima forma o quasi. L’eFootball è la classica modalità PvP che mette contro i giocatori con le squadre preimpostate, mentre MyClub permette di sfidare gli altri player e costruirsi il proprio team “vincendo” gli atleti o avvalendosi di osservatori che possano ridurre di molto il campo di ricerca. Non serve gestire la squadra ai livelli della Master League, ma la componente strategica è utile per dosare le forze e trovare l’allenatore adatto ai giocatori e che possa essere rispettato: se il livello del team supera quella del mister, la squadra perde coesione e diventa incredibilmente squilibrata. Questo farà sì che soprattutto all’inizio non sarà possibile schierare la miglior formazione di campioni ma in qualche ruolo bisognerà accontentarsi di qualcuno un po’ più scarso. Come prevedibile, questa è la modalità più longeva, fra sfide giornaliere/settimanali e partite online.

Il derby della Madonnina, ma senza licenze.

Ahi, le licenze di PES 2021

Dicevamo che è un update, ma quindi dove sono le novità? Le più evidenti sono nelle licenze: come ogni anno infatti c’è la compravendita per aggiudicarsi squadre, campionati e calciatori. Rimanendo in Serie A ad esempio, l’AS Roma è diventata partner dell’opera Konami, mentre spicca l’assenza delle milanesi, ora rinominate Lombardia NA e Milano RN. E mancano anche altri grandi team come il Real Madrid, Atletico Madrid, Manchester City, l’intera Bundesliga (con qualche tedesca salva). Ci sono invece i campionati danesi, russi, svizzeri o thailandesi, ma oltre a fare numero non hanno chissà che appeal per il giocatore medio. Ma più che dello sviluppo, questo resta un problema più legato alla parte commerciale, visto che parliamo dettagli che vanno negoziati. In ogni caso in PES 2021 sono riusciti a confermare i team con i calciatori più importanti dell’ultimo decennio: il Barcellona di Messi, la Juventus di Cristiano Ronaldo e, un po’ più staccato, il Bayern Monaco di Lewandowski. 

Non pare esserci stato nessun intervento nel comparto audio, con la telecronaca di Fabio Caressa e Luca Marchegiani che sembra identica a quella dello scorso anno, nel senso che vengono usate le stesse frasi e le stesse espressioni di PES 2020. Quest’anno però qualche imperfezione possiamo anche perdonarla, sia per lo stravolgimento di tutti i campionati che per il prezzo competitivo. La pandemia ha fatto sì ad esempio che si arrivasse ad agosto senza sapere le squadre promosse/retrocesse, mentre il calciomercato aperto fino ai primi di ottobre non ha permesso di agire sui trasferimenti in maniera celere. Ora è tutto sistemato e le squadre sono aggiornate, ma quando è uscito (12 settembre) eravamo ancora in alto mare. L’update ha portato degli apparenti miglioramenti anche sul gameplay. Nulla di troppo rivoluzionario, ma l’impressione è di trovarsi davanti a un videogioco un po’ più lento e dove la stazza dei singoli gamer conta un po’ di più a livello di contrasti.

Dopo mesi di stadi vuoti fa molto piacere vedere dei tifosi, seppur virtuali.

Conclusione

Alla fine di tutto, conviene acquistare questo aggiornamento? Dipende da che tipo di gamer siete e se siete più portati all’offline o all’online. Il gioco non cambia di molto, quindi se le vostre partite sono concentrate più sulla Master League o Diventa un Mito, non ci sono novità da questo punto di vista, mentre se siete interessati al multiplayer in rete allora potrebbe valerne la pena, un po’ perché i server dell’edizione 2020 si sono svuotati, un po’ perché chi aveva acquistato una delle versioni precedenti ha un po’ di vantaggi in-game. Se invece non siete dei giocatori abituali della saga di Konami allora di dubbi ce ne sono veramente pochi: PES 2021 è un prodotto più che valido, soprattutto al prezzo proposto.

In ogni caso, questo è un anno di transizione che non fa testo nella solita lotta fra PES e FIFA, dal momento che il 2021 sarà l’anno zero per il mercato videoludico e forse anche per il calcio. Avremo i primi titoli sportivi pensati per girare su PlayStation 5 e Xbox Series X|S, anche se la coda di PlayStation 4 e Xbox One è ancora lunga (FIFA usciva nel 2018 sulla old-gen). E sarà un periodo importante anche per il calcio, che potrebbe proporre introdurre qualcosa di nuovo per far fronte ai contagi e alla crisi dovuta agli stadi vuoti: salary cap? Campionati con playoff? Visto che in questo 2020 Konami ha lavorato su un update e non su un videogioco nuovo, è lecito aspettarsi che tutte le risorse risparmiate siano state concentrate all’anno prossimo, proponendo un rivoluzionato PES 2022 con alle spalle 24 mesi di sviluppo.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: sportivo, calcistico
  • Lingua: italiano
  • Multiplayer: si
  • Prezzo29,99 euro

Ho potuto rivivere l’esperienza (incredibilmente ricca) di PES, questa volta “solo” in versione aggiornata, grazie al codice concesso dal publisher.