Gli sviluppatori Jan Willem Nijman e Kitty Calis (Minit), Terri Vellmann e Doseone (SLUDGE LIFE), insieme al publisher Devolver Digital, hanno annunciato che Disc Room uscirà su Nintendo Switch e PC il 22 ottobre.
Per far luce su questo mattatoio intergalattico, il nostro team di esperti sviluppatori ha coraggiosamente donato le loro corde vocali alla scienza allo scopo di preparare i giocatori a un’esperienza extraterrestre che sfiderà anche i blade runner più incalliti. Una cosa è certa: Disc Room è qui per uccidere.
Lo sviluppatore ed editore Dotemu ha reso disponibile su Nintendo Switch la versione aggiornata e perfezionata di Ys Origin, il celebre JRPG pubblicato nel 2006 su PC. Il titolo è acquistabile tramite Nintendo eShop per 19,99 euro.
Il trailer di lancio mostra il mondo di Ys Origin nel caos mentre un’invasione demoniaca colpisce il santuario dell’umanità arroccato tra le nuvole. La clip introduce i personaggi giocabili: il santo cavaliere Yunica Tovah e lo stregone Hugo Fact.
I fan di Nintendo Switch possono guidare la grande ricerca per difendere l’umanità da un’orda implacabile di demoni nel prequel di una delle serie JRPGpiù leggendarie e acclamate.
Ys Origin unisce un combattimento dal ritmo arcade, un platform leggero e la caccia ai tesori in labirinti pieni di mostri, rendendo il viaggio emozionante e gratificante.
Brawlhalla, il picchiaduro free-to-play sviluppato da Blue Mammoth, ha un nuovo personaggio nel proprio roster, Mako The Shark.
Ubisoft annuncia che Mako, un’agguerrita e tempestosa femmina di squalo, è già disponibile per 7.200 pezzi d’oro. Si tratta della seconda leggenda a combattere con uno spadone in Brawlhalla.
Nella Grande guerra di Atlantide, gli dèi hanno combattuto per il controllo della fantastica città. Quando Zeus ha colpito Poseidone con un fulmine, la giovane figlia di Poseidone, Mako, ha lanciato un furioso attacco contro Atlantide, così terribile che gli stregoni della città scelsero di affondarla pur di sfuggire alla sua ira, lasciando così Zeus a bocca “asciutta”. Mako è poi diventata la regina della città sommersa, vincendo molte battaglie anche solo grazie alla paura che incuteva ai suoi nemici. Ma era più interessata a combattere che a governare, perciò ora è nel Valhalla, dove è una feroce lottatrice e un’ottima partner nel 2 contro 2.
Brawlhalla e Mako sono disponibili gratuitamente per PlayStation 4, Nintendo Switch, Android, Xbox One, Classic Mac OS, iOS, Microsoft Windows.
Perfect World Entertainment ed Echtra Games hanno annunciato la data d’uscita ufficiale del dungeon crawler Torchlight III.
Il titolo sarà ufficialmente disponibile su Steam, Xbox One e PlayStation 4 il 13 ottobre. La versione Nintendo Switch sarà disponibile più avanti nel corso del 2020.
Inoltre, i giocatori che stanno provando Torchlight III in Accesso anticipato su Steam verrà automaticamente dato l’accesso alla versione completa.
Tutte le versioni del gioco saranno disponibili al prezzo di 39,99 euro e includeranno un compagno esclusivo, per piattaforma, denominato Spiritello.
Qui elenco dettagliato di funzioni per l’uscita completa di Torchlight III:
Viaggia nella Frontiera: i giocatori possono esplorare le terre selvagge, formare un gruppo con gli amici, raccogliere i materiali per creare oggetti, usare mappe magiche per entrare in dungeon sconosciuti oppure vantarsi del proprio bottino in città! C’è sempre qualcosa da fare nella nuova Frontiera.
Costruisci e migliora il tuo Forte: è il momento di ricostruire! I giocatori possono godersi un Forte personale sul proprio account, dove possono migliorare l’equipaggiamento e ristrutturare l’edificio per mostrarlo ai loro amici e al mondo. Il gioco permette loro di costruire monumenti di potere, stalle per i compagni e altro ancora!
Scegli una Reliquia: le Reliquie sono oggetti di enorme potere che danno ai giocatori una serie di abilità attive e passive. I giocatori sceglieranno una tra cinque di queste all’inizio del loro viaggio e useranno punti abilità per sbloccare o migliorare le abilità della loro Reliquia. La Reliquia è una parte importante della strategia di un personaggio: scegli saggiamente!
Colleziona equipaggiamento epico: utilizza una consistente varietà di armature e armi trovate per la frontiera, tra cui cappelli affascinanti, vestiario per il compagno e opzioni di locomozione uniche. I giocatori possono scegliere tra una vasta gamma di armi adatte al loro stile di gioco e alla loro build di classe. Con oltre cento oggetti leggendari, i giocatori possono acquisire in modo permanente le relative abilità speciali per rendere i propri personaggi unici e ancora più potenti.
I compagni sono tornati: i giocatori possono combattere per la fama e la gloria con i loro leali compagni! Ognuna delle numerose specie ha una miriade di colori e stili, perciò gli avventurieri non devono accontentarsi del primo compagno che trovano. Possono anche potenziarli aggiungendo abilità, dotandoli di equipaggiamento e rendendoli più resistenti, e affrontare i nemici assieme come una squadra. I compagni hanno anche il proprio capiente inventario per gli oggetti e i giocatori possono mandarli a venderli direttamente in città.
Crea il tuo eroe: con quattro classi tra cui scegliere, assieme a 20 combinazioni di classe e Reliquia – ciascuna che offre uno stile di gioco unico – nonché una vasta gamma di scelte su dove piazzare i punti abilità, i giocatori possono utilizzare meccaniche specifiche per massimizzare il danno e le loro probabilità di sopravvivenza. Torchlight III permette loro di raccogliere equipaggiamento epico, selezionare i poteri della loro Reliquia e personalizzare l’attrezzatura per creare uno stile di combattimento unico per i loro eroi
Ciascuna versione di Torchlight III conterrà il seguente compagno Spiritello esclusivo: Steam: Spiritello scintillante violetto
Xbox One: Spiritello scintillante verdeggiante
PlayStation®4: Spiritello scintillante azzurro
Nintendo Switch: Spiritello scintillante cinereo
Torchlight III prevede quattro classi di eroe diverse e cinque potenti Reliquie, ciascuna con abilità e poteri unici:
Il Mago crepuscolare è un incantatore che imbriglia i poteri della luce e dell’oscurità per evocare attacchi devastanti.
Il Forgiato è un potente robot che si affida a un arsenale di armamenti per accumulare calore e scatenare assalti esplosivi.
Il Mastrorotaia è un concentrato di potenza esperto in locomotive che si sfoga in combattimento con un enorme martello e un treno da battaglia pesantemente armato.
Il Tiratore scelto è un personaggio a distanza potente e agile che usa abilità incredibili con armi a lunga gittata e gingilli magici per abbattere i nemici da lontano.
Reliquie:
Tormento – Evoca un ammasso di ragni e lancia delle raffiche di veleno letale.
Succhiasangue – Cura le ferite di un giocatore mentre i nemici sanguinano.
Cuorefreddo – Controlla le masse tramite congelamento, rallentamento o respingimento delle minacce immediate.
Elettrodo – Scatena un’imprevedibile ondata di elettricità.
Distruttorefiammeggiante – Brucia costantemente i nemici e incendia tutto.
Witcheye è un platform puzzle game che ha dimostrato la capacità di un titolo mobile di poter approdare con successo su console. L’intuizione del gameplay è interessante, mentre il level design necessita di una revisione con un aumento della difficoltà. Il prezzo (4 euro) mi spinge a consigliarvi un titolo che presenta boss fight divertenti e una pixel art ispirata.
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Dopo un anno nel mondo del mobile, Witcheye vuole dimostrare che i giochi per smartphone possono competere anche nel mondo PC e console. In questo caso, il Nintendo Switch si dimostra essere la piattaforma migliore per recensire un titolo che sta tra due mondi spesso considerati distanti.
Witcheye racconta le peripezie di Mabel Syrup, una strega che subisce il furto dei propri ingredienti magici e gemme da parte di due buontemponi, un cavaliere e uno stregone di cui conoscerete i nomi una volta terminato il gioco. Per una volta, la strega non è l’antagonista dell’avventura, ma la povera vittima di un furto che la porterà in giro per un mondo eterogeneo e colorato, abitato da nemici più o meno grandi.
Old Style
Witcheye è un platform puzzle gamevecchio stile per tanti motivi. Il colpo d’occhio è la pixel art molto colorata e ironica, pensata per l’ingenuità di un pubblico molto giovane mentre strizza l’occhio ai più grandi. Witcheye è chiaramente ispirato a Shovel Knight e Super Mario, ma mai quanto ora è importante sottolineare che ispirazione non significa plagio. Il rompicapo ha una propria anima e ogni avversario presente in gioco ha un nome e una caratteristica peculiare.
Il comparto audio non fa urlare al miracolo, ma si mette in mostra con momenti ispirati, che stimolano il proseguo dell’avventura, e in certi casi scandiscono il tempo delle azioni da eseguire.
Il gioco di Moon Kid e Devolver Digital si distingue da qualsiasi altro rompicapo a piattaforme grazie a un gameplay tanto semplice da capire quanto complesso da mettere in pratica. Il nostro alter ego si muoverà sullo schermo sotto forma di occhio, witcheye per l’appunto. L’occhio della strega può essere mosso in qualsiasi direzione, compreso rimbalzare sulle pareti, e continuerà per inerzia fino a quando non si premerà il pulsante A del nostro Nintendo Switch. Questa scelta implica che sarà molto importante sapere quando continuare in una direzione, quando cambiarla o quando semplicemente fermarsi.
I nemici sapranno metterci in difficoltà, ma la vera sfida è contro noi stessi, perché sarà necessaria un po’ di pratica prima di prendere familiarità con un sistema di comandi che su Nintendo Switch può essere duplice: touchscreen, come per le versioni mobile, oppure via joystick. Come avrete già intuito, non vi è nessuno motivo per usa il touchscreen, eccessivamente scomodo sia per precisione che per la mancanza di visione data dal vostro dito su un gioco estremamente dinamico.
Level design da rivedere
Ogni livello consente di collezionare quattro gemme, tre verdi e una blu. Per farlo, bisogna abbatte i nemici più impegnativi e cercare bene all’interno dello scenario. Però, nel caso non siate interessati al collezionismo, Witcheye risulta troppo semplice per circa tre quarti dell’avventura. Infatti, il level design ha un’importante lacuna nella costruzione che permette, a chi vuole darsi una mossa, di bypassare la maggior parte dei nemici e giungere fino alla fine. Per questo motivo, in quanto obbligatorie, le boss fight sono le sfide più interessanti del gioco.
I boss di Witcheye permettono ai veri videogiocatori di poter notare diverse citazioni sia nelle sembianze che nella sfida che offrono. Non fornirò ulteriori dettagli in merito, ma se avete giocatoSuper Metroid, troverete enormi somiglianze con un boss in particolare, che ha fatto parecchio penare Samus Aran. In Witcheye, i boss sono decisamente meno impegnativi del gioco Nintendo, ma sapranno darvi una vera sfida che bilancerà il livello di difficoltà.
Il titolo è disponibile inizialmente solo a difficoltà normale, mentre la modalità difficile sarà sbloccata dopo aver terminato il gioco una prima volta, insieme alla modalità timer.
One long run
Witcheye è un gioco leggero in tutti i suoi aspetti e rispecchia l’old style anche per la longevità. Il titolo si può terminare in meno di quattro ore, ma è estremamente rigiocabile. Non può essere considerato un difetto se consideriamo che Witcheye si rifà agli anni ’80, dove i videogiochi si potevano terminare in un’unica lunga run. Inoltre, la scarsa lunghezza del gioco è giustificata dal prezzo. Infatti, Witcheye è disponibile sul Nintendo eShop alla modifica cifra di quattro euro.
Il titolo di Devolver Digital è uno di quei giochi di cui mi auguro un seguito con un budget più ampio, sperando di poter vedere un level design più solido e magari nuove feature di progressione e abilità.
Nel frattempo, mi sento di consigliarvi Witcheye, perché dimostra che una semplice idea nel gameplay, unita a un’indubbia qualità artistica, permette di creare un videogame capace di divertire e far passare qualche ora di sfida in un momento storico dell’industria in cui i giochi sono troppo spesso rimasterizzati piuttosto che usati come fonte di ispirazione.
Modus Operandi
Ho terminato Witcheye in quasi quattro ore grazie a un codice per Nintendo Switch gentilmente fornito dal publisher.
L’idea che si ha di Super Mario è strettamente legata alla serie platform iniziata nel 1985 con Super Mario Bros. Dati alla mano, possiamo dire che questa visione è errata da almeno 30 anni. Super Mario conta solo 19 platform originali contro un centinaio di titoli con un genere completamente diverso dalle piattaforme.
Gli inizi
Il personaggio nasce nel 1981, quando Nintendo, in difficoltà, porta sul mercato un gioco arcade che salverà la compagnia, Donkey Kong. Il titolo si basa su un “jumpman”, che deve salvare la principessa dal King Kong di Nintendo. Il gioco sarà un successo e l’eroe prenderà il nome di Mario.
Dal 1985, il jumpman si mette in proprio e nasce il grande platform game Super Mario Bros. Da quell’anno, Super Mario sarà ricordato come il re dei giochi platform per l’enorme qualità dei suoi titoli principali, ma oggi il franchise Mario vive soprattutto di altro.
I titoli principali
Nintendo afferma che i titoli principali, tutti platform 2D o 3D, della serie Mario sono 19:
Super Mario Bros. – 1985
Super Mario Bros. 2 – 1988
Super Mario Land – 1989
Super Mario Bros. 3 – 1990
Super Mario World – 1991
Super Mario Land 2: 6 Golden Coins – 1992
Super Mario 64 – 1996
Super Mario Sunshine – 2002
New Super Mario Bros. – 2006
Super Mario Galaxy – 2007
New Super Mario Bros. Wii – 2009
Super Mario Galaxy 2 – 2010
Super Mario 3D Land – 2011
New Super Mario Bros. 2 – 2012
New Super Mario Bros. U – 2012
Super Mario 3D World – 2013
Super Mario Maker – 2015
Super Mario Run – 2016
Super Mario Odyssey – 2017
Tutti questi giochi, incluso il titolo mobile Super Mario Run e l’ibrido Super Mario Maker, sono dei giochi a piattaforme. Questa visione della storia di Mario non rende giustizia alla moltitudine di titoli in cui è comparso l’idraulico italiano. Infatti, la maggior continuità della serie principale si ha tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90. Successivamente, la saga principale di Super Mario è stata narrata prendendosi più tempo tra un titolo e un altro.
Ovviamente, oggi serve maggior tempo per creare un titolo di altissima qualità, come lo sono i Mario attuali e Nintendo ha moltissime IP diverse da coltivare. Però, Super Mario è da 30 anni che compare in moltissimi titoli che portano il suo nome.
Gli altri
I giochi che presentano il nome Mario sono 161. I platform game 2D e 3D sono in totale 47. Solo il 30% dei titoli che portano il nome di Mario sono dei giochi a piattaforme.
In particolare, la distribuzione annua dei titoli platform di Super Mario ci fa capire come il franchise sia nato negli anni ’80 come genere 2D a scorrimento laterale, per poi trasformarsi nel primo vero brand videoludico della storia, abbracciando differenti generi. Esattamente come sta tentando di fare il franchise Pokémonnei nostri giorni.
I principali generi che hanno il faccione di Mario in copertina sono una decina. Tra questi, i più importanti in termini di quantità sono, in ordine: gli sportivi, i puzzle game, i party game, i giochi di corsa, che fanno categoria a parte, e gli RPG.
I videogiochi dedicati allo sport sono una categoria molto ampia e contengono titoli come Mario Golf, Mario Tennis, il dimenticato Mario Strikers, ma anche la più generica serie Mario Sports e gli olimpionici di Mario & Sonic.
I puzzle game sono stati tra i primi esperimenti del franchise. Facili da realizzare, trovano la sua forma perfetta in Dr. Mario, mentre la categoria party si accosta alla serie Mario Party. Allo stesso modo, i giochi di corsa del brand sono accostati alla serie Mario Kart.
La questione è più delicata quando si parla di gioco di ruolo. Inizialmente arrivò l’amatissimo Super Mario RPG, ma il genere si divise in due serie, Mario & Luigi e Paper Mario. I più puristi dissentiranno su dove collocare i vari capitoli di Paper Mario, dato che l’appena arrivato Paper Mario: The Origami King presenta delle meccaniche che si allontano abbastanza dal genere, come già fatto da alcuni suoi predecessori.
Conclusione
Sul franchise Super Mario si potrebbe parlare per giorni e probabilmente servirebbero vari esperti di storia della comunicazione per poter comprendere l’immensità di un personaggio che spazia in qualsiasi media e gadget. Al giorno d’oggi, è quasi riduttivo parlare dell’idraulico italiano come un personaggio videoludico. Lui, e tutti i suoi carismatici compagni di avventura, sono ormai parte integrante della società pop e la sua notorietà va ben oltre i soli videogame.
I dati però sono chiari. Super Mario è nato negli anni ’80 come un gioco a piattaforme 2D, ma negli anni ’90 la strategia Nintendo ha collocato l’idraulico italiano in moltissimi altri generi, tanto da allontanarsi, per quantità, dal platform . Il trend è stato mantenuto inalterato per tutti i decenni successivi e dato che il primo gioco del 2020 è Paper Mario: The Origami King, possiamo immaginare che sarà così anche nell’immediato futuro.
Limitandoci al solo settore videoludico, il 2020 sarà ricordato come l’anno di transizione verso la nuova generazione di console. In un momento di profonda incertezza sulle qualità di Xbox Series X e PlayStation 5, l’unica conferma sembra arrivare da Nintendo Switch, una console necessaria da avere, ma non sufficiente per conoscere l’intero panorama videoludico di questi anni.
Fino al Nintendo Wii U, i meme si concentravano su una console war a tre con i PC gamer che guardavano divertiti la scena. Nintendo Switch ha sovvertito le regole e oggi su reddit potete trovare soprattutto vignette in cui la console di Kyoto se la ride mentre Microsoft e Sony lottano per la loro visione di gaming, ormai non troppo diversa da quella PC.
Il 2020 è di Nintendo Switch
In un periodo di emergenza sanitaria, Nintendo Switch ha fornito al mondo un anti-stress quasi assuefativo come Animal Crossing: New Horizons e si è impone come console di riferimento di quest’anno, anche al di fuori degli appassionati di videogiochi. La console nipponica è oggi un evento mediatico e la sua diversità gli permette di continuare sui suoi binari, senza bisogno di evolversi durante il prossimo anno. In altre parole, Nintendo Switch è un successo di questa generazione e lo sarà anche per la prossima.
Per questo motivo, penso che sia fondamentale per tutti gli amanti dei videogiochi possedere la console giapponese per conoscere l’intero panorama videoludico. Personalmente, non gioco in mobilità. Al massimo, posso decidere di cambiare stanza, ma posseggo un Nintendo Switch, perché ritengo che chiunque abbia passione per i videogame, debba assolutamente aver giocato a dei titoli che saranno ricordati per anni come punti da raggiungere.
Una console necessaria
Se siete degli amanti dei picchiaduro, troverete in Dragon Ball FighterZ e Street Fighter V tante ore di divertimento, ma non potrete non aver provato Super Smash Bros. Ultimate, il miglior gioco della serie.
Se preferite i platformer, Ratchet & Clank per PlayStation 5 vi starà probabilmente stuzzicando, così come l’annuncio di Crash Bandicoot 4: It’s About Time. Però, entrambi si dovranno scontrare con una certezza che ha definito gli standard odierni, Super Mario Odyssey.
Le uniche alternative ad Animal Crossing: New Horizons, per chi non ha la console Nintendo sono Stardew Valley e Harvest Moon, ma il successo dell’opera del Team 5 è stata così ampia che ha trasformato quei due ottimi prodotti in surrogati.
Ovviamente, non dimentico quello che per me è il re indiscusso dell’attuale generazione: The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Ci sono della alternative a questo gioco in termini di gameplay e ne parleremo dopo, ma non esiste un altro The Legend of Zelda ed è un’esclusiva Nintendo che tutti, veramente tutti, dovrebbero aver giocato almeno una volta nella vita.
Quelli che ho elencato sono i punti fondamentali della generazione odierna, che chiunque deve aver provato per poter capire se i giochi che usciranno domani sono veramente innovativi. Però, nel mio gusto personale c’è molto di più. Per capire l’evoluzione dei JRPG, è necessario aver conosciuto la serie Xenoblade Chronicles mentre Fire Emblem: Three Houses è semplicemente il miglior gioco di una serie che è in realtà un genere a sé stante.
Se siete tra quelli che amano i videogiochi, ma se come molti player italiani, giocate solo su smarthphone e state cercando di capire su quale console orientarvi, non posso che dirvi che Natale è troppo lontano e Nintendo Switch va giocata subito.
Se invece possedete un PC da gaming, una PlayStation 4 o una Microsoft Xbox One, allora Nintendo Switch vi completerà come videogiocatori per tutti i motivi elencati sopra.
Una console non sufficiente
Nonostante le parole d’amore che ho speso per la console di Kyoto, Nintendo Switch non è sufficiente per coprire l’intero mondo dei videogiochi. In altre parole, bisogna assolutamente averla, ma bisogna possedere anche un’altra console o un pc da gaming.
Tutti i titoli che vi ho elencato sono necessari per formare un videogiocatore, ma non sono sufficienti a completarlo. Nintendo ha fatto un ottimo lavoro per portare tante terze parti nel catalogo della sua console, ma non basta.
Infatti, da un lato ci sono porting che non sono all’altezza, come nel recente caso di The Outer Worlds o nel limitato The Witcher 3: Wild Hunt. Mentre dall’altro lato, ci sono videogiochi che sono esclusive di altre console, o semplicemente non potranno mai girare su Nintendo Switch.
I nomi sono tanti, ma alcuni bisogna obbligatoriamente citarli. The Last of Us II è un capolavoro acclamato. Se The Legend of Zelda: Breath of the Wild si gioca il titolo di miglior titolo degli ultimi dieci anni, un suo concorrente può essere un altro caposaldo dell’open world come Red Dead Redemption 2.
Se parliamo di remake invece ci sono dei giochi che hanno fatto la storia due volte. Prima con la versione originale e oggi con il proprio remake. Parlo ovviamente di Final Fantasy VII Remake e Resident Evil 2 Remake.
A titolo personale penso che Monster Hunter: World è un gioco che tenta molti fan Nintendo e personalmente ho grandi aspettative nei confronti di Cyberpunk 2077 e Baldur’s Gate III. In questo caso, il cloud gaming potrebbe colmare molte lacune. Purtroppo, la rimozione di Monster Hunter: World da Geforce NOW mi ha dato poche certezze per il futuro.
Conclusione
Questo articolo vuole essere la versione soft di un manifesto contro la console war. Che voi siate dei PC gamer, dei sonari oppure degli xboxari, dovete assolutamente avere un Nintendo Switch. D’altro canto, il Nintendo Switch non può essere la vostra unica console, perché non permette di avere una visione globale del mondo dei videogiochi.
Il 2020 è l’anno di transizione perfetto per colmare importanti lacune videoludiche. L’emergenza coronavirus ha rallentato anche l’industria dei videogiochi, ma questo momento negativo può essere sfruttato per recuperare dei pezzi che diventeranno storia. Prendetevi del tempo per capire cosa vi manca per completarvi come giocatori e sfruttate a pieno questi mesi prima delle feste natalizie, perché il 2021 ci porterà così tante novità che sarà difficile voltarsi indietro, finendo per non poter mai più mettere mani su capolavori che ci permetterebbero di capir meglio quello che sta per arrivare.
C’è una regola non scritta, ma troppo spesso applicata, per cui sono necessarie sette ore per recensire un videogame. Avete mai letto recensioni, anche di grande testate, in cui si parlava di criticità in un videogame che venivano risolte proseguendo con il gioco? Probabilmente il recensore, per una questione di tempi stretti, si è limitato a descrivere quello che ha visto e non era l’intero gioco.
Se si riservasse lo stesso trattamento a Xenoblade Chronicles 2, il suo voto sarebbe tremendamente basso, perché le prime ore possono essere provanti per molti giocatori, me incluso.
Probabilmente, la scelta più onesta sarebbe fare due recensioni di Xenoblade Chronicles 2. Infatti, le prime 15 ore di gioco sono un enorme tutorial che dovrebbe essere considerato come una preparazione al titolo vero e proprio.
Passata la tempesta, posso raccontarvi la mia esperienza per convincervi a non abbandonare il gioco troppo presto. Infatti, superati alcuni punti, il gioco prenderà un altro ritmo e sarà molto più piacevole camminare sopra la schiena dei titani. Sono onesto, sarebbe un vero peccato non aver vissuto questa profonda avventura, quindi vi aiuterò per quanto mi è possibile a tornare su Xenoblade Chronicles 2.
Open World
Molti dei migliori titoli degli ultimi anni sono degli Open World. Da Zelda: Breath of The Wild, passando per The Witcher 3 fino a Red Dead Redemption 2, il mondo aperto è stata la base di molti capolavori moderni.
Però, la parola mondo aperto suona a volte un po’ ipocrita. Si parla spesso di grande libertà, ma non sono pochi i casi di Open World contenenti dei subdoli vincoli, che ci costringono a seguire comunque una linea ben precisa.
Per esempio, in Zelda: Breath Of The Wild si parte da una regione molto limitata per poi allargarsi totalmente quando si dispone della paravela. Una scelta assennata, perché Nintendo ci guida fino a quando non prendiamo confidenza con il sistema di gioco.
In Xenoblade Chronicles 2, sognatevelo!
Nelle prime ore di gioco mi sono ritrovato in un mondo in cui i livello 5 sono al fianco dei mostri livello 35 e mentre ragionavo sul perché, venivo massacrato da un mostro volante, che mi planava addosso con tutti i suoi 15 livelli in più. La prima cosa che ho imparato, e che vi consiglio caldamente, è muovere la telecamera anche per guardare in alto, perché l’aggro dei mostri può essere realmente difficile da interpretare e trovarsi nelle fauci del nemico è estremamente facile.
Gestione dell’aggro
Il mondo aperto di Xenoblade Chronicles 2 si fonda sul concetto di realismo. È logico vedere un cucciolo di Riik al fianco della sua controparte adulta, ma può essere molto frustrante lanciare un sassolino al piccolo Riik per ritrovarsi poco dopo addosso tutti i familiari, anche quelli più distanti.
Il sistema di gestione dell’aggressività dei nemici mi è costata la vita molte volte all’inizio del gioco e la morte può sopraggiungere anche se si è particolarmente accorti. Infatti, i nemici sono sempre in movimento, causando non poco mal di testa anche a chi si sforza di evitarli.
I miei consigli sono due: tenere bene le distanze dai mostri più aggressivi, che attaccano a vista, e soprattutto prendere in considerazione l’elevata possibilità di essere attaccati anche da altri mostri della stessa specie presenti nell’area, anche se distanti.
Questi accorgimenti potrebbero costringervi a superare una zona semplicemente correndo più velocemente possibile. Non abbiate vergogna nel farlo, è una scelta assolutamente sensata e realistica.
Dialoghi
Ho scelto di giocare un JRPG e so che il numero di parole che dovrò leggere sarà molto alto. Però a differenza di altri giochi di ruolo, in Xenoblade Chronicles 2, sono pochi i dialoghi che possono essere sottovalutati. Infatti, il diario delle quest è molto scarno e le frecce che indicano la zona in cui andare, non sono sempre di aiuto.
Per questo motivo, sarà fondamentale fare attenzione a quel che si legge per poter proseguire in determinate quest. Inoltre, gli sviluppatori hanno concesso l’attivazione di una sola missione alla volta, cosa che rende fastidioso completare le missioni secondarie.
Ho parlato con altri giocatori di Xenoblade Chronicles 2 e una buona parte di loro mi ha rivelato di aver completato pochissime missioni secondarie. I motivi sono lampanti sin dalle prime ore di gioco.
La prima motivazione è il poter attivare al massimo una singola quest alla volta, rendendo molto snervante dover andare sul menù e attivare ogni volta la missione.
La seconda motivazione risiede nuovamente nel mondo aperto. In Xenoblade Chronicles 2 non ho ancora avuto il problema di essere sotto-livellato per la main quest. Di conseguenza, non sembra esserci un gran motivo per fare le missioni secondarie. Allo stesso tempo, l’open world non aiuta chi vuole andare in giro per la mappa.
Il mio consiglio è diseguire solamente la missione principale per almeno le prime 15 ore e tornare appositamente per le side quest in un secondo momento.
Troppe informazioni
La quantità di testo da leggere non colpisce solo le missioni, ma anche i tutorial. Il loro pregio è che sono abbastanza chiari, ma le meccaniche hanno una certa complessità. È assolutamente normale dimenticarsi la sequenza di status Fiaccamento > Atterramento > Lancio > Schianto, tanto che all’inizio ho dovuto giocare con lo smartphone al fianco fino a quando la sequenza non mi si è impressa in mente.
Internet contiene tutte le meccaniche del gioco. Se non vi ricordate qualcosa, andate a cercarla, perché vi sarà molto utile dopo.
La solitudine
Considerate anche che molte combo non potrete usarle all’inizio, perché sarete da soli. Fate le vostre prove, ma rendetevi conto che a volte alcune cose non si potranno fare con il solo Rex in party.
Nel momento in cui vi troverete con il solo Rex in party, pensate alla sopravvivenza. A breve ritroverete i compagni squadra, quindi preoccupatevi solo di andare avanti con la missione principale, aspettando tempi migliori.
Come avrete capito, le prime ore di Xenoblade Chronicles 2 mettono alla prova il vostro spirito di sopravvivenza. Immergetevi nel gioco come se fosse un Survival Horror. Dovete solo sopravvivere, ci saranno momenti migliori per esaltarsi con combo e meccaniche extra.
Conclusione
Xenoblade Chronicles 2 ha una curva di apprendimento molto particolare. Siamo seguiti passo passo, ma ogni tanto ci lasciano da soli per fare le nostre esperienza e quando succede è assolutamente normale sentirsi spaesati.
Xenoblade Chronicles 2 è come un corso di informatica. Pensiamo di aver capito tutto leggendo libri e articoli teorici, ma quando ci mettiamo davanti allo schermo, non sappiamo nemmeno trovare il pulsante d’accensione del computer. Però, passato lo shock iniziale, Xenoblade Chronicles 2 è una storia coinvolgente, che non vi farà rimpiangere la scelta di essere andati avanti dopo le prime difficoltà.
Mi auguro che con questi piccoli consigli vi abbiano fatto venir voglia di dare una seconda possibilità a Xenoblade Chronicles 2, un capolavoro unico nel suo genere grazie a delle meccaniche complesse, che hanno sbalordito anche un fan del genere . Nel mio caso, ho cominciato a giocare i JRPG 22 anni fa, poi mi sono innamorato anche di quelli occidentali, a partire dal primo Baldur’s Gate. Non mi sbalordisce più nulla dei GDR, ma il capolavoro di Monolith Soft per Nintendo Switch c’è riuscito.
Xenoblade Chronicles 2 è una nicchia in una nicchia, ma se lo avete acquistato, vi meritate di scrollarvi di dosso la frustrazione e godervelo in tutta la sua straordinaria bellezza.
Super Metroid è invecchiato bene. Il titolo Nintendo dimostra di essere ancora all’avanguardia in termini di level design. Una versione rimasterizzata che migliori alcuni comandi vetusti, potrebbe sfidare i metroidvania moderni. La difficoltà può essere un ostacolo, ma è un must da giocare almeno una volta nella vita.
8.5
Ho giocato Super Metroid nel 2020. Oltre che per il mio personale divertimento, ho rivissuto questa avventura per capire se il titolo ha resistito al tempo. Mi riferisco un po’ a tutto il gioco. Dalla grafica, all’audio, dal gameplay al game design e se può reggere il confronto con i metroidvania del momento. Con questa recensione nel 2020 di Super Metroid voglio spiegarvi perché il titolo è ancora divertente e perché dovreste giocarlo anche voi.
Un’anima diversa
Super Metroid esce nel 1994 per Super Nintendo. Si tratta di un platform 2D, un genere comune per il tempo, ma con un’anima totalmente diversa. Le caratteristiche principali del titolo sono due: problem solving e upgrade.
Il gioco per SNES è ambientato in un’unica mappa che esploreremo in modo non lineare. L’esperienza di gioco di molti di platform 2D è molto basilare: entro in una zona, vedo un enigma e rimango lì finché non lo risolvo. Poi posso passare alla prossima area. Ripeto e ripeto.
Super Metroid parte invece dall’idea che ci sono più percorsi all’interno di una zona e molto spesso alcuni di questi non sono attraversabili con l’equipaggiamento che si ha all’inizio. Da questo particolare punto prendono spunto i metroidvania moderni come SteamWorld Dig 2, Hollow Knight, Guacamelee, gli Ori e Dead Cells per citare solo i più noti.
Già in Crateria, la prima area di gioco, ci ritroviamo di fronte a un’enorme statua d’oro, che sembra totalmente inutile, ma che sarà il punto nevralgico dell’end-game. Le statue sono parte integrante del titolo e molto presto imparerete ad amare le statue Chozo, almeno finché una di queste non tenterà di uccidervi. Esse contengono gli upgrade principali per l’armatura di Samus Aran e ci permetteranno di andare avanti con l’avventura.
The Beautiful Mind
La soddisfazione di un nuovo equipaggiamento non è spiegabile a parole. Immaginate di attraversare intere aree con piccoli cunicoli in cui non potete entrare e dopo qualche ora avere la possibilità di diventare una pallina che può cimentarsi in qualsiasi tunnel dalla grandezza di un quadrato. Il vostro cervello riceverà una sensazione simile a quanto visto in The Beautiful Mind.
La voglia di tornare indietro per capire cosa vi siete persi è alle stelle e mi sento ridicolo quanto vi dico che ho avuto la sensazione di sentirmi più intelligente delle media, perché avevo colto particolari che in realtà avevano già notato tutti prima di me. Un po’ come quando ti guardi attorno mentre guardi un film con gli amici perché hai capito una parte di trama non rivelata, ma ti calmano subito perché loro l’avevano compreso 15 minuti fa.
Se siete dei videogiocatori con una grande memoria, il gioco vi potrà dare solo soddisfazioni, ma se come me, non siete attenti a tutti i minimi particolari, probabilmente vi ritroverete in dei punti in cui non saprete cosa fare. Super Metroid è un titolo tanto divertente quanto difficile perché il problem solving è crudele. Infatti, a volte non è possibile andare avanti e dovrete aspettare il prossimo upgrade, come per esempio il wave beam che vi permetterà di avere una sorta di rampino per superare delle zone costruite ad hoc.
Altre volte, invece, il problema è solamente difficile, ma è complicato rendersene conto. Questo ci costringerà a fare un sacco di giri inutili per ritornare nuovamente in quella zona e capire che bastava tirare una bomba accanto un muro per aprire un varco, che ci spiana la strada per molte ore di gioco.
L’età che avanza
Ovviamente il gioco è difficile per sua natura. Siamo negli anni ’90 e i giochi sono tremendamente ardui. Ci sono quattro boss principali nel gioco, oltre ai vari mini-boss e sono veramente sfidanti.
Phantoon mi ha messo in vera difficoltà e sono dovuto morire un numero considerevole di volte prima di capire come saltare a tempo per evitare di farmi massacrare. Se lo guardi in un video sembra relativamente facile, ma proprio la sua naturalezza lo rende complicato. Pensi di dover scoprire chissà quale segreto, come avviene durante alcuni scontri, come per esempio con Draygon, e invece basta saltare al momento giusto. E oggi saltare in Super Metroid è tanto fondamentale quanto difficile.
Il gameplay è l’unica cosa che è parzialmente invecchiata in Super Metroid. In realtà sono due i problemi principali: i dorsali per mirare in diagonale e il sistema di salto in casi particolari come il wall jump o lo screw attack.
Oggi gli analogici ci permettono di mirare in diagonale, mentre il titolo per Super Nintendo usava i tasti dorsali L/R per permettere questo movimento fondamentale con alcuni nemici, come il boss finale, Mother Brain.
Nonostante sia vero che arrivati a quel punto si prenda padronanza del movimento, durante tutto il gioco ho avuto difficoltà a mirare in diagonale. Non potete nemmeno immaginare il numero di parole fuori luogo che ho tirato quando sbagliavo a usare il rampino, con conseguente caduta e necessità di rifare tutto un pezzo da capo, mentre il gioco che se la ride perché sa di essere severo, ma ritiene che me lo meriti.
Salti malefici
Il wall jump è malefico. Sembra facile, ma può essere eseguito solamente rilasciando il tasto del salto quando si cambia direzione. Una scelta tecnica completamente differente rispetto a quanto avviene già da molto tempo nei videogiochi. Di conseguenza, è impossibile da maneggiare se non si prova e sbaglia decine e decine di volte.
Quando ho ricevuto l’ultimo upgrade, lo Screw Attack, ero contentissimo di poter diventare una palla di elettricità che potesse distruggere qualsiasi cosa in aria. L’idea di rimanere sospeso e superare tutte le zona platform difficili mi facevano sentire un Dio, ma poi la triste verità. Ho dovuto consumare tutta la pelle del mio pollice per riuscire a capire come superare le zone verticali con lo screw attack, perché l’analogico non lavora bene in questa situazione e il D-Pad mi ha fatto tornare in mente tutti i dolori fisici provati con il Super Nintendo e la PlayStation.
Le perle
Parliamoci chiaro, Super Metroid è ancora divertente e ha mantenuto intatto il suo fascino. La grafica è ancora bella. L’armatura di Samus ha dei colori sgargianti che vanno in contrasto con un’ambientazione che passa dal selvaggio allo sci-fi con una naturalezza incredibile.
Se non ci sono testi in Super Metroid è perché grafica e audio li rendono poco importanti. Le colonne sonore di Kenji Yamamoto sono ancora oggi delle perle, quindi ricordatevi di tenere l’audio a palla quando giocate questo titolo.
Metroidvania
Ci saranno altri momenti per approfondirlo, ma Super Metroid non è un metroidvania. La serie Metroid è sui generis e giocarlo è assolutamente obbligatorio se volete capire come si è evoluto il platform 2D negli anni.
L’esperienza di gioco dei metroidvania odierni è totalmente diversa da quella del titolo per Super Nintendo. Super Metroid è ancora divertente, ma per poterlo capire dovete assolutamente provarlo, perché la sua profondità non sempre rende bene in un video su YouTube. In definitiva, il mio consiglio è di giocare Super Metroid, perché è un’esperienza che nessun altro videogame può darvi.
Nintendo ha pubblicato con estrema sorpresa proprio ieri il suo attesissimo Nintendo Direct Mini. Nonostante ci fossero diversi leak che parlavano di un Nintendo Direct, non è stato fatto nessun annuncio ufficiale anticipato e tutti avevamo perso le speranze.
Però, all’improvviso, è spuntato nella sua forma Mini. La desinenza finale sta nella durata del video che è la metà rispetto alla sua forma classica.
Perché Mini?
Ci sono stati diversi titoli annunciati, anche di grande impatto per essere delle terze parti. Non si tratta di nulla realmente nuovo e che non era già stato discusso prima ufficialmente.
Personalmente mi fa piacere avere la possibilità di giocare in portabilità XCOM 2, finire la saga di Bioshock e provare Borderland, ma mi aspettavo di più. Anche Xenoblade Chronicles e Bravely Default II sono titoli estremamente interessanti, ma ancora non mi basta.
Mi aspettavo qualche news su Zelda: Breath of The Wild 2 o qualche altra IP Nintendo che potesse farci gridare al miracolo, ma non è arrivata. Però possiamo stare tranquilli, perché i dati sono a nostro favore.
I dati
Sono andato a spulciare all’interno degli archivi Nintendo alla ricerca dei Nintendo Direct Mini, perché mi suona molto strano, che in un periodo in cui la community stia letteralmente impazzendo per gli annunci digitali della Nintendo, la casa di Kyoto decida per una versione dimezzata.
Il primo Nintendo Direct è stato pubblicato il 21 ottobre 2011 e l’ultimo è stato il numero 63 considerando anche gli speciali per singolo videogame e quelli dell’E3. Solamente 5 di questi sono stati dei Nintendo Direct Mini, ma è sempre stato seguito da un Nintendo Direct di un’ora con una frequenza media di 30 giorni.
In altre parole, ci sono alte possibilità che entro la fine di Aprile ci sarà un altro Nintendo Direct, che ci darà dettagli sulle IP Nintendo che tanto vogliamo.
Data
Tipologia
Differenza
in giorni
27/11/2012
Mini
8
05/12/2012
Classico
13/03/2013
Mini
35
17/04/2013
Classico
18/07/2013
Mini
20
07/08/2013
Classico
11/01/2018
Mini
56
08/03/2018
Classico
Media
29,75
Personalmente mi auguro che si cominci a parlare di Zelda: Breath of The Wild 2, perché il titolo è stato annunciato durante lo scorso E3.
Allo stesso modo, mi auguro che ci sia detto di più in merito a Metroid Prime 4, anche se è stato rinviato. Nel frattempo potremmo almeno consolarci con la trilogia di Metroid Prime, se fosse annunciata entro l’anno.
E voi, quali titoli vorresti vedere quest’anno su Switch?
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