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I Cancelli di Hellwinter: intervista ai creatori del podcast ruolistico

Sempre per la serie di articoli che appartengono al variegato mondo del gioco, oggi vi presento l’interessantissimo progetto I Cancelli di Hellwinter, aiutato come di consueto dal fondamentale contributo dei suoi creatori e curatori.

Con te, Andrea, ci conosciamo da diversi anni, e sei già stato nostro ospite con un’ampia intervista; di conseguenza, direi che è venuto il momento di conoscere anche gli altri ragazzi del party de I Cancelli di Hellwinter. Presentatevi!

Danilo: Eccomi! Sono Danilo Frontani, classe 1980. Sono da sempre un appassionato dei giochi a 360 gradi. Ho iniziato da giovanissimo a giocare ai GDR, poi sono venuti i boardgame e i giochi di carte. Amo anche videogiocare, e se esce un nuovo CRPG potete star sicuri che lo acquisterò. Che poi riesca a finirlo è un altro paio di maniche!

Gianluca: Ciao, sono Gianluca Boccia, ho 43 anni e sono un accanito giocatore di ruolo da più di 30. Amo in particolare le ambientazioni fantasy e il mio GDR del cuore è D&D. Ma sono anche un appassionato di boardgame e videogame.

Marcello: Ciao a tutte/i! Sono Marcello Scarponi, classe 1974. Anche io sono un giocatore veterano e appassionato. Amo la fantascienza e il mio GDR preferito è Cyberpunk, anche se non ci gioco più da tanto tempo. In passato sono stato anche un amante dei giochi di carte collezionabili e non. E sono stato costretto a dire addio alla XBox da quando mia figlia Flavia ha infilato una pila di DVD nel lettore tutti insieme!

Per iniziare, raccontateci che cos’è il podcast de I Cancelli di Hellwinter, come si struttura e come è nata l’idea.

Andrea: L’idea di Hellwinter mi è venuta dopo aver ricevuto da Matteo Poropat e Marco Caponera il suggerimento di trasferire su podcast gli audioracconti e il radiodramma Sotto una Luna Spezzata che avevo caricato sul mio canale YouTube. All’inizio ero un po’ titubante, credevo fosse una cosa complicata da gestire, poi mi sono studiato il tutto, ho capito che potevo farlo, e quindi ho lanciato Hellwinter.

Danilo: All’inizio, quando Andrea ci ha chiesto di registrare delle puntate di cazzeggio ludico insieme a lui, tutto era partito come una cosa molto leggera, solo un gioco. Poi ci siamo innamorati del formato radiofonico, e abbiamo cominciato a fare un po’ più sul serio, con un team che si è evoluto e definito nel tempo.

Gianluca: Guarda, ci siamo convinti a impegnarci di più sulle uscite del podcast quando abbiamo toccato con mano il riscontro positivo da parte delle amiche e degli amici della community, che davvero non ci aspettavamo! Come diciamo sempre, abbiamo scoperto che le avventuriere e gli avventurieri che ci ascoltano si divertono almeno la metà di quanto ci divertiamo noi a registrare!

Marcello: Ma la verità, in fondo, è che siamo dei nerd che non hanno una vita!

Hellwinter GDR - Cronache della Luna Spezzata
Hellwinter GDR – Cronache della Luna Spezzata

Personalmente sono rimasto assai colpito dal radiodramma e dagli audioracconti, in particolare Il Giardino di Pietra, che è un audioracconto interattivo in quattro puntate. Cosa potete dirmi su questo progetto?

Andrea: L’idea mi è venuta sempre nell’ambito delle sperimentazioni che faccio con i giochi interattivi. Se ci pensi, il funzionamento è lo stesso di un LibroGame: si arriva a un bivio e si fa una scelta. Per Il Giardino di Pietra alla fine di ciascuna puntata ho pubblicato dei sondaggi, e poi ho scritto e registrato il seguito della storia in base alla preferenza di chi aveva votato. La cosa è talmente piaciuta che poi l’ho replicata con dev/null: l’audioracconto interattivo che introduce alle vicende di Hong Kong Hustle e che si può ascoltare e giocare sul sito di Aristea”.

Marcello: Diciamo anche che a tutti noi piacciono molto i radiodrammi, che da ragazzini ascoltavamo sulla RAI. Peraltro, su RaiPlay Sound si possono trovare ancora tutti, comprese le riduzioni di Dylan Dog, Tex, Diabolik e Philip Dick. Per le ragazze e i ragazzi più giovani che non li hanno mai ascoltati, potrebbe essere una bella scoperta!

Audiolibri, audioracconti e radiodrammi...
Audiolibri, audioracconti e radiodrammi…

E la campagna di GDR di Hellwinter? Che regolamento usate, e come fate a farla sembrare quasi un radiodramma? Dite la verità, giocate “a copione”?

Andrea: L’ambientazione della campagna è farina del mio sacco, ed è la stessa degli audioracconti e del radiodramma Sotto una Luna Spezzata. Anche il regolamento è stato sviluppato da me.

Marcello: Dopo alcune prove, il regolamento lo abbiamo poi limato appositamente per riuscire a giocare su podcast – o in generale online – in modo agilissimo e veloce.

Danilo: Poi considera che noi giochiamo insieme da una vita. È questo forse che dà l’effetto “radiodramma”. In realtà si tratta di una intesa fra di noi che, come avrai capito, è trentennale.

Gianluca: Oltre comunque al fatto che siamo accomunati dalle medesime letture, passioni cinematografiche e di serie TV. Siamo molto in sintonia. Comunque, per rispondere alla tua domanda, non giochiamo a copione e ogni puntata è per noi sempre una nuova scoperta!

Ho alcune curiosità “tecniche”: come gestite e dove pescate le musiche, gli effetti sonori e compagnia bella?

Andrea: Ci sono diversi siti web che offrono musica ed effetti sonori gratuitamente e per il libero uso, a patto di citarne la fonte. E qualcosa, come la sigla iniziale delle puntate, l’ho composta ed eseguita io. Per il resto, registriamo online multitraccia su una piattaforma dedicata al podcasting. Poi mi dedico al montaggio audio con GarageBand.

I Cancelli di Hellwinter è un progetto fine a se stesso (frutto di puro divertimento) oppure vuole trasformarsi in qualcos’altro, per esempio in un prodotto multimediale, di fruizione di contenuti, in un progetto editoriale o altro? In particolare mi riferisco da un lato alle interviste Hell Talks e ai Winter Party, dall’altro alla campagna GDR e alla relativa ambientazione.

Andrea: Hellwinter è già un piccolo network multimediale, con un podcast e un blog, più un paio di social media. E non ti nascondo che vorrei tantissimo riuscire a far crescere e conoscere l’ambientazione di Hellwinter in vista di un qualche possibile progetto editoriale futuro!

Danilo: Inoltre, in autunno, se tutto va bene, contiamo di sbarcare anche su Twitch, dove porteremo brevi campagne GDR sia di grandi classici, sia delle ultime uscite.

Gianluca: Comunque è un progetto nuovo. Non abbiamo un’idea precisa di come si evolverà. Ci piace molto, al momento, lasciarci trasportare dalla corrente.

Marcello: L’idea che ci ispira è quella di esplorare diverse forme di comunicazione, e di avere una scusa eccellente per provare un sacco di nuovi giochi! Inoltre, da quando abbiamo cominciato, abbiamo stretto delle bellissime amicizie con tante protagoniste e protagonisti della community ludica italiana. E questa è una delle soddisfazioni più grandi!

Rayn, copertina del gdr
Rayn GDR cartaceo (Aristea – 2022)

Sul blog c’è una serie di articoli relativa ai videogame, e avete anche dedicato due puntate del podcast ai CRPG e ai MMORPG. Visto che questo è il nostro ambito, cosa vi va di dirci in merito?

Danilo: I GDR sono per loro natura un medium multipiattaforma. Ne esistono moltissimi in formato videoludico, e noi non ci tiriamo mai indietro quando si tratta di immergersi in nuovi mondi fantastici!

Gianluca: Considera che noi siamo cresciuti con il mezzo videoludico sin dall’era gloriosa delle sale giochi. Vi ricordate Dungeon Hack e le avventure testuali con parser per il Commodore 64? Beh, noi c’eravamo!

Marcello: Nel party di Hellwinter, c’è anche qualcuno che ha ancora il tempo di dedicarsi ai MMORPG, beato lui!

Andrea: A me piacciono le vecchie avventure punta-e-clicca!

Dungeon Hack (SSI & TSR – 1993)

In conclusione, ragazzi, diteci qualcosa dei vostri progetti futuri.

Andrea: Al momento stiamo lavorando sul nostro approdo (naufragio? 😊) su Twitch. Questa è la novità che sta occupando le energie che non dedichiamo al podcast. Poi ho quasi finito di scrivere un nuovo radiodramma in sei puntate. In autunno dovremmo cominciare a registrarlo e produrlo.

Gianluca: E non dimentichiamo che il party di Hellwinter sarà presente a FabCon! Io e Danilo terremo due tavoli di RAYN e faremo giocare le demo ufficiali del GDR.

Danilo: Abbiamo in cantiere (e qualcuna ne abbiamo già realizzata) anche diverse collaborazioni con le avventuriere e gli avventurieri della community ludica italiana, che vogliamo portare su Twitch e sul podcast.

Marcello: E poi, il nostro sogno sarebbe di riuscire ad organizzare una piccola convention nel nostro territorio. Ma per ora resta un sogno nel cassetto!

Ringrazio in ordine sparso Andrea, Gianluca, Danilo e Marcello per la prolifica chiacchierata e per tutte le informazioni relative al progetto I Cancelli di Hellwinter. Vi ricordo che per chi volesse incontrare (e magari giocare dal vivo) col party de I Cancelli di Hellwinter si può presentare alla FabCon di Fabriano (AN) dal 25 al 28 agosto 2022. Alla prossima!

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Librogame e Videogame: intervista a Mauro Longo

Eccoci di nuovo qui, con il quarto e ultimo (per ora) appuntamento della rubrica dedicata ai librogame (LG)!

Per comprendere meglio cosa siano e come interagiscano con i videogiochi, oggi sfrutteremo l’aiuto di un altro capace e prolifico autore del settore: il “faccendiere” dell’editoria italiana, Mauro Longo.

Per chi volesse recuperare tutte le altre interviste già uscite, può trovarle elencate nel box Librogame e Videogame in fondo all’articolo.

Ciao Mauro, puoi presentarti e dirci di cosa ti occupi?

Ciao a tutti! Mi chiamo Mauro e amo definirmi un faccendiere dell’editoria italiana: sono autore, curatore, game designer, consulente e community manager per diverse case editrici, e mi occupo prevalentemente di narrativa fantastica, giochi di ruolo e librogame, nonché didattica e saggistica incentrate su tutti questi comparti editoriali. Principalmente collaboro con Acheron, una realtà editoriale milanese, per la quale sono curatore e autore delle linee di librigioco e giochi.

Mauro Longo, autore di librogame, libri, gdr
Mauro Longo, autore e scrittore di librogame, giochi di ruolo, libri

Cos’è un librogame?

I librogame, ma dovremmo forse dire meglio librigioco, visto che “librogame” è marchio registrato di una sola casa editrice italiana, sono opere di narrativa interattiva esplosi tra gli anni ’70 e ’80, prima dell’avvento e della diffusione dei videogame, che permettevano di giocare con i libri, gli albi a fumetti e la narrativa. Ne esistono una decina di tipologie diverse e migliaia di titoli: dalle storie a bivi senza regole ai fumetti interattivi, dalle avventure in solitario per vari giochi di ruolo cartacei ai librigioco propriamente detti, con prove, dadi, regole ed equipaggiamento, dalle avventure visuali senza una parola aggiunta per pagine e pagine, ai videogame con forte componente testuale.

Il punto chiave è che si legge o sfoglia una storia fatta di testo e/o immagini, e si compiono delle scelte che dirigono la trama in una direzione o un’altra, creando una struttura di ramificazioni possibili, snodi e situazioni alternative, che conducono poi verso uno o più finali positivi o eventuali morti ingloriose.

You Died: le morti ingloriose... quelle "belle"
Le morti ingloriose… quelle “belle”

Cos’era il librogame nel suo periodo d’oro?

Era un vero e proprio sottogenere di albi o libri per ragazzi che raggranellava milioni di copie vendute, un fenomeno di costume oggi studiato da saggi e corsi accademici. Sono davvero pochi gli italiani tra i trentacinque e i quarantacinque anni in Italia che non ricordino Lupo Solitario, le storie a bivi di Topolino o la collana Scegli la tua Avventura della Mondadori, per citare solo i testimonial più celebri.

Prima dell’arrivo dei PC e delle consolle in tutte le case, il librogame era la modalità di gioco in solitario più comune tra bambini e adolescenti, contribuendo anche, incidentalmente, alla diffusione della lettura tra i più giovani.

Sopravvivere in Mare, librogame
Scegli la tua Avventura #1 (Arnoldo Mondadori)

Cos’è un librogame oggi? Come si è evoluto?

I librogame di oggi sono i librogame di allora: fumetti a bivi di Topolino, librigioco pieni di regole, abilità, combattimenti ed equipaggiamento, avventure in solitario per giochi di ruolo e albi interattivi completamente visuali.

Sono differenti tra loro per mille tratti ma rispettano ancora la logica e le premesse degli anni ’80: In questa storia il protagonista sei TU!

Tuttavia, rispetto alla “età dell’oro” di questo comparto, le differenze ci sono e sono tante:

  • le vendite in caso di grandi successi viaggiano nell’ordine delle migliaia di copie, e non delle centinaia di migliaia.
  • i librogame hanno un buon riscontro nei negozi di giochi di ruolo, boardgame, giochi di carte collezionabili e fumetti, e non (come un tempo) nelle librerie, nelle quali non riescono mai a spiccare e anzi sono condannati al fallimento.
  • una buona parte dei giocatori di questi titoli sono gamer, retrogamer e boardgamer, collezionisti e vecchi appassionati, e solo pochissimi titoli parlano direttamente a nuovi lettori, distaccandosi dalla tradizione.
  • il design e lo stile narrativo dei nuovi titoli sono molto più maturi, consapevoli e ragionati; se un tempo molte collane erano buttate lì tanto per fare, con librigioco che non venivano mai progettati con cura, testati o proofati*, oggi tutte le case editrici che ci lavorano sono molto più attente e precise, e hanno reso molti librigioco delle piccole chicche di arte concettuale perfettamente realizzate.
    *da proofreading, ovvero correzione di bozze/revisione ndr

Legami, contrasti e coesistenza (virtuosa?) con i videogiochi. Cosa ne pensi?

Che sono sani e auspicabili, e saranno sempre di più. Ci sono moltissimi librogame vecchi e nuovi realizzati o trasposti come mobile app e qualche versione per computer, come l’ottimo Joe Dever’s Lone Wolf o Sorcery!

Joe Dever’s Lone Wolf… leggere e giocare per credere!

In passato molti titoli legati a Lupo Solitario o Fighting Fantasy hanno visto trasposizioni digitali e, se vogliamo, molti videogame recenti completamente privi di agganci con i vecchi librigioco sono di fatto opere di narrativa filmata interattiva (cito al volo lo stile dei giochi della Telltale).

Lo trovo un modo nuovo e coerente di portare avanti lo stesso concetto: storie da giocare.

Sei un videogiocatore?

Purtroppo molto meno di quanto vorrei. Ho in corso un’eterna campagna a Darkest Dungeon (di cui abbiamo recensito il secondo capitolo), e ho una mezza dozzina di giochi installati, iniziati e mai terminati. A volte seguo actual play di videogame epocali che non riesco a giocare e mi godo l’esperienza così…

Darkest Dungeon
Darkest Dungeon: anche qui si perisce in modo ignobile

I videogiochi ti hanno influenzato o ispirato in qualche modo nella realizzazione delle tue opere?

Ho videogiocato parecchio tra i 20 e i 30 anni, e sicuramente moltissime di quelle esperienze mi hanno coinvolto e influenzato, anche senza che io me ne accorga coscientemente.

La cosa più importante secondo me è che ormai videogame, narrativa, cinema, televisione, boardgame, giochi di carte e di miniature, librigiochi, fumetti e giochi di ruolo costituiscono una nerdosfera completamente integrata, che sfuma continuamente dall’uno all’altro dei medium coinvolti.

ISdA/LoTR: alcuni prodotti che ruotano attorno al suo universo narrativo

Dove finiscono i fumetti sui supereroi e cominciano gli universi cinematografici, i giochi di ruolo e di miniature, le novelization e i videogame? Dove finisce Il Signore degli Anelli letterario e cominciano le derivazioni videoludiche, cinematografiche, fumettistiche e televisive? Ormai tutti questi ambiti dell’immaginario, del gioco e della narrazione, sono completamente interconnessi, e questo è uno dei tratti più entusiasmanti del periodo che stiamo vivendo!

Vuoi segnalarci qualche tuo progetto in particolare o in corso d’opera?

Visto che si parla di videogame e librogame, vi segnalo la nostra ultima uscita: Sette Eoni in Tibet. Si tratta di un librogioco a tema avventuroso e lovecraftiano ambientato tra Italia e Tibet, e facente parte del Secolo Nero di Fascisti da Yuggoth, una versione fantascientifica, weird e distopica della storia più cupa del nostro Novecento.

Nel librogame, scritto da Antonio Costantini, si interpreta una partigiana infiltrata in un istituto scientifico segreto dell’Impero Fascista, che deve riuscire a partecipare a una spedizione sull’Himalaya alla ricerca di un’antica e proibita città perduta, di origine aliena, che si troverebbe lì dai proverbiali sette eoni.

Lanciamo il libro alla Play 2022 ma si può trovare anche sul sito di Acheron.

Sette eoni in Tibet, librogame
Sette Eoni in Tibet: librogame di Antonio Costantini

Conclusioni

E con questo articolo si concludono le interviste agli autori di librogame, ops librigioco, di quest’anno.

Ma Play 2022 è già alle porte e sicuramente riusciremo a portare a casa qualche novità da condividere sul nostro blog.

Ringrazio Mauro per il tempo che ci ha dedicato e per l’infinita pazienza; fra pochi giorni andrò a trovarlo in fiera e vedremo cos’ha da raccontare…

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Chiedi a Iwata: il libro di una geniale brava persona

Qualunque sia la tua posizione nei confronti di Nintendo, difficilmente potrai essere in disaccordo con questa affermazione: tutti i videogiocatori del mondo devono molto a Satoru Iwata. L’ho apprezzato come geniale programmatore di HAL Laboratory e visionario amministratore delegato di Nintendo, ma nel nuovo libro Chiedi a Iwata, edito da Panini Comics, ho scoperto la fantastica persona dietro il genio. L’opera, attraverso le parole del protagonista e quelle dei suoi colleghi più importanti, Shigeru Myamoto e Shigesato Itoi, racconta come un videogiocatore possa diventare una delle personalità più influenti della storia videoludica.

Satoru Iwata è stato l’antitesi dell’ego del genio: si narra che Albert Einstein fosse un misogino; Steve Jobs un despota. Iwata invece ha contenuto la sua voglia di imparare e innovare in una mente gentile. La malattia ci ha portato via un sognatore, ma le sue gesta vivono in questo libro, una raccolta di testi provenienti dal sito web Hobo Nikkan Itoi Shinbun e dalla serie Iwata chiede del sito ufficiale di Nintendo.

Fonte: AP Photo/Katsumi Kasahara

La giovinezza

Chiedi a Iwata è suddiviso in sette capitoli, che raccontano la vita dell’uomo dietro a Wii e Nintendo DS. L’opera inizia con un giovane Satoru, un appassionato di informatica e programmazione. Laureato alla Tokyo Institute of Technology, muove i primi passi nell’industria in Commodore per poi approdare in HAL Laboratory, il cui lavoro da programmatore prima e da presidente poi, gli hanno dato un posto speciale nella storia dei videogiochi. Del resto, ha contribuito alla creazione di Super Smash Bros., Kirby, EarthBound e persino Pokémon.

Nonostante le sue innate qualità da informatico, apprezzate e invidiate persino da Shigeru Miyamoto, Iwata ha mostrato il suo maggior talento da amministratore delegato. La carriera presso HAL Lab aveva già creato un’icona, ma la leggenda si è formata in Nintendo. Chiedi a Iwata dedica molto tempo a spiegare il pensiero di Satoru Iwata durante il suo periodo da presidente di Nintendo, focalizzandosi sui due pilastri fondamentali della sua leadership: creare divertimento e innovare.

In alto, da sinistra: Takao Shimizu, Satoru Iwata, Shigeru Miyamoto; in basso: Takashi Saitou, Masahiro Sakurai, Hiroaki Suga

La leadership di Iwata

Wii, Nintendo DS e tutti i giochi che hanno definito nuovi standard nell’industria sono una conseguenza diretta della volontà di Iwata di far divertire tutti i tipi di videogiocatori. La necessità di Satoru Iwata, sin dai tempi di EarthBound è stata quella di «ampliare la popolazione di videogiocatori». Nulla che un osservatore attento non abbia avuto modo di vedere nella strategia Nintendo, ma leggerlo dalla penna del suo presidente ha un fascino particolare.

Nel mio sistema di valori, la gioia di chi mi circonda e la felicità sul volto degli altri occupano una posizione molto alta!

Satoru Iwata, Chiedi a Iwata

Oggi Nintendo si è defilata dalla lotta all’hardware più performante e sta sbaragliando la concorrenza con Nintendo Switch. Nel 2002, anno in cui Iwata divenne presidente della compagnia di Kyoto, era però tutto diverso. Nintendo stava inanellando la seconda sconfitta hardware consecutiva: Nintendo 64 aveva venduto poco a causa di PlayStation; il GameCube subì i muscoli dei suoi competitor principali, PlayStation 2 e la prima Xbox. Mentre il rischio del fallimento aleggiava, con la storica SEGA che dovette abbandonare il mercato console un anno prima, Satoru Iwata prese il posto di Hiroshi Yamauchi e fece diventare realtà l’intuizione dello storico presidente:

Il ruolo che ha svolto Yamauchi in Nintendo è di fondamentale importanza. Se non ci fosse stato lui, probabilmente l’azienda Nintendo non sarebbe quella che è. Per esempio, se il Nintendo DS ha due schermi è perché Yamauchi fu irremovibile su questa cosa! Grazie alla sua costante richiesta di realizzare una console con due schermi, Miyamoto e io ci siamo predisposti a pensare in un modo che potrei definire “retroattivo” a quali contenuti si potessero sfruttare su due schermi.

Satoru Iwata, Chiedi a Iwata
Da sinistra: Shigesato Itoi, Satoru Iwata, Shigeru Miyamato

Raccontare Iwata

Le librerie contemporanee sono piene di biografie composte da frasi in cui gli autori elogiano il proprio ego, contornate da una prefazione del miglior amico di sempre. Chiedi a Iwata invece dedica gli ultimi capitoli alle parole dei colleghi più celebri dell’ex presidente Nintendo.

Shigeru Miyamoto è stato genuinamente invidioso delle abilità di Iwata. Miyamoto non è uno sviluppatore e rimaneva strabiliato dalle capacità informatiche di Satoru. Il suo rapporto si è sempre basato su una profonda diversità volta all’aiuto reciproco. Il risultato è stata una lunga e sincera amicizia.

Ero sicuro di potermi fidare di Iwata. D’altra parte, se due persone sono entrambe brave nelle stesse cose finiranno facilmente per scontrarsi e si creeranno una serie di situazioni in cui uno dei due dovrà cedere. Ma non mi sono mai dovuto preoccupare di niente del genere, mentre lavoravo con Iwata.

Shigeru Miyamoto, Chiedi a Iwata

Shigesato Itoi conobbe Iwata durante lo sviluppo di EarthBound. Per stessa ammissione di Itoi, il progetto era giunto a un punto morto e fu Satoru a compiere il miracolo rifondando completamente il progetto dopo aver pronunciato le storiche parole:

La prima opzione è aggiustare e sfruttare al meglio quello che c’è già, e richiederà due anni. Se invece rifacciamo tutto da capo, ci vorranno sei mesi.

Satoru Iwata, Chiedi a Iwata

Prima che tu li possa interpretare con un’accezione negativa: Iwata ha sempre sottolineato che il gioco poté uscire dopo un anno solo perché il lavoro più importante era già pronto; grafica, sonoro e sceneggiatura furono creati da Shigesato Itoi e dal suo team, prima dell’arrivo di Satoru Iwata. Questa collaborazione creò un’amicizia profonda, che li legò per sempre, anche durante la malattia, anche dopo la morte:

Non so come, ma il nostro legame durerà per sempre. È strano come il tempo in cui Iwata era vivo, quando si ammalò, quel giorno in cui sua moglie mi chiamò e andai da lui, e anche quando parlai con Miyamoto, siano tutti momenti collegati. Come le volte in cui chiacchieravo fino a tardi a Kyoto con Iwata, che resteranno per sempre dentro di me.

Shigesato Itoi, Chiedi a Iwata

Dettagli e Modus Operandi

  • Autori: Satoru Iwata, Hobonichi
  • Genere: biografia
  • Pagine: 192
  • Lingua: italiano
  • Prezzo: 15,00 €

Ho approfondito l’umile e geniale personalità di Satoru Iwata grazie a una copia digitale del libro gentilmente fornita dall’editore.

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Rayn: abbiamo provato il gioco di ruolo esoteric fantasy

Alle 21:00 sono arrivato puntuale all’appuntamento e molti dei partecipanti all’evento erano già collegati; nel giro di pochi minuti c’eravamo tutti. Andrea, da buon ospite, ha messo tutti a proprio agio e via via ci ha lasciato scegliere i personaggi da interpretare. Io ho preso Nanse Luze, una cercatrice distaccata e volubile, guida forte e astuta che ha dato il suo contributo allo sviluppo della storia…

Dopo una piccola premessa sull’ambientazione, sulla nostra Fratria e sullo scopo da raggiungere, abbiamo subito iniziato a giocare, senza alcuno “spiegone” iniziale.

Durante l’avventura Andrea apriva piccole ed efficaci parentesi, chiarendo regole, elementi di gioco e introducendo approfondimenti di ambientazione, senza appesantire mai il corso della partita. Sicuramente riuscire bene in questa attività è frutto della sua bravura e grande esperienza, ma anche del motore di Rayn che risulta pratico e veloce.

Nanse Luze, distaccata e volubile, ma ottima guida
Nanse Luze, distaccata e volubile, ma ottima guida

Tornando all’avventura giocata, siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo, senza sfoderare mai le armi e fidandoci gli uni degli altri, da buoni Fratelli e Sorelle delle Genti. In chiusura, una difficile decisione morale è stata presa, mettendo a nudo la volontà di tutti i nostri personaggi. Un bel risultato!

Personalmente mi sono molto divertito, anche se stavo giocando con persone che non conoscevo se non per fama… e questo, come sempre, è la parte migliore e dannatamente difficile da replicare del gdr “tradizionale”, quando si è tutti seduti a un tavolo, fisico o virtuale che sia.

La Fratria ascolta lo Ierofante e l'avventura continua...
La Fratria ascolta lo Ierofante e l’avventura continua…

Ringrazio tutte le giocatrici e i giocatori per l’esperienza (e la pazienza) e tutto il team di Aristea per il materiale cartaceo fornito e l’invito all’evento. In ordine sparso, un saluto e un abbraccio a: AndreaTupac Mollica, La Madre dei Draghi (Meme of Thrones ITA), Giuliano Gianfriglia, Matteo TeOoh Boca e Filippo Franco.

Cos’è Rayn

Rayn (si legge rain) è un gioco di ruolo cartaceo edito da Aristea che prevede l’uscita di almeno tre manuali e svariati accessori, quali l’immancabile schermo del master, un particolare mazzo di carte e altri elementi utili al gioco. Il materiale sarà distribuito anche in forma digitale (pdf), ma tutto ciò che verrà reso disponibile, lo troverete chiaramente indicato nella campagna kickstarter dedicata.
Gli autori del progetto sono Dario Leccacorvi e Andrea Tupac Mollica, con le illustrazioni di Fabio Porfidia e Silvia Pasqualetto, e il contributo di tutto lo staff Aristea.

Mockup dei manuali e accessori di Rayn
Mockup dei manuali e accessori di Rayn

Il genere esoteric fantasy di Rayn lo identifica come un gioco dall’ambientazione cupa e misteriosa, caratterizzata da elementi mistici ed esoterici:

La Luce guardò dentro di sé e vide la Tenebra;

dall’orrore che ne provò, nacque l’Abisso.

Fin dalle prime righe ci si accorge che Luce, Tenebra e Abisso rappresentano il cuore del gioco, tanto dell’ambientazione quanto delle meccaniche. Qui i giocatori interpreteranno dei personaggi da condurre lungo una crescita non solo fisica, legata all’esplorazione, al combattimento e all’esperienza, ma anche (e soprattutto) spirituale: di comprensione di sé, del mondo e delle realtà che lo circondano.

Ambientazione

Il gioco è ambientato nella regione dell’Ortnan, ovvero il continente che il popolo Esardan sta colonizzando. I PG appartengono a tele popolo (invasore) e sono dei Cercatori: donne e uomini incaricati di esplorare le foreste di Ortnan in cerca delle risorse indispensabili alla sopravvivenza della comunità e dei luoghi adatti per creare nuovi insediamenti. Tutti hanno servito nella milizia cittadina e, dopo aver superato i riti di iniziazione sociale, hanno acquisito a pieno titolo i diritti di cittadinanza.

Ortnan: la parte del mondo di Rayn dove i personaggi inizieranno le loro avventure
Ortnan: la parte del mondo di Rayn dove i personaggi inizieranno le loro avventure

Ma la storia e gli eventi che coinvolgono Rayn e le sue Genti sono molto più antiche.
Un tempo l’umanità era schiava degli Antichi, padroni crudeli, potenti e spietati; loro era la conoscenza, la tecnica, la magia e la Tenebra.
In tutto ciò, anche altri esseri meravigliosi e pericolosi influenzano i popoli: esistono infatti Spiriti terribili, crudeli o generosi… noti anche come le Entità Pure, coloro che vivono l’Abisso.

Loro sono gli Antichi e gli Spiriti; noi esseri umani siamo le Genti.

Questi tre aspetti sono molto ben delineati e caratterizzati, ma il bello è che le donne e gli uomini liberi di Rayn nascono sì nella Luce, ma possono accogliere, se non addirittura piegarsi, anche alla Tenebra e all’Abisso.

Semplificando al massimo, diamo uno sguardo ai tre princìpi:
La Luce (colore giallo) è la componente dominante delle Genti, cioè gli esseri umani. Essi prevalgono nel Mondo di Sopra o Ecumene; alla Luce rimandano concetti come equilibrio, parola, sopra, repubblica, libertà, cerchio, anima, oro e vita.
La Tenebra (colore grigio) è la componente dominante degli Antichi, cioè le civiltà non umane. Essi prevalgono nel Mondo di Sotto o Erebo; alla Tenebra rimandano concetti come paura, dominio, sotto, regno, necessità, triangolo, materia, argento e morte.
L’Abisso (colore rosso) è la componente dominante degli Spiriti (o Entità Pure). Essi prevalgono nel Mondo di Là o Chasma (si legge ciasma); all’Abisso rimandano concetti come esaltazione, seduzione, oltre, anarchia, arbitrio, ottagono, spirito, rame e sogno.

Da sinistra a destra, simboli e colori dei tre princìpi: Abisso, Luce e Tenebra

GDR videogame = GDR cartaceo?

Non sempre.

Per chi è del mondo dei videogiochi, la parola gdr identifica un ben preciso genere videoludico, che di per sé incarna e realizza in digitale quello che ai tempi (e tutt’oggi) si gioca carta-e-matita: “il cartaceo” (tabletop rpg).
Rispetto ad altre definizioni, dopo anni di studi, il gdr “cartaceo” non ne possiede ancora una sua propria che sia al tempo stesso concisa, chiara e condivisa.
Da un rapido confronto fra i due mondi, e solo come indicazione di massima, sappiate che il genere videoludico gdr:

  • è figlio del tabletop rpg;
  • incarna una sola delle possibili “vie” del tabletop rpg;
  • prevede aspetti assodati che ci permettono di identificarlo con un preciso genere; ciò non vale per il tabletop rpg.

Se volete approfondire l’argomento e capire il senso di questo box, vi consiglio di iniziare guardando un illuminante video di Helios Pu (che ringrazio):

Meccaniche di Base

Per i curiosi, mettiamo le mani sotto il cofano e guardiamo gli aspetti principali delle meccaniche e dinamiche di gioco. Nei videogiochi gdr, tutti questi elementi verrebbero tipicamente gestiti da varie interfacce, con i conti e la maggior parte degli aspetti tecnici risolti dall’HW/SW e resi trasparenti al giocatore.

Personaggio

Ciascun personaggio in Rayn è descritto da tre Abilità (Valore, Sapienza e Astuzia), due Energie (Fisica e Mentale), dal punteggio di Fato, dalle sue Specialità e dal Retaggio.
Abilità, Energie e Fato hanno dei punteggi numerici.

Rayn - Scheda PG Nanse Luze
Scheda del personaggio pregenerato Nanse Luze, presente nel Quickstart e giocato online
  • Il Valore riguarda le capacità fisiche, le capacità di combattimento e quelle militari
  • La Sapienza riguarda le conoscenze teoriche, le più diverse, inclusa la magia
  • L’Astuzia riguarda il campo sociale, il saperci fare con le persone e la furbizia
  • L’Energia Fisica gestisce la salute, la resistenza a veleni, malattie, fatica, etc
  • L’Energia Mentale rappresenta la forza di volontà e si usa per resistere a condizioni mentali
  • Il Fato indica la forza spirituale, la buona sorte, l’armonia col mondo e si usa per “spezzare i Sigilli”
  • Le Specialità afferiscono a una delle Abilità e per acquisirle occorre avere un punteggio di 8+ nella relativa Abilità; possono essere attive o passive, forniscono tratti o capacità speciali e spesso garantiscono Sgravi
  • Il Retaggio riguarda la storia del personaggio, le sue origini e quello che ha vissuto prima di iniziare la sua vita da Cercatore
Il Trimundio: l'insieme dei tre Sentieri dove vanno distribuiti i Punti Fato, Passo per Passo, fino a infrangere i Sigilli
Il Trimundio è l’insieme dei tre Sentieri: qui si distribuiscono i Punti Fato fino a infrangere i Sigilli

Infine i Sentieri relativi a Luce, Tenebra e Abisso vedono su di essi distribuiti i punti Fato; quando su un Sentiero si raggiungono certe soglie, viene infranto permanentemente un Sigillo. Questo elemento di gioco permette di ottenere una maggiore conoscenza della realtà e la capacità di influenzarla. In base al Sentiero predominante, si otterrà una specifica capacità, ma se due o tutti e tre i sentieri sono in equilibrio, sarà il giocatore a scegliere a suo piacimento la capacità da usare di volta in volta.
Alcuni passaggi relativi alla creazione del personaggio funzionano un po’ diversamente per i Generati, esseri creati dalle Genti per via alchemica.
Con l’accumulo di esperienza e Fato il personaggio può incrementare i punteggi di Abilità ed Energie, acquisire Specialità e aumentare la consapevolezza dei Sentieri e della realtà (spezzando i Sigilli).

Prove

Per risolvere le prove di Abilità, Energia e Fato, in Rayn si usano i D6; lo Ierofante (master) indica quanti tirarne (minimo 1 e massimo 4) e che tipo di prova effettuare (per esempio di Volontà). Se il risultato è minore o uguale al punteggio di Abilità, Energia o Fato indicato sulla scheda del personaggio, la prova è superata.

Ulteriori elementi che modificano la prova sono gli Aggravi (condizioni che giocano a sfavore) e gli Sgravi (spesso garantiti da Specialità specifiche o condizioni che rendono le cose più facili). Gli Aggravi trasformano i D6 in D8, gli Sgravi rendono i D6 in D4.
Al massimo si possono applicare due Aggravi, eventualmente compensati da un solo Sgravio; ulteriori Sgravi si accumulano senza limiti.
Se per esempio a una prova standard (2D6) si applicano due Aggravi e tre Sgravi, la prova risultante sarà effettuata con 2D4: uno Sgravio annulla entrambi gli Aggravi e i due Sgravi restanti trasformano i 2D6 in 2D4.

Prova standard con esempi di Aggravi e Sgravi
Prova standard con esempi di Aggravi e Sgravi

Altra particolarità sono gli Incrementi: anche questi sono cumulabili e se ne ottiene uno per ogni dado tirato che realizza 1… ma solo se la prova riesce.
Un altro modo di ottenere Incrementi è Sfidare la prova.
La scelta è in mano al giocatore, che può decidere di aggiungere uno o più D6 alla prova (ma al massimo si possono tirare 4D6 in totale) e ottenere un Incremento per ogni dado aggiunto… ovviamente, sempre se la prova riesce. Oltre a questi Incrementi “speciali”, si ottengono anche tutti quelli dovuti ai risultati 1 ottenuti. Gli incrementi indicano che una prova è riuscita particolarmente bene, in combattimento si traducono in due danni addizionali.

Combattimento

In Rayn, il combattimento si svolge in round, turni entro i quali i PG e gli antagonisti agiscono per effettuare azioni come attaccare, lanciare una magia, utilizzare un oggetto dell’equipaggiamento, etc.
A cominciare è il primo in ordine di iniziativa e ciò si determina stabilendo chi ha il valore di Astuzia più alto (in caso di parità, si guardano i punteggi di Valore e Sapienza); alcune armi o Specialità possono influenzare l’iniziativa.

Azioni, prove, danni, protezione e stati psicofisici
Nel proprio turno si possono effettuare al massimo tre azioni: una principale e due secondarie, in qualsiasi ordine.

Fra le azioni principali annoveriamo sferrare un attacco, usare un Suono Ancestrale o un Forma, spostarsi di una distanza considerevole, usare un oggetto, aiutare un altro in una prova.

Fra le azioni secondarie abbiamo: gridare qualcosa, cambiare arma, spostarsi di poco, attivare un oggetto, impartire un ordine a un animale o a un Paredro (una sorta di famiglio o guida spirituale della Fratria).

Le azioni secondarie impartiscono un Aggravio alla prossima azione, ma se si effettuano solo azioni secondarie e nessuna azione principale, non si genera alcun Aggravio.

Gli attacchi in mischia e a distanza vengono entrambi effettuati tramite prove di Valore, per un numero di danni inflitti che dipende dall’arma impiegata; gli Incrementi garantiscono 2 danni aggiuntivi, ma anche Specialità e Protezione intervengono nel conteggio.
Distanza, copertura e altri elementi simili vengono gestiti sempre tramite Aggravi.

Le armature, alcuni oggetti e anche certe magie forniscono un certo valore di Protezione che viene scalato dai danni inflitti, che possono essere anche annullati completamente.

Infine, il danno inflitto e non protetto viene scalato dall’Energia Fisica dell’avversario.

Alcuni attacchi, magie o altre situazioni possono intaccare la psiche, provocando la perdita di Energia Mentale, ma si può incorrere anche in stati psicofisici particolari quali: debilitazione, stordimento, avvelenamento o malattia, soggezione, terrore, ossessione.

La Fratria è impegnata in uno scontro pericoloso
La Fratria è impegnata in uno scontro pericoloso

Magia e Dintorni

In Rayn esistono vari tipi di “magia” e alcune arti, non propriamente magiche, sono dai più considerate tali. Secondo un’antica classificazione, esistono le Vie Esteriori che comprendono la Magia Rituale e la Technia, e le Vie Interiori, che includono la Magia Ancestrale, l’Oniromantica, la Gnosi e i Sigilli.

La Magia Rituale (iatromantica, goetica e stregonesca) attinge al potere di misteriose Entità Pure, impiega Elementi Simbolici consumabili, lavora con prove di Sapienza e utilizza punti EM. Tutti possono praticare la Magia Rituale, ma solo chi possiede la relativa Specialità non incorre in grandi rischi quando le cose non vanno per il verso giusto. Molto del sapere magico dell’Arte Rituale è scritto o prevede passaggi in Kadjan, la scrittura degli Antichi.

Un antico testo scritto in una lingua misteriosa... probabilmente in  Kadjan, la lingua degli Antichi
Un antico testo scritto in una lingua misteriosa… probabilmente in Kadjan, la lingua degli Antichi

Esiste poi la Magia Ancestrale legata ai relativi dodici suoni arcani, quattro per il sentiero della Luce (MAYR, AUR, SAH, KER), quattro per la Tenebra (ZHAI, PNA, YG, LOO) e quattro per l’Abisso (JUM, DMA, GHA, RTU). I Suoni Ancestrali sono vibrazioni primordiali che, secondo alcuni studiosi, originarono l’intero universo. Nel tempo è possibile imparare più suoni e combinarli in Forme o Mantra capaci di scatenare enormi poteri.
A livello di gioco, occorre disporre della Specialità Suono Ancestrale; pronunciarne uno in combattimento è un’azione principale dal costo di 1 punto di EM.

Mazzo dei Suoni Ancestrali e altro materiale utile per giocare a Rayn
Mazzo dei Suoni Ancestrali e altro materiale utile per giocare a Rayn

La Technia non è propriamente una forma di magia, anche se prevede conoscenze in ambito alchemico, ma sfrutta le proprietà di piante e minerali, quelle fisiche del mondo e branche di studio più scientifiche (meccanica, ottica, dinamica dei fluidi e del calore). Questo era il sapere degli Antichi, ma ora è anche appannaggio delle Genti, seppure in modo incompleto. La Technia viene impiegata per realizzare prodigi: dalle luci alchemiche ai trabucchi, dai cannoni a vampa alle armi a folgorazione, dai filtri di vario potere fino ai Creati e ai Generati.
Per realizzare tali opere occorre disporre della relativa Specialità, di ingredienti e materiali, tempo e superare prove di Sapienza.

Vi è poi l’Oniromantica, ovvero la capacità di entrare nei reami del sogno, legati al Mondo di Qua. Il Mondo di Là può essere visitato casualmente, ma più spesso in modo volontario, ricorrendo a capacità interiori, tecniche apposite (sapere gnostico) o assumendo sostanze specifiche. Il mondo è abitato da Spiriti posti al di là del bene e del male e dai viandanti onirici, ed è utile ricordare che agire nei reami onirici produce effetti tangibili nella realtà. I più potenti Oniromanti riescono a creare mondi propri, privati, detti Imperi Onirici: qui il loro controllo è assoluto.
Per accedere ai reami del sogno ed essere a proprio agio occorrono Specialità appropriate o aver spezzato il Secondo Sigillo.

Conclusioni

Il materiale del quickstart mi ha dato modo di scoprire un bel gioco.

L’ambientazione di Rayn è sentita e svariati suoi concetti ed elementi vanno a caratterizzarne direttamente le meccaniche. Personalmente, questo è uno degli aspetti dei giochi che preferisco, ma non sempre i risultati sono soddisfacenti: a volte il processo è goffo o con evidenti forzature, ma questo non è il caso di Rayn.

Le meccaniche sono immediate se confrontate ad altri gdr ma non per questo banali, anzi. A mio giudizio le trovo funzionali al tipo di gioco e offrono un approccio soft a chi decide di iniziare a praticare la sacra via dei gdr “cartacei”.

La one-shot online non ha fatto altro che esaltare l’esperienza di gioco, sia a livello ludico che sociale. È stato bello conoscere gli altri giocatori e intrattenersi con loro a fine sessione per scambiare due chiacchiere su Rayn, sui giochi in generale, ma anche su molto altro.

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Editoriali

Librogame e Videogame: intervista a Gilbert Gallo

Ancora fra le pagine… e non solo!

Eccoci di nuovo qui, con il terzo appuntamento della rubrica dedicata ai librogame (LG)!
Lo scopo è sempre quello: capire cosa sono e cosa c’entrano con i videogiochi… ma per fortuna possiamo avvalerci dell’aiuto di vari big del settore che ci hanno rilasciato delle graditissime interviste.

Per chi volesse recuperare tutte le altre interviste uscite (e che usciranno), può trovarle elencate nel box Librogame e Videogame in fondo all’articolo.

Ciao Gilbert, puoi presentarti e dirci di cosa ti occupi?

Salve ragazzi! Sono Gilbert, vivo a Bari e (fra le altre diecimila cose che faccio) mi occupo attivamente di scrittura interattiva (con ogni mezzo possibile). Ho un solido background nel campo dei giochi di ruolo da tavolo (oltre 50 titoli pubblicati da diversi editori Americani) e da qualche anno mi sono lanciato nel settore videogame.

Ho realizzato diverse app per cellulari (sia Android che iOS: tutte storie interattive) e al momento dirigo un team di scrittori per realizzare un videogame (coperto da n.d.a) che nel 2022 sarà su Steam e altre piattaforme.

A Novembre (2021 ndr) ho iniziato un ciclo di docenze per Vigamus Academy come insegnante di Narrative Design e già un altro progetto bolle in pentola… e questo è solo l’inizio!

Gilbert Gallo
Gilbert Gallo, autore e scrittore di giochi di ruolo, librogame, app e videogame

Cos’è un librogame?

Per me il librogame è stato il primo approccio che abbia avuto con la narrazione interattiva. Probabilmente è proprio colpa dei librigame se oggi mi occupo di scrittura interattiva. Hanno acceso in me quella scintilla creativa che brucia ancora oggi.

Se invece volete una definizione “accademica”, il librogame è un libro che ti permette di guidare la storia con le tue scelte fino ad arrivare a uno di tanti finali differenti.

Un possibile grafo dei paragrafi di un librogame
Un possibile grafo dei paragrafi di un librogame

Cos’era il librogame nel suo periodo d’oro?

Negli anni ‘80-‘90 i librigame erano probabilmente la forma più evoluta della narrazione interattiva. All’epoca, i videogame erano ancora poco “attraenti” a livello d’interfaccia e di gameplay per cui sotto ogni punto di vista i libri erano il top che si potesse desiderare da quel punto di vista.

Layout pulito, illustrazioni evocative e avventura interattiva: il top ludico degli anni '80
Layout pulito, illustrazioni evocative e avventura interattiva: il top ludico degli anni ’80

Cos’è un librogame oggi? Come si è evoluto?

Dall’epoca d’oro i librogame hanno potuto evolversi solo sui “contenuti” e sul “mood”, ma non hanno potuto superare i limiti che un libro fisico impone loro. Un po’ perché spesso gli acquirenti sono “adulti”, un po’ perché è stata un’evoluzione sui gusti, oggi i librogame trattano una rosa più ampia di argomenti, generi e situazioni.

I videogame interattivi, invece, hanno avuto un’evoluzione incredibile che ha portato a sfornare capolavori assoluti multimediali come Detroit: Become Human.

Detroit Become Human: capolavoro multimediale
Detroit Become Human: capolavoro multimediale

Legami, contrasti e coesistenza (virtuosa?) con i videogiochi. Cosa ne pensi?

Oggigiorno i librogame devono faticare immensamente per ritagliarsi una fetta di mercato in un mondo ove l’idea di “narrazione interattiva” è ormai associata quasi unicamente ai videogame, soprattutto nelle fasce più giovani.

I videogame superano i libri da molti punti di vista: immagini fichissime, colonne sonore ed effetti sonori, scelte a tempo, scelte interattive (tipo clicca per fermare la ruota), scelte nascoste e segrete, gestione semplificata di ogni parametro ecc. ecc. Ma soprattutto: coi videogame NON puoi barare saltando da un paragrafo all’altro come pare a te senza tener conto di ciò che le regole ti dicono di fare (prassi consolidata con i libri… e per qualcuno sono sicuro che questo sia un vantaggio 😉 ).

Un librogame per i più piccoli, ottima alternativa alla fiaba classica
Un librogame per i più piccoli, ottima alternativa alla fiaba classica

Secondo me la collocazione ideale per i librogame oggi (a parte lo zoccolo duro dei collezionisti/appassionati) è come intrattenimento dei più giovani. Ci sono bellissimi librigioco che letti da un adulto intrattengono i più piccoli molto meglio delle fiabe della buonanotte.

Sei un videogiocatore?

Certo. Esiste ancora qualcuno che non lo è oggigiorno?

I videogiochi ti hanno influenzato o ispirato in qualche modo nella realizzazione delle tue opere?

Assolutamente sì. Chi mi conosce bene troverà sempre qualche accenno di uno o più dei seguenti titoli/saghe nelle opere che scrivo: Final Fantasy (soprattutto il 7), Metal Gear Solid, Monkey Island, Zak Mc Kracken, Maniac Mansion, Super Robot Wars, Rise of the Dragon, Devil May Cry… e potrei continuare per ore.

Hideo Kojima: Metal Gear Solid l'ha fatto lui!
Hideo Kojima: Metal Gear Solid l’ha fatto lui!

Vuoi segnalarci qualche tuo progetto in particolare o in corso d’opera?

Di sicuro gli appassionati di librigame apprezzeranno la mia versione per cellulare del libro numero 1 della celeberrima serie di Lupo Solitario: Flight from the Dark. È completamente gratuito e realizzato in collaborazione con Project AON, la fondazione che ha raccolto l’eredità culturale di Joe Dever. Scaricatelo gratis per Android o iOs da qui!

La mia ultima creazione invece è ispirata ai Pirati dei Caraibi e al Franchise di Monkey Island e si chiama Pirates of Donkey Island. È una storia testuale interattiva che ho realizzato per il più grande publisher di storie interattive digitali al mondo: Choice of Games. Potete giocare i primi tre capitoli gratuitamente qui!

 Pirates of Donkey Island: storia testuale interattiva tutta da giocare!
Pirates of Donkey Island: storia testuale interattiva tutta da giocare!

Da poco ho iniziato un altro bellissimo progetto di storia interattiva chiamato Last Dream. È ispirato a Viaggio in Occidente, Avatar the last Airbender e a Final Fantasy. Potete giocare una demo online qui!

Il videogame che sto realizzando per Steam al momento è coperto da n.d.a., spero di potervi raccontare di più al più presto.

Conclusioni

Anche per oggi è tutto, con un altro punto di vista sul mondo dei “libri/video-giochi” che si aggiunge alla nostra collezione.

Ringrazio Gilbert per il suo entusiasmo e per averci fornito dei link per giocare; di sicuro ci terremo in contatto per saperne di più sul gioco segreto su cui sta lavorando… e poi vi spiffereremo tutto!

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Editoriali

Hideo Kojima e i suoi adorabili meme

Hideo Kojima. Difficile parlare di un uomo così apprezzato in tutto il mondo per la sua arte senza che qualcuno si offenda. Ho deciso perciò di parlarvi esclusivamente del suo libro: Il gene del talento e i miei adorabili meme.
Iniziamo col dare la definizione di meme, nel libro infatti non si utilizza la parola meme riferendosi alle immagini comiche che girano sul web, ma al significato originale di tale termine.

Elemento di una cultura o di un sistema di comportamento trasmesso da un individuo ad un altro.

DEFINIZIONE DI GOOGLE

Kojima nel suo libro parla dei “suoi” meme proprio riferendosi a tale accezione del termine. Tramite una raccolta di articoli il game designer vuole traghettare il lettore tra le opere che hanno avuto una certa importanza nella sua vita. Al contempo ce le consiglia sperando che entrino a far parte dei “nostri adorabili meme”.

Mondi paralleli e intersecati: Libri e Videogiochi

Kojima, per tutta la durata del libro, fa intuire quanto i libri siano una parte fondamentale della sua vita. Dimostrando una volta per tutte che una vita da videogiocatore non ne esclude per forza una da lettore. Anzi spesso i due mondi, anche se indipendenti l’uno dall’altro, si intersecano. C’è chi ha trovato una soluzione intermedia: il librogame.

Tornando a noi, ci sono molti libri nati da videogiochi, ad esempio i libri che narrano le gesta dei protagonisti della saga di Assassin’s Creed. Molti non sanno però che l’idea stessa alla base del gioco è stata tratta da un libro. Il manoscritto in questione è Alamut di Vladimir Bartol che appunto tratta le gesta di una gilda di assassini con un credo molto simile al conosciutissimo “Niente è reale, tutto è lecito”.
Oltre a questo però ci sono esempi di ispirazione letteraria più palesi come Metro 2033 tratto dall’omonimo romanzo, Alice:Madness Returns una rivisitazione in chiave horror di Alice nel paese delle Meraviglie o Call of Cthulhu che fa riferimento al mostro Cthulhu delle opere di H.P. Lovecraft.

Nella mente di Hideo Kojima

Hideo Kojima

Tramite i suoi meme il famoso game designer ci mostra luoghi che non abbiamo mai visto, parla di libri che non abbiamo mai letto e con questo ci permette di fare un salto nella sua mente. Il libro è una raccolta di articoli scritti nel corso degli anni che parlano di libri, manga, anime e addirittura canzoni. Tutte opere che in un modo o nell’altro hanno segnato la vita di questo artista.

Scegliere un libro o un film non è diverso dallo scegliere una persona, ed è un atto con una certa universalità intrinseca

Hideo Kojima – Il gene del talento e i miei adorabili meme

Kojima ci mette a disposizione una lunga lista di titoli più o meno conosciuti. Ci sono opere edite in tutto il mondo, come La Trilogia della Città di K o Dieci piccoli indiani, e piccole perle direttamente dal Giappone che qui in Italia non possiamo reperire. I capitoli su queste ultime opere non risultano mai inutili, ognuna di esse ha per lo scrittore un significato particolare. Prendiamo come esempio Broccato d’Autunno (Kinshu) di Teru Miyamoto è un romanzo epistolare che raccoglie 14 lettere scambiate tra due persone divise dal destino. Lo scrittore ne approfitta per riflettere sul progresso e sul cambiamento della società.

Kojima, anche se profondamente legato alla generazione tecnologica dell’oggi, appartiene a quella di ieri e ha visto piano piano abbandonare l’usanza dello scambiarsi lettere e prega di riflettere, anche chi non ha mai scritte, sulla differenza tra le sensazione che dava quel genere di scambio, da lui descritto, al confronto con le email immediate contemporanee.

Una biografia fatta di meme

Grazie ai suoi adorabili meme Kojima racconta un po’ anche la sua vita come nessuna biografia avrebbe mai potuto fare. Ogni meme caratterizza un certo periodo, simboleggia un particolare rapporto o insegna un messaggio caro allo scrittore. Il game designer grazie a queste pillole di vita ci dà un’immagine di sé quasi intima.

Grazie a Cronache della luna sul monte e altri racconti ci racconta di come un frase particolare di quell’opera lo abbia portato, in giovane età, a considerare che si poteva trovare buona letteratura anche nel proprio paese d’origine ma anche a come lui potesse diventare una tigre e aggredire il mondo e non lasciarsi trasportare da esso.

Vedi, non è solo la rugiada notturna a bagnare la mia pelliccia

Atsushi Nakajima – Cronache della luna sul monte e altri racconti

L’amore per le storie di Hideo Kojima

Death Stranding

Il suo libro non ci parla solo dei meme che lo scrittore ha assimilato ma, tra le righe, anche di quelli che lui vorrebbe lasciare. Nella parte del libro intitolata Dai meme agli strand Kojima ci spiega come i meme secondo lui sono il modo migliore per connettere le persone tramite un legame (strand) intangibile ma solido.

Questo legame tra le persone è ripreso nell’ultimo gioco dell’autore Death Stranding che appunto tratta di legami tra vita e morte, di una rete che può collegare tutte le persone il tutto abbellito da un’ambientazione tra il fantastico e il fantascientifico.

Lo scrittore con le sue parole mi ha fatto capire di condividere con me la passione per le storie. L’apprezzamento per i concetti originali, i colpi di scena e la cura nel background dei personaggi. Una volta finito il suo libro mi sono chiesta se non fossero quelli i segreti del suo successo. Così, visto che non lo avevo mai fatto, ho iniziato un suo gioco, Death Stranding.
Si tratta per me di un capolavoro a metà tra un videogioco e un film. Una storia originale, una grafica mozzafiato e un gameplay così curato da diventare quasi esilarante quando si inciampa. Death Stranding è la prova dell’amore del suo creatore per le storie e del legame che lui vuole creare tramite i suoi meme. Non conosco Hideo Kojima ma in Death Stranding, dopo aver letto Il Gene del talento e i miei adorabili meme, vedo tutto il cuore del suo creatore.

Un nuovo modo di vedere i videogiochi

Kojima mi ha donato, tramite il suo libro un nuovo modo di vedere, non solo i suoi, ma tutti i videogiochi. Forse altri come me hanno giocato per tanto tempo con le console senza mai prestare attenzione al fatto che dietro ogni prodotto ci sono delle persone. Menti brillanti che hanno lavorato alla grafica, al gameplay, alla musica o alla storia.

Aritsti a cui spesso non viene riconosciuta alcuna gloria se non il successo del videogioco che hanno creato. Il loro nome poche volte appare in copertina come quello degli scrittori. Non vengono citati nei talk show come gli attori e gli unici che parlano di loro sono i giocatori o le riviste di nicchia.

Non mi ero mai soffermata, prima di questo libro, a pensare che qualcuno dovrebbe parlare di loro. Mi sono accorta di non sapere nulla su chi fa o progetta videogiochi. Ho sempre pensato al gioco e a quanto questo fosse bello o brutto, noioso o divertente.
Hideo Kojima mi ha fatto realizzare che, così come i libri e i film, anche i videogiochi sono opere d’arte frutto del genio umano e come tale andrebbero trattati.

Il libro e a chi è diretto

Grazie alla versatilità e umanità dei suoi contenuti “Il gene del talento e i miei adorabili meme” è un libro per tutti. I fan di Kojima vedranno un lato nuovo del loro idolo. I videogio­catori sbirceranno la vita di un uomo che crea materiale per il loro divertimento. I lettori troveranno un’ottima fonte di ispirazione per nuove letture e un appas­sionato di libri dove non ce lo si aspettava.
Io personalmente ho trovato un’artista.

Io credo nel potere delle storie e dei meme. È qualcosa che rende più ricche le persone e il mondo intero. Ecco perché voglio raccontare storie.[…] Storie che collegheranno gli individui fra loro, e il mondo a quest’epoca e alle successive.[…]

“I miei adorabili meme” connetteranno me e tutti voi grazie a un filo […] che creerà di certo nuovi meme.

Hideo Kojima – Il gene del talento e i miei adorabili meme

Inutile parlare oltre, vi siete incuriositi? Allora seguite l’esempio di Kojima e passate in libreria. Magari tra gli scaffali si nasconde un meme anche per voi.

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Editoriali

Librogame e Videogame: intervista ad Andrea Tupac Mollica

Ancora librogame!

Benvenute e benvenuti a questo secondo appuntamento della rubrica dedicata ai librogame (LG)!

Lo scopo è sempre quello: capire cosa sono e cosa c’entrano con i videogiochi… ma per fortuna possiamo avvalerci dell’aiuto di vari big del settore che ci hanno rilasciato delle graditissime interviste. Anche oggi faremo due chiacchiere con un grandissimo autore, ovvero Andrea Tupac Mollica, premiato di recente con l’LGL Award per la categoria Novità dell’Anno a Lucca C&G 2021.

Per chi volesse recuperare tutte le altre interviste uscite (e che usciranno), può trovarle elencate nel box Librogame e Videogame in fondo all’articolo.

Ciao Andrea, puoi presentarti e dirci di cosa ti occupi?

Ciao a tutte/i e grazie di cuore per questa intervista! Mi chiamo Andrea Tupac Mollica, classe 1974. Sono un antropologo per formazione universitaria e un progettista didattico per professione. E da alcuni anni sono anche un autore di LibroGame e Giochi di Ruolo. In realtà il mio primo LibroGame – per l’esattezza un racconto-game di una cinquantina di paragrafi – lo pubblicai nell’ormai preistorico 1993! All’epoca non avevo ancora il PC, ricordo che lo scrissi a macchina con una Olivetti elettrica. Si intitolava “Codice DNA”, era di ambientazione cyberpunk (quando si dice il destino…) e venne pubblicato su una rivista di letteratura potenziale che oggi non esiste più. Da qualche parte dovrei ancora avere il dattiloscritto originale; se lo trovo prometto di dargli una sistemata e di pubblicarlo gratuitamente!

Andrea Tupac Mollica
Andrea Tupac Mollica, autore e scrittore di librogame e giochi di ruolo… e molto altro

Cos’è un librogame?

In due parole, è un libro interattivo. Un libro nel quale il protagonista è il lettore, che è chiamato a prendere delle decisioni che determinano lo sviluppo della storia. E questa facoltà è garantita dal fatto che il libro è ripartito in paragrafi numerati che corrispondono a ciascuna delle scelte che è possibile fare.

Stregoneria Rusticana, librogame di Andrea Tupac Mollica
Pillola rossa o pillola blu? No, anzi: duellante o scaramante?

Cos’era il librogame nel suo periodo d’oro?

Per me i LibroGame degli anni ’80 sono stati un’epifania! È grazie a loro che sono entrato nel folle mondo dei giochi. Hanno davvero segnato profondamente la mia vita, indirizzando i miei interessi non solo in ambito ludico ma anche in materia di letteratura, cinema, musica… Non esagero dicendo che molto della persona che sono oggi lo devo proprio a quel fatidico incontro che feci quando avevo 10 anni, e il mio amico Enrico mi mostrò i primi due numeri di Lupo Solitario che gli erano appena stati regalati…

Lupo Solitario, celebre librogame italiano
I primi due volumi della collana Lupo Solitario (Edizioni EL)

Cos’è un librogame oggi? Come si è evoluto?

La forma dei LibroGame di oggi non è molto diversa da quelli di ieri, l’evoluzione principale ha riguardato il contenuto. Sia in termini “tecnici”, perché oggi i LibroGame si sono arricchiti molto dal punto di vista del gameplay e hanno mutuato numerosi elementi dai videogiochi, sia in termini letterari. I LibroGame di oggi, infatti, esplorano una gamma molto più vasta di temi che non la classica storia avventurosa, sono molto più vari nei protagonisti e già da diversi anni si stanno ibridando con altri tipi di giochi, come i giochi da tavolo.

Tainted Grail: un ibrido fra librogame e gioco da tavolo
Tainted Grail: un ibrido fra librogame e gioco da tavolo

Legami, contrasti e coesistenza (virtuosa?) con i videogiochi. Cosa ne pensi?

Guarda, chiunque abbia la mia età e ha vissuto l’epoca d’oro dei LibroGame può confermarti che ciò che li fece tramontare assai rapidamente all’inizio degli anni ’90 furono proprio i videogiochi e la loro diffusione domestica attraverso console e home computer, come i Commodore Vic20 e 64 o il NES. All’epoca non ci fu storia: i videogame erano qualcosa di troppo più seducente e immediato, il risultato della competizione era segnato in partenza. Però la storia è una ruota che gira e oggi LibroGame e videogiochi si trovano a essere alleati. Non solo perché, come ti dicevo, i LibroGame di oggi mutuano molte meccaniche tipiche dei videogiochi, ma anche perché il mondo videoludico, sempre di più alla ricerca di storie memorabili da raccontare, e non solo di fantasmagorie grafiche e tecniche, ha riscoperto la bellezza e il valore letterario dei LibroGame facendoli propri.

Ancora Lupo Solitario… versione videogioco (ma sempre librogame)

Oggigiorno esistono non solo numerosi LibroGame che hanno un’incarnazione digitale, ma ci sono anche videogiochi ibridi che offrono un’esperienza LibroGame sfruttando però le potenzialità del digitale per integrare combattimenti tattici, navigazione attraverso le mappe e modelli 3D dei personaggi. Per non parlare di tutte le possibilità multimediali e transmediali in termini di colonne sonore, effetti speciali, minigiochi per la risoluzione degli enigmi e del continuo rimbalzo verso le risorse internet.

Sei un videogiocatore?

Oggi sono un videogiocatore occasionale. Il lavoro, la famiglia e la passione per i LibroGame e i Giochi di Ruolo tabletop mi lasciano davvero poco spazio per i videogiochi. Ma sono stato un videogiocatore hardcore in gioventù. Ero un assiduo frequentatore delle vecchie sale giochi, mi sono svenato per finire celeberrimi coin-op come Street Fighter, Black Dragon, Ghost ‘n Goblins, Shinobi, King of Dragons, Rastan Saga e via dicendo. E poi, tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000, mi sono giocato sul PC i grandi classici come Baldur’s Gate e Neverwinter Nights.

Baldur's Gate collezione
Balsur’s Gate, quelli storici

Da ragazzino ho anche imparato a programmare, per cui sviluppavo i miei giochi in BASIC e poi li passavo ai miei amici! In tempi un po’ più recenti ho anche programmato dei giochi in Inform 6 e in Bitsy che potete trovare e giocare gratuitamente sul mio blog. In linea di massima, però, anche da videogiocatore ho sempre preferito quei giochi che mi riportavano in qualche modo, per tematiche o gameplay, al mio grande amore per LibroGame e Giochi di ruolo tabletop.

I videogiochi ti hanno influenzato o ispirato in qualche modo nella realizzazione delle tue opere?

Sì, senza dubbio. Penso al sistema di achievements che ho inserito nel mio Hong Kong Hustle e ad altre tecniche che sto utilizzando nelle nuove cose a cui sto lavorando. Ma l’influenza più grande dei videogiochi nei miei LibroGame è a livello di temi e atmosfere. Non so come spiegarlo, ma quando scrivo un nuovo LibroGame nella testa mi passano delle renderizzazioni a 8 e 16 bit di quello che sto scrivendo, li immagino spesso come fossero i coin-op della mia gioventù. E ti svelo un segreto: i miei librogame sono zeppi di easter egg che rimandano al mondo videoludico, ma solo pochi lettori li scoprono e me li segnalano!

Deus Ex: Human Revolution, pieno zeppo di easter egg e citazioni

Vuoi segnalarci qualche tuo progetto in particolare o in corso d’opera?

Volentieri! Ho pronto un nuovo LibroGame che proporrà ai giocatori la rilettura interattiva di un grande classico della letteratura avventurosa vittoriana: Allan Quatermain e le Miniere di Re Salomone. Dovrebbe essere già uscito o può essere in uscita proprio in questi giorni di dicembre! E ho scritto Viaggio all’Inferno, un’avventura per il Gioco di Ruolo Blood Sword 5E che ha fatto faville su KickStarter e che è di prossima pubblicazione; peraltro si tratta di un’avventura proprio tratta dall’omonimo capitolo della serie LibroGame di Dave Morris! Da gennaio, poi, mi metterò al lavoro per un seguito “spirituale” di Hong Kong Hustle, che peraltro nell’ultima edizione di Lucca C&G ha vinto il prestigioso LGL Award!

Hong Kong Hustle, ultimo librogame di Andrea Tupac Mollica
Hong Kong Hustle: librogame cyberpunk scritto da Andrea e illustrato da Katerina Ladon

Ma la cosa che più mi emoziona in questo momento è che con la grandissima illustratrice Katerina Ladon sono a lavoro su un romanzo illustrato! Con Katerina stiamo spingendo moltissimo sull’integrazione e sull’interazione tra immagini e parola scritta. Non sarà un romanzo con qualche illustrazione a supporto. Parole e immagini si fonderanno in modo spudorato, aggressivo e folle! Tra non molto mostreremo qualche anteprima!

Infine sto anche valutando un altro paio di proposte, di cui una in ambito videoludico, ma è ancora tutto in alto mare per parlarne…

Conclusioni

Anche per oggi abbiamo finito, ma ancora una volta ci si può rendere conto di quanto mondi che sembrano essere così (tecnologicamente) lontani, sono invece così legati e sovrapposti. Ciascuno mantiene la sua identità, ma a loro modo continuano a coinvolgerci, sfidarci, emozionarci e divertirci.

Ringrazio immensamente Andrea per il tempo che ci ha dedicato e non vedo l’ora di incontrarlo di nuovo!

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Editoriali

Librogame e Videogame: intervista a Francesco Di Lazzaro

Il protagonista di questa storia sei tu!

Ecco, questo è l’incipit classico che si trova nella stragrande maggioranza dei librogame (LG) e già rivela molto su quello che c’è da aspettarsi da questi libri (cartacei e non).
Di fatto, cosa sono i librogame? Perché parlarne in un blog di videogiochi?
Per il sottoscritto, i LG sono stati e sono tutt’ora un modo di vivere avventure interattive, partecipare a vicende e storie appassionanti prendendo delle decisioni (e non solo leggendo passivamente) e divertirsi molto, fin dai tempi in cui la tecnologia non era pensata e non aveva la possibilità di implementare qualcosa del genere.

Modena PLAY 2021
Mascotte ufficiale di Modena Play

Complice il Play di Modena 2021 e l’incontro con vari big dell’editoria di genere, c’è venuta spontanea l’idea di fare delle considerazioni sui due mondi, quello dei LG e quello dei videogiochi. Per riuscirci al meglio, abbiamo coinvolto autori ed esperti nel settore chiedendo direttamente a loro quello che ci incuriosiva di più. Ringraziandoli fin da ora per la loro grande disponibilità ed entusiasmo, lascio la parola al primo intervistato, Francesco Di Lazzaro.

Per chi volesse recuperare tutte le altre interviste, può trovarle elencate nel box Librogame e Videogame in fondo all’articolo.

Ciao Francesco, puoi presentarti e dirci di cosa ti occupi?

Ciao Sebastiano e ciao a tutti gli amici del blog! Mi chiamo Francesco Di Lazzaro, ho 44 anni, sono laureato in Filosofia e da sempre sono un grande appassionato di librogame. Negli ultimi tempi la mia passione si è trasformata in una professione e collaboro con varie case editrici del settore ricoprendo più ruoli (autore in primis, ma anche curatore, editor, revisore, ed esperto “consigliere”). Ma quello che considero il mio più grande successo è stato fondare Librogame’s Land, il portale di riferimento in Italia per tutti gli appassionati di librogame.

Francesco Di Lazzaro, autore, fondatore di LGL e ospite di Modena Play

Librogame’s Land nasce nell’ormai lontano 2003 con un’idea di base molto semplice, quella di creare un punto di riferimento per gli appassionati di genere, dove conservare dati e informazioni sulle principali pubblicazioni esistenti all’epoca (erano principalmente i volumi EL, con qualche incursione degli Scegli la tua Avventura Mondadori e delle collane a bivi Giunti Marzocco) e che ci consentisse tramite scambi e una piccola sezione mercatino, di completare le nostre collezioni.

Il sito all’inizio era molto semplice, scritto a mano in html, con sezioni principalmente archivistiche e idee abbastanza “confuse” sulle future evoluzioni. Il vero salto di qualità arrivò dopo, grazie all’incontro mio con grandi appassionati del settore che consentirono di ampliare gli orizzonti di LGL, contribuendo alla nascita di tante iniziative che durano ancora oggi: il Magazine mensile che parla solo di librogame, la sezione LibriNostri con più di cento pubblicazioni inedite in Italia, il nostro concorso annuale dedicato ai migliori racconti di genere e parecchie altre belle cosette, che vi invito a scoprire.

Cos’è un librogame?

Di fatto, per chi non conosce i librogame, la risposta secca è semplice: un libro in cui il protagonista è il lettore e il testo consente di fare delle scelte che condizionano l’evoluzione della trama. Per esempio può chiederti se preferisci bere un bicchiere d’acqua o di vino e, a seconda della tua scelta, rimandarti a un paragrafo differente in cui la narrazione prosegue in modo alternativo. A questa descrizione basica si aggiungono tanti altri elementi, tra cui per esempio quello ludico: i volumi più complessi ed elaborati hanno un sistema regolamentare raffinato in cui subentrano sfide, punteggi, combattimenti, caratteristiche e inventari.

Testo diviso in paragrafi e rimandi differenti in base alle scelte fatte: le basi del librogame

Per chi ama i GDR, anche in forma videoludica, sarà facile ricondurre questi elementi a uno qualsiasi dei giochi che ha apprezzato e sviscerato nella sua vita. Ma un LG è molto più di questo: i libri gioco sono una commistione di elementi, in cui il fattore ludico è importante, ma non unico o esclusivamente fondamentale. Esistono molti esempi di titoli che, grazie alla verve narrativa trascinante, rimangono nel cuore dei lettori pur non essendo particolarmente elaborati sotto il punto di vista del regolamento o della struttura. Ritengo anzi, se devo dire la mia, che un approccio troppo rivoluzionario o sperimentale, considerando tale aspetto, difficilmente riesca ad arrivare al pubblico meno esperto, ed essere apprezzato.

Un lettore medio che si avvicina a un’opera interattiva vuole prima di tutto godere di un’avventura entusiasmante: per quanto si possa essere abili game designer, se non c’è la base “letteraria” difficilmente si riesce a centrare l’obiettivo. Per fortuna nella scena interattiva gli ottimi scrittori non mancano!

Cos’era il librogame nel suo periodo d’oro?

Bella domanda, che si presta a tantissime interpretazioni, anche un briciolo filosofiche 😊. Per farla breve ed evitare di lanciarmi in una filippica direi che è stato la porta di accesso a un mondo nuovo, in cui il lettore diventava protagonista e poteva misurarsi con sfide, mondi e creature fantastiche. Erano elementi che già esistevano prima in altre opere letterarie, ma con l’avvento del librogame è subentrata una dinamica che precedentemente non esisteva: il lettore era anche protagonista della storia.

Spada, scudo, cotta di maglia ed elmo in ghisa… il protagonista è pronto all’azione!

Naturalmente i primi libri-gioco erano tutt’altro che perfetti, avevano ingenuità, pecche e problemi strutturali non da poco in molti casi: ma il solco era stato tracciato e un nuovo mondo era comparso, trascinato da alcuni grandissimi autori del genere in grado di sfornare autentici capolavori.

Joe Dever, Steve Jackson, Dave Morris, Herbie Brennan hanno fatto scuola, e se oggi si sta assistendo a un nuovo rinascimento dei LG una buona fetta del merito è loro.

Cos’è un librogame oggi? Come si è evoluto?

Qualcosa di molto simile, eppure profondamente diverso, rispetto a quello che era negli anni ’80. La struttura giocoforza è la stessa e anche l’influenza dei grandi maestri che ho citato sopra è spesso palpabile. Ma gli autori, soprattutto Italiani, che scrivono LG oggi sono quasi sempre grandi esperti del settore, hanno letto decine di volumi e da essi hanno imparato molto. Errori tipici dell’epoca quindi, come scelte che non portano a reali diversificazioni, labirinti senza uscita, possibilità di tornare tante volte allo stesso paragrafo e ritrovare sempre la stessa situazione, oggi non esistono più o quasi. E da quelle idee di base si sono sviluppati mondi nuovi con le loro evoluzioni: le parole chiave, per esempio, che tengono conto delle scelte fatte e fanno in modo che la situazione si evolva coerentemente con esse, sono molto diffuse, e rendono i volumi assai più raffinati.

I Signori delle Tenebre: a sinistra la versione più recente, a destra quella “classica” degli anni ’80

Negli anni poi si sono sviluppate le idee più disparate: esistono librogame “open world”, librogame gestionali, librogame in cui si può giocare la stessa avventura con protagonisti diversi, modificandone le situazioni, librogame che “interagiscono” con la realtà circostante e molte altre idee stimolanti come queste. Insomma un mondo già stupendo di per sé che esplora anno dopo anno orizzonti in costante divenire.

Legami, contrasti e coesistenza (virtuosa?) con i videogiochi. Cosa ne pensi?

Sono senza dubbio mondi affini. Sia perché si influenzano a vicenda, ed esistono anche esempi di librogame trasformati in videogiochi o di videogiochi che hanno ispirato librogame, sia perché è molto frequente che chi è appassionato di uno dei due settori apprezzi e “bazzichi” anche l’altro. Secondo me è bene che sia così, ma anche che i due settori non tentino troppo di mescolarsi: ho giocato la trasposizione in formato videoludico di alcuni librogame, Lupo Solitario e Fighting Fantasy su tutti. Erano prodotti anche piacevoli, ma perdevano molto del fascino dell’originale. Io sono dell’idea che debbano esserci assolutamente commistioni e influenze, ma che sia un bene che, a parte qualche incursione, i due mondi continuino a mantenere una loro identità ben precisa e offrano esperienze di gioco esaltanti e travolgenti in modo diverso e complementare.

Sei un videogiocatore?

Assolutamente sì! Sono un appassionato di videogiochi fin dalla più tenera età e ho cominciato a innamorarmene che a stento stavo in piedi. I racconti dei miei genitori di quando, a 6 anni, giocavo in sala giochi agli arcade in piedi su una sedia per arrivare ai comandi mi fanno sempre sorridere. Ho iniziato nel 1984, a 7 anni, con un Commodore 16, e da allora in casa mia ho sempre avuto un PC, e talvolta una console, e non ho mai mancato di videogiocare. Per un periodo è stato anche un lavoro: sono stato per alcuni anni, infatti, redattore di The Games Machine e la mia vetusta esperienza pregressa mi rendeva particolarmente adatto per curare rubriche dedicate all’emulazione e al retroplay.

I miei giochi preferiti attualmente sono i RPG open world, che esploro in lungo e in largo passandoci mesi (visto anche il ridotto tempo giornaliero a disposizione) e gli FPS che non mancano mai di esaltarmi fin dai tempi di Doom prima e Duke Nukem 3D poi. Non mi faccio poi mancare qualche puntata nel mondo dell’emulazione, sfruttando soprattutto il MAME e gli emulatori dedicati al Commodore 64, che è stato probabilmente il mio più grande amore nel campo degli home computer.

I videogiochi ti hanno influenzato o ispirato in qualche modo nella realizzazione delle tue opere?

Certamente, e non avrebbe potuto essere altrimenti. Non solo a livello di meccaniche (per esempio il concetto di open world io l’ho appreso dai videogiochi e talvolta ho cercato, seppur parzialmente, di importarlo nei miei libri), ma anche a livello di personaggi, ambientazioni, meccaniche di gioco e molto altro. Per fare qualche esempio, se immagino un barbaro con una spada in mano mi viene immediatamente in mente quello di Golden Axe, mentre se cerco di disegnare un dungeon oppure un labirinto sotterraneo le influenze di quelli che ho incontrato in Baldur’s Gate, Diablo, Skyrim o World of Warcraft si fanno sentire.

Golden Axe (SEGA – 1989)

In epoca di lockdown ho avuto finalmente la possibilità di giocare Zelda, Breath of the Wild su Nintendo Switch e mi ha veramente impressionato e stimolato: probabile che possiate cogliere alcuni elementi di questo capolavoro nei miei prossimi librogame. Insomma è un mondo che adoro e che non ha mancato di ispirarmi, da sempre e non solo quando scrivo LG.

Vuoi segnalarci qualche tuo progetto in particolare o in corso d’opera?

Quello a cui sto lavorando in questo momento potrebbe piacere particolarmente al pubblico del vostro blog. Si tratta di una collana intitolata Press Start, che si allaccia ad alcuni grandi videogiochi arcade che hanno fatto storia negli anni ‘80. Nel progetto è coinvolto anche Mauro Longo, che è il curatore delle collane interattive di Acheron Books, l’editore di questa nuova serie. Sto scrivendo il primo volume dell’opera, Ghasts ‘n Gremlins, e non credo ci sia bisogno che vi dica a quale gioco è ispirato. Ovviamente prima di mettermi all’opera mi sono rigiocato a fondo l’originale facendo “bollire” il Mame, e mi sono sorpreso nel constatare quanta profondità di gioco ci fosse in un prodotto così vecchio, e quanti ottimi spunti da inserire in un LG.

Il volume uscirà l’anno prossimo e ci sarà anche un Kickstarting per prenderlo, insieme agli altri della collana, a partire da gennaio.

Librogame: Ghasts 'n Gremlins
Ghasts ‘n Gremlins, uno dei prossimi progetti di Francesco Di Lazzaro, ispirato da…

Le altre mie prossime uscite: con Watson Edizioni ho scritto Caronte, libro dedicato al nocchiero infernale che uscirà insieme a Inferno di Alberto Orsini. Volumi che abbiamo preparato anche per festeggiare il settecentenario di Dante e che non mancheranno a loro volta di riproporre al loro interno dinamiche videoludiche. Anche per questo l’orizzonte temporale è inizio 2022.

Un po’ prima, ma non è certo, dovrebbe uscire il nuovo capitolo di Hellas Heroes, la collana che sto scrivendo insieme a Mauro Longo e che negli ultimi anni ha avuto un grande successo. Ispirata alle vicende mitologiche della Grecia antica vede protagonista Autolico, un antieroe pigro, donnaiolo e ubriacone. Ne sono usciti già due capitoli e il terzo, che ho scritto da solo in attesa del prossimo in cui rientrerà anche Mauro, vedrà il nostro eroe scomparso e in difficoltà, con le sue amiche ninfe che partono alla sua ricerca…

Librogame: Le Fatiche di Autolico
Le Fatiche di Autolico, primo librogame della collana Hellas Heroes (Librarsi – 2018)

Volevo citare, infine, Carmilla, un librogame “doppio” che ho scritto sempre con Watson Edizioni. Tratto dal capolavoro vampirico di Sheridan Lefanu, è particolare perché la storia può essere giocata sia dal punto di vista della vampira Carmilla che da quello della sua vittima, la giovane e inesperta Laura. Una diversità di prospettive che si ricongiunge a quello che vi dicevo prima sull’evoluzione dei librogame moderni. Un esperimento interessante che spero possa piacere anche a chi ama i videogiochi e si approccia per la prima volta al mondo della narrativa interattiva…

Conclusioni

Spero che questa incursione nel mondo dei librogame, poi non così lontano da quello dei videogiochi, possa avervi incuriosito, destando il vostro interesse per qualcosa che ignoravate o, al contrario, riaccendendo la fiamma di una vecchia passione!

Ringrazio ancora Francesco per la sua grande disponibilità e mi auguro di poterlo incontrare di nuovo di persona, sempre in sicurezza, quanto prima.

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Recensioni

Arkham Horror: La Collera di N’Kai (Libro) – Recensione

Spesso sentiamo parlare di boardgames tratti da film, videogiochi o libri; meno spesso invece si sente il contrario, ovvero un media derivato da un boardgame, salvo rare eccezioni nel mondo videoludico. Ed a pensarci bene è anche normale che la più proficua sia proprio la prima categoria; prendere un personaggio vivo, un’ambientazione vissuta, con una storia già raccontata, per poi trasformarli in una carta da gioco o un tabellone, modellandone le meccaniche a loro immagine e somiglianza, una trasposizione quasi naturale. Assai più difficile invece fare il contrario, prendere una carta da gioco e da quelle pochissime righe di testo creare un carattere, un modo di porsi, di muoversi, di vivere.

L’opera di cui parleremo oggi, La Collera di N’Kai, appartiene proprio a questa seconda – ed assai più rara – categoria, ed ammetto di aver provato sincera curiosità quando il volume è finalmente giunto in redazione, essendo questa la mia prima lettura di un’opera tratta da un gioco da tavolo. Arkham Horror – questo il nome – è un boardagame cooperativo pubblicato nel lontano 1987; l’universo di gioco a tinte horror/sovrannaturali è pesantemente ispirato alle opere del maestro H.P. Lovecraft, ovvero il papà di tanti esserini, tra cui il più conosciuto è il simpatico Cthulhu.

Cthulhu
Cthulhu, la più famosa creazione di H.P. Lovecraft

Il titolo, assieme al già trattato Keyforge – Racconti del Crogiolo, è il primo frutto dello sforzo congiunto tra Asmodee Italia ed Aconyte Books, che in futuro dovrebbero tradurre e pubblicare tante altre opere tratte da famosi boardgames.

Alla penna troviamo Josh Reynolds, un “veterano” di questo genere di trasposizioni. Vi basti sapere tra i suoi lavori si annoverano opere su licenze del calibro di Warhammer, Warhammer 40.000, ma anche WatchDogs ed addirittura Zombicide, altro famosissimo boardgame. Insomma, un setting da urlo – o da brivido, scegliete voi – ed una penna di tutto rispetto. Sarà riuscito Reynolds a trasformare l’enigmatico universo Arkham Horror in libro?

Una cittadina tranquilla

Arkham, Massachusetts, i primi anni del secolo scorso. Il mondo si è da poco ripreso da un terribile evento, ma gli strascichi della Grande Guerra si sentono tutti; vige il proibizionismo, bande di gangsters impazzano per le strade, i veterani tornano – o quantomeno tentano di farlo – alla normale vita da cittadino statunitense. È un’epoca strana questa, dove un’enorme ripresa economica si scontra con una società sempre più disillusa, quasi decadente. Un’epoca grigia, e forse anche la migliore per far da sfondo alle vicende che La Collera di N’Kai vuole raccontare al lettore.

Così inizia l’avventura di Alessandra Zorzi, Contessa originaria di Venezia, ma cresciuta in giro per l’Europa e non solo. Ladra per professione e per lignaggio, Alessandra presta i suoi servigi ad una peculiare cerchia di clienti, facoltosi personaggi disposti a tutto pur di mettere le proprie mani su strani oggetti, a volte bizzarri, molto più spesso grotteschi e raccapriccianti; tomi riguardanti l’occulto, ma anche reliquie di varia natura, come le tsantsa, meglio conosciute come teste rimpicciolite.

Università Miskatonic, punto d'inizio delle indagini del libro di Arkham Horror
Università Miskatonic, punto d’inizio delle indagini

Il suo prossimo bersaglio si trova proprio nella città di Arkham, ed è il pezzo forte del Museo dell’università Miskatonic. Una mummia ritrovata in Oklahoma, un lavoro alquanto bizzarro anche per Alessandra Zorzi, abituata a quel genere di cose, per di più commissionato da un mecenate che preferisce rimanere nell’ombra. Così, quando durante la Mostra del reperto un gruppo di sgherri irrompe in museo – armi in pugno – battendola sul tempo e prelevando la strana mummia, la contessa capisce che quello non sarà l’ordinario lavoretto che si era immaginata. L’unica certezza è che quella mummia va ritrovata, ed il suo cliente soddisfatto, poiché lei ha una certa reputazione da mantenere, ed il cliente cui si è legata non ammette alcun errore. Da qui partono le indagini della ladra, indagini che si dipaneranno per la quasi totalità dell’opera, e le faranno conoscere i tanti volti di quel luogo dimenticato da Dio, ma non da altre presenza più antiche ed opprimenti.

Il primo degli elementi chiave del racconto è la cittadina di Arkham. Quella che sembrerebbe essere una tranquilla cittadina statunitense come tante altre nasconde invece vizi, segreti e cose inspiegabili, cose incomprensibili. Uno dei grandi pregi di La Collera di N’Kai è sicuramente la rappresentazione della cittadina, all’apparenza ordinaria, banale, ma che sin da subito risulta inquietante, viva, sbagliata. Reynolds riesce a trasporre su libro l’essenza di Arkham Horror ogni qualvolta descrive Arkham, rappresentandola quasi come un’entità che si prende gioco dei protagonisti dell’opera più che un centro urbano. L’indagine di Alessandra porta il lettore a scoprire gli anfratti più bui e nascosti della cittadina; clubs frequentati da malavitosi di ogni specie, grandi ville appartenenti ad enigmatici mecenati, labirinti sotterranei utilizzati dai contrabbandieri ed ancora tanto altro.

La città di Arkham.
Arkham, una città dall’atmosfera sinistra

Lo stesso non si può dire dei tanti, forse troppi, personaggi che fanno capolino lungo le circa 310 pagine cui si compone l’opera. Se la protagonista e la sua spalla, Pepper, risultano ben delineate, lo stesso non può essere detto di praticamente ogni altro individuo incontrato lungo tutta la vicenda; già dopo i primi capitoli si ha la sensazione che tutti i personaggi abbiano una personalità decisamente troppo simile, e che si esprimano grossomodo alla stessa maniera, salvo una o due eccezioni. Sfortunatamente il tutto è accentuato dal fatto che nessuno di loro gode dell’esposizione necessaria a definirne un carattere vero e proprio, e ciò li rende di fatto tutti simili, anonimi e dimenticabili. Un gran peccato, considerando che lo stesso trattamento è riservato anche ad un paio di detective presenti nel boardgame, e che nelle pagine di La Collera di N’Kai prendono finalmente vita.

Pulp, forse sin troppo

Giunti a questo punto ci si aspetterebbe una vicenda dalle spiccate tinte horror/sovrannaturali, attesa che per tanti si rivelerà vana. La Collera di N’Kai è principalmente una storia dalla forte impronta pulp; di fatto il grosso dell’opera vedrà il lettore intento nel seguire le indagini di Alessandra, ed il racconto assumerà i connotati di un vero e proprio poliziesco, con sporadici accenni alla natura oscura della mummia ricercata. Chiariamoci, la lettura dell’opera è comunque scorrevole, ma risulta strano che un libro su licenza Arkham Horror releghi proprio l’aspetto horror ad una mera comparsa, quantomeno per i primi tre quarti della vicenda. Il genere poliziesco cederà il passo al sovrannaturale solamente nelle ultimissime pagine, spazio forse troppo ristretto per i nostri gusti.

Arkham horror vive di orrore che nel libro vivrete di rado.
Arkham horror è soprattutto questo, peccato che nel libro vivrete pochissimi momenti del genere

Il lettore in cerca di racconti su esseri antichi, orrori cosmici e misteri imperscrutabili potrebbe quindi rimanere deluso dal focus che Reynolds rivolge a vicende ben più umane. Voglio però precisare che quanto detto non è un vero e proprio difetto, ma vista la licenza su cui si basa l’opera è doveroso chiarire che La Collera di N’Kai non è assolutamente la tipica novella ispirata all’immaginario del Solitario di Providence.

In conclusione che dire di La Collera di N’Kai quindi? Reynolds riesce a confezionare un’opera certamente non esente da difetti, come personaggi secondari abbastanza dimenticabili ed un bilanciamento tra umano/sovrannaturale che potrebbe risultare indigesto a qualche lettore; è pur vero che il ritmo serrato e la voglia di scoprire chi ha rubato quella dannata mummia – e soprattutto perché – faranno volar via le pagine in un paio di giorni al massimo, risultando in una lettura leggera ma allo stesso tempo avvincente. Il tutto è impreziosito dalla ottima trasposizione della città di Arkham, oscura e malata al punto giusto, che più volte ricorda ai protagonisti che no, quella non è una tranquilla cittadina del Massachusetts. Sicuramente un buon punto d’inizio per la collana di libri su licenza Arkham Horror.

Dettagli e Modus Operandi

Ho indagato sulla Mummia dell’Oklahoma grazie ad una copia del libro gentilmente fornita dal publisher.

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Recensioni

KeyForge, Racconti del Crogiolo – Recensione

Nell’era della crossmedialità, ogni successo deve potersi muovere da un mezzo di comunicazione all’altro per fornire diversi aspetti dell’opera: superata quota 1,5 milioni di deck venduti a fine 2019, KeyForge rientra tra le scommesse vinte. Esattamente come Magic: l’Adunanza, anche il nuovo gioco di carte del medesimo autore, Richard Garfield, è diventato un’opera letteraria. KeyForge – Racconti del Crogiolo è un libro contenente nove racconti, che ci hanno piacevolmente raccontato la variegata ed entusiasmante vita all’interno del Crogiolo

Autori armati

L’opera a cura di Charlotte Llewelyn-Wells prende vita dalla penna di nove autori. Circa metà di questi hanno già avuto modo di raccontare l’altrettanto diversificato universo di Warhammer 40.000, mentre i restanti hanno un prolifico background nel mondo fantasy e fantascientifico. Nei racconti del Crogiolo, questa esperienza si tramuta in una serie di novelle travolgenti e scanzonate, che ci hanno fatto passare diverse ore di divertimento, senza mai chiedere al lettore di conoscere accuratamente il mondo di KeyForge.

La paura del nuovo

In KeyForge, i giocatori impersonano gli Arconti, che sfruttano i poteri dei protagonisti del Crogiolo, divisi tra loro in fazioni denominate Case del Crogiolo. Nelle avventure che abbiamo letto, le Case si intrecciano tra loro vivendo la vita le proprie convinzioni e pregiudizi, ricordandosi che sopra di loro ci sono sempre gli Arconti.

La prima storia che leggeremo è “Il Contratto”: le avventure di un membro delle Ombre che è stato di recente catapultata nel Crogiolo. Vittima del caos, ha accettato un accordo che prevede l’abbattimento di “Url Il Poderoso”, anche se lo scopo della novella è raccontare il malessere di stare in un nuovo luogo all’improvviso, senza una vera volontà di rimanerci. Spaesata e costretta a lottare per sopravvivere, la protagonista, prima di affrontare Url Il Poderoso, dovrà fare i conti con se stessa e vincere la paura di appartenere a un mondo che ha trovato in lei qualcosa di positivo.

Amicizia e amore

I racconti del Crogiolo narrano anche, e soprattutto, di protagonisti ormai dentro il sistema. “Nell’Apprendista”, Roz lavora nell’officina di Grizl Crustic, un buon capo con il vizio dell’azzardo, tanto da giocarsi TRIS, il robot guardiano di Roz, a cui deve la vita. L’Apprendista narra la favola di chi non vuole perdere ciò che ama, combattendo fino in fondo e ottenendo come ricompensa un amore ancora più grande. Nella novella di Cath Lauria, tutto questo si tramuta in una nuova avventura per Roz, che parte alla ricerca di un tesoro da barattare al posto di TRIS e che termina con un nuovo etereo amico.

Anche “Il Duello della Bibliotecaria” parla di amore. La trama di Hutchins racconta della piccola Marya, uno spirito che vive dentro la biblioteca della madre Arash: una donna che ha speso tutto i suoi avere per permettere a sua figlia di materializzarsi sotto forma di ectoplasma tra i libri. Infatti, Marya si nutre di divertimento, emozione necessaria per essere ben visibile agli occhi della madre. Il racconto è una vita di sacrifici, che diventa infernale quando Arash è costretta a ripagare un libro non può permettersi. Solo a questo punto, la madre farà conoscenza di chiassosi brobnar, che dimostreranno come anche personalità estremamente differenti possano coesistere, se l’amore e la volontà di fare del bene sta al centro di tutto.

Totalitarismo

Nel Crogiolo, la vita in comunità è difficile. Soprattutto se il tuo corso di laurea prevede una ricerca nella casata di Marte, una fazione xenofoba sempre sul piede di guerra. “L’Esame di Stermino” narra della scarsa propensione dei marziani di fidarsi del prossimo, con risultati che possono diventare catastrofici per due laureande. La storia di Kolli e Nal’ai nasconde al suo interno la dura realtà del provare a far integrare una comunità che non vuole far parte di un mondo multiculturale, anche se non conosciamo mai a fondo i motivi per cui l’impero marziano sia così ostile.

La Casa di Marte, oltre a essere poco socievole con le altre razze, ritiene la competizione l’unico modo per sopravvivere nel Crogiolo. “L’Organismo Perfetto” ci mostra le ricerche di Briilip volte a creare l’arma definitiva che possa sconfiggere il Tiranno. La volontà di eccellere di Briilip non è un egoismo personale, perché va contro le regole dell’impero marziano: è un disperato tentativo di sopravvivere alla rieducazione della regione di Nova Hellas, un mix tra le pratiche del Vietnam e Arancia Meccanica. In questo contesto così duro, Briilip rinnova la sfida tra Angeli ed Evangelion mostrando quanto possa essere dura la vita in una dittatura militare.

Xenofobia demoniaca

Il tema della xenofobia, con toni più cupi, si può constare anche in “Utili Parassiti”: la novella narra di un elfo curatore che alleva un parassita demone Dis in grado di rimuovere il dolore dalle persone. L’intreccio di amore, nostalgia per un affetto passato e xenofobia della comunità si uniscono in un finale per nulla banale, in cui il buon senso prevale, spiegando come alcune creature hanno comunque i propri istinti, che possono scontrarsi con il bene degli altri.

Azione

I racconti del crogiolo contengono anche storie più avventurose, in cui l’intrigo è la parte fondamentale della lettura come in “Caccia al Ladro” e “Wibble e Pplmiz, Investigatori in Vendita”.

“Caccia al Ladro” di Thomas Parrot ha una trama degna di Lupin. Nalea è una ladra di preziosi, ma dovrà scontrarsi con uno dei più abili detective del Crogiolo: un plot twist effervescente, che ci ha piacevolmente coinvolti e condotti fino alla fine di un racconto della Casa delle Ombre. “Wibble e Pplmiz, Investigatori in Vendita” è invece la ricerca di una sorella scomparsa sotto l’esperta guida di due investigatori, tanto strani quanto abili. Ancora una volta i demoniaci Dis sono i cattivi senza scrupoli, ma l’insegnamento è importante: i problemi che ci vengono addosso, a volte, sono figli delle nostre scelte egoistiche.

Per i fan

Infine “Criptomani” è un elogio agli appassionati dei medium contemporanei. Gli amanti dei giochi di carte, giochi da tavolo e cosplay trovano in questo racconto di David Guymer un vero e proprio ringraziamento. Criptomani racconta la battaglia campale definitiva, svolta in un vero e proprio gioco di ruolo dal vivo. Una storia di passione così esilarante, che a tratti ricorda Febbre da cavallo dell’immortale Gigi Proietti.

Conclusione

KeyForge – Racconti del Crogiolo usa lo stile di James Joyce per raccontare un mondo variegato e molto spesso complicato. Le storie sono tutte abbastanza diverse tra loro e nessuno faticherà a trovare almeno un racconto da leggere con piacere. Alcuni autori riescono a creare un livello empatico maggiore rispetto ad altri, pur mantenendo lo stile di lettura estremamente semplice e chiaro, ma tutti i racconti sono piacevoli.

I racconti del Crogiolo sono un’ottima lettura estiva per tutte le età: ogni novella è contenuta in una trentina di pagine e la necessità di ricordare nomi e fatti è minima. Le storie non necessitano di una particolare conoscenza di KeyForge: questo rende il libro adatto veramente a tutti, anche se i fan del gioco di carte potrebbero storcere il naso. Infatti, alcune trame sembrano adattate a KeyForge e potremmo trovarle in qualsiasi altra ambientazione, come Warhammer 40.000 di cui molti autori sono esperti conoscitori.

Dettagli e Modus Operandi

Ho conosciuto il complesso universo del Crogiolo grazie a una copia del libro gentilmente fornita dal publisher.