Recensione in BREVE
Fire Emblem Engage è uno strategico solido, ricco e divertente. Il gioco presenta una trama avvincente, un sistema di gioco divertente e appagante e un cast di personaggi interessante e ben caratterizzato. Unici difetti sono la mancanza di profondità e la varietà, non sempre elevatissima. Consigliamo assolutamente l’acquisto ai fan della saga e dei gdr in generale.
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Dopo l’ottimo successo di Three Houses e dello spin off Warriors: Three Hopes, Nintendo regala ai fan un nuovo episodio della serie principale di Fire Emblem. Fin dai primi trailer, Fire Emblem: Engage è riuscito a catturare l’attenzione di tutti gli appassionati della saga grazie alla presenza di quasi tutti i personaggi principali della serie. Con l’aumento delle informazioni a disposizione è stato chiarito che questi personaggi sarebbero comparsi nel gioco sotto forma di spiriti custodi e avrebbero permesso ai nostri protagonisti di potenziarsi grazie alle loro abilità. Questa particolare caratteristica, unita all’amore che da sempre i fan riservano alla saga di Fire Emblem, ha contribuito a tenere alta l’attenzione su Engage. Scopriamo in questa recensione di Fire Emblem: Engage se l’attesa è stata ripagata.
Il risveglio del drago divino
Dopo un classico Flashforward che, nella tradizione di Fire Emblem, ci mostra un anticipo della nostra battaglia finale, Engage inizia con il risveglio del nuovo protagonista, Alear. Il nostro eroe (il cui nome e genere possono essere personalizzati) si ritrova in una sorta di camera magica al centro della regione di Lythos.
Qui scopre presto di essere nientemeno che l’ultimo Drago Divino, custode della pace nel continente di Elyos, e di essere rimasto addormentato per mille anni in seguito ad un terribile scontro contro il Drago Maligno Sombron. Il lungo sonno ha causato una parziale perdita dei ricordi di Alear, che si ritrova catapultato in un mondo che ha di nuovo bisogno del suo intervento.
Un continente sull’orlo della guerra
Il continente di Elyos si trova da qualche tempo a dover affrontare la minaccia dell’Elusia, il più pericoloso ed infido dei suoi regni. Forti di oscuri e misteriosi poteri magici, gli elusiani hanno da qualche tempo cominciato ad espandersi verso i regni vicini, mettendo a rischio la pace. Come se non bastasse, da qualche tempo in tutta l’Elyos appaiono misteriose e terribili creature, le aberrazioni, che causano morte e distruzioni nei centri abitati. Dietro a queste minacce si cela il ritorno del temibile Sombron e della sua influenza maligna.
Alear lascia ben presto il Lythos per partire in un’avventura che lo vedrà attraversare tutti i regni di Elyos: la pacifica terra di Firene, la bellicosa Brodia, la desertica Solm e persino l’oscura Elusia.
Nel corso del viaggio il drago divino incontra numerosi personaggi da ognuno di questi regni. Molti di essi si rivelano potenti alleati oppure temibili avversari. Tutti i territori del mondo di Engage risultano molto ben caratterizzati e i rapporti tra i regni si rivelano abbastanza interessanti, pur senza raggiungere la complessità dell’intreccio politico visto in Three Houses.
La trama di Engage, pur restando piuttosto lineare, si rivela molto avvincente, interessante e riserva alcuni colpi di scena davvero emozionanti. Le vicissitudini dei nostri eroi, come nei precedenti Fire Emblem, vengono narrate dalle sequenze di intermezzo visibili tra una missione e l’altra. I dialoghi sbloccabili invece servono solamente ad approfondire i rapporti tra i nostri numerosi personaggi.
Il signore degli anelli
La principale novità proposta da Engage è rappresentata dagli anelli degli emblemi. Questi manufatti permettono al nostro Alear di richiamare alcuni potenti spiriti, chiamati emblemi, che racchiudono le essenze dei principali eroi della saga di Fire Emblem. Si tratta certamente di una trovata commerciale, che strizza palesemente l’occhio agli appassionati di Fire Emblem Heroes, titolo mobile su Fire Emblem che propone un’idea molto simile.
Tuttavia, la presenza di questi spiriti aggiunge un tocco di originalità alle battaglie, oltre a permettere a tutti i fan di vecchia data di giocare di nuovo con tanti personaggi noti. Anelli ed emblemi giocheranno un ruolo pesante nella trama del gioco, soprattutto dopo che Alear scoprirà che anche i suoi nemici sono in grado di utilizzare gli anelli per evocare gli emblemi.
Un comparto tecnico all’altezza
Per quanto concerne l’aspetto tecnico, Fire Emblem Engage si mostra all’altezza delle aspettative. Rispetto a Three Houses la grafica appare molto più pulita e curata e le animazioni delle battaglie risultano più fluide, spettacolari e belle da vedere.
Anche le mappe e gli sfondi in cui si svolgono le battaglie propongono scenari molto dettagliati e riescono a differenziare nettamente le caratteristiche tipiche di ogni regione che andiamo a visitare.
I momenti più spettacolari in assoluto sono senz’altro le animazioni dedicate alle unioni con gli emblemi, in particolare quelle dei loro attacchi speciali, che sfoggiano un vero tripudio di luci e colori.
Le scene di intermezzo sono anch’esse ben realizzate, in particolare i filmati in modalità cinematica. Questi ultimi, pur essendo in numero piuttosto limitato, regalano animazioni che sembrano uscite direttamente da un moderno anime.
Anche il sonoro si presenta davvero bene, con una serie di musiche molto ispirate e d’atmosfera, perfettamente in linea con gli altri titoli della saga. Merita una menzione particolare la canzone che accompagna la sequenza iniziale del gioco, davvero azzeccata e d’atmosfera, sia nella versione occidentale che in quella giapponese.
Un fire emblem tradizionalista
Per quanto riguarda il gameplay, Engage ripropone tutti gli elementi tipici della serie Fire Emblem. Il gioco è diviso in 26 capitoli, ad ognuno dei quali corrisponde una battaglia. Vincendo gli scontri, la storia procede attraverso una serie di sequenze animate che trasportano il giocatore al capitolo successivo. Oltre alle missioni principali si sbloccheranno anche diverse appendici, missioni secondarie che spesso permettono al giocatore di reclutare nuovi eroi.
Le battaglie si svolgono con il tradizionale sistema a turni. Durante la fase del giocatore possiamo spostare le unità lungo la mappa, farle attaccare, cambiare il loro equipaggiamento e far loro compiere determinate azioni, come aprire porte o parlare con alcuni nemici per convincerli a passare dalla nostra parte.
Torna anche il classico sistema del triangolo delle armi (spada batte ascia, ascia batte lancia e lancia batte spada) con i tipici punti di forza e debolezza legati alle classi dei personaggi e al loro equipaggiamento. A livello di classi, Engage propone qualche piccola novità (per esempio i cavalieri lupo) ma resta complessivamente ancorato alla tradizione, con solamente qualche piccola variante.
Anche per quanto riguarda gli intermezzi tra uno scontro e l’altro, il gioco è fedele agli antichi canovacci. Torna quindi la mappa del mondo con la possibilità di affrontare scontri di allenamento, missioni secondarie o proseguire nella trama.
Al posto del monastero visto in Three Houses Engage introduce il Somniel, sorta di base volante nella quale potremo approfondire i rapporti tra i nostri personaggi (emblemi compresi), svolgere tutta una serie di mini giochi per migliorare le nostre statistiche e affrontare una serie di sfide particolari alla torre delle lotte. Purtroppo anche in Engage sarà possibile portare al massimo il livello di affinità con un solo personaggio. Dunque dimentichiamo l’intreccio di love stories visto in alcuni dei capitoli più vecchi.
Nel complesso, dunque, Engage si mostra meno innovatore rispetto a Three Houses (che abbiamo approfondito in passato), ma riesce ad evitare in parte quella ripetitività ed eccessiva lunghezza che aveva in parte gravato sul suo predecessore.
Marth, ho scelto te!
Anche sul fronte del gameplay, la principale novità di Engage risiede sicuramente nella presenza degli anelli degli emblemi. Prima di ogni scontro, infatti, il giocatore ha la possibilità di assegnare ad ognuno dei suoi eroi un anello, a cui è associato un eroe leggendario.
Questi anelli forniscono ai nostri eroi tutta una serie di bonus e abilità passive, che si potenziano con la crescita dell’affinità tra personaggio ed emblema. In più, in ogni momento dello scontro il nostro personaggio ha la possibilità di attuare l’unione – l’engage del titolo – ovvero una sorta di fusione tra eroe ed emblema.
In stato di unione, il nostro eroe per tre turni disporrà di una potenza molto maggiore e potrà sfruttare le armi e le abilità del suo emblema, tra cui spiccano alcune devastanti mosse speciali. La barra dell’unione può essere ricaricata tramite una serie di fonti di energia sparse lungo la mappa.
Le unioni, oltre ad essere molto spettacolari, forniscono agli scontri un pizzico di varietà in più e permettono al giocatore di scegliere se associare ad ogni eroe un emblema della medesima classe, in modo da massimizzarne le caratteristiche, oppure generare una combinazione di classe utile per fronteggiare le varie situazioni.
Una sfida adatta a tutti
Anche Engage propone una scelta fra tre livelli di difficoltà: normale, difficile e folle. Se a livello normale il gioco è a tratti persino troppo facile, già a difficile propone una sfida di tutto rispetto.
Per non subire enormi perdite o addirittura sonore sconfitte il giocatore deve valutare con estrema precisione le sue mosse e studiare con attenzione le abilità e l’equipaggiamento di ogni eroe. Il gioco inoltre non è particolarmente generoso in quanto ad oro, quindi anche le spese per gli armamenti vanno valutate con cura.
A difficoltà folle il gioco è arduo e punitivo e diventa una sfida degna anche per i più esperti giocatori di Fire Emblem. Giungono in soccorso al giocatore la cronogemma, artefatto in grado di avvolgere indietro il tempo per alcuni turni e la mancanza dell’usura delle armi.
Anche engage permette al giocatore di scegliere se inserire o meno la morte permanente dei personaggi. Per conto mio, suggerisco di lasciare assolutamente questa opzione, poichè senza di essa, Fire Emblem perde gran parte del suo fascino.
Conclusione
Engage è davvero un ottimo titolo. Uno strategico divertente, longevo e con un’ottima trama. I suoi unici punti deboli sono da individuare nella ripetitività del gameplay e nella linearità della storia.
Per il resto il gioco è davvero ottimo e rappresenta quel ritorno alle origini che molti giocatori chiedevano dopo le molte innovazioni introdotte da Three Houses. Consigliamo l’acquisto a tutti i fan della saga e agli amanti dei giochi di ruolo.
Dettagli e Modus Operandi
- Piattaforme: PS5, Xbox Series S|X, Switch, PC, PS4
- Data uscita: 26/05/2023
- Prezzo: 59,99 €
Ho nuovamente provato il gioco a partire dal day one dell’ultimo update su PlayStation 5.