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Bandai Namco porta Elden Ring e altri due videogiochi su Nintendo Switch 2

Bandai Namco ha annunciato l’arrivo di tre titoli per Nintendo Switch 2. Si tratta di una mossa strategica che punta a colpire target differenti: dai fan degli action RPG, ai nostalgici degli arcade, fino ai giocatori più casual. I giochi in questione sono Elden Ring Tarnished Edition,Shadow La byrinth e Tamagotchi Plaza.

Elden Ring Tarnished Edition è una riedizione completa del premiato gioco di FromSoftware. Include il titolo base più il DLC Shadow of the Erdtree, insieme a nuovi contenuti come armi, armature e la possibilità di personalizzare Torrente, il fedele destriero del protagonista. Bandai Namco ha confermato che questi contenuti saranno disponibili anche su altre piattaforme.

Shadow Labyrinth è una reinterpretazione in chiave dark e sci-fi di Pac-Man. Il gioco è un action platform 2D con elementi horror e un’estetica cupa. Il protagonista – ispirato al famoso mangiapalline – deve esplorare un pianeta ostile, combattere creature e “consumarle” per evolversi. L’uscita è fissata per il 18 luglio 2025 su Nintendo Switch, mentre i preorder per Switch 2 arriveranno più avanti.

Questo titolo dimostra che Bandai Namco vuole rinfrescare le sue IP storiche proponendole in forme nuove, più adatte ai gusti attuali. L’azione, l’atmosfera e il concept del predatore suggeriscono un gameplay più adulto e meno spensierato rispetto al PAC-MAN tradizionale.

Tamagotchi Plaza, invece, punta su un pubblico più rilassato. Il gioco riporta in scena il celebre pet digitale, stavolta in versione gestionale. Il giocatore gestisce negozi nella città di Tamahiko, interagisce con oltre 100 Tamagotchi e cerca di migliorare la reputazione della propria attività. Il lancio è previsto per il 27 giugno 2025 sia su Nintendo Switch che su Switch 2. Il gioco sarà anche compatibile con il dispositivo Tamagotchi Uni, già popolare tra i fan della serie.

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Dragon Ball Sparking Zero,superate le 5 milioni di copie vendute

Dragon Ball Sparking Zero ha raggiunto l’obiettivo delle cinque milioni di copie vendute. Questo risultato, ottenuto in relativamente poco tempo, ha permesso gioco di Bandai Namco di consacrarsi come il titolo di Dragon Ball più venduto in minor tempo. Pubblicato lo scorso ottobre, il videogioco ha ricevuto grande apprezzamento dalla critica e dai fan, consolidando la sua posizione nel genere dei picchiaduro in arena.

Disponibile per PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC tramite Steam, il titolo ha attirato milioni di giocatori grazie al suo comparto grafico e al gran numero di personaggi giocabili disponibili, oltre 180. L’enorme successo di Sparking Zero dimostra la forza del brand Dragon Ball nel mondo videoludico. Non a caso, Bandai Namco ha già annunciato aggiornamenti futuri, con nuovi DLC, tornei ufficiali e contenuti inediti per mantenere vivo l’interesse dei giocatori.

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Rebel Wolves e Bandai Namc annunciano Dawnwalker

Rebel Wolves, studio fondato nel 2022 da Konrad Tomaszkiewicz, veterano e Game Director di The Witcher 3: Wild Hunt, ha annunciato una partnership strategica con Bandai Namco per il lancio del suo primo titolo, Dawnwalker. Bandai Namco si occuperà della pubblicazione e distribuzione globale, sia digitale che retail, di questo nuovo gioco di ruolo d’azione dark fantasy su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X/S.

Il team di Rebel Wolves è composto da talentuosi sviluppatori, molti dei quali facevano parte del nucleo responsabile di The Witcher 3: Wild Hunt, uno dei giochi più apprezzati degli ultimi anni. Il progetto Dawnwalker si configura come un AAA action-RPG narrativo ambientato in un’oscura Europa medievale, un universo sandbox per un pubblico maturo. La struttura del gioco è sviluppata con l’Unreal Engine 5, e promette un’esperienza che unisce profonde meccaniche RPG e una narrazione immersiva.

Tomasz Tinc, Chief Publishing Officer di Rebel Wolves, ha descritto Bandai Namco come il partner ideale per portare Dawnwalker sul mercato globale, dichiarando: “Rebel Wolves è uno studio fondato su basi solide, una combinazione di esperienza e nuove energie. Bandai Namco Entertainment Europe, nota per il suo impegno nel genere RPG e l’apertura a nuove IP, è una scelta perfetta per il nostro team. Condivide i nostri valori e ha una lunga esperienza nella pubblicazione di giochi di ruolo narrativi”. Tinc ha aggiunto che il team non vede l’ora di collaborare con Bandai Namco per portare il primo capitolo della saga Dawnwalker ai giocatori di tutto il mondo.

Anche Alberto Gonzalez Lorca, VP for Business Development di Bandai Namco Entertainment Europe, ha espresso entusiasmo per l’accordo, considerandolo una tappa cruciale nella strategia dell’azienda per rafforzare la propria presenza nel mercato occidentale. La collaborazione permetterà di offrire a un pubblico globale un universo dark fantasy di grande impatto, creato da un team esperto e innovativo. Rebel Wolves ha annunciato che maggiori dettagli su Dawnwalker verranno rivelati nei prossimi mesi, accendendo così le aspettative per il primo capitolo di questa promettente saga.

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Dragonball Sparking Zero: partenza col botto

Ufficialmente, Dragonball Sparking Zero sarà disponibile solo da venerdì 11 ottobre. Numerosi fan hanno però acquistato il gioco nelle edizioni deluxe ed Ultimate. Queste particolari versioni del gioco consentono ai giocatori un early access, regalando la possibilità di provare il gioco con alcuni giorni di anticipo.

Nonostante solo una certa percentuale di utenti abbia libero accesso al gioco, Dragonball Sparking Zero sta già facendo segnare una serie di numeri impressionanti. Secondo la piattaforma SteamDB, infatti, la nuova fatica di Bandai Namco avrebbe fatto segnare un picco di ben 91000 giocatori collegati in contemporanea. Per far meglio comprendere l’entità di questi numeri, basti sapere che Street Fighter 6 si è fermato a 70.573 utenti, mentre Tekken 8 e Mortal Kombat 1 hanno raggiunto 49.977 e 38.129 giocatori.

Un risultato davvero notevole, dunque. Tutto sembra lasciar presagire che, con la release ufficiale del gioco, questi numeri andranno ulteriormente ad incrementarsi. In attesa della nostra recensione, non possiamo che augurarci che Sparking Zero riesca davvero a mantenere tutte le promesse e ad essere a tutti gli effetti un successo mondiale.

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Dragon Ball Sparking! Zero rivela finalmente il roster completo

Nelle ultime ore Bandai Namco ha finalmente diffuso un trailer che svela l’intero roster di Dragon Ball: Sparking! Zero.

Come immaginabile, il roster si è rivelato semplicemente monumentale. Oltre ai personaggi ormai storici di Dragon BallZ, Zero ospiterà anche numerosi eroi tratti da Dragon Ball GT, Dragon Ball Super e persino dalla saga di Goku bambino. Come se non bastasse, sono stati svelati anche tutti i personaggi principali tratti dai lungometraggi della saga di Goku e compagni, come Janenba, Turles, Broly e tanti altri.

Il trailer ha anche svelato alcune succose novità sul gioco. Ad esempio, sarà possibile sbloccare una serie di battaglie personalizzate. In queste battaglie, a quanto sembra, i giocatori potranno modificare gli eventi della storia di Dragon Ball, creando una serie di battaglie completamente inedite.

Queste novità, accanto all’enorme roster che ormai supera i cento lottatori selezionabili, contribuiscono ad accrescere l’attesa per la release del gioco, fissata per l’undici ottobre. Non vediamo davvero l’ora di mettere le mani sul gioco e testare a fondo le sue potenzialità!

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Dragon Ball Sparking! Zero, niente cross-play al lancio

Ed eccoci nuovamente a parlare di Dragon Ball: Sparking! Zero. Questa volta, però, non si tratta di buone notizie. In una recente intervista per IGN Jun Furutani, produttore del gioco, ha infatti annunciato che, con tutta probabilità, Sparking Zero non supporterà la funzione cross-play al momento del lancio.

Per chi non lo sapesse, il termine cross-play indica la possibilità di poter giocare online allo stesso gioco anche se esso viene fatto girare da macchine diverse. Come intuibile, si tratta di una caratteristica di un certo peso in un genere come quello dei picchiaduro, dato che le partite online sono spesso il cuore dell’esperienza.

Furutani nell’intervista sostiene che questa funzione sia estremamente difficile da implementare nel gioco, soprattutto a causa delle profonde differenze tra i sistemi su cui il gioco girerà. Tuttavia, il producer assicura che il team si sta impegnando per riuscire ad aggiungere questa funzione all’interno di Sparking! Zero.

Dunque, se al momento del lancio è ormai quasi certo che il cross-play non sarà presente, nulla impedisce di sperare che possa essere implementato (magari anche in tempi brevi) grazie agli aggiornamenti futuri che il gioco certamente riceverà. Non resta che augurarsi che gli sviluppatori risolvano al più presto l’incomodo. Vista l’importanza del progetto, sarebbe davvero un peccato se questa importante funzione non fosse presente nel gioco.

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Dragon Ball Sparking! ZERO, Super Vegeku e molti altri si aggiungono al roster

Mancano solo tre mesi all’uscita di Dragon Ball Sparking! ZERO, prevista per l’11 ottobre 2024, e come immaginabile Bandai Namco sta presentando tanti nuovi personaggi che saranno disponibili nel roster finale. Ad oggi sono ancora tanti i personaggi giocabili da mostrare e questa volta l’azienda giapponese si è concentrata sulla sfida “Spada vs Pugni”. Con un trailer dedicato, sono stati mostrati personaggi importanti, e meno importanti, provenienti da tutte le saghe di Dragon Ball.

Tra i personaggi di Sparking! ZERO che usano le spade, o che abbiano poteri molto vicino a quella che sembra essere un’arma da taglio, sono stati presentati, tra gli altri, anche: Darbula, Super Vegeku, Goku Black e Super Saiyan Rosé. Gli amanti dell’arma bianca invece potranno usare: Spopovich, Goku (Super), Goku Ultra Instinct, Ribrianne, Rozie o Anilaza.

Dragon Ball Sparking! ZERO è il sequel diretto di Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 3. Arriverà questo autunno su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.

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Dragon Ball: tutti i giochi della serie Budokai Tenkaichi

Se c’è una serie videoludica dedicata all’opera magna di Akira Toriyama che più di ogni altra è rimasta nei cuori dei videogiocatori, questa è sicuramente la saga di Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi. Fin dall’uscita del primo capitolo, questi picchiaduro sono infatti riusciti ad ottenere grandi consensi da parte dei fan del manga e dell’anime.

Forse non tutti lo sanno, ma il nuovissimo Dragon Ball Z: Sparking! Zero, di prossima uscita, altro non è che il quarto capitolo di questa fortunata serie. In attesa dell’arrivo di Zero, la cui uscita è prevista per il 2024, prendiamo la nostra capsula del tempo e lanciamoci alla riscoperta di tutti i capitoli di Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi.

Da Budokai a Tenkaichi

Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 1

Come abbiamo più volte avuto modo di ricordare, la storia tra Dragon Ball e il medium videoludico è stata tutt’altro che idilliaca. A parte poche eccezioni, era davvero raro che i giochi dedicati alla saga di Goku e compagni fossero titoli davvero validi o memorabili.

Le cose iniziarono a cambiare con l’arrivo della serie Dragon Ball Z: Budokai, da non confondere proprio con Budokai Tenkaichi, infausto nome occidentale di Dragon Ball Z: Sparking. Budokai è stata una trilogia dei picchiaduro 3D, pubblicata da Bandai e Atari e sviluppata da Dims per PlayStation 2, antecedente a Sparking/Budokai Tenkaichi, che riuscì finalmente a donare ai fan di Goku e soci dei giochi divertenti, ben realizzati e con una personalità ben definita. In particolare, il terzo capitolo della saga, uscito nel 2004 sempre su PS2, si rivelò un titolo davvero di tutto rispetto.

Molti giocatori, compreso il sottoscritto, a suo tempo rimasero sorpresi all’annuncio dell’arrivo di un nuovo titolo dedicato a Dragon Ball, Budokai Tenkaichi per l’appunto, che sarebbe uscito a meno di un anno di distanza da Budokai 3. Fin dai primi trailer, tuttavia, risultò chiaro che il nuovo gioco, stavolta sviluppato da Spike, sarebbe stato molto diverso da ciò a cui i fan erano abituati.

Un nuovo stile di lotta

Quando, nell’ottobre 2005, uscì Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi queste impressioni vennero confermate. Con Tenkaichi, infatti, gli sviluppatori decisero di rompere gli schemi, proponendo qualcosa di diverso da un tradizionale picchiaduro 3D. La visuale di gioco era infatti posta alle spalle del proprio lottatore, che poteva muoversi liberamente all’interno degli scenari 3D. Naturalmente, trattandosi di Dragon Ball, ogni lottatore aveva anche la capacità di volare, aspetto che andava ad aumentare ulteriormente la libertà di movimento.

Ogni personaggio disponeva di una serie di semplici attacchi. Un pulsante per gli attacchi veloci, uno per quelli potenti, uno per gli attacchi energetici ed uno per la difesa. Gli attacchi potevano essere combinati fra loro con grande facilità, permettendo anche ai neofiti di esibirsi in spettacolari combo. Anche l’esecuzione delle mosse speciali era estremamente semplice e necessitava solamente della pressione di un tasto dorsale accompagnato dal tasto triangolo e dalla croce direzionale (a patto, ovviamente, di disporre del Ki necessario).

Questa formula di gioco, denominata picchiaduro arena, avrebbe riscosso un ottimo successo tra i giocatori e sarebbe stata riproposta da numerose altre produzioni. Pur venendo molto apprezzato dai giocatori occasionali, questo stile fa tutt’oggi storcere il naso ai puristi del picchiaduro. Le critiche maggiori che normalmente vengono rivolte sono l’eccessiva somiglianza tra i lottatori e l’enorme sproporzione di potenza che esiste tra gli stessi. Sebbene ogni personaggio abbia le sue mosse speciali peculiari, le mosse base tendono ad essere molti simili tra un personaggio e l’altro. Una volta imparato ad utilizzare un lottatore, passare ad un altro è relativamente semplice. Anche gli attacchi speciali, sebbene presentino animazioni diverse, tendevano a somigliarsi molto.

Un piatto molto ricco

Oltre alla sua originalità, il grande punto di forza di Tenkaichi è senz’altro l’altissimo numero di personaggi selezionabili. Erano più di cinquanta, infatti, i lottatori selezionabili. Ad aggiungere ulteriore carne al fuoco c’erano naturalmente le mitiche trasformazioni. Queste ultime, come già accaduto in Budokai, non si concretizzavano in nuovi personaggi selezionabili, ma potevano essere sbloccate durante lo scontro, a patto di possedere il ki necessario. Fecero per la prima volta il loro esordio anche le trasformazioni in gorilla giganti (Oozaru in giapponese).

Anche per quanto riguarda gli stage, Spike fece davvero un buon lavoro, proponendo numerosi scenari che riproducevano fedelmente le ambientazioni dell’anime. Inoltre, molti degli elementi degli scenari erano distruttibili, mentre le super potevano addirittura alterare totalmente lo scenario. Tenkaichi offriva anche un buon numero di modalità di gioco, tra cui spiccavano Portale Z (ovvero la modalità storia), la battaglia suprema e il torneo mondiale.

Grazie a tutti questi elementi, Tenkaichi riuscì ad ottenere ottimi risultati di vendite. Il gioco tuttavia non riuscì ad ottenere un consenso altrettanto unanime da parte della critica, soprattutto sotto l’aspetto del gameplay, ritenuto troppo acerbo e macchinoso. I buoni risultati ottenuti da Spike aprirono tuttavia le porte ad un sequel, che si materializzò nel novembre 2006, sempre per PlayStation 2 e Nintendo Wii.

Più grande, più forte, più veloce

Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 2

Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 2 (titolo originale Dragon Ball Z Sparking Neo) riproponeva in tutto e per tutto gli elementi vincenti del suo predecessore, riuscendo nel contempo a migliorare ogni suo aspetto.

La grafica appariva molto più dettagliata e piacevole da vedere, soprattutto per quanto riguarda i personaggi. I Guerrieri Z e i loro avversari apparivano ora molto più somiglianti alle controparti animate, specialmente nei loro visi. Anche la giocabilità era stata aggiornata, con un sistema di lotta molto più fluido e veloce e la possibilità di effettuare combo più complesse ed articolate. Venne inserita anche la possibilità di effettuati scontri a squadre, con un massimo di cinque lottatori per team.

Naturalmente, anche il roster fu ampliato, andando ad aggiungere numerosi personaggi tratti dai film e dalle ultime saghe di Dragon Ball GT, per arrivare ad un numero complessivo di ben 75 personaggi, senza contare le varie trasformazioni. Da notare l’inserimento di numerosi personaggi giganti, in grado di offrire sfide davvero impegnative, soprattutto per i neofiti.

Rimanevano piuttosto invariate le modalità di gioco, con l’Avventura del Drago che sostituiva il Portale Z. In questa nuova modalità, soddisfacendo alcune condizioni particolari durante lo scontro, il giocatore aveva la possibilità di sbloccare alcune battaglie inedite. Si trattava di veri e propri What If, che andavano a modificare la trama originale proponendo scenari originali (spesso, a dire la verità, abbastanza poco credibili). Questa nuova modalità venne in generale molto apprezzata, perché mostrava finalmente qualcosa di inedito ed originale.

Budokai Tenkaichi 2, pur non riuscendo a conquistare la critica all’unanimità, soprattutto a causa del gameplay, ancora piuttosto ridondante e ripetitivo, venne molto apprezzato dai giocatori. La serie Tenkaichi era riuscita a costruirsi un nome e si erano create le condizioni per realizzare un ulteriore episodio.

Il Tenkaichi God

Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 3

L’anno successivo, tra l’ottobre e il novembre del 2007, ecco arrivare, sempre per PS2 e Nintendo Wii, Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 3, capitolo definitivo (almeno finora) della trilogia. Anche in questo caso, Spike decise di non apportare stravolgimenti eccessivi al gioco, limitandosi a limare e ingrandire quel che ancora poteva essere migliorato.

Il roster venne ulteriormente ampliato, al punto che, contando le trasformazioni, il giocatore aveva a disposizione ben 161 personaggi, un numero davvero impressionante. Anche la grafica venne ulteriormente rifinita, soprattutto per quanto concerne la fluidità delle animazioni. Una gradevole novità è costituita dallo scorrere del tempo durante gli scontri, che causava transizioni dal giorno alla notte all’interno degli stage. Questi cambi potevano avere persino conseguenze sui lottatori (come con le trasformazioni in scimmia dei lottatori).

A livello di gameplay, vennero inseriti una nuova serie di attacchi, che sfruttavano in modo più profondo la barra del Ki, come le Blast Combo e le Z Counter, che sfruttavano il teletrsporto come arma sia offensiva che difensiva. Oltre alle consuete modalità, fa la sua comparsa il combattimento libero con punti distruzione. In pratica, ogni lottatore del roster aveva un differente valore in base alla sua forza. Stava al giocatore saper assemblare squadre bilanciate per numero e forza dei lottatori. Su Wii fece la sua comparsa anche una modalità online, purtroppo afflitta da frequenti disconnessioni e alti livelli di latenza.

D’altro canto la Modalità Storia fu abbreviata e suddivisa solo negli episodi principali delle varie saghe. Le novità principali consistevano nella possibilità di giocare alcune missioni nei panni dei cattivi e in una serie di episodi inediti, molto simili ai what if apparsi nell’episodio differente.

Anche questa volta, nonostante le recensioni piuttosto altalenanti, il gioco ottenne un ottimo successo, con oltre 700.000 copie vendute. Pur venendo generalmente riconosciuto come l’episodio migliore della saga, diversi giocatori criticarono la modalità storia fin troppo breve e la scarsità di vere innovazioni rispetto a Budokai 2.

Il futuro della saga

Dopo Tenkaichi 3 non venne rilasciato più nessun episodio della serie. Tuttavia, l’influenza della serie Sparking è rimasta sempre molto forte. Moltissimi dei giochi successivi dedicati a Dragon Ball, infatti, presero più di un’ispirazione dalla saga di Spike, come ad esempio la serie Raging Blast e Xenoverse.

Ora non rimane che attendere Sparking! Zero. Bandai Namco ha già rilasciato numerosi trailer e video dedicati al gioco. Le prime impressioni mostrano una grafica davvero spettacolare, ormai quasi indistinguibile da un vero anime. Anche la fluidità e velocità dell’azione sembrano davvero elevate. Per la gioia dei fan, questi primi gameplay sembrano mostrare uno stile di gioco molto vicino a quello della saga originale.

Vedremo se il nuovo capitolo saprà essere degno dell’eredità legata al nome che porta. Chissà, magari Zero potrebbe addirittura rivelarsi il miglior episodio della saga!

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Recensioni

Tekken 8 – Recensione

Finalmente ci siamo. Dopo estenuanti mesi di attesa, Tekken 8, l’ultimo capitolo della leggendaria saga Bandai Namco, è finalmente arrivato. A quasi sei mesi di distanza dall’uscita della demo giocabile, Tekken 8 si mostra ora in tutta la sua interezza. Riuscirà questo nuovo capitolo a rivelarsi degno dell’eredità che porta? O finirà schiacciato dalla durissima concorrenza di titoli come Street Fighter 6 e Mortal Kombat 1? Dopo un esame approfondito siamo pronti a condividere con voi le nostre riflessioni in questa recensione di Tekken 8.

Tanta carne al fuoco

Il primo aspetto a balzare all’occhio caricando per la prima volta Tekken 8 è il gran numero di modalità che mette a disposizione. Prendendo esempio dall’ottimo lavoro fatto da Capcom con Street Fighter 6, anche Bandai Namco propone un’offerta davvero vasta e completa, anche per il single player. Non si tratta del Tekken con l’offerta migliore in assoluto, ma le possibilità restano numerose e varie.

Oltre all’ormai immancabile modalità storia, Tekken 8 propone infatti la battaglia arcade, il ritorno del Tekken Ball e una nuovissima modalità denominata Arcade Quest. Andiamo ad analizzarle nel dettaglio.

Il risveglio dell’oscurità

La trama principale di Tekken 8 è narrata nella modalità denominata: “Il Risveglio dell’oscurità”. In modo analogo a quanto visto in Tekken 7, questa modalità alterna una serie di battaglie a filmati che vanno via via a mostrare l’evolversi della vicenda. Per chi si fosse perso parte della storia, il gioco mette a disposizione anche una galleria, con una serie di filmati recap sugli episodi passati della serie. Ad essi vanno ad aggiungersi i filmati che il giocatore sblocca procedendo nel gioco.

La storia di Tekken 8, pur senza far gridare al miracolo, resta abbastanza godibile e in linea con la serie. La vicenda vede fondamentalmente un gruppo dei combattenti protagonisti, con Jin Kazama in testa, cercare di opporsi allo strapotere di Kazuya Mishima. Dopo essersi finalmente liberato del padre Heiachi al termine di Tekken 7, il malvagio leader della G corporation, forte dei poteri del Devil Gene, tenta infatti di plasmare il mondo intero a sua immagine. E quale modo di farlo se non attraverso un bell’Iron Fist Tournament aperto a tutto il globo?

L’aspetto che più colpisce di questa modalità è il suo essere volutamente molto sopra le righe e a tratti abbastanza tamarra. Tra furibonde battaglie campali a suon di mitra e motociclette futuristiche, scontri in grado di sbriciolare intere città ed entità demoniache che si affrontano sospese sulle asteroidi, Il Risveglio dell’oscurità riesce ad intrattenere piuttosto bene senza mai annoiare.

Ci hanno colpito soprattutto un paio di colpi di scena nel finale. Siamo certi che le rivelazioni qui presentate saranno alla base degli sviluppi della storia di Tekken nei prossimi episodi. Unica pecca è la mancanza di approfondimento di molti dei personaggi. Tuttavia, la saga di Tekken si è da sempre focalizzata su pochi eletti. Inoltre risulta davvero arduo dare il giusto spazio a ognuno con un roster così vasto.

Interessante anche la presenza di una serie di scontri che vedono il nostro personaggio affrontare orde intere di nemici. Queste sezioni di gioco ci hanno riportato alla mente la vecchia (e dimenticabile) modalità Tekken Force e sono una sorta di musou coi comandi di Tekken. Nel complesso, anche se non lunghissima, la modalità storia resta piacevole e intrigante al punto giusto.

Ad ognuno il suo

Accanto alla storia principale Tekken 8 offre anche gli Episodi Personaggio. Si tratta di una serie di cinque scontri dedicati ad ognuno dei protagonisti, al termine dei quali si sbloccherà un filmato conclusivo. Non si tratta di storie ufficiali, ma di una sorta di What if?. Questi episodi infatti mostrano scenari focalizzati sul personaggio, a volte in contrasto con quanto mostrato nella storia principale. Si tratta spesso di finali volutamente ironici e leggeri, che strizzano l’occhio ai filmati dei primi episodi della saga.

Battaglia Arcade invece è la classica serie di scontri, culminante nella battaglia con un boss finale. Questa modalità risulta utile solo per qualche partita veloce o per permettere di accumulare in tempi rapidi crediti da spendere per personalizzare il nostro personaggio.

Tekken Ball infine è una bizzarra modalità a metà strada tra una scazzottata e una partita di beach volley. Apparsa per la prima volta in Tekken 3, questo strano mini-gioco ritorna pressoché invariato in questo ottavo capitolo. Per ottenere la vittoria dovremo azzerare la vita dell’avversario, ma potremo farlo solo colpendolo col pallone, dopo aver caricato quest’ultimo coi nostri colpi. In alternativa, è anche possibile danneggiare l’avversario facendo toccare al pallone il terreno nella sua metà campo. Si tratta di una modalità leggera e divertente, che conferisce a Tekken 8 ulteriore varietà. Nulla di troppo profondo, si intende, ma nel complesso abbattere l’avversario a pallonate resta ancora spassoso.

Alla conquista del mondo arcade!

Tra le nuove modalità, quella che ci ha colpito più positivamente è certamente l’Arcade Quest. Una volta avviata l’avventura, dovremo anzitutto crearci un avatar, che potremo personalizzare in tutta libertà.

Tekken 8, sia per quanto riguarda il nostro avatar che per i vari lottatori selezionabili, offre davvero moltissimo spazio alla personalizzazione. In un’apposito menù sarà infatti possibile sia variare l’abbigliamento dei nostri personaggi, sia acquistare nuovi costumi, oggetti e pettinature varie. Tutti questi elementi sono acquistabili tramite la moneta di gioco, accumulabile con le varie modalità single player. Vedremo se anche Tekken 8 subirà l’ormai consueta invasione di skin e abiti a pagamento.

Tornando ad Arcade Quest, terminata la creazione dell’avatar il giocatore deve intraprendere un viaggio alla conquista delle principali sale-giochi dedicate a Tekken. Sotto la guida di Max, il nostro mentore, dovremo superare una serie di sfide per progredire con la trama e sbloccare via via nuove sale arcade.

Queste sfide consistono solitamente nel raggiungere un determinato rango all’interno della sala. Per farlo, è sufficiente sfidare e battere i vari giocatori presenti. Per ottenere ricompense bonus, però, occorre anche soddisfare una serie di requisiti, come, ad esempio, eseguire almeno due prese in un round o ricorrere a determinate mosse.

La modalità Arcade Quest funge anche da tutorial, dal momento che, nel nostro viaggio, Max ci illustra gradualmente tutte le principali meccaniche di Tekken 8, compresi alcuni concetti avanzati come le combo aeree o l’abilità nel punire gli attacchi avversari.

Abbiamo trovato davvero interessante questa nuova modalità. Sebbene non troppo longeva, l’Arcade Quest regala diverse ore di gioco agli amanti del single player e propone qualcosa di inedito all’interno della saga di Tekken. Da fan della saga, non ho potuto non notare la somiglianza con la modalità Quest di Virtua Fighter 4 Evolution. Del resto, quando un’idea è valida, perché non riproporla?

In particolare, ci ha colpito la caratterizzazione delle varie sali giochi. Ognuna infatti presenta un ambiente unico e ben definito. Si parte dalle atmosfere periferiche e scanzonate del Gong, la sala iniziale, fino alla lussuosa sede del sovraffollato ed ultracompetitivo Tekken World Tour.

Anche i personaggi in cui ci siamo imbattuti nel corso dell’avventura sono parsi nel complesso avere un proprio carisma. Pur ricalcando diversi stereotipi legati ai frequentatori delle sale giochi, i vari avatar incontrati riescono a non essere ripetitivi e a risultare piuttosto simpatici. Procedendo in questa modalità il giocatore ha la possibilità di sbloccare la super battaglia fantasma, su cui torneremo tra un attimo.

La pratica rende vincenti

Non manca naturalmente la classica modalità allenamento, che si presenta davvero ricca e completa. Sono davvero tantissime le opzioni a disposizione del giocatore, che potrà scegliere se concentrare il suo allenamento sull’attacco, sulla difesa o sulle combo. É di nuovo possibile anche registrare intere stringhe di attacchi del personaggio avversario e farle riprodurre dalla cpu in ogni momento, in modo da studiare le risposte migliori ad ogni situazione.

Tekken 8 però riesce a mostrare il meglio di se nella gestione dei replay. Non solo infatti è possibile visionare sia i propri replay che quelli degli altri giocatori nei minimi dettagli, ma viene addirittura data la possibilità di interagire con essi. Durante la riproduzione, infatti, la cpu evidenzia alcuni momenti chiave dello scontro. In questi frangenti, è possibile riprendere il controllo del nostro personaggio per provare a reagire in maniera differente e verificare i risultati.

Bandai Namco merita davvero un plauso per queste scelte, che non solo spingono il giocatore a cercare di migliorarsi ed imparare dagli errori, ma gli forniscono tutti gli strumenti per farlo. Un attento studio delle proprie partite infatti permette ad ogni giocatore di comprendere in fretta gli errori più ricorrenti e suggerisce anche modi per evitarli.

Tekken 8 e la rete

Tekken 8

Veniamo ora ad analizzare le varie modalità online. Anche in questo caso, Bandai Namco mostra di aver imparato dalla concorrenza. Oltre alle consuete sfide amichevoli o classificate Tekken 8, in modo simile a quanto fatto da Street Fighter 6, propone una lounge di combattimento. Si tratta di una vera e propria sala giochi virtuale, in cui il nostro avatar è libero di interagire con gli altri giocatori presenti nel server.

La lounge è divisa in tre sezioni: l’ingresso, la sala di combattimento, il dojo (dedicato all’allenamento), la spiaggia, dove è possibile sfidare gli amici a Tekken Ball e il negozio, dedicato all’acquisto di oggetti ed accessori sia per il nostro avatar che per i vari personaggi del gioco.

All’interno della lounge, oltre a poter sfidare gli avatar dei giocatori in partite veloci o classificate, potremo chiedere l’oro l’amicizia, seguire i giocatori che più ci colpiscono e persino scaricare e sfidare i loro fantasmi. Cogliamo quindi l’occasione per parlare di un’altra novità, ovvero la già citata Super Battaglia Fantasma.

Peggiori nemici di noi stessi

Nel corso della storia dell’Arcade Quest, ad un certo punto il giocatore viene trasportato in un misterioso spazio chiamato sfida finale. Qui il nostro mentore Max ci proporrà di sfidare il nostro fantasma.

I fantasmi non sono altro che copie virtuali dei giocatori, guidati da un’intelligenza artificiale. Affrontandolo, il fantasma migliora progressivamente, registrando i dati delle nostre battaglie e imparando a riprodurre il nostro stile e le nostre tecniche ricorrenti. Anche in questo caso, si tratta di un’idea davvero interessante e stimolante, che offre un ulteriore strumento di crescita e miglioramento per ogni giocatore.

A rendere il tutto ancora più interessante, Tekken 8 offre anche la possibilità di scaricare i fantasmi dei giocatori incontrati nella lounge di combattimento. Questo permette l’opportunità di impratichirsi contro stili di gioco particolarmente ostici. Possiamo incontrare i fantasmi anche all’interno della Battaglia Arcade e dell’Arcade Quest. In questo caso, tuttavia, si tratta di semplici riproduzioni basati sui dati di vari giocatori.

I fantasmi, oltre a rendere le partite più varie ed interessanti, sono la dimostrazione più tangibili dei progressi compiuti da Tekken nell’ambito dell’intelligenza artificiale della CPU. Intendiamoci, i fantasmi che abbiamo visto in azione sono tutt’altro che perfette riproduzioni del giocatore e spesso imitano in modo approssimativo lo stile da cui sono plasmati. Vedremo se col tempo anche l’intelligenza di queste copie digitali andrà migliorando.

Problemi di stabilità

Per concludere la nostra disamina delle modalità online, non possiamo purtroppo non parlare di alcuni problemi riscontrati nella stabilità della connessione.

Sebbene infatti Tekken 8 utilizzi il rollback nectode, questa meccanica non è stata implementata in maniera completamente ottimale. Purtroppo, risulta difficile adattare il rollback ai picchiaduro 3D a causa dell’altissimo numero di possibilità che questo tipo di giochi prevede.

Intendiamoci, rispetto al settimo capitolo la situazione è molto migliorata. Nella maggior parte dei casi, le partite si svolgono in maniera fluida e con pochi problemi. Tuttavia, ci siamo imbattuti in vari rallentamenti e salti di frame, anche in partite con qualità della connessione di intensità medio-alta. Un peccato davvero. Abbiamo in parte ovviato il problema ritoccando le opzioni e privilegiando la fluidità, ma questo ha portato talvolta a letture errate dei nostri input. Speriamo che bandai Namco abbia la possibilità di migliorare la situazione già coi prossimi aggiornamenti.

Un grande miglioramento

Tekken 8

Dopo aver esaminato le numerose modalità di Tekken 8, veniamo finalmente a parlare del gioco vero e proprio. Con nostra somma gioia, Bandai Namco sembra aver preso seriamente i numerosi feedback ricevuti dalla community sulla versione alpha del gioco, ed è riuscita a migliorare letteralmente ogni aspetto dell’esperienza.

Lotte pirotecniche

A livello grafico, Tekken 8 è una vera meraviglia. I combattenti sono dettagliatissimi e mostrano un numero enorme di differenti espressioni facciali. Anche le animazioni sono fluide, veloci ed estremamente dinamiche. Come sempre, il gioco da’ il meglio di sé con gli spettacolari effetti legati agli attacchi, soprattutto quelli speciali, che vanno a generare un vero arcobaleno di luci, colori ed esplosioni.

Gli scenari, che nella demo non ci avevano convinto troppo, ora appaiono molto più caratterizzati, puliti e ricchi di dettagli e animazioni. I vari sfondi mostrano anche un’ottima varietà e spaziano da santuari nascosti nel cuore del bosco ad asteroidi sospese in cielo.

Anche il comparto sonoro appare molto più curato e coinvolgente. Le tracce del gioco spaziano da brani a base rock o techno a musiche più dolci e spirituali. Diversi brani hanno anche una base cantata, che li rende ancor più coinvolgenti e orecchiabili. Numerose tracce, soprattutto nella modalità storia, vanno palesemente ad omaggiare le colonne sonore dei primi capitoli della saga, rendendole allo stesso tempo più moderne e appetibili.

Tra tradizione ed innovazione

Veniamo finalmente a parlare del gameplay, elemento cardine del gioco. Se ricordate, la nostra prova sul campo della demo ci aveva lasciati con qualche perplessità. Destavano preoccupazione soprattutto l’eccessiva frenesia del ritmo del gioco e le novità legate all’heat system, che appareva piuttosto sbilanciato. Fortunatamente, gli sviluppatori sono riusciti a fugare ogni nostro dubbio.

Intendiamoci, Tekken 8 conferma molte delle nostre impressioni. Si tratta di un titolo estremamente frenetico e veloce, con incontri dal ritmo davvero forsennato. Tuttavia, l’anima di Tekken c’è e si fa sentire. La conoscenza del moveset dei lottatori, il tempismo, l’attenzione agli spazi e soprattutto la capacità di saper prevedere e punire gli attacchi avversari restano la base per il successo, soprattutto nella modalità online.

Abbiamo ritrovato in Tekken 8 quella stessa formula vincente, fatta di un perfetto equilibrio tra accessibilità e profondità, che ha sempre contraddistinto questa serie, permettendole di essere, di fatto, l’unica saga di picchiaduro 3d ancora sulla cresta dell’onda.

Risulta però innegabile che Tekken 8 strizzi marcatamente l’occhio ai neofiti. In generale, tutti i personaggi, con pochissime eccezioni, appaiono decisamente accessibili, almeno per quanto riguarda le basi. Certo, è ancora troppo presto per parlare di bilanciamenti ed equilibri. L’impressione generale però è che si sia cercato il livellamento potenziando praticamente ogni membro del roster. Non ci è mai capitato di provare un personaggio e di trovarlo pessimo o significativamente più debole degli altri. Saranno i primi tornei a darci un quadro più preciso.

Parlando del roster, Tekken 8 mette a disposizione ben 32 combattenti. Si tratta in quasi tutti i casi di volti già noti, rimasti fedeli allo stile di lotta che li ha sempre contraddistinti. Tra le esclusioni importanti ricordiamo Julia, Eddie/Christie e Lei. Come new entry abbiamo Victor Chevalier, uno dei capi della resistenza, Reina, giovane lottatrice con un misterioso legame con la famiglia Mishima e Azucena Ortiz, strampalata lottatrice amante del caffè ed esperta di MMA. Proprio quest’ultima appare il personaggio meno azzeccato, non tanto per il suo gameplay, basato sulla velocità e sull’uso di prese e striking, quanto per il suo essere davvero troppo strana e sopra le righe.

Tornando al discorso accessibilità, Tekken 8 propone anche dei controlli semplificati, chiamati comandi speciali. essi possono essere attivati in ogni momento dello scontro tramite la pressione del tasto L1. Intendiamoci, non si tratta assolutamente di un significativo cambio nello stile, come avviene coi comandi moderni di Street Fighter 6, che risultano efficaci anche in ambito competitivo. I comandi speciali sono semplicemente un aiuto per l’esecuzione di comandi o sequenze che potrebbero risultare difficili. Li consigliamo soprattutto per impratichirsi con le prime combo.

Potere del calore

Come ben sa chi ha provato la demo, la novità principale del combat system di Tekken 8 è costituito dal sistema Heat. In pratica, sotto la barra dell’energia si trova ora anche un’altra barra, denominata heat. Una volta attivata, il nostro personaggio entra in uno stato di potenziamento. In questa condizione i suoi attacchi risultano più dannosi e provocano danno anche in parata. La barra andrà consumandosi nel tempo finchè, una volta esaurita, porrà fine allo stato di heat. La barra non può essere ricaricata in alcun modo, ma si riempie completamente tra un round e l’altro.

tekken 8

Durante lo stato di Heat è anche possibile eseguire l’Heat Smash, potentissimo attacco in combo che causa danni ingenti azzerando immediatamente la barra heat. Si tratta, insieme alla Rage Art (super mossa eseguibile solo quando l’energia del lottatore sta per esaurirsi), della nostra risorsa più potente in assoluto.

Lo stato di Heat può essere attivato tramite l’Heat Burst, un attacco frontale che va ad innescare lo stato di Heat, oppure con gli Heat Engager, una serie di attacchi, diversi per ogni personaggio, che, se mandati a segno, attivano automaticamente l’heat. Premendo rapidamente due volte lo stick direzionale durante un engager è possibile attivare anche l’Heat Dash, rapidissimo scatto che, sacrificando parte della barra heat, funge da estensione per le combo, in modo simile al drive rush di Street Fighter 6.

Tutti questi potenziamenti ci avevano parecchio preoccupati. Temevamo che la loro eccessiva forza si trasformasse in un abuso di queste meccaniche da parte dei giocatori, a discapito di tutto il resto del meve set. Fortunatamente, questo non è avvenuto. Le meccaniche Heat, per quanto potenti, sono ben inserite nel contesto e non vanno a stravolgere in maniera eccessiva il gameplay. Intendiamoci, si tratta sicuramente di attacchi potenti e spesso risolutori, ma il loro utilizzo richiede molta pratica e una conoscenza delle situazioni più adeguate in cui utilizzarli. Eccedere nel loro utilizzo porta inevitabilmente a diventare prevedibile ed espone al rischio di pesanti punizioni da parte dell’avversario.

In ultimo, parliamo del recupero dell’energia. Una parte del danno che si subisce, in particolare quello derivato dalla parata degli attacchi e dalle combo aeree, rimane evidenziato in grigio. Il giocatore, mettendo a segno a sua volta una serie di attacchi, ha la possibilità di recuperare gradualmente quell’energia. Questa possibilità sfuma qualora l’attacco del giocatore vada completamente a vuoto.

Personalmente, abbiamo trovato questa meccanica molto più bilanciata rispetto alla demo, sebbene non siamo rimasti troppo entusiasti di essa. Un uso attento dell’Heat permette un recupero rapidissimo dell’energia persa e genera ribaltamenti davvero rocamboleschi. D’altro canto, è certamente una buona idea fornire una possibilità di recupero dai danni, spesso eccessivi, derivati dalle combo aeree.

Conclusione

Tekken 8 è senza dubbio il miglior picchiaduro 3D in circolazione e, assieme a Street Fighter 6, è probabilmente il miglior gioco di combattimento in assoluto. Un titolo moderno, con una grafica scintillante e un gameplay in grado sia di divertire i novellini sia di appassionare gli amanti del gioco competitivo ad alti livelli. L’enorme numero di contenuti, anche per il single player, rende l’esperienza longeva e in grado di intrattenere anche i non amanti dell’online.

Se siete fan della saga o del genere picchiaduro l’acquisto è praticamente obbligato, poiché Tekken 8 è un lavoro coi controfiocchi. Se invece non giocato a questo tipo di giochi da parecchio ma avete giocato a Tekken in passato, potrebbe essere davvero l’occasione buona per tornare a divertirvi con questa mitica serie.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series S/X, PC
  • Data uscita: 26/01/2024
  • Prezzo: 69,99 €

Ho provato il gioco a partire dal day one su PlayStation 5 grazie a un codice fornito dal publisher.

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Tekken 8: riparte il Tekken World Tour

Mancano ormai solo una manciata di giorni all’uscita di Tekken 8, ultimo episodio della celeberrima serie di picchiaduro. Dopo gli ultimi, succulenti trailer, Bandai Namco ha da poco annunciato anche il ritorno del Tekken World Tour. Il principale circuito competitivo legato a Tekken tornerà ad aprile e, per la prima volta, sarà incentrato proprio su Tekken 8. Arslan Ash, dunque, laureatosi campione dell’ultimo Tekken World Tour 2023, passerà alla storia come l’ultimo campione di un evento dedicato a Tekken 7.

Il nuovo Tour potrà godere del supporto di marchi decisamente prestigiosi, come Chipotle, Venum e Victrix by PDP. Inoltre, la prestigiosa competizione partirà in concomitanza con MASTER+ EVO Japan 2024, che si terrà tra il 27 e il 29 aprile di quest’anno.

Tekken World Tour vedrà finalmente il ritorno delle competizioni in presenza del circuito MASTER+, MASTER, CHALLENGER e DOJO. I migliori giocatori di ognuno di questi eventi saranno premiati con dei punti che determineranno le graduatorie regionali e globali, utili per avanzare alle finali globali e avere la possibilità di conquistare il titolo di Campione Mondiale.

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