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God of War Ragnarök: guida alla leggenda

Spoiler alert!
Questo articolo contiene dettagli rilevanti sulla trama dei precedenti capitoli di God Of War.

L’evento Sony è ormai alle spalle e tra gli appassionati videogiocatori non si parla d’altro. Uno dei titoli tra i tanti presentati è l’attesissimo God of War Ragnarök. Ma cos’è il Ragnarök? Per chi di voi non lo sapesse, questa parola dal suono duro e spigoloso, nella mitolo­gia norrena, indica la fine del mondo e degli dei. Chi porterà all’estinzione quest’ultimi potevamo facilmente immaginarlo ma dalle parole di Atreus nel trailer intuiamo invece che la coppia padre-figlio avrà l’ardito compito di fermare l’apocalisse. Buffo, dato che a darvi inizio sono stati proprio loro. Il nostro buon Kratos infatti, nel quarto titolo della saga, ha ucciso il dio Baldur decretando così l’inizio della fine. La morte di quest’ultimo è difatti il primo segnale del Ragnarök.

Il mito originale 

Nel mito originale la morte di Baldur avviene per mano di Loki durante un banchetto. Il dio stava vantandosi della sua invulnerabilità sfidando gli Aesir (gli dei) a lanciargli addosso qualsiasi cosa nel tentativo di nuocergli. Loki, conscio che il vischio era l’unico elemento a poterlo ferire, ingannò il dio cieco Höðr e lo aiutò a colpire Baldur con una freccia di vischio. Il dio invulnerabile rimase colpito e morì, finendo poi a Hellheim, il mondo dei morti, da cui non poté fare ritorno. 

Baldur, God of War Ragnarok
La morte di Baldur.

La figura di Baldur nel gioco di Santa Monica Studio è abbastanza fedele a quella mitologica, ma sicuramente più importante che nei miti nordici che lo citano ben poche volte. Inoltre l’invulnerabilità del dio è fonte di tormento e non di vanto, in quanto la sua apatia verso il mondo lo rende insensibile a qualsiasi cosa. Per la coerenza mitologica, da apprezzare, è sicuramente la reazione della madre Freya (nella mitologia Frigga) alla vista delle frecce di vischio del giovane Atreus che poi spezzeranno l’incanto che rendeva Baldur invulnerabile. 

Inoltre, come abbiamo potuto notare durante il trailer del PlayStation Showcase 2021, Santa Monica Studio ha intenzione di citare nel prossimo capitolo (God of war Ragnarök) un altro dio norreno poco conosciuto: Tyr. A spiegare questa scelta da parte degli sviluppatori è forse il ruolo di quest’ultimo, che nella mitologia è identificato come il dio della guerra norreno. Quindi vedremo forse in azione non uno ma due God of War? 

Altri segnali dell’inizio del Ragnarök

Il risveglio di Jǫrmungandr, il serpente del mondo, è un altro segno della battaglia finale. Le leggende infatti dicono che il serpente del mondo, addormentato sui fondali oceani­ci, si risveglierà solo alla fine del tempo per prendere parte allo scontro finale, il suo destino sarebbe quello di scontrarsi con Thor e perire. Questo giustifica anche la sua antipatia per il dio del tuono e per tutta la sua famiglia manifestata nel gioco e quindi la sua propensione ad aiutare i due protagonisti.

Essendo Jǫrmungandr morto per mano di Baldur non potrà scontrarsi con Thor che, speriamo vivamente, possa avere a che fare con la coppia Kratos-Atreus nel nuovo capitolo della saga. Un’altra nozione importante da citare sull’enorme serpente è la sua origine, che lo condannerà ad essere etichettato come nemico degli dei e definito un mostro. 

I figli di Loki 

Secondo la mitologia norrena Jǫrmungandr sarebbe figlio di Loki, il dio dell’inganno, e avrebbe due fratelli Fenrir (il lupo gigante) e Hell (la dea della morte). 

Se per Hell non c’è molto da dire (il suo titolo è già abbastanza esplicativo), per suo fratello Fenrir c’è da chiedersi come lo inseriranno nel riadattamento videoludico, essendo destinato a scontrarsi con Odino nel Ragnarök ma anche a divorare il braccio di Tyr. Da che parte starà quindi Fenrir? Dalla parte di suo padre o da quella del padre di tutto? 

Jormungandr, la serpe del mondo
Jormungandr, la serpe del mondo

Loki, nel gioco, è però il nome originale di Atreus, quindi è alquanto improbabile che quest’ultimo ne rivendichi la pater­nità, ciò non preclude però che questi “figli” possano in qualche modo essere legati ai due protagonisti in altri modi. Nelle immagini donateci da Santa Monica Studio durante l’evento Sony ci sono molti indizi sul fatto che la prole del dio dell’inganno potrebbe essere una parte importante del prossimo capitolo, come la ragazzina del finale che si vocifera sia Angrboða, la gigantessa con cui Loki ha concepito i tre mostri citati in questo paragrafo.

A suggerire che dietro al nome di Loki c’è molto più che una semplice sovrapposizione di personaggi è anche una frase di Atreus nel trailer di God of War Ragnarök, in cui il figlio di Kratos esprime al padre la sua volontà di voler scoprire sé stesso, scoprire chi è Loki.

Chi è Loki?

Atreus in God Of War Ragnarök
Atreus

Spendiamo però qualche parola per questo personaggio da cui Atreus prende il nome. Nella mitologia nordica Loki è il dio dell’astuzia, le sue azioni sono ambigue proprio come la sua figura, a volte aiuta gli dei e altre ne è la rovina (come nel caso di Baldur). Questa ambiguità che caratterizza Loki è rappresentata non solo dal suo carattere ma anche dalle sue origini miste tra dei e giganti, proprio come nel gioco. Loki nei testi storici è visto come un male necessario per mantenere l’equilibrio dei mondi e questo aspetto si può rivedere in Atreus che cerca di bilanciare dentro di sé, ma anche in Kratos, la furia di quest’ultimo e gli insegnamenti della madre. 

Se Atreus è Loki quindi vedremo come verrà presentato questo nuovo lato del figlio di Kratos nel Ragnarök. 

Cosa potremmo vedere in God of War Ragnarök?

Tornando però alla fine dei tempi, la mitologia ci anticipa un gran numero di scontri epici e paesaggi mozzafiato. Come la comparsa di Surtr (il gigante di fuoco), l’esercito degli Einherjar (le anime del Valhalla), l’arrivo di Hell su Naglfar (una nave fatta con le unghie dei morti) o lo scioglimento di tutti i confini dei nove mondi. Quest’ultimo particolare potrebbe suggerire, ci auguriamo, la possibilità di visitare i mondi a cui era impossibile accedere nel capitolo precedente della saga. 

Lo scontro più atteso però è sicuramente quello contro Odino, il padre degli dei norreni. C’è da chiedersi però, a questo punto, chi sconfiggerà l’alter-ego nordico di Zeus, sarà compito di Kratos o di Atreus? Potrebbe essere il figlio a combattere con il dio supremo norreno, magari per vendicare l’uccisione del padre? Una cosa è certa: Loki, sia nel mito che nel gioco, avrà un ruolo fondamentale nel Ragnarök. 

Le premesse dell’ultimo gioco infatti sembrano suggerire che la fine del mondo non sarà l’unica conclusione a cui Atreus e i videogiocatori assisteranno. Dalle immagini premonitrici del finale sembra che nel nuovo capitolo assisteremo anche alla morte del nostro amato Kratos, ma d’altronde non sarebbe la prima volta. 

La fine come concetto di inizio

Nel credo norreno però la fine non è così definitiva come si può pensare ma sicuramente ineluttabile. Il Ragnarök non era inteso come la fine del mondo ma come il concludersi di un ciclo. Yggdrasil infatti dopo la sua fine è destinato a ricominciare dal principio, questo solo per andare incontro ad un altro Ragnarök.

Se ci si pensa bene è esattamente lo stesso destino riservato a Kratos. Nato umano vide finire la sua vita di spartano solo per iniziare una lunga crociata di vendetta che lo ha portato a trasformarsi nel dio della guerra che tutti conosciamo. La fine di un uomo e l’inizio di un dio. Una volta sconfitto Zeus però vediamo come la fine del vendicatore dà la luce ad un Kratos che si sacrifica per liberare la speranza nel mondo.

Kratos: prima e ora.
Kratos: prima e ora.

Ritiratosi poi nelle terre scandinave comincia nuovamente una vita normale che verrà devastata dalla perdita della moglie. Inizia quindi un viaggio con il figlio al fine di assecondare l’ultimo desiderio della defunta compagna, durante il quale possiamo notare che Kratos non è più lo stesso che in preda alla furia sterminò tutti il pantheon greco.

A sottolineare questo suo cambiamento è la scena toccante in cui Atreus chiede al padre di ragionare come un generale e non come un padre. La negazione secca di Kratos suggerisce che quest’ultimo ha riconsiderato le sue priorità e che manderebbe al diavolo tutto e tutti pur di proteggere il figlio. 

Seguendo la storia di questo tormentato personaggio si può quindi notare come la sua vita sia caratterizzata da vari cicli di morte e rinascita dei vari ruoli assunti dal dio della guerra. 

Quindi chi può dire che quella profetizza­ta dai bassorilievi a Jǫtunheimr non sia solo la fine di un capitolo in vista di un altro ancora più epico? In attesa che God of War Ragnarök dissipi tutti i nostri dubbi possiamo solo rigiocare i vecchi titoli o buttarsi in un’altra avventura al gusto di mitologia nordica: Assassin’s Creed: Valhalla.

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Death’s Door per Xbox Series X – Recensione

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Death’s Door è la versione contemporanea dei giochi d’azione old school. Il titolo è decisamente meno impegnativo dei suoi predecessori, ma fornisce un’esperienza praticamente perfetta in tutte le sue componenti. L’opera di Acid Nerve non ha nessun punto debole e qualunque sia la vostra priorità quando valutate un videogioco, Death’s Door vi sorprenderà, facendovi divertire per ore.

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Negli ultimi anni, i videogiochi indipendenti hanno colmato il vuoto delle major producendo titoli action che hanno settato i nuovi standard dell’industria. Dopo i successi di Supergiant Games (Hades) e Motion Twin con (Dead Cells), riuscire a produrre qualcosa di innovativo è decisamente complicato, ma neanche necessario. Death’s Door è la dimostrazione vivente che per creare una piccola gemma è sufficiente prendere il meglio di quanto già giocato, adornalo con uno stile artistico sublime e cucirgli addosso una trama toccante.

L’ineluttabilità della morte

Death’s Door racconta la ciclica vita dei corvi, animali che hanno il compito di traghettare gli esseri viventi dal mondo dei vivi verso l’aldilà. Ad ogni soul reaper viene assegnata una porta, che rimane aperta fino a quando l’anima prescelta non passa a miglior vita. Una volta terminato il compito, la porta si chiude e un’altra si apre, in un ciclo infinito.

Dietro questa fondamentale missione ci sono pennuti costretti a un lavoro ingrato e noioso; di gran lunga più simile a un’ordinaria giornata d’ufficio postale, piuttosto che a fantastiche avventure in un contesto mitologico.

Purtroppo, anche questo moto perpetuo è imperfetto: ci è stata sottratta la nostra ultima anima, con il risultato che non potremmo chiudere la nostra porta fino a quando non la ritroviamo. Come da contratto, fino a quando una porta è aperta, siamo mortali e rimarremo tali fino a quando essa non sarà chiusa.

Nella realtà dei fatti, le porte che dovremmo aprire prima di raggiungere l’agognata meta saranno svariate. Muoversi all’interno delle porte comporterà scontrarsi con creature, che si opporranno alla nostra missione; solo i colpi di arma da taglio e magia ci permetteranno di avanzare. I tanti scontri che affronteremo ci condurranno alla Death’s Door; la porta che nasconde un triste passato fatto di regnanti oppressori, che ingiustamente hanno sovvertito la naturale regola della mortalità, almeno fino ad oggi.

Inspirato

Death’s Door è un crogiolo di riferimenti dei migliori videogiochi degli ultimi anni. Un videogiocatore attento noterà citazioni in tutte le componenti del titolo e rimarrà sorpreso di quanto siano geniali quelle su The Legend of Zelda e Dark Souls.

Nonostante il sub-genere più pertinente sia l’action isometrico, l’opera di Acid Nerve contiene al suo interno un’anima da Metroid “opzionale”; infatti, anche sbloccando nuove abilità, sarà necessario tornare indietro solo per brevi tratti, a meno che non si voglia completare il gioco al 100%. In quest’ultimo caso, dovremmo rivedere i livelli precedenti e utilizzare le nuove magie per raggiungere mete secondarie.

Nonostante la visuale isometrica ricordi Diablo e Hades, Death’s Door adotta un gameplay molto più simile alle avventure Nintendo. Il gioco è suddiviso in livelli a cui accederemo attraverso una hall come in Super Mario 64, ma ognuno di questi è un vero e proprio micro-mondo di The Legend of Zelda; infatti, le mappe sono predefinite, i nemici respawnano sempre negli stessi punti e sarà fondamentali imparare i percorsi da seguire e i pattern dei nemici.

Pochi precisi colpi

Death’s Door non offre un gameplay particolarmente variegato, ma tutto funziona estremamente bene. I nostri attacchi principali sono tre: attacco base con un certo numero di colpi consecutivi (swing) che dipendono dall’arma; attacco caricato, che dopo un attimo di pausa fa un danno ad area; attacco in corsa, che dopo una capriola effettua un danno ad area, ma necessita di prendere le misure con estrema accuratezza.

A questi, si aggiungono gli attacchi speciali: essi permettono di fare danno magico aggiuntivo, ma il loro scopo principale è risolvere una serie di enigmi ambientali per andare avanti tanto nella missione principale quanto nei percorsi secondari.

Piccole migliorie

Durante la partita partiremo con quattro cuori, che rimarranno tali, a meno di non riuscire a trovare tutti e quattro gli altari nascosti, che ci permetteranno di avere al massimo un cuore in più (il medesimo discorso vale per le barre dell’attacco speciale).

La stessa pecunia di miglioramenti vale per armi e abilità. Le prime sono cinque e totalmente opzionali: si trovano solamente seguendo percorsi alternativi e cambiano solo parzialmente il vostro stile di gioco rendendolo più o meno veloce. Le abilità, invece fanno parte della storia principale e saranno fondamentali per svolgere gli enigmi tanto della missione principale quanto dei percorsi più nascosti, ma anch’essi sono solamente quattro: arco, gancio, palla di fuoco e bomba magica.

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Potremmo acquistare dei miglioramenti alle statistiche con una valuta ottenibile sconfiggendo i nemici che incontreremo lungo il percorso; considerando che ogni volta che moriremo, le creature ritornano in vita, sarà impossibile avere un vero e proprio stallo, poiché la morte ci consentirà comunque di accumulare risorse da spendere per diventare più forti.

Death’s Door non è un titolo estremamente difficile, ma la possibilità di errore è ridotta al minimo a causa del basso numero di cuori e barre di attacco speciale (che si ricaricano dopo ogni colpo messo a segno). Aspettatevi di morire e ripartire dall’ultima porta più volte, ma chiunque dovrebbe essere in grado di arrivare al boss finale, che richiede un maggiore impegno (e un’attenzione ai dettagli maniacale) rispetto al resto del gioco.

Pattern collaudati

Tutte le creature che dovremmo affontare, dai minion fino alle giant soul, hanno dei movimenti e degli attacchi predefiniti; questo rende il gioco abbastanza prevedibile per i più esperti, ma anche un’ottima palestra per i casual gamer. I boss principali da affrontare sono cinque, a cui si aggiungono una serie di mini-boss decisamente coriacei. Queste creature hanno un enorme carisma che proviene dal loro set di mosse e movimenti e che aumenta ulteriormente per le giant soul; infatti, queste anime dialogheranno con noi e ci mostreranno la grandezza della loro immortalità attraverso un level design dei loro mondi sublime, oltre a una caratterizzazione artistica di prim’ordine.

Conclusione

Death’s Door è un titolo eccezionale, che ricalca i capolavori del passato fornendo un’esperienza di gioco completa in tutti i suoi punti principali: il livello artistico è magnico; il level design rende la sfida sempre nuova e intrigante; i nemici principali hanno carisma da vendere; il titolo riesce a essere impegnativo, ma mai impossibile.

Per il prezzo a cui viene proposto, Death’s Door è un must per qualsiasi videogiocatore che voglia cimentarsi in un action isometrico per una decina di ore: gli esperti potranno cogliere i riferimenti ai vari capitoli di The Legend of Zelda, dalle armi alle creature; i neofiti potranno innamorarsi di un genere storico, provando un po’ di frustrazione tipica di questo genere, senza mai avere la paura di doverlo abbandonarlo per un eccesso di difficoltà.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: Action isometrico
  • Lingua: Inglese
  • Multiplayer: No
  • Prezzo19,99€

Ho traghettato le anime più affascinanti del mondo per circa 10 ore grazie a un codice gentilmente fornito dal publisher.

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Mass Effect Legendary Edition per PC – Recensione

Recensione in un Tweet

Edizione, rieditata nella parte grafica, di un classico, ancora apprezzabile ed attuale. Le dinamiche di gioco non sono invecchiate male, nonostante il prezzo abbastanza elevato, l’assenza di innovazioni nel gameplay e nei contenuti giocabili, non permettono di considerarlo un must-have come un tempo.

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La saga di Mass Effect è conosciuta dai giocatori di tutto il mondo, grazie alla capacità avuta di rinnovare il genere GDR, senza snaturarlo. È stato, soprattutto per la mia generazione, uno dei giochi più influenti del genere, grazie anche alla casa che lo ha sviluppato, Bioware.

In quel periodo, grazie anche alla saga di Dragon Age, è stata una delle più importanti software house per i videogiocatori. Il suo ruolo nello sviluppo dei GDR moderni è innegabile, grazie ai dialoghi ed alle storie complesse architettate ed alla profondità delle trame offerte.

Tutto ciò dovrebbe far capire come le aspettative per questa riedizione di una pietra miliare del genere, per un appassionato dei GDR, siano altissime. Considerando le alterne fortune dei Remastered, insieme alla pesante eredità di questa saga, mi sono cimentato nella scoperta del risultato finale ottenuto.

Cercherò di spiegare dunque quello che ho provato, valutando come si raffronta la saga con i tempi ed i videogiocatori moderni.

Una grande trama non invecchia mai

Foto di un momento importante della storia
Suggestiva ambientazione in un momento importante della trilogia.

La trama è il punto forte del gioco che non ha risentito del trascorrere degli anni. In tutti i capitoli della saga, senza eccezioni, si è coinvolti dall’inizio alla fine.

Uno degli elementi di spicco è dato dalla possibilità di poter importare le partite svolte da un capitolo all’altro, con importanti conseguenze nello svolgimento della storia e nel come siamo percepiti nel mondo circostante, sia da alleati e sia dai nemici. Ad oggi non è ancora comune trovare titoli che offrono questa opportunità, data la difficoltà nel garantire una storia uniforme, completa e coerente fra i diversi capitoli.

Questo elemento può annoverarsi dunque fra i “sempreverdi” ed attuali. Inoltre non c’è dubbio sulla capacità di Bioware nel garantire storie ricche, complesse e piene di colpi di scena, capaci di coinvolgere emotivamente il giocatore con ogni singolo membro della propria squadra. Fra i capitoli infatti si nota un crescendo di importanza delle relazioni con i compagni di squadra, cruciali addirittura in alcuni momenti per lo sviluppo futuro della trama.

Non mancano infatti le scaramucce ed i diverbi all’interno del nostro team, che possono culminare in scontri con risvolti letali. A causa di una guerra interstellare dei secoli precedenti ad esempio, le razze del Consiglio ed i Krogan non vanno assolutamente d’accordo. Questo in particolare ci porrà di fronte la possibilità di dover uccidere un membro della squadra, incapace di accettare un accordo che con buona probabilità potrà portare all’estinzione della specie di provenienza!

Insomma, le scelte da prendere sono assolutamente importanti e possono avere conseguenze addirittura fra capitoli diversi, contribuendo a garantire una modernità assoluta in termini di coinvolgimento e bellezza di storia e trama. Di certo la saga in questo modo si pone ancora fra quelle più innovative e coinvolgenti di sempre nel panorama GDR, al punto da apparire quasi un romanzo.

Battaglie interessanti, gameplay un po’ ingessato

Un concitata battaglia di Mass Effect Legendry Edition.
Momento concitato in battaglia.

Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nel gameplay è da noi considerato cruciale in un videogame e questa saga ha tanto da offrire per entrambi questi aspetti. L’IA ed i combattimenti non sono invecchiati male, capaci di essere interessanti e creare qualche grattacapo anche a distanza di anni.

Il gameplay, allo stesso modo, non è invecchiato particolarmente male, anche se in questo caso il peso degli anni si sente di più. Può rivelarsi frustrante adottare il sistema tattico-in tempo reale adottato, dove si alternano “pause tattiche” a sparatorie frenetiche.

Si devono infatti dosare le abilità dei singoli, biotiche, tecnologiche o militari, per affrontare al meglio la battaglia. In base a tipo di nemico e disposizione degli elementi di gioco, si devono scegliere abilità e disposizione dei membri della squadra. È possibile, inoltre, impartire ordini come lo spostamento dietro una copertura o l’utilizzo di abilità per immobilizzare o lanciare il nemico in aria.

I nemici a loro volta cercheranno di circondarci e di sfruttare al meglio le loro abilità. Un cecchino nemico cercherà di tenersi a debita distanza, coperto dagli assaltatori frontali come biotici o soldati.

Le tattiche non sono gestite con un’interfaccia singola per ogni personaggio, risultando macchinose e inefficaci. Spesso ho preferito affrontare direttamente le battaglie, utilizzando i compagni come un mero supporto se non come una scocciatura. L’assenza di controllo dei singoli personaggi, impedisce lo studio di tattiche d’attacco diverse da quello frontale diretto e ciò rende il gameplay a tratti ingessato.

Finalmente una vera Remastered!

Shepard è davvero in massima forma!

Con piacevole sorpresa la rimasterizzazione del titolo e l’intervento nell’aspetto grafico è riuscito alla perfezione. Non solo le texture sono davvero belle da vedere, ma i passi avanti anche nell’interfaccia sono una piacevole sorpresa. L’uniformità introdotta nei vari capitoli è ammirevole e fa sembrare l’esperienza di gioco davvero un “continuo”.

Certo, parliamo comunque di un intervento non a livello di motore grafico vero e proprio, e si vede. Effetti di luce e grafica sono migliorati, anche se non possono minimamente essere considerati al pari o vicino a quelli offerti dai videogame più recenti.

È importante considerare questo aspetto soprattutto tenendo conto del prezzo a cui viene venduto e come esso si confronta con i mostri sacri dei giochi di ruolo. Scene epiche e interattive, grafica e panorami sbalorditivi sono lo standard per i GDR cosiddetti “tripla A” e questa edizione non arriva a tali vette.

La comprensibile scelta di non correre rischi con una saga di una tale importanza storica, presta il fianco agli inevitabili limiti tecnici dovuti dall’età della saga. Non aggiungendo contenuti o modifiche sostanziali al gameplay, ci si è limitati ad un contenuto aggiornamento tecnico, seppur davvero ben fatto.

A tal proposito, la stabilità dei titoli è assoluta, con giusto qualche limitato problema di mancata sincronia audio-video durante il gioco e nel parlato delle scene. Sottolineo la cosa visti i non indifferenti problemi tecnici avuti, recentemente, da titoli ben più moderni.

Conclusione

La saga ha vissuto sicuramente una seconda giovinezza con questa remastered. Tecnicamente il lavoro è davvero ben riuscito, con una parte di rivisitazione di texture e comparto audio ottima e di buona fattura.

La riedizione tecnica non ha inoltre intaccato la qualità di trama e storia originale, che rimangono interessanti e moderni anche a distanza di quindici anni. Il gameplay è un po’ invecchiato e si sente, seppur i combattimenti riescono a rimanere interessanti.

L’approccio prudente di rivisitazione si è rivelato dunque a doppio taglio, garantendo apprezzabilità del lavoro svolto da una parte, ma relegando la saga da rivoluzionaria a carina dall’altra. Il prezzo elevato infine non è a mio avviso giustificato, dove a cifre inferiori si trovano i titoli ora considerati come pietre miliari del genere.

In conclusione mi sento comunque di consigliare la saga a chi non l’ha mai giocata e sicuramente agli appassionati di GDR, in attesa magari dei prossimi saldi.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: GDR, Azione
  • Lingua: italiano/inglese
  • Multiplayer: no
  • Prezzo59,99 €.

Ho esplorate le vastità dello spazio per quasi un centinaio di ore, grazie a un codice gentilmente fornito dal publisher.

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Gods Will Fall per PC – Recensione

RECENSIONE IN UN TWEET

Gioco gradevole e dalle dinamiche, potenziali, davvero interessanti. Paga a caro prezzo un gameplay ostico e la mancanza di un legame nella trama, a tratti quasi assente. La superficialità e ripetitività delle ambientazioni e boss fight, lo relega alla schiera (ahimè!) dei vorrei ma non posso.

6.5


Sviluppato da Clever Beans ed edito da Deep Silver, Gods Will Fall è un gioco hack-n-slash/action, che riesce a differenziarsi dal clichè imposto dal genere. Ma non abbastanza e non nel modo giusto.

Iniziando a giocare, il primo impatto avuto è stato quello di smarrimento. Questo a causa della scarnezza ed essenzialità sia dei comandi e sia degli elementi di trama. Il gioco è caratterizzato da inusuali coppie di comandi tramite i quali interagire e l’assenza del mouse, per chi gioca al PC, è percepibile. Allo stesso modo dei comandi, la trama è poco definita, fornendo l’impressione che sia stata inserita solo a “contorno” della parte action. Escluso il video iniziale, non esistono introduzioni o elementi di contorno al mondo di gioco ed agli Dei che lo popolano. Ciò coinvolge e tiene “incollato” allo schermo ben poco il giocatore.

La fase esplorativa stessa è caratterizzata solo dallo spostarsi fra una zona e l’altra della mappa con il nostro gruppo, senza elementi che fanno da collante fra una battaglia ed un’altra come interazioni fra i protagnosti, incontri occasionali durante il viaggio e in generale qualunque forma di dialogo o scambio. Questo aiuta a definire un ambiente di gioco piatto, nel momento in cui si è all’esterno dai domini degli Dei, anche se lo si nota nel medio termine e non rappresenta di certo il più grande ostacolo alla godibilità del titolo.

Parte del video introduttivo iniziale.

Clan alla conquista

A parte i comandi insoliti ed il mondo di gioco piatto, il titolo offre una discreta varietà di personaggi al mondo di gioco. Ogni singola nuova partita intrapresa infatti, sarà caratterizzata da diversi personaggi componenti il party iniziale. Tutti i personaggi giocanti provengono dalla stessa località geografica, seppur appartenenti a clan diversi, uniti in un’unica “armata” alla conquista della terra in cui dimorano le divinità tiranniche a cui sono (per ora) asserviti. Ognuno di questi personaggi avrà nome, attributi, armi utilizzate, abilità e storie diverse ad ogni partita creata. Ciò va parzialmente a compensare la piattezza del mondo di gioco in fase esplorativa e la quasi assenza di una trama.

La diversificazione del party crea una certa incertezza e novità, costringendo il giocatore ad adattare il proprio stile di combattimento in base al gruppo. Non è solo il party a cambiare ma anche le divinità, infatti non si può conoscere la potenza di un Dio senza esplorarne il dominio. Si corre così il concreto rischio, ad ogni nuova partita, di entrare in aree di gioco di difficoltà proibitiva rispetto la forza del nostro party.

Unendo inoltre elementi come l’assenza di salvataggi intermedi all’interno dei vari domini, l’impossibilità di tornare indietro una volta entrati (pena la sconfitta del personaggio scelto per affrontare il livello), la possibilità di inviare un solo membro del gruppo alla volta all’interno del dungeon ed infine la possibilità di morte permanente dello stesso, abbiamo quel pizzico di vivacità necessaria a giocare il titolo per svariate ore. Le caratteristiche appena elencate contribuiscono a rendere questo gioco una sorta di Soul-like, in cui soprattutto all’inizio, sarà necessario impiegare vari personaggi per sconfiggere un solo Dio o più partite per riuscire a terminare il titolo.

Spiaggia iniziale in cui si sbarca con il gruppo.

Dei e frustrazione

Ciò che è stata definita come una caratteristica è in parte pure una pecca del titolo, ovvero quell’appartenenza al genere Soul-like appena citata. Se i Soul-like hanno come punti di forza l’ampio numero di tentativi a disposizione del giocatore e il metterlo in condizione di fare sempre meglio, Gods Will Fall ne fa a meno. La difficoltà viene così determinata da fattori tecnici, non più dall’Intelligenza Artificiale degli avversari, andando a discapito della necessità di affinare il proprio modo di giocare.

Il vero punto dolente del titolo e la fonte principale delle sue sfortune è il sistema di gioco. Seppure i comandi sono pochi ed insoliti, riuscire a padroneggiare tale sistema diventa un’impresa. In particolare le parate e le schivate sono davvero ostiche da padroneggiare. Ulteriore fonte di frustrazione è la scarsità di oggetti a supporto del party. Ogni volta che si viene imprigionati da un Dio, tutti gli oggeti vengono persi, contribuendo a delineare un gameplay ancora più punitivo e macchinoso.

Con un sistema di gioco scricchiolante in mano, è chiaro che tanti dei buoni propositi del gioco ed elementi innovativi passano in secondo piano, oscurando molto del buon lavoro svolto.

Fase di esplorazione di uno dei dungeon governato dal rispettivo Dio (nome in alto a destra).

Non tutto il male viene per nuocere

Mi sono soffermato a lungo sui difetti causati dal sistema di gioco scricchiolante, ora concentriamoci sugli elementi positivi, perché Gods Will Fall ha degli interessati spunti.

La resa tecnica del gioco, in primis, è davvero buona. Giocando una versione pre-release ho riscontrato un solo piccolo bug in tutto il gioco, cosa non banale dati i problemi avuti da titoli anche famosi. Graficamente il titolo fa il suo, senza infamia e senza lode, con qualche dettaglio carino nelle varie ambientazioni. Anche a livello audio e di musiche è godibile, rendendosi a tratti anche coinvolgente (soprattutto durante le boss-fight).

Le esplorazioni nei vari dungeon possono essere divertenti e spingere a finire tutto d’impeto. Questo venendo a patti con il sistema di combattimento un pò ostico. La componente soul-like del gioco e le prime ricompense ottenute sconfiggendo boss inoltre, rendono appagante l’esperienza di gioco e danno un buon grado di soddisfazione.

Ben studiata la dinamica di relazioni personali fra personaggi insieme al sistema di bonus e malus legati al rapporto fra gli dei ed oguno degli NPC. Infatti, presentandosi davanti al dungeon di un boss, potremo avere reazioni in forma di bonus o malus agli attributi. Questo varia in base al sentimento provato dal personaggio verso il Dio, che può essere di paura o rivalsa. In presenza di legami fra i personaggi può capitare che alla cattura di uno dei combattenti, un altro si arrabbi, con un conseguente aumento agli attributi.

Ultimo ma non meno importante la scelta di inventare da zero un pantheon di Dei da affrontare. Tanti videogiochi attingono spesso alla mitologia Greco-Romana, la scelta di puntare su una storia originale la trovo invece interessante.

Momento di riflessione nella scelta del Dio da affrontare

Conclusioni

Gods Will Fall è sicuramente un gioco interessante, che paga a caro prezzo qualche trascuratezza nel gameplay. La difficoltà eccessiva nel padroneggiare i comandi può portare inoltre velocemente alla frustrazione.

Il sistema di relazioni fra personaggi e Dei tuttavia ne solleva le sorti e lo rende comunque un gioco godibile, per appassionati del genere. Non si può allo stesso modo gridare al miracolo e lascia l’amaro bocca, soprattutto date le potenzialità inespresse. In presenza di titoli mainstream del genere infatti, l’estremà brevità e l’assenza di dettagli della trama ne minano tanto la voglia di giocare.

Qualche (corposo) aggiustamento a gameplay e trama ne migliorerebbe sicuramente l’attrattività, oltre a togliere di dosso dal titolo quell’impressione di “scarso impegno” che fornisce di sé.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: action, hack-n-slash, rogue-like
  • Lingua: italiano
  • Multiplayer: no
  • Prezzo24,99 euro (Edizione Standard)

Ho esplorato le lande degli Dei per circa sei ore, grazie a un codice gentilmente fornito dal publisher.

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Gods Will Fall è ora disponibile su PC, console e Stadia

Gods Will Fall è stato sviluppato da Clever Beans con sede a Manchester. Usa i tuoi otto diversi guerrieri, ciascuno equipaggiato con la propria arma, per svelare gli oscuri segreti di ogni antico dio. Con uno stile di combattimento facile da imparare ma difficile da padroneggiare, una sfida enorme attende tutti coloro che si avventureranno nell’impresa.

 I giocatori possono scegliere l’edizione standard o la Valiant Edition, che include l’Hunter’s Head Gear (precedentemente disponibile per coloro che hanno prenotato il gioco) e il DLC Valley of the Dormant Gods.

L’ Hunter’s Head Gear viene assegnato in modo casuale in ogni nuova partita. Il brivido della caccia scorre nel sangue del clan e le usanze prevedono che i trofei sequestrati vengano indossati con orgoglio e mostrati a tutti. Le pelli di cinque bestie esclusive: un lupo, un orso, un cinghiale, una volpe e un tasso sono adatti per essere indossati da qualsiasi guerriero e fungeranno da avvertimento per gli dei che la caccia è effettivamente in corso.

Il DLC Valley of the Dormant Gods migliora ulteriormente il gioco con tre nuovi dei – oltre ai 10 già presenti – due nuove classi di armi, nuovi oggetti, nuove abilità, overworld extra e abiti da guerriero. Il contenuto verrà pubblicato episodicamente come tre nuovi livelli all’interno del gioco nei prossimi mesi dopo il lancio. Ogni livello includerà un nuovo Dio, insieme agli altri contenuti bonus.

  • Tre nuovi dei – Entra e fatti strada combattendo attraverso tre nuovi regni degli dei infernali. Ciascuno di questi paesaggi infernali inesplorati, abitati da abominevoli sciami di servitori, sarà una prova estenuante per il tuo coraggio.
  • Nuove classi di armi: gioca nei panni di due nuovi tipi di guerrieri barbari, ciascuno con il proprio stile di combattimento mortale.
  • Nuovi oggetti: una manciata di nuovi equipaggiamenti e provviste per aiutare il tuo clan in battaglia e ribaltare le sorti della guerra.
  • Nuove abilità – Nuove metodologie per espandere ulteriormente il sistema di combattimento dei tuoi guerrieri e assicurarti che il campione adatto sia scelto per la battaglia finale.
  • Extra nel mondo sotterraneo – Mentre attraversi il tranquillo mondo sotterraneo, tieni gli occhi aperti e scopri i segreti nascosti.
  • Abbigliamento da guerrieri: vesti il ​​tuo clan con i migliori abiti e copricapi per la battaglia, per una maggiore spavalderia mentre si lanciano nella mischia.

Storia

Sei l’ultima speranza per l’umanità.

Il dominio tortuoso degli dei sull’umanità dura da millenni. Propensi alla crudeltà e alla sofferenza, chiedono di essere serviti con cieca adorazione attraverso un giuramento di fedeltà imposto ad ogni uomo, donna e bambino. Chi non si sottomette alla volontà degli dei; perirà di una morte lenta e spietata.

Vivi le brutali prove di un’avventurosa banda di guerrieri nella loro disperata impresa di recidere la morsa crudele degli dei sull’umanità. Ogni uomo e ogni donna in grado di impugnare una lama, avendo sofferto per troppo tempo la brutalità del regno degli dei, sarà chiamato ad unirsi al tuo clan di otto sopravvissuti celtici,  per insorgere ed affrontare le legioni di bestie orribili e servitori che dimorano in ciascuno dei regni infernali degli dei.

Per ogni decisione presa, emerge una storia personale. Se avrai successo, vedrai nascere leggende. Se fallirai, guarderai le vite trasformarsi in polvere.

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Yakuza Remastered Collection disponibile ora su Xbox e PC

SEGA e Ryu Ga Gotoku hanno pubblicto Yakuza Remastered Collection, ora disponibile per Xbox One,  Windows 10, Steam. Questa raccolta include le versioni Yakuza 3 , Yakuza 4 e Yakuza 5 rimasterizzate e presentate a una risoluzione di 1080p e un framerate di 60 fps. Sono acquistabili in bundle al prezzo di 39,99€, o separatamente al prezzo di 19,99€ ciascuna, su ogni piattaforma. La raccolta è giocabile anche su Xbox Series S|X grazie alla funzione di retrocompatibilità.

Questa serie che mette insieme combattimenti e meccaniche tipiche dei giochi di azione-avventura segue l’intensa saga di Kazuma Kiryu, un membro della Yakuza temprato dalla vita e dal codice morale irremovibile. Yakuza 3 inizia immediatamente dopo la fine di Yakuza Kiwami 2, con Kiryu che si è ritirato a una vita di basso profilo sull’idilliaca costa di Okinawa, almeno finché i demoni della sua ex vita da yakuza non riemergono e lo costringono a scegliere da che parte stare. Accompagna Kiryu nella sua avventura, padroneggia le combo e sconfiggi i delinquenti che lo ostacoleranno, sfrutta l’ambiente come arma e combatti per proteggere i suoi cari coinvolti nello squallido mondo della criminalità organizzata.

Per tutti gli appassionati che hanno recentemente giocato Yakuza: Like A Dragon Yakuza Remastered Collection offre un’opportunità imperdibile per vivere Kamurocho nei panni del protagonista originale della serie Yakuza, Kiryu. Yakuza 0 Yakuza Kiwami (l’edizione rimasterizzata di Yakuza ), Yakuza Kiwami 2 (l’edizione rimasterizzata di Yakuza 2 ) sono disponibili anche separatamente su Xbox Game Pass per tutti coloro che vogliono vivere l’esperienza completa dei sei capitoli della saga, prima di avvicinarsi all’atto conclusivo rappresentato da Yakuza 6: The Song of Life , che farà il suo debutto su Xbox One e PC il 25 marzo 2021.

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Monstrum 2 è disponibile su PC in Accesso Anticipato

Junkfish ha annunciato che Monstrum 2, il titolo survival horror asimmetrico, è disponibile adesso in Accesso Anticipato su Steam al prezzo di 12,50 €. I giocatori che completaranno l’acquisto prima del 4 febbraio riceveranno contenuti bonus, come le skin ispirate al Monstrum originale e una targa esclusiva!

Seguito multiplayer del titolo di culto originale, Monstrum 2 può vantare nuovi mostri, enigmi e una nuova ambientazione generata proceduralmente. Come rivelato dal coinvolgente e ansiogeno trailer di lancio pubblicato oggi, fino a quattro giocatori si troveranno rinchiusi in un centro di ricerca abbandonato situato in un’antica fortezza marina, e dovranno scappare con ogni mezzo da uno dei tre mostruosi esperimenti richiusi nelle sue profondità.

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Siamo passati dall’essere un gruppo di giovani laureati che ha portato avanti un progetto indie nato per passione al realizzare un vero e proprio titolo multiplayer. È stato davero un viaggio incredibile e un percorso formativo importante. È contemporaneamente entusiasmante e terrorizzante lanciare ufficialmente Monstrum 2 in Accesso Anticipato, e coinvolgere la community nel processo di creazione del gioco.

Adam Dart, CEO di Junkfish

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Olija per PC – Recensione

Recensione in un Tweet

Olija è un’avventura a scorrimento multi-direzionale, che vorrebbe scoprire l’America, ma finisce per circumnavigare solo la propria vasca da bagno. Il titolo parte bene e qualche sprazzo di talento si può intravedere, ma manca il coraggio di osare. Un errore fatale in un genere pieno di squali di primissimo piano.

5.5


Di fronte alle difficoltà, i grandi leader prendono delle scelte coraggiose, consapevoli che l’ignoto riserva sempre delle gran sorprese. Se durante gli ultimi mesi, abbiamo avuto modo di rivivere la fortunata storia degli scandinavi in Britannia con Assassin’s Creed Valhalla, in Olija prenderemo parte a una spedizione decisamente più complicata.

Nei panni di Lord Faraday, dopo aver visto la nostra gente patire fame e povertà, decidiamo di issare le vele e partire alla ricerca di nuove terre da scoprire. Purtroppo, le cose non vanno come previsto e durante il viaggio un’enorme balena nera colpisce la nostra imbarcazione e, in poco tempo, ci troviamo in una nuova terra ostile, senza viveri né equipaggio.

È proprio in questo momento che prendiamo il controllo di Faraday in un’avventura 2D a scorrimento multi-direzionale. Olija è un gioco d’azione che si svolge all’interno di dungeon in cui esiste continuità tra la schermate che affrontiamo. Infatti, se un nemico ci sta attaccando e scappiamo via, il balordo ci inseguirà per tutta la mappa, fino a dove le sue possibilità glielo permettono. Il titolo di Skeleton Crew Studio ricalca un genere abbastanza in voga tra gli indie e l’ispirazione questa volta è chiaramente nata da Castlevania: Symphony of the Night.

Il naufragio, Olija.

La ballata del vecchio marinaio

Dopo aver stabilito la nostra nuova base presso l’isola di Oaktide, il nuovo compito di Lord Faraday è ritrovare il suo equipaggio e scoprire cosa c’è all’origine di tutti i mali dell’arcipelago. A questi, se ne aggiungerà un altro, scoprire l’identità e le intenzioni della misteriosa donna asiatica che porta il nome di Olija. In realtà, l’etnia della donna è solo una supposizione data dal suo vestiario e dai concept art che ho visto in queste settimane, perché la pixel art utilizzata per il titolo è decisamente minimale, tanto da rendere abbastanza difficile concedere la licenza poetica a uno stile grafico che possiede meno dettagli di Monkey Island del 1990. Purtroppo, anche il comparto audio presenta poca inventiva e, soprattutto nella parte iniziale, ho notato zone in totale silenzio, in cui la mancanza di colonna sonora veniva ogni tanto affievolita da pochi suoni ambientali.

D’altro canto, come molti altri titoli indipendenti, Olija trova la sua forza nel carisma dei personaggio e nel gameplay. L’idea di un narratore fuori campo che racconta la storia come una novella leggendaria fornisce una buona dose di personalità al gioco, ma l’interesse scema col tempo. Infatti, personaggi e trama fanno inizialmente ben sperare, ma il simbolismo e l’affascinante mondo orientale non bastano a colmare un vuoto narrativo e una linearità troppo accentuata.

La vendetta di Capitan Achab

L’arma che tramuterà Lord Faraday in un eroe è un arpione che può lanciare nell’ambiente circostante e che attraverso vari enigmi ambientali darà la possibilità al personaggio principale di muoversi agevolmente tra gli scenari. In realtà, non mancheranno anche altri strumenti di difesa a lungo e corto raggio che amplieranno l’offensiva del Lord, ma tranne rari nemici in cui l’attacco a distanza sarà fondamentale, l’arpione è di fatto l’unica arma di cui avrete bisogno per affrontare le isole dal gusto volutamente nipponico.

Sono stato piacevolmente sorpreso dei vari utilizzi e dal buon feedback dell’arpione. Rispetto a iconici, ma anticipatici strumenti come il grappling beam (volgarmente rampino) di Super Metroid, l’arpione di Olija permette di muoversi bene nello scenario, che contiene anche un discreto numero di zone segrete. Purtroppo, una volta compresi i meccanismi dell’arma, rimane molto poco da scoprire, perché esattamente come per la trama, anche il sistema di combattimento perde presto la sua verve. Ogni colpo caricherà una barra composta da quattro tacche, che permetteranno l’esecuzione di un colpo speciale tramite la pressione dello stesso pulsante d’attacco e dell’analogico direzionale. Di fatto, basta schiacciare ripetutamente “X” e aspettare che l’avversario crolli sotto i nostri colpi.

La Balena Bianca

Gli scontri con i boss sono la parte più divertente del gioco, ma il livello di difficoltà troppo basso fa parecchio diminuire il piacere di affrontare delle battaglie che sulla carta presentano delle meccaniche interessanti. Mi auguro che gli sviluppatori decidano di aggiungere ulteriori livelli di difficoltà, perché Olija è eccessivamente semplice e l’unica sfida risiede nel voler trovare tutti i collezionabili in giro per le mappe.

La componente di gioco di ruolo rende l’idea dell’incompletezza dell’opera. Potremmo ampliare Oaktide con un alchimista, un negoziante e un cercatore di tesori. Il primo aumenterà la nostra vita sotto compenso, ma non è veramente necessario farlo. Il negoziante, in cambio di tesori trovati in giro o recuperati proprio dal cercatore di tesori, invece ci fornirà una serie di cappelli, indossabili a nostra discrezione durante le nostre avventure. I bonus sono variegati, e anche originali, ma tranne un unico caso, non ho mai sentito la necessità di usarli.

Il combat system di Olija.

Conclusione

Olija è un’avventura indie, che con le sue cinque ore di gioco non aggiunge nulla all’attuale panorama videoludico. Non c’è nulla di sbagliato in quest’opera, ma neanche niente di memorabile che possa giustificare la spesa. Molti giochi iconici di tanti anni fa come Castlevania: Symphony of the Night o Super Metroid, forniscono una sfida più interessante, anche con tanti anni alle spalle.

Per quanto riguarda i titoli attuali, i migliori metroidvania, genere da cui prende spunto Olija ma di cui non fa realmente parte, sono decisamente al di sopra di quello che può fornire questo titolo, soprattutto se consideriamo che allo stesso prezzo possiamo portarci a casa Hollow Knight.

Olija può essere definito come un filler senza mordente durante una nottata in cui il main event vi farà dimenticare tutto il resto. E le prime cose che scorderete saranno proprio le avventure di Lord Faraday.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: avventura, azione
  • Lingua: inglese
  • Multiplayer: no
  • Prezzo14,99 euro

Ho salpato verso il nero mare di Olija per poco più di cinque ore grazie a un codice gentilmente fornito dal publisher.

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Immortals Fenyx Rising aggiunge un evento crossover con la serie Blood Of Zeus

Dal 21 gennaio, i giocatori di Immortals Fenyx Rising possono partecipare a un evento crossover a tempo limitato ispirato alla serie “Blood of Zeus”. Infatti, sarà possibile intraprendere una nuova missione e acquistare due nuovi pacchetti di armi e personaggi ispirati a Blood of Zeus.

Dal 21 al 28 gennaio, nella nuova missione “Un tributo alla famiglia”, i giocatori affronteranno due creature malvagie di un altro mondo: Chimera e Cerbero. Una volta completata la missione, otterranno il ciondolo dell’aquila e alcune nuove opzioni di personalizzazione del personaggio legate a “Blood of Zeus”.

Fidati dei tuoi istinti di cacciatore di demoni e sfida il tuo destino con il nuovo pacchetto di armi, contenente alcune skin ispirate a Blood of Zeus per la tua spada, l’ascia e l’arco. Inoltre, segui le orme del semidio Heron con il pacchetto dei personaggi di Blood of Zeus, che include armatura, elmo, ali, cavalcatura e fenice a tema Blood of Zeus! Sia il pacchetto di armi che quello dei personaggi saranno acquistabili in qualsiasi momento, anche dopo la fine dell’evento crossover.

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Olija, novità con un video story trailer

Devolver Digital ha pubblicato nuovi dettagli sulla trama di Olija con un video dedicato:

Comunicato Stampa

Nuovi dettagli sul mistico Olija sono stati rivelati in un nuovo trailer della storia, dando agli avventurieri il loro primo indizio sulle meraviglie che li aspettano nel Terraphage. Scopri le disastrose circostanze che hanno colpito lo squattrinato Lord Faraday e come le sue fortune hanno cambiato corso dopo un incontro casuale con l’enigmatica Lady Olija …

Olija sarà disponibile il 28 gennaio su PlayStation 4, Xbox One, PC e Nintendo Switch.