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Yu-Gi-Oh! Conviene comprare il Tin delle Battaglie Antiche 2021?

Il mese di ottobre sarà particolarmente ricco per gli amanti del gioco di carte collezionabili di Yu-Gi-Oh! Konami ha annunciato ben quattro novità: il Tin delle Battaglie Antiche 2021, lo Structure Deck Cyber Attacco, la nuova espansione Duellanti Leggendari: Tempesta Synchro e le buste Da Torneo OTS 17. Tin delle Battaglie Antiche 2021 è l’unico contenuto già disponibile sul mercato: lo abbiamo analizzato e in questo provato vi diremo se conviene comprarlo.

Un glorioso passato

Durate il 2021, Konami ha puntato molto sul passato di Yu-Gi-Oh!, come dimostrato dal Deck Divinità Egizie prima e dal Tin delle Battaglie Antiche adesso. Dal 2019, i Mega-Tin di Yu-Gi-Oh! hanno subito un restyling molto gradito, che richiama all’ambientazione egizia del manga e dell’anime. In particolare, il Tin delle Memorie Perdute 2020 mostrava il legame tra il protagonista della prima storica serie Yami Yugi (o Yugi Muto) e il suo nobile alter ego Atem; il Tin delle Battaglie Antiche 2021, invece è una tavoletta faraonica raffigurante le due carte più famose dell’intera lore della serie: il Mago Nero e il Drago Bianco Occhi Blu.

Il contenuto del Tin delle Battaglie Antiche

Un cofanetto da collezione

Per il modico prezzo cui viene proposto (19,99 euro), il Tin delle Battaglie Antiche 2021 è un pezzo da collezione decisamente brillante e che troviamo semplicemente bellissimo. Nel caso siate dei collezionisti, oppure degli appassionati di Yu-Gi-Oh! alla ricerca di un fantastico contenitore per la vostra collezione, quest’anno avrete trovato qualcosa da non perdere.

L’interno del Tin delle Battaglie Antiche

Il meglio del Tin delle Battaglie Antiche

Il nuovo cofanetto di Yu-Gi-Oh! contiene tre Mega-Pack di 18 carte scelte tra il meglio di quanto visto nel 2020. La somma di tutti i pacchetti contiene: 36 carte Comuni, 3 Rare, 6 Super Rare, 6 Ultra Rare e 3 Rare Prismatic Secret.

Le carte scelte sono assolutamente consigliate sia per i nuovi giocatori sia per chi vuole tornare a giocare a Yu-Gi-Oh. Se sarete abbastanza fortunati, potrete fare la conoscenza di due carte veramente molto importanti nel contesto competitivo: Designatore del Depennamento e Talento Tattiche Triple. La prima è una magia rapida must di moltissimi mazzi competitivi, che permette un interessante controllo della board; Talento Tattiche Triple, invece è sempre più utilizzata grazie alla sua capacità di poter avere un variegato vantaggio in base alla situazione di gioco.

Yu-Gi-Oh! Tin Delle Battaglie Antiche: Designatore del Depennamento.
Designatore del Depennamento

Ottime per chi inizia o ricomincia

Oltre ai due pesi massimi prima citati, il Tin delle Battaglie Antiche 2021 contiene carte che possono fornire un interessante upgrade per tanti giocatori che vogliono mettere piede nel competitivo.

Arsenale Divino AA-ZEUS – Tuono del Cielo è una di queste e ci aspettiamo che sia molto utilizzata in futuro, nonostante le limitazioni di alcuni mazzi che la usano maggiormente; inoltre, anche la presenza di carte Dogmatika interesserà molti.

Arsenale Divino AA-ZEUS – Tuono del Cielo

L’archetipo Dogmatika è famoso per essere abbastanza costoso, ma fortunatamente il Tin delle Battaglie Antiche abbasserà un po’ il prezzo; infatti, sono presenti una serie di carte particolarmente utili alla causa (in grassetto le più interessanti):

  • Servitore Nadir
  • Dogmatika Ecclesia, la Virtuosa
  • Dogmatika Theo, il Pugno di Ferro
  • Dogmatika Adin, l’Illuminato
  • Dogmatika Fleurdelis, il Nominato Cavaliere
  • Dogmatika Maximus
  • Dogmatika Nexus
Mek Spaccametallo e Dogmatika Nexus

Considerando il tema del cofanetto, non poteva certamente mancare un buon aiuto anche per gli amanti dell’archetipo del Mago Nero e del Drago Bianco Occhi Blu:

  • Salvataggio del Mago
  • Penetrare l’Oscurità
  • Vera Luce
Yu-Gi-Oh! Tin Delle Battaglie Antiche: Salvataggio del Mago
Salvataggio del Mago

Comprare per profitto

Tra le 258 carte ristampate, la più costosa è il Designatore del Depennamento, che attualmente ha un valore di circa 50 euro. L’altra carta che ha un costo superiore al prezzo del cofanetto è Talento Tattiche Triple, pari a 27 euro. Inoltre, ci sono alcune carte che ci possono far recuperare il costo dell’investimento:

  • Servitore Nadir (15 euro).
  • Arsenale Divino AA-ZEUS – Tuono del Cielo (12,50 euro).
  • Prigione del Drago di Ghiaccio (8,60 euro).
  • Dogmatika Ecclesia, la Virtuosa (7 euro).

Purtroppo le restanti carte hanno un valore che si assesta solitamente intorno a un paio di euro; tranne clamorosi colpi di fortuna, in media, riuscirete a recuperare i soldi spesi con l’aggiunta di uno stupendo cofanetto. In definitiva, se il vostro scopo è la compravendita di carte di Yu-Gi-Oh!, crediamo che il Tin delle Battaglie Antiche 2021 non sia particolarmente conveniente; infatti, solamente 2 carte ultra rare sulle 48 disponibili forniscono la possibilità di superare il costo del cofanetto.

Talento Tattiche Triple

Conclusione

Il Tin delle Battaglie Antiche 2021 è un pezzo da collezione da non lasciarsi sfuggire per la bellezza del suo contenitore. Le carte al suo interno sono decisamente interessanti per tutti i nuovi giocatori e per chi ritorna su Yu-Gi-Oh! dopo un periodo di pausa. Chi è già competitivo non sentirà la necessità di acquistare il cofanetto, che invece potrà risultare utile anche a chi necessità di un upgrade data la presenza certa di carte Ultra Rare e Rare Prismatic Secret. Infine, se siete degli esperti della compravendita, preferirete evitare questo cofanetto che, di fatto, abbassa i costi di alcune carte fino ad ora molto più costose.

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Inscryption – Provato dell’inquietante gioco di carte

Il mercato indie è famoso per essere capace di sfornare videogiochi semplici, con idee o meccaniche geniali e profonde. Daniel Mullins ne ha fatto il suo cavallo di battaglia grazie al successo dei suoi titoli precedenti: The Hex e soprattutto Pony Island. Sulla falsariga di quest’ultimo, nasce Inscryption, un gioco di carte dai toni cupi la cui uscita è prevista il 19 ottobre solo su PC. Vi raccontiamo i nostri pensieri dopo aver provato la demo,

La bilancia di Inscryption

La vita come un gioco

Inscryption è la storia di una povera ragazza sequestrata all’interno di quella che sembra una baita. Vivremo la nostra esperienza tra quattro mura in legno con l’inquietante presenza di un pazzo furioso, che deciderà della nostra vita in base ai risultati che otterremo in un gioco di carte da lui ideato. Lo strano inquilino avrà sempre il volto nascosto nell’ombra, ma indosserà delle maschere per impersonare i personaggi più importanti del gioco.

Potremmo muoverci all’interno della stanza, dove sono contenuti pochi oggetti ancora abbastanza criptici: una cassaforte, un candelabro e degli oggetti del gioco; due in particolare: il regolamento e delle macabre miniature.

In Inscryption, quanto avviene sulla plancia di gioco si ripercuote su di noi. Per vincere uno scontro, dovremmo metaforicamente colpire il nostro avversario, che appoggerà dei denti (veri) su una bilancia; quando la bilancia sarà totalmente dalla parte di uno dei due giocatori, la partita terminerà. Per questo motivo, è particolarmente cinematografica la presenza della pinza: potremmo staccare uno dei nostri denti per guadagnare un punto in più sulla bilancia.

Durante la partita, avremmo due tentativi prima di fare una brutta fine. Queste chance sono scandite da un candelabro. Quando la luce di entrambe le candele terminerà, saremo condotti in una stanza dove verremo presumibilmente uccisi divenendo parte integrante del gioco; infatti, il terrificante nemico ci trasformerà in una carta da gioco che potremmo pescare nel nostro prossimo tentativo.

La mano del destino

Le meccaniche di Inscryption torneranno familiari a chi ha avuto modo di giocare a un altro titolo indie: Hand of Fate. La sfortunata ragazza si muoverà, per mezzo di una pedina, all’interno di una mappa, dove in base all’icona sulla casella potrà affrontare uno scontro, incontrare dei commercianti o ricevere dei bonus utili per la battaglia. In caso di sconfitta, faremo conoscenza dello stile roguelike del gioco, che caricherà casualmente una nuova plancia di gioco, mentre il boss finale sarà interpretato dal nostro sequestratore e richiederà una strategia specifica per essere battuto.

Scontri bestiali

Il gioco vero e proprio avviene all’interno di una griglia 4×3. Per vincere, bisogna colpire direttamente il proprio avversario tanto quanto basta per far pendere la bilancia dei punti totalmente dal lato dell’avversario.

All’inizio del gioco pescheremo delle carte dal nostro mazzo e potremmo giocare delle creature appartenenti a diverse tipologie di animali selvatici. Tra questi, menzione d’onore all’unica carta parlante: l’ermellino, che odierà essere sacrificato, conosce la malvagità del nostro sequestratore e soprattutto ci fornirà utili consigli durante il gioco.

Potremmo giocare le nostre carte solamente nelle prime quattro caselle davanti a noi. Una volta passato il turno, esse attaccheranno le caselle subito davanti a loro (tranne effetti particolari), senza ricevere alcun danno dalla carta avversaria. Nel caso in cui non ci sia nessuno su quelle caselle, il danno sarà inflitto al giocatore. Da specificare, che le creature dell’avversario, prima di attaccare, si muoveranno in avanti finendo al centro della plancia, come indicato dal suo lato di gioco.

Dal secondo turno, dovremmo pescare una carta dal mazzo prima di compiere qualsiasi azione. Durante la fase di pescata, possiamo scegliere tra due pile: il nostro mazzo, che contiene le carte ottenute durante la nostra run, oppure dal mazzo “scoiattolo”, una creatura debole che torna utile principalmente come sacrificio per le carte più forti.

Dopo aver pescato, potremmo usare tutti gli oggetti presenti sul nostro zaino e qualsiasi numero di carte nella nostra mano, a patto di poterne pagare il costo, diviso in sacrifico e ossa. Il primo si paga sacrificando le nostre creature in gioco, mentre il secondo attraverso dei gettoni che si ottengono ogni volta che un nostro animale muore.

La pinza di Inscryption

Più forti di prima

Durante i vari fallimenti per sconfiggere il primo boss, abbiamo capito che la morte è parte integrante del gioco; infatti, dopo ogni sconfitta abbiamo ricevuto nuove carte con nuove meccaniche da sfruttare, anche se abbiamo visto solo una modesta parte di tutti gli effetti presenti sul regolamento; in particolare, ci siamo imbattuti in animali che diventano più forti dopo un turno, creature volanti che bypassano le difese, animali con “veleno” il cui attacco è letale, ma sembra che ci sia molto di più da scoprire.

Da citare che trasformeremo la nostra ultima sconfitta in una carta; infatti, a partire dal nostro ultimo mazzo, dovremmo scegliere valore di attacco, difesa ed effetti di una nuova carta a cui noi assegneremo un nome e il nostro carnefice una foto.

Inscryption: il nostro alter ego.

Ferri del mestiere

Durante la partita di Inscryption, potremmo usare degli oggetti utili alla causa. Il più importante è lo zaino, che potrà contenere fino a tre oggetti e che si potrà riempire quando finiremo nell’apposita casella sulla plancia. In aggiunta, il gioco prevede dei totem, degli oggetti che forniranno dei bonus speciali ad animali di una certa tipologia, sia a noi che al nostro avversario.

Conclusione

Inscryption ha un’ambientazione tanto macabra quanto interessante, coerente con un gioco di carte impegnativo e potenzialmente complesso. Le meccaniche viste nel provato non sono molte, ma gli indizi ci portano a un titolo ricco di contenuti. Di contro, lo stile di gioco è molto simile a un altro titolo di successo come Hand of Fate e abbiamo alcuni dubbi sul bilanciamento delle carte. La casualità mitigherà il problema, ma potendo scegliere tra qualsiasi combinazione, il rischio è che una volta trovata la combinazione perfetta, il giocatore possa proseguire fino alla fine con eccessiva sicurezza e ripetitività.

ProContro
ambientazione immersivasa già di visto
gioco di carte difficiledubbi sul bilanciamento delle carte
tante meccanicherischia di essere ripetitivo
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Diablo 2: Resurrected per Xbox Series X – Recensione

Recensione in un Tweet

Diablo 2: Resurrected risponde positivamente alla nostra necessità di sapere se uno dei videogiochi più importanti della storia sia ancora divertente e attuale. Nonostante alcune meccaniche vetuste, la versione rimasterizzata di Diablo 2 contiene tutto il fascino dell’opera originale, che è ora racchiusa in una veste grafica al passo con i tempi, ma ancora fedele al capolavoro di 21 anni fa. E ora anche godibile con un joypad in mano.

8


Ci sono alcuni videogiochi che hanno cambiato per sempre il settore videoludico, creando nuovi standard di cui hanno beneficiato le opere successive. Diablo 2 è uno di questi e dopo 21 anni abbiamo la fortuna di poterlo raccontare nella recensione della sua versione Resurrected. Come vedremo più avanti, Diablo 2: Resurrected garantisce la stessa esperienza di tanti anni fa; per questo motivo la domanda più lecita è: uno dei giochi più belli di sempre riesce ancora a divertire?

More of the same

Diablo 2: Resurrected è una rimasterizzazione, che grazie all’esperienza dei ragazzi di Vicarious Visions fornisce una veste grafica completamente rinnovata al capolavoro del 2000 e alla sua espansione Lord of Destruction; a questo, sono state incluse una serie di aggiunte atte a migliorare l’esperienza di gioco, senza snaturare l’originale di Blizzard North.

L’idea dietro la versione resuscitata di Diablo 2 è dare la stessa esperienza di 21 anni fa a un pubblico decisamente meno abituato alla difficoltà di un titolo pensato come un gioco da tavolo; infatti, Diablo 2 nasce con l’idea di portare i concetti già visti nei giochi di ruolo cartacei (Dungeons & Dragons, ma non solo) in un contesto digitale. Una scelta geniale che ha re-inventato il genere gdr action, tanto da aver costretto gli addetti ai lavori a coniare un nuovo termine: hack ‘n’ slash.

Nonostante la modalità cooperativa fino a otto giocatori, la riprogettazione dell’interfaccia e l’aggiunta del forziere espanso, che garantisce maggiore fluidità al titolo, Diablo 2: Resurrected rimane sempre lo stesso gioco, che richiede di sperimentare build, morire, ritornare alla base perché l’inventario è pieno e riprovare, non necessariamente in quest’ordine.

Scelta personaggi in Diablo 2 Resurrected

Storia infernale

La trama del gioco continua le vicende del primo capitolo. L’eroe che sconfisse Diablo, ha deciso di imprigionare dentro di sé il mostro. Purtroppo, nel corso degli anni, Diablo riesce a corrompere il suo carceriere e costringe il neo Viadante Oscuro a rilasciare sulla terra una serie di diavoli. Inizia così il pellegrinaggio del viandante verso est, che seguiremo per cinque atti.

La storia di Diablo 2 non è la più originale di sempre, ma la caratterizzazione di tutti i personaggi è la migliore che probabilmente vedrete in un videogioco. Chiunque in questo titolo è pregno di carisma: il narratore Marius, Deckard Cain, Tyrael, ma anche gli stessi malvagi nemici come la signora dell’angoscia Andariel, Azmodan il signore del peccato e ovviamente i Primi Maligni: Diablo, Baal e Mephisto.

Gioco di numeri

Dietro un videogioco in cui bisogna uccidere tutti i nemici che compaiono sullo schermo, mentre si esplorano temibili dungeon, si nasconde un’importante componente narrativa da affrontare con una delle sette classi disponibili, che rendono l’esperienza sempre diversa: amazzone, assassina, negromante, barbaro, paladino, incantatore e druido. Ogni classe ha tre alberi di abilità che permettono diverse build, in base al proprio stile di gioco. I punti abilità sono concessi a ogni livello e possono essere resettati parlando con opportuni personaggi.

All’importante scelta della build, si aggiungono altre due necessità matematiche: i punti alle statistiche (cinque per livello) e l’equipaggiamento. Le statistiche di Diablo 2 sono quattro, tutte da scegliere opportunamente pena avere grosse difficoltà durante il proseguo dell’avventura: forza, destrezza, vitalità ed energia. D’altro canto, inizialmente bisognerà indossare quello che si trova, ma andando avanti con il gioco, sarà fondamentale tenere conto dei bonus di armi, armature e gioielli per portare a termine l’avventura. In altre parole, i numeri contano.

Dungeon in Diablo 2 Resurrected

Xbox Series X: grafica e joypad resuscitati

La più grande novità di Diablo 2: Resurrected è senza dubbio la veste grafica, che è stata completamente ricreata da zero. Il risultato finale è la dura e violenta bellezza di Diablo 2 con un dettaglio grafico tipico del successore, Diablo 3. In altre parole, un rinnovamento piacevole che non cambia la natura cupa e sadica del gioco originale. Menzione d’onore al nuovo gioco di luci, che dona una maggiore profondità agli ambienti, anche se in alcune zone può risultare difficile orientarsi; infatti, ogni tanto i coni di luci si sovrappongo creando confusione sui punti di accesso.

Diablo 2: Resurrected è stato pensato per essere giocato anche con un controller in mano, ma lo stesso non si può dire del peccato originale. Alcune meccaniche di Diablo 2, come il semplice ordinamento della cintura dei consumabili, sono ancora strettamente legate a mouse e tastiera, ma il lavoro Vicarious Visions ha reso l’esperienza su console molto godibile. Il target automatico rende le battaglie agevoli anche su console e raccogliere gli oggetti con lo stesso automatismo non causa mai frustrazione. Infine, l’interfaccia rinnovata permette di muoversi con facilità, anche se il numero di finestre (e sottosezioni) tipiche dei gdr può causare qualche mal di testa.

Naturalmente, la potenza di Xbox Series X non è sfruttata al massimo, ma la resa grafica è superba, mentre i caricamenti sono praticamente immediati.

Andariel in Diablo 2 Resurrected

Il migliore della serie

Diablo 2 è stata una vera e propria rivoluzione, perché ha trasformato delle griglie su carta in un videogioco profondo in tutte le sue principali caratteristiche. In pochi possono vantare un tale livello di innovazione e cura artistica all’interno di un unico gioco uscito 21 anni fa. Per questo motivo, riteniamo il secondo capitolo della serie il migliore di sempre, che Diablo 3 non è riuscito nemmeno a eguagliare. Ci auguriamo che Diablo 4 possa essere il nuovo crack del settore videoludico, ma gli standard da superare sono parecchio elevati.

Per questo motivo, Diablo 2: Resurrected è la migliore esperienza che potete attualmente provare. Il restyling grafico, la possibilità di giocare adeguatamente su console e l’attenzione data alle modalità online (soprattutto la ladder) hanno permesso a questo capolavoro di vincere la sfida del tempo, a un prezzo decisamente onesto.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: gdr d’azione (hack ‘n’ slash)
  • Lingua: Italiano
  • Multiplayer: Si
  • Prezzo39,99€

Ho combattuto il male per circa 50 ore grazie a un codice gentilmente fornito dal publisher.

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Lost in Random per Xbox Series X – Recensione

Recensione in un Tweet

Lost in Random è un bellissimo viaggio nella narrazione transmediale. Le opere cinematografiche di Tim Burton, i classici di Charles Dickens e le maschere teatrali si incontrano in un piccola gemma, che si ispira ai grandi con rispetto. Il meraviglioso lato artistico e il gameplay volutamente casuale che abbiamo amato durante la recensione di Lost in Random forniscono una decina di ore di divertimento, con la ripetitività come unica pecca.

8.5


Il mondo che narriamo nella nostra recensione di Lost in Random è soggiogato da una regina che ha in mano l’unico dado che gli permette di decidere il fato di tutti i suoi abitanti. Il compito di porre fine a questo totalitarismo è nelle mani di una bambina, Even, a cui è stato sottratto l’affetto della sua amata sorella, Odd. Sembrano i presupposti per una bellissima fiaba, invece è la trama che accompagna un meraviglioso videogioco che intreccia lo stile gotico di The Nightmare Before Christmas e Il mistero di Sleepy Hollow di Tim Burton con i classici romanzi con piccoli protagonisti come Oliver Twist.

Ocadnis in Lost In Random

Le facce del destino

L’opera di Zoink! ed Electronic Arts inizia a Primagora, il peggior posto in cui vivere nel regno di Alea. Tra gli uniani che abitano in questi bassifondi ci sono due sorelle: Even, protagonista del gioco e Odd, sua sorella maggiore. Le regole di Alea prevedono che durante il dodicesimo compleanno, tutti i bambini scoprono il proprio destino attraverso il lancio del dado nero per mano della Regina. Nel caso di Odd, il dado nero ha mostrato un sei, che significa lasciare tutto e partire per il posto più esclusivo del regno: Sest’Incanto.

Letteralmente strappata dalla propria famiglia da Tata Fortuna, Odd comincia la sua nuova vita con la Regina; in quell’esatto momento, inizia anche l’avventura di Even fra realtà e visioni oniriche. La ricerca di Odd ci porterà a visitare i posti più pericolosi di Primagora e fare la conoscenza di un simpatico compagno d’avventura: Dicey. Andando avanti con la trama, scopriremo che prima della dittatura, Alea era il luogo d’incontro dei dadomastri. Essere umani e dadi vivevano insieme in un reame che prevedeva continui scontri, fino a quando la Regina decise di essere l’unica che avrebbe posseduto un dado (nero).

Tata Fortuna di Lost In Random

Un percorso semplice

Even e Dicey viaggeranno per tutte le città del regno, contraddistinti da un nome che ricorda una delle sei facce di un dado, accompagnati da una voce narrante, che ci ricorda costantemente che siamo all’interno di un cupo romanzo.

La storia di Lost in Random procede con linearità, ma gli incontri con i vari personaggi non giocanti saranno sempre vivaci. Questo rende un teorico percorso unidirezionale, un tortuoso viaggio tra le emozioni degli abitanti di Alea, che grazie ad Even prenderanno coscienza di quanto odino il totalitarismo aristocratico.

Dicey

Incontri casuali

La ricerca di Odd porterà Even e Dicey a scontrarsi con le guardie della Regina. Ogni combattimento è in tempo reale e prevede l’utilizzo dei poteri del nostro dado, alimentato da cristalli; essi sono sbloccati colpendo gli avversari con la fionda in un punto specifico, oppure sconfiggendo i nemici. I cristalli permetteranno di pescare delle carte dal mazzo di 15 carte che potremmo formare come meglio crediamo. Una volta pescata la prima carta, potremmo decidere di lanciare Dicey, che genererà una pausa tattica: il valore ottenuto sarà il numero di punti che potremmo spendere per giocare le nostre carte.

Le carte sono divise in armi, pericoli ( danni “magici” extra) e trucchi per ottenere vantaggi. Grazie all’aiuto di Max Mazzieri (e delle monete che raccoglieremo) potremmo avere sempre più carte per formare il nostro mazzo, ma una volta trovata la nostra combinazione preferita, finiremo per optare per la stessa strategia fino alla fine del gioco.

Un’altra modalità interessante in cui affronteremo i nostri avversari è il gioco da tavolo. Saremo catapultati in una plancia di gioco, dove muoveremo la nostra pedina lanciando Dicey. Ogni gioco da tavolo ha le sue regole, ma lo scopo sarà sempre arrivare all’ultima casella.

Arte allo stato puro

Lost in Random ha una qualità artistica di livello assoluto. I disegni ricordano le opere più apprezzate di Tim Burton, ma anche personaggi iconici dei videogiochi. Per esempio, noi abbiamo visto nelle movenze di Tata Fortuna lo sfortunato Abe di Oddworld, di cui il titolo condivide anche lo stile steampunk. Inoltre, a dispetto dei classici platform (come Super Mario o Crash Bandicoot), le avventure di Even hanno un taglio maggiormente ruolistico; chi ne avrà voglia, potrà dialogare con tantissimi personaggi, che aumenteranno esponenzialmente il proprio carisma parola dopo parola.

In questa recensione di Lost in Random, sentiamo il dovere di fare i complimenti al team di Zoink! anche per il comparto audio. Se la componente visiva ci fa assistere a uno spettacolo teatrale, lo stesso fanno le voci forti e caratteristiche di questo videogioco; infatti, ogni personaggio secondario ha la sua “maschera”, che viene sapientemente raccontata dalla maestria del narratore, che ci accompagnerà anche nei momenti più macabri.

L’unico punto negativo che non permette al gioco di annoverarsi tra i capolavori è la costante ripetitività del gioco. Gli avversari saranno gli stessi per la maggior parte dei combattimenti, mentre la trama prosegue un percorso lineare senza mai cambiare radicalmente rotta. I viaggi nei sogni di Even spezzano la monotonia, ma non sono sufficienti per cambiare il ritmo del videogioco.

Deck building di Lost in Random

Xbox Series X

Questa recensione di Lost in Random è stata vissuta su Xbox Series X. Il lato artistico è la parte più bella del gioco e viene ampiamente goduta grazie alla risoluzione 4K della console. Menzione d’onore per i caricamenti, praticamente immediati nella maggior parte dei casi, e che comunque non superano mai una manciata di secondi.

Sogno in Lost in Random

Conclusione

Zoink! si è meritato un posto d’onore in quella terra di mezzo tra i videogiochi indipendenti e i “doppia A”. Lost in Random è una bella avventura platform a tinte GDR adattata a tutta la famiglia, che non indispone mai i fan più hardcore. Un romanzo tra sogno e realtà che ci ricorda il periodo storico che stiamo vivendo: l’era più importante della narrazione transmediale. Lost in Random è un viaggio obbligatorio ed economico, visto il prezzo proposto, per due motivi: ci riporta indietro fino all’infanzia e ci fa guardare con ottimismo il lucente futuro di Zoink!

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: azione, gdr
  • Lingua: Italiano (sottotitoli)
  • Multiplayer: No
  • Prezzo29,99€

Ho combattuto e amato la casualità di Alea per circa 12 ore grazie a un codice gentilmente fornito dal publisher.

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Modena PLAY 2021: perché è bello andare in fiera

Lo scorso weekend, Modena Fiere ha ospitato il PLAY: Festival del Gioco 2021, la kermesse emiliano-romagnola del gioco. Parteciparvi è stata ancora una volta un’esperienza intensa e divertente, ma tutte le sensazioni sono state amplificate dal lungo stop causato dall’emergenza epidemiologica da COVID-19. Emozioni di cui sentivamo la necessità e che dopo averle riprovate, non possiamo farne a meno.

L’evento digitale non basta

La pandemia di COVID-19 è un evento che le prossime generazione leggeranno nei libri di storia e qualsiasi evento mondano andava giustamente fermato. Fortunatamente, la tecnologia ci è venuta in soccorso anche in queste piccole necessità, permettendoci di distrarci da una situazione così terribile; anche i format più consolidati come l’E3 (2021) o il Gamescom sono scesi a patti con gli eventi digitali. Tutto quello che abbiamo visto in questo anno e mezzo non è altro che un lungo video, che ci ha informati, ma non appagati.

Se da un lato gli show online hanno permesso anche a chi non poteva andare alle fiere di assistere interamente agli show, chi invece vuole portare la propria passione su un altro livello è rimasto deluso. Del resto, in un evento digitale non è possibile conoscere nuove persone, provare delle demo confrontandosi con altri appassionati o addirittura con gli autori, scoprire nuove nicchie… poiché quel piacere è occultato da noiosi menù a tendina e una moltitudine di informazioni celate. Al PLAY 2021 invece, siamo riusciti a fare proprio quello che ci mancava di più.

La fiera e le persone

In questa edizione abbiamo avuto la possibilità di incontrare svariate nuove persone, che hanno arricchito il nostro bagaglio culturale. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere autori di librogame; parlare con creatori di videogiochi indie impegnati nella lotta all’hikikomori, il fenomeno che spinge le persone ad abbandonare la vita sociale a favore di veri e proprie fasi di isolamento fisico e mentale; avere sempre qualcuno al nostro fianco che ci spiegasse una meccanica di gioco quando i dubbi non ci permettevano di proseguire nella partita. Gli eventi fieristici si basano sull’interazione delle persone: il PLAY 2021 è stato un continuo scambio di opinioni accompagnato da un elevato senso di responsabilità da parte degli espositori, che igienizzavano continuamente le proprie postazioni, e degli spettatori che hanno sempre rispettato le norme di sicurezza previste.

La fiera e le nicchie

Il PLAY 2021 non ci ha mostrato esclusive mondiali, ma ci ha fatto conoscere tante piccole nicchie che hanno attirato la nostra attenzione.

Il librogame, più una rivincita che una nicchia, è stata una piacevolissima scoperta di cui chi vi scrive conosceva le meccaniche, ma non aveva mai visto la passione che li circonda. Scrittori, disegnatori e tanti altri addetti ai lavori che si spendono per continuare a evolvere un genere che si dava per finito con l’avvento di film interattivi e videogiochi e che invece ha imboccato un proprio percorso di crescita virtuoso. Tornare a casa con la copia autografata da Andrea Tupac Mollica e Katerina Ladon di Hong Kong Hustle è un piacere immenso, che nessun evento digitale può dare.

In una fiera dove giochi da tavolo, giochi di ruolo e card game sono i padroni di casa, è stato sbalorditivo trovare una visual novel indie che ci ha fatto vivere un intenso momento di introspezione. Nostalgici Anonimi è un modo alternativo di narrare che Hufu e MITE (fondazione senza fini di lucro che favorisce il massimo livello possibile di benessere dei minori) hanno usato per affrontare il tema dell’hikikomori. Nel mio caso, è stata anche l’occasione per un’interessante conversazione con il creatore del gioco, che ha basato il suo titolo sull’importanza di accettare se stessi, rispettando l’ambiguità del carattere umano come somma di pregi e difetti.

La fiera e le demo

Provare nuovi titoli è abbastanza scontato anche negli eventi digitali, ma farlo con qualcuno che ti aiuta a padroneggiare il gioco passo dopo passo è decisamente più divertente. Oltre a Nostalgici Anonimi, il titolo più vicino al mondo dei videogiochi che abbiamo provato è stato Skytear, un gioco da tavolo ispirato ai MOBA, in particolare League of Legends: un titolo che abbiamo già provato qualche anno fa, ma di cui ora abbiamo potuto gustare l’importante rework ricevuto, grazie anche all’aiuto di esperti del gioco. Avere una persona che ti guida nel percorso d’apprendimento può essere un vantaggio, ma anche una necessità; quante volte abbiamo rifiutato una partita a un gioco da tavolo perché avevamo paura delle regole da imparare?

Conclusione

Il nostro Modena PLAY 2021 è stato un piacevole ritorno, in totale sicurezza, a una straordinaria normalità. Essere presenti ci ha ricordato quanto una parte del nostro divertimento passi dal condividere le nostre passioni con gli altri: guardando le persone negli occhi, scrutando i loro pensieri e abbracciando le loro emozioni. Gli eventi fieristici hanno lo svantaggio di farti tornare a casa con i piedi doloranti e annoiarti con file interminabili in attesa di provare una demo: prima della pandemia ne valeva la pena, oggi è assolutamente necessario.

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Editoriali

Gamescom, guida ai migliori giochi in uscita nel 2021

Gamescom 2021 ci ha mostrato i migliori titoli in arrivo nei prossimi mesi. L’autunno è sempre un ottimo periodo per i videogiochi e lo showcase di Colonia ci ha permesso di vedere con maggior dettaglio i titoli che stanno per arrivare nelle nostre case. Sarà un fine anno all’insegna di graditi ritorni, ma anche di qualche interessante novità indipendente. Abbiamo raccolto per voi le migliori uscite per le quattro maggiori piattaforme in comode infografiche.

Il grande assente: Nintendo

Nintendo è stata la grande assente della Gamescom 2021. Questa grave mancanza non ci ha permesso di ammirare Metroid Dread o Pokémon Diamante Lucente e Perla Splendente, che hanno però accesso i riflettori a un’opera molto italiana, che purtroppo non possiamo aggiungere nella nostra lista in quanto è atteso per il 2022: Mario + Rabbids Sparks of Hope.

Per questo motivo, l’unico videogioco di rilievo che ci sentiamo di consigliarvi è il vincitore del premio “Best Indie Game”: Lost in Random, il platform di Electronic Arts dallo stilo gotico, che narra la vita in un misterioso mondo governato dalla casualità. Il gioco di Zoink Games ci ha fatto immergere in una fiaba con chiare ispirazioni alle opere di Tim Burton e il gameplay ha mostrato grande potenziale. In Lost in Random affronteremo dei combattimenti dinamici armati di fionda e una serie di carte che aumentano i nostri poteri “magici”. Troviamo perfettamente coerente la scelta di usare un sistema di card game per un gioco basato sulla casualità e non possiamo che vedere con estremo interesse l’arrivo di questo gioco il 10 settembre.

Gamescom: numero giochi, per piattaforma, in uscita nel 2021.
Gamescom: numero giochi, per piattaforma, in uscita nel 2021.

I migliori giochi per PlayStation

Nemmeno Sony ha partecipato alla Gamescom 2021, ma i titoli terze parti hanno comunque permesso alla console di Sony di far parlare di sé, nonostante non sia presente alcuna esclusiva PlayStation. La maggior parte dei giochi in uscita questo autunno sono nuovi capitoli di serie già note, ma qualche gradita novità potrà interessare diversi tipi di videogiocatori.

Deathloop è il nostro titolo preferito in arrivo sulle console Sony (esclusiva PlayStation 5 e PC). Il nuovo FPS di Arkane Lyon ci farà impersonare uomini e donne intrappolati in un loop, che ci obbliga a rivivere la stessa giornata all’infinito. L’unica via di fuga è uccidere otto obiettivi target prima che la giornata termini e il ciclo inizi nuovamente. Deathloop ci è piaciuto per tre motivi: le ambientazioni sono semplicemente esagerate e ricche di carisma; la libertà di azione sembra essere totale; ci ricorda quanto di buono già visto in Dishonored. Infine, troviamo molto curioso, per accordi presi in passato, che Deathloop viva lo strano destino di essere in esclusiva console solo su PS5, ma è sviluppato da un team oggi sotto proprietà di Microsoft.

Infine, dopo tre anni di attesa, la serie Far Cry ritorna a raccontare le sanguinose scelte di un perfido dittatore: Antón Castillo. L’intera serie gode di un’ottima reputazione e diversi capitoli sono ormai iconici. Da quanto visto alla Gamescom, Far Cry 6, vincitore del “Best Action Game”, sta rispettando ed ulteriormente espandendo gli elevati standard della saga e delle ultime produzioni di Ubisoft come Assassin’s Creed: Valhalla. Inoltre, il cattivo interpretato da Giancarlo Esposito ha il carisma giusto per essere un nuovo personaggio da ricordare in futuro, ancora di più se pensiamo alle possibili interazioni con il figlio Diego Castillo.

Gamescom PlayStation migliori giochi in arrivo nel 2021
Gamescom PlayStation migliori giochi in arrivo nel 2021

I migliori giochi per Xbox

Microsoft è la compagnia che si è spesa maggiormente per questa edizione del Gamescom. Nonostante buona parte dei migliori titoli disponibili siano gli stessi che possiamo vedere su PlayStation, la punta di diamante di Xbox è sicuramente l’esclusiva console Halo Infinite.

Il first shooter di 343 Industries sembra essere in una forma di gran lunga migliore rispetto a quanto visto all’Xbox Games Showcase di un anno fa; in particolare, gli sviluppatori si sono concentrati soprattutto sulla modalità multiplayer: l’idea di riportare in auge un arena-shooter ha gasato il pubblico che lo ha votato come “Best Mutiplayer Game” dell’evento, ma siamo fiduciosi anche sulla modalità single player. Infatti, rispetto a quanto visto negli ultimi mesi, alla Gamescom abbiamo notato che i (pochi) personaggi mostrati abbiano decisamente maggior carisma e dettagli rispetto al passato, figli di un’attenzione e una cura che i fan sia aspettano di vedere in un’opera così importante.

Gamescom Xbox migliori giochi in arrivo nel 2021.
Gamescom Xbox migliori giochi in arrivo nel 2021.

I migliori giochi per PC

Il grande vincitore della Gamescom 2021 è il personal computer. I PC gamer troveranno tutte le maggiori esclusive console: Deathloop e Halo Infinite, ma potranno mettere le mani sul grande ritorno di Age of Empires.

Age of Empires IV (“Best Strategy Game”) riporta in vita una serie che si era fermata 16 anni fa con il terzo capitolo e svariate remastered di Age of Empires 2. Quanto visto fino ad oggi, ci fa credere che i ragazzi di Relic siano partiti da Age of Empires II per creare qualcosa di maggiormente evoluto e ancora più ricco di dettagli. Raggiungere gli standard di uno dei giochi più importanti di tutti i tempi non è semplice, ma il franchise è estremamente importante per i videogiocatori PC e ci aspettiamo un gioco che possa far divertire gli amanti della strategia in tempo reale per molti anni, soprattutto online.

Un altro nome conosciuto che farà il suo ritorno nel 2021 è Syberia. The World Before con la vittoria dell’award “Best PC Game” accende nuovamente i riflettori sulle avventure grafiche e su una saga che tra il 2002 e il 2004 si è dimostrata essere una delle migliori nel suo genere. Diretta continuazione del terzo capitolo del 2017, Syberia: The World Before è una luce di speranza per gli amanti del genere, che devono solitamente attingere dal mondo indipendente per vedere nuove avventure grafiche.

Infine, gli amanti dei titoli dal sapore più indie troveranno di grande interesse i due strategici in arrivo a settembre: Dice Legacy ed Encased. Il primo è un city builder basato sulla varianza e vincitore del premio “Most Original Game”; Encased è stato invece votato come uno dei migliori RPG presentati durante la fiera tedesca.

Gamescom PC migliori giochi in arrivo nel 2021.

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Essays on Empathy per PC – Recensione

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Essays on Empathy è una collezione di esperimenti che dimostrano come un’opera videoludica può essere un medium affascinante per raccontare delle storie con un alto contenuto emotivo, senza necessariamente coinvolgere freneticamente l’utente. Ci piace vedere questo titolo come un buon punto di partenza, in attesa di un seguito maggiormente organico e complesso da parte del talentuoso Deconstructeam.

6.5


Negli ultimi anni, l’importanza culturale dei videogiochi è stata rivalutata, permettendoci di godere di titoli con una forte componente narrativa. Ancor prima di What Remains of Edith Finch, gli sviluppatori di Deconstructeam hanno improntato i loro progetti interamente su esperienze ricche di emozioni umane; Essays on Empathy è una raccolta di dieci opere in cui Jordi, Marina e Paula hanno osato lavori dall’alto impatto emotivo, di cui De Tres al Cuarto è la nuova esperienza di punta.

Brevi, ma intensi

Ad eccezione di De Tres al Cuarto, Essays on Empathy è diviso in nove giochi con una longevità inferiore ai trenta minuti. Ogni opera affronta sempre tematiche diverse, accomunate dal loro essere forti e attuali.

Le opere sono affrontabili in qualsiasi ordine, ma riteniamo che gli autori abbiano seguito un percorso ben preciso, da sinistra verso destra. Il primo gioco è Underground Hangovers, il titolo più dinamico della collezione: un action a scorrimento laterale in cui sono trattate le tematiche dell’alcolismo; i successivi due videogame si concentrano sulla narrativa cyberpunk già vista in The Red Strings Club: Zen and the Art of Transhumanism e Supercontinent Ltd.

Cyberpunk

In Zen and the Art of Transhumanism impersoneremo un’artigiana di perk per essere umani. Questi add-on modificano le caratteristiche fisiche o psichiche del corpo che li ospita: starà a noi decidere se rendere un cliente competitivo o se inibire la sua volontà, rendendola semplicemente felice.

Supercontinent Ltd è un intrigo testuale con protagonista un hacker, coinvolto suo malgrado in un rapimento. L’intero videogioco si svolge al telefono e si divide in due fasi principali: trovare i numeri, da scrivere rigorosamente a mano, e usare le parole giuste per scoprire il contorto meccanismo che si cela dietro a tutta la vicenda.

Tragiche decisioni

In ogni caso, starà a noi decidere che strada intraprendere in Essays on Empathy.

Engolasters January 2021 dovremmo trovare un difficile equilibrio nella nostra vita. Muovendoci in una mappa innevata dovremmo bilanciare due eventi distinti: fenomeni paranormali, che potrebbero lanciare la nostra carriera giornalistica e la forte volontà di nostro figlio di scappare via da casa. Lo stesso gameplay è il motore di Dear Substance of Kin, il cui protagonista può plasmare il carattere degli abitanti di un piccolo villaggio, rimuovendo le caratteristiche che preferisce al costo di sacrifici umani.

Decisioni ancora più traumatiche possono essere prese in Eternal Home Floristry, dove creare un bouquet significa far incontrare sessualità e morte. Qualcosa di meno doloroso, se lo vorremmo, potremmo provarlo in The Bookshelf of Limbo: dovremmo “semplicemente” leggere titoli e prefazioni di libri, il regalo per nostro papà.

Vittime della vita

Quelli che riteniamo i giochi più riusciti della collezione hanno come protagoniste due donne. Behind Every Great One racconta la routine di una moglie costretta a subire le subdole pressioni del marito artista e della sua famiglia. In quest’opera, vestiremo i panni di una casalinga vicina all’esaurimento nervoso, che dovrà sacrificare se stessa per la carriera del marito.

Anche più macabra è l’avventura 11.45 A Vivid Life: lo scopo del gioco è asportare parti del nostro corpo e dare una motivazione delirante per giustificare l’autolesionismo.

De Tres a Cuarto

L’inizio dell’avventura ci avverte che questo videogame durerà circa 90 minuti e non ci saranno punti di salvataggio: gli autori ci vogliono raccontare una storia senza interruzioni, tutta d’un fiato.

De Tres a Cuarto è un duo comico in tournée, che aprirà svariati spettacoli in giro per la Spagna. Impersoneremo un giovane cabarettista, che pronuncerà le proprie battute seguendo un sistema di deckbuilding formato da quattro carte carte: blank, poor, punch e build. Le prime tre, dalla più scadente alla migliore, concludono la battuta e forniscono un punteggio in monete; la carta build permette di continuare il dialogo, aumentando anche il livello delle battute.

Nonostante il mazzo e la qualità delle battute sia migliorabile, l’obiettivo di De Tres a Cuarto è narrare la storia di due giovani artisti omosessuali, che stanno costruendo una relazione raccontando le proprie avventure, paure e ambizioni, senza alcun tabù.

Oltre il gioco

Dare eccessiva impoortanza al lato tecnico di Essays on Empathy significherebbe demolire delle ottime idee, che ci hanno permesso di riflettere sulla nostra vita per svariate ore. Il titolo di Devolver Digital e Deconstructeam presenta svariati bug, anche molto basilari. Per esempio, a volte, non è possibile passare a schermo intero o bisogna chiudere un titolo con ALT+F4; inoltre, i giochi sono spesso legnosi e i comandi non sempre rispondono come dovrebbero.

D’altro canto, la pixel art crea la giusta empatia con il videogiocatore, che percepirà esattamente le emozioni che gli sviluppatori vogliono trasmettere. Allo stesso modo, musiche e suoni riescono a farci percepire intensamente le (molto spesso) tragiche scelte della trama.

Conclusione

Essays on Empathy è una collezione per chi considera i videogiochi un altro modo di raccontare, per chi percepisce il medium videoludico come una valida alternativa a cinema e libri. Il titolo di Deconstructeam non è la migliore avventura interattiva che sia mai arrivata sul mercato, ma riesce a raggiungere il cuore e la mente del videogiocatore fornendo qualche ora di impegnativo divertimento.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: Avventura
  • Lingua: Inglese
  • Multiplayer: No
  • Prezzo11,49€

Ho vissuto vite altrui per circa 6 ore grazie a un codice gentilmente fornito dal publisher.

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Death’s Door per Xbox Series X – Recensione

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Death’s Door è la versione contemporanea dei giochi d’azione old school. Il titolo è decisamente meno impegnativo dei suoi predecessori, ma fornisce un’esperienza praticamente perfetta in tutte le sue componenti. L’opera di Acid Nerve non ha nessun punto debole e qualunque sia la vostra priorità quando valutate un videogioco, Death’s Door vi sorprenderà, facendovi divertire per ore.

9


Negli ultimi anni, i videogiochi indipendenti hanno colmato il vuoto delle major producendo titoli action che hanno settato i nuovi standard dell’industria. Dopo i successi di Supergiant Games (Hades) e Motion Twin con (Dead Cells), riuscire a produrre qualcosa di innovativo è decisamente complicato, ma neanche necessario. Death’s Door è la dimostrazione vivente che per creare una piccola gemma è sufficiente prendere il meglio di quanto già giocato, adornalo con uno stile artistico sublime e cucirgli addosso una trama toccante.

L’ineluttabilità della morte

Death’s Door racconta la ciclica vita dei corvi, animali che hanno il compito di traghettare gli esseri viventi dal mondo dei vivi verso l’aldilà. Ad ogni soul reaper viene assegnata una porta, che rimane aperta fino a quando l’anima prescelta non passa a miglior vita. Una volta terminato il compito, la porta si chiude e un’altra si apre, in un ciclo infinito.

Dietro questa fondamentale missione ci sono pennuti costretti a un lavoro ingrato e noioso; di gran lunga più simile a un’ordinaria giornata d’ufficio postale, piuttosto che a fantastiche avventure in un contesto mitologico.

Purtroppo, anche questo moto perpetuo è imperfetto: ci è stata sottratta la nostra ultima anima, con il risultato che non potremmo chiudere la nostra porta fino a quando non la ritroviamo. Come da contratto, fino a quando una porta è aperta, siamo mortali e rimarremo tali fino a quando essa non sarà chiusa.

Nella realtà dei fatti, le porte che dovremmo aprire prima di raggiungere l’agognata meta saranno svariate. Muoversi all’interno delle porte comporterà scontrarsi con creature, che si opporranno alla nostra missione; solo i colpi di arma da taglio e magia ci permetteranno di avanzare. I tanti scontri che affronteremo ci condurranno alla Death’s Door; la porta che nasconde un triste passato fatto di regnanti oppressori, che ingiustamente hanno sovvertito la naturale regola della mortalità, almeno fino ad oggi.

Inspirato

Death’s Door è un crogiolo di riferimenti dei migliori videogiochi degli ultimi anni. Un videogiocatore attento noterà citazioni in tutte le componenti del titolo e rimarrà sorpreso di quanto siano geniali quelle su The Legend of Zelda e Dark Souls.

Nonostante il sub-genere più pertinente sia l’action isometrico, l’opera di Acid Nerve contiene al suo interno un’anima da Metroid “opzionale”; infatti, anche sbloccando nuove abilità, sarà necessario tornare indietro solo per brevi tratti, a meno che non si voglia completare il gioco al 100%. In quest’ultimo caso, dovremmo rivedere i livelli precedenti e utilizzare le nuove magie per raggiungere mete secondarie.

Nonostante la visuale isometrica ricordi Diablo e Hades, Death’s Door adotta un gameplay molto più simile alle avventure Nintendo. Il gioco è suddiviso in livelli a cui accederemo attraverso una hall come in Super Mario 64, ma ognuno di questi è un vero e proprio micro-mondo di The Legend of Zelda; infatti, le mappe sono predefinite, i nemici respawnano sempre negli stessi punti e sarà fondamentali imparare i percorsi da seguire e i pattern dei nemici.

Pochi precisi colpi

Death’s Door non offre un gameplay particolarmente variegato, ma tutto funziona estremamente bene. I nostri attacchi principali sono tre: attacco base con un certo numero di colpi consecutivi (swing) che dipendono dall’arma; attacco caricato, che dopo un attimo di pausa fa un danno ad area; attacco in corsa, che dopo una capriola effettua un danno ad area, ma necessita di prendere le misure con estrema accuratezza.

A questi, si aggiungono gli attacchi speciali: essi permettono di fare danno magico aggiuntivo, ma il loro scopo principale è risolvere una serie di enigmi ambientali per andare avanti tanto nella missione principale quanto nei percorsi secondari.

Piccole migliorie

Durante la partita partiremo con quattro cuori, che rimarranno tali, a meno di non riuscire a trovare tutti e quattro gli altari nascosti, che ci permetteranno di avere al massimo un cuore in più (il medesimo discorso vale per le barre dell’attacco speciale).

La stessa pecunia di miglioramenti vale per armi e abilità. Le prime sono cinque e totalmente opzionali: si trovano solamente seguendo percorsi alternativi e cambiano solo parzialmente il vostro stile di gioco rendendolo più o meno veloce. Le abilità, invece fanno parte della storia principale e saranno fondamentali per svolgere gli enigmi tanto della missione principale quanto dei percorsi più nascosti, ma anch’essi sono solamente quattro: arco, gancio, palla di fuoco e bomba magica.

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Potremmo acquistare dei miglioramenti alle statistiche con una valuta ottenibile sconfiggendo i nemici che incontreremo lungo il percorso; considerando che ogni volta che moriremo, le creature ritornano in vita, sarà impossibile avere un vero e proprio stallo, poiché la morte ci consentirà comunque di accumulare risorse da spendere per diventare più forti.

Death’s Door non è un titolo estremamente difficile, ma la possibilità di errore è ridotta al minimo a causa del basso numero di cuori e barre di attacco speciale (che si ricaricano dopo ogni colpo messo a segno). Aspettatevi di morire e ripartire dall’ultima porta più volte, ma chiunque dovrebbe essere in grado di arrivare al boss finale, che richiede un maggiore impegno (e un’attenzione ai dettagli maniacale) rispetto al resto del gioco.

Pattern collaudati

Tutte le creature che dovremmo affontare, dai minion fino alle giant soul, hanno dei movimenti e degli attacchi predefiniti; questo rende il gioco abbastanza prevedibile per i più esperti, ma anche un’ottima palestra per i casual gamer. I boss principali da affrontare sono cinque, a cui si aggiungono una serie di mini-boss decisamente coriacei. Queste creature hanno un enorme carisma che proviene dal loro set di mosse e movimenti e che aumenta ulteriormente per le giant soul; infatti, queste anime dialogheranno con noi e ci mostreranno la grandezza della loro immortalità attraverso un level design dei loro mondi sublime, oltre a una caratterizzazione artistica di prim’ordine.

Conclusione

Death’s Door è un titolo eccezionale, che ricalca i capolavori del passato fornendo un’esperienza di gioco completa in tutti i suoi punti principali: il livello artistico è magnico; il level design rende la sfida sempre nuova e intrigante; i nemici principali hanno carisma da vendere; il titolo riesce a essere impegnativo, ma mai impossibile.

Per il prezzo a cui viene proposto, Death’s Door è un must per qualsiasi videogiocatore che voglia cimentarsi in un action isometrico per una decina di ore: gli esperti potranno cogliere i riferimenti ai vari capitoli di The Legend of Zelda, dalle armi alle creature; i neofiti potranno innamorarsi di un genere storico, provando un po’ di frustrazione tipica di questo genere, senza mai avere la paura di doverlo abbandonarlo per un eccesso di difficoltà.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: Action isometrico
  • Lingua: Inglese
  • Multiplayer: No
  • Prezzo19,99€

Ho traghettato le anime più affascinanti del mondo per circa 10 ore grazie a un codice gentilmente fornito dal publisher.

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Hearthstone, Uniti a Roccavento – Recensione

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Uniti a Roccavento è un’espansione di transizione con spunti molto interessanti: i ferri di mestiere e le serie di missioni ripescano da un glorioso passato, fornendo una gradevole aggiunta al gioco. Quest’ultime in particolare sono carte decisamente forti che ci permettono di attendere la nuova modalità Mercenari con la giusta dose di divertimento.

7.5


Hearthstone si rinnova con la seconda espansione dell’anno del grifone: Uniti a Roccavento. La quinta espansione del formato standard è dedicata all’Alleanza e molti membri di questa fazione di World of Warcraft ritroveranno tante vecchie conoscenze. Uniti a Roccavento ha 135 nuove carte e presenta tre feature, di cui una ci riporta indietro a quattro anni fa, precisamente a Viaggio a Un’Goro: sono tornate le carte missioni, con una piccola innovazione.

Scambio

Stormwind è il centro nevralgico dell’economia dell’Alleanza e una la meccanica scambio lo enfatizza. Una volta pescate, queste carte possono essere barattate con una carta casuale del mazzo, alla modica cifra di 1 mana.

I mazzi di Hearthstone sono formati da solamente 30 carte. Di conseguenza, questa meccanica potrebbe abbattere la varianza e farci trovare la carta giusta al momento giusto. Gli archetipi che sfruttano al meglio questa feature sono i control e i combo, ma può tornare utile in tutti quei casi in cui si abbia l’esigenza di pescare la propria finisher. Scambio è per forza di cose molto meno interessante per i tempo e gli aggro, che tendono a massimizzare le riserve di mana.

Come al solito, il tempo ci dirà quali sono le carte più forti dell’espansione, ma sicuramente qualcuna è da tenere sotto osservazione già adesso:

  • Sovrascarico: non sappiamo se si arriverà addirittura a costruirci un archetipo attorno, ma questa magia aggiunge qualcosa che non si era mai visto su Hearthstone: sbloccare il Mana in sovraccarico. In generale, lo sciamano ha tante carte forti, che sono bilanciate dal sovraccarico: questo induce il giocatore a ragionare su due, o addirittura tre turni, prima di usare determinate carte con questa meccanica. Con Sovrascarico, invece aumenterà la possibilità di vedere dei tempo shaman seriamente competitivi.
  • Estorsione dell’IR:7: tre danni a costo uno, sinergia con la missione di classe e si può anche scambiare se la partita va avanti nel tempo. La rivedremo in tanti mazzi del ladro.
  • Bandistrice d’Asta Jaxon: anche se questa carta può sembrare lenta, potrebbe trovare molto spazio in alcuni combo deck: la possibilità di rinvenire dal proprio mazzo, ogni volta che giochiamo una carta scambio, aumenta le probabilità di avere le carte giuste al momento giusto. Una creatura interessante per gli OTK.

Ferri del Mestiere

Un altro ritorno sono le armi con 0 di attacco, che in Uniti a Roccavento prendono il nome di ferri del mestiere. Rispetto alle armi di Coboldi & Catacombe, che attivavano degli effetti all’inizio o fine del turno, i ferri del mestiere forniscono degli effetti dopo che sono state rispettate determinate condizioni. Tutte le armi sembrano avere un potenziale, ma è necessario un mazzo che ne sfrutti le doti. Tra le più interessanti abbiamo:

  • Set d’Inchiostro Celestiale (Mago): la sinergia con la nuova missione del mago può garantire una magia a costo 5 totalmente gratis.
  • Verga di Mithril Runica (Stregone): esattamente come per il mago, quest’arma è già usata nei mazzi Questline Lock: in hearthstone, tutto quello che riduce il costo in mana è pericoloso.
  • Frenesia del Leone (Cacciatore di Demoni): quest’arma può potenzialmente tradare qualsiasi creatura ed essere al contempo una finisher strepitosa, ma deve avere a supporto un mazzo che consenta di pescare tante carte in un singolo turno.

Serie di Missioni

Le quest di Viaggio a Un’Goro erano fortissime, ma avevano un forte limite: se non si attivavano per tempo, le partite erano una vera e propria agonia. Le serie di missioni, invece si dividono in più parti: ogni volta che viene completata una sub-quest, si riceve una ricompensa e una nuova missione. La ricompensa solitamente attiva un effetto che permette di far respirare il proprio gioco fino all’ottenimento della ricompensa finale, che facilita notevolmente la nostra partita.

I mazzi questline sono ovviamente i più provati in questa prima parte del meta e siamo certi i prossimi tier 1 gireranno attorno questa meccanica. Queste sono le tre serie di missioni per noi più interessanti:

  • Seme Demoniaco (Stregone): sacrificare più punti vita possibili per ottenere i grandi vantaggi delle carte del warlock e attivare la ricompensa finale, che trasforma il proprio dolore in danni inflitti all’avversario. La consistenza è tutta da verificare, ma lo stregone ha molte carte che permettono di rendere questo archetipo intrigante.
  • Difendere il Distretto (Cacciatore): l’hunter ha già degli archetipi molto forti, ma ci piacerebbe tanto giocare nuovamente lo spell hunter . L’idea è fare danni con le magie per poi aggiungere alla mischia anche il potere eroe. Semplice e, forse, efficace.
  • Stratagemma dell’Occultista (Mago): non siamo certi che sia una delle tre migliori quest, ma l’archetipo spell è una variante storica del mago. Avere +3 danni magici permette di tradare qualsiasi costa a costi irrisori e fare danni diretti molto seri.

Conclusione

Uniti a Roccavento è un’espansione che innova un glorioso passato con idee divertenti. Non si tratta di una rivoluzione, che si spera arrivi con la nuova modalità Mercenari del prossimo autunno, ma la nuova espansione di Hearthstone rimescola gli archetipi grazie alle serie di missioni: le quest sono sempre state molto forti per essere trascurate e anche questa volta manterranno la scena fino al prossimo grande evento.

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KeyForge, Racconti del Crogiolo – Recensione

Nell’era della crossmedialità, ogni successo deve potersi muovere da un mezzo di comunicazione all’altro per fornire diversi aspetti dell’opera: superata quota 1,5 milioni di deck venduti a fine 2019, KeyForge rientra tra le scommesse vinte. Esattamente come Magic: l’Adunanza, anche il nuovo gioco di carte del medesimo autore, Richard Garfield, è diventato un’opera letteraria. KeyForge – Racconti del Crogiolo è un libro contenente nove racconti, che ci hanno piacevolmente raccontato la variegata ed entusiasmante vita all’interno del Crogiolo

Autori armati

L’opera a cura di Charlotte Llewelyn-Wells prende vita dalla penna di nove autori. Circa metà di questi hanno già avuto modo di raccontare l’altrettanto diversificato universo di Warhammer 40.000, mentre i restanti hanno un prolifico background nel mondo fantasy e fantascientifico. Nei racconti del Crogiolo, questa esperienza si tramuta in una serie di novelle travolgenti e scanzonate, che ci hanno fatto passare diverse ore di divertimento, senza mai chiedere al lettore di conoscere accuratamente il mondo di KeyForge.

La paura del nuovo

In KeyForge, i giocatori impersonano gli Arconti, che sfruttano i poteri dei protagonisti del Crogiolo, divisi tra loro in fazioni denominate Case del Crogiolo. Nelle avventure che abbiamo letto, le Case si intrecciano tra loro vivendo la vita le proprie convinzioni e pregiudizi, ricordandosi che sopra di loro ci sono sempre gli Arconti.

La prima storia che leggeremo è “Il Contratto”: le avventure di un membro delle Ombre che è stato di recente catapultata nel Crogiolo. Vittima del caos, ha accettato un accordo che prevede l’abbattimento di “Url Il Poderoso”, anche se lo scopo della novella è raccontare il malessere di stare in un nuovo luogo all’improvviso, senza una vera volontà di rimanerci. Spaesata e costretta a lottare per sopravvivere, la protagonista, prima di affrontare Url Il Poderoso, dovrà fare i conti con se stessa e vincere la paura di appartenere a un mondo che ha trovato in lei qualcosa di positivo.

Amicizia e amore

I racconti del Crogiolo narrano anche, e soprattutto, di protagonisti ormai dentro il sistema. “Nell’Apprendista”, Roz lavora nell’officina di Grizl Crustic, un buon capo con il vizio dell’azzardo, tanto da giocarsi TRIS, il robot guardiano di Roz, a cui deve la vita. L’Apprendista narra la favola di chi non vuole perdere ciò che ama, combattendo fino in fondo e ottenendo come ricompensa un amore ancora più grande. Nella novella di Cath Lauria, tutto questo si tramuta in una nuova avventura per Roz, che parte alla ricerca di un tesoro da barattare al posto di TRIS e che termina con un nuovo etereo amico.

Anche “Il Duello della Bibliotecaria” parla di amore. La trama di Hutchins racconta della piccola Marya, uno spirito che vive dentro la biblioteca della madre Arash: una donna che ha speso tutto i suoi avere per permettere a sua figlia di materializzarsi sotto forma di ectoplasma tra i libri. Infatti, Marya si nutre di divertimento, emozione necessaria per essere ben visibile agli occhi della madre. Il racconto è una vita di sacrifici, che diventa infernale quando Arash è costretta a ripagare un libro non può permettersi. Solo a questo punto, la madre farà conoscenza di chiassosi brobnar, che dimostreranno come anche personalità estremamente differenti possano coesistere, se l’amore e la volontà di fare del bene sta al centro di tutto.

Totalitarismo

Nel Crogiolo, la vita in comunità è difficile. Soprattutto se il tuo corso di laurea prevede una ricerca nella casata di Marte, una fazione xenofoba sempre sul piede di guerra. “L’Esame di Stermino” narra della scarsa propensione dei marziani di fidarsi del prossimo, con risultati che possono diventare catastrofici per due laureande. La storia di Kolli e Nal’ai nasconde al suo interno la dura realtà del provare a far integrare una comunità che non vuole far parte di un mondo multiculturale, anche se non conosciamo mai a fondo i motivi per cui l’impero marziano sia così ostile.

La Casa di Marte, oltre a essere poco socievole con le altre razze, ritiene la competizione l’unico modo per sopravvivere nel Crogiolo. “L’Organismo Perfetto” ci mostra le ricerche di Briilip volte a creare l’arma definitiva che possa sconfiggere il Tiranno. La volontà di eccellere di Briilip non è un egoismo personale, perché va contro le regole dell’impero marziano: è un disperato tentativo di sopravvivere alla rieducazione della regione di Nova Hellas, un mix tra le pratiche del Vietnam e Arancia Meccanica. In questo contesto così duro, Briilip rinnova la sfida tra Angeli ed Evangelion mostrando quanto possa essere dura la vita in una dittatura militare.

Xenofobia demoniaca

Il tema della xenofobia, con toni più cupi, si può constare anche in “Utili Parassiti”: la novella narra di un elfo curatore che alleva un parassita demone Dis in grado di rimuovere il dolore dalle persone. L’intreccio di amore, nostalgia per un affetto passato e xenofobia della comunità si uniscono in un finale per nulla banale, in cui il buon senso prevale, spiegando come alcune creature hanno comunque i propri istinti, che possono scontrarsi con il bene degli altri.

Azione

I racconti del crogiolo contengono anche storie più avventurose, in cui l’intrigo è la parte fondamentale della lettura come in “Caccia al Ladro” e “Wibble e Pplmiz, Investigatori in Vendita”.

“Caccia al Ladro” di Thomas Parrot ha una trama degna di Lupin. Nalea è una ladra di preziosi, ma dovrà scontrarsi con uno dei più abili detective del Crogiolo: un plot twist effervescente, che ci ha piacevolmente coinvolti e condotti fino alla fine di un racconto della Casa delle Ombre. “Wibble e Pplmiz, Investigatori in Vendita” è invece la ricerca di una sorella scomparsa sotto l’esperta guida di due investigatori, tanto strani quanto abili. Ancora una volta i demoniaci Dis sono i cattivi senza scrupoli, ma l’insegnamento è importante: i problemi che ci vengono addosso, a volte, sono figli delle nostre scelte egoistiche.

Per i fan

Infine “Criptomani” è un elogio agli appassionati dei medium contemporanei. Gli amanti dei giochi di carte, giochi da tavolo e cosplay trovano in questo racconto di David Guymer un vero e proprio ringraziamento. Criptomani racconta la battaglia campale definitiva, svolta in un vero e proprio gioco di ruolo dal vivo. Una storia di passione così esilarante, che a tratti ricorda Febbre da cavallo dell’immortale Gigi Proietti.

Conclusione

KeyForge – Racconti del Crogiolo usa lo stile di James Joyce per raccontare un mondo variegato e molto spesso complicato. Le storie sono tutte abbastanza diverse tra loro e nessuno faticherà a trovare almeno un racconto da leggere con piacere. Alcuni autori riescono a creare un livello empatico maggiore rispetto ad altri, pur mantenendo lo stile di lettura estremamente semplice e chiaro, ma tutti i racconti sono piacevoli.

I racconti del Crogiolo sono un’ottima lettura estiva per tutte le età: ogni novella è contenuta in una trentina di pagine e la necessità di ricordare nomi e fatti è minima. Le storie non necessitano di una particolare conoscenza di KeyForge: questo rende il libro adatto veramente a tutti, anche se i fan del gioco di carte potrebbero storcere il naso. Infatti, alcune trame sembrano adattate a KeyForge e potremmo trovarle in qualsiasi altra ambientazione, come Warhammer 40.000 di cui molti autori sono esperti conoscitori.

Dettagli e Modus Operandi

Ho conosciuto il complesso universo del Crogiolo grazie a una copia del libro gentilmente fornita dal publisher.