Siamo ormai a gennaio e da poche settimane si è concluso il 2025. Come sempre questo periodo, per la comunità videoludica, è caratterizzato soprattutto dai Game Awards. Tra i giochi ad aver ricevuto il maggior numero di candidature troviamo, forse un po’ a sorpresa, Final Fantasy VII Rebirth. L’avventura Square ha anche saputo conquistare uno degli ambiti premi, quello relativo alla colonna sonora.
Cogliamo l’occasione per regalarvi la nostra recensione, frutto di un esame lungo ed approfondito del gioco. Sebbene Final Fantasy VII Rebirth sia uscito da diversi mesi, si è infatti trattato di uno dei giochi più importanti dell’anno e l’uscita ormai prossima del gioco in versione PC è un’ottima occasione per tornare a discuterne. Recuperiamo la nostra fida Spada Potens e immergiamoci nell’avventura!
La storia continua… e si evolve
La trama di Final Fantasy VII Rebirth riprende subito dopo la fine di Remake, con il famosissimo flashback narrato da Cloud ai suoi compagni alla città di Kalm. Da qui in poi, la trama si dirama riproponendo tutti gli eventi che in Final Fantasy 7 occupavano il primo CD. Sebbene la storia resti fedele al gioco originale, Square Enix ha deciso, come prevedibile, di inserire diversi elementi aggiuntivi e anche di effettuare alcuni cambiamenti.
Purtroppo, non sempre le scelte degli sceneggiatori hanno incontrato il nostro favore. Un plauso meritano sicuramente gli approfondimenti delle vicende legate a molti dei personaggi meno importanti, come ad esempio Dio e Don Corneo. Anche le trame legate alle missioni secondarie sono nel complesso ben pensate e contribuiscono a caratterizzare meglio l’universo di gioco.
Sfortunatamente, i cambiamenti inseriti nella trama generale non sono stati, a nostro giudizio, all’altezza del progetto. Soprattutto la parte finale inserisce tutta una serie di nuovi elementi che, oltre a risultare piuttosto confusionari, se mal gestiti nel prossimo capitolo, rischiano di stravolgere eccessivamente la storia originale. Senza fare troppi spoiler, basti sapere che Rebirth introduce l’ormai abusatissima idea di un multiverso costituito da tante realtà parallele.
A peggiorare le cose vi sono anche una serie di scene davvero troppo sopra le righe, come ad esempio quelle che coinvolgono le gigantesche Weapon. Intendiamoci, non siamo di fronte ad un disastro. La trama di Rebirth resta nel complesso bella ed appassionante e riesce a tenere viva l’attenzione anche dei veterani di Final Fantasy VII. I problemi di cui abbiamo discusso, tuttavia, impediscono alla storia di raggiungere le vette di eccellenza a l’ originale ci aveva abituati.
Una gioia per occhi e orecchie
Partiamo da quello che è forse il maggior punto di forza del gioco, ovvero il suo comparto tecnico. Final Fantasy VII, sia dal punto di vista grafico che per quanto concerne il sonoro, è un’autentica meraviglia.
Square Enix è riuscita a regalare ai fan un mondo stupendo da guardare, realistico, coerente e più vivo che mai. Ogni elemento dell’enorme mappa di gioco di Final Fantasy VII Rebirth risulta infatti assolutamente credibile ed azzeccato e va a comporre uno degli open world più belli e divertenti da esplorare che abbiamo mai visto.
Ognuno dei continenti del gioco ha un aspetto e un paesaggio caratteristico e presenta dinamiche esplorative peculiari, quasi sempre legate ai simpatici chocobo. Tutti però risultano ugualmente magnifici da osservare. Anche i personaggi sono realizzati con grande cura e persino i vari abitanti delle città che andremo a visitare appaiono credibili e perfettamente inseriti nel mondo di gioco.
Come ci si poteva aspettare, Final Fantasy VII Rebirth mostra il meglio di sé durante le battaglie, che spesso si risolvono in uno spettacolare turbinio di luci ed effetti visivi mozzafiato, soprattutto durante l’uso delle invocazioni e delle abilità limite.
La colonna sonora, poi è un autentica meraviglia. Final Fantasy VII Rebirth presenta una serie di brani che, pur citando in maniera chiara il gioco originale, mantengono una loro forte originalità e caratterizzazione. Non mancano naturalmente anche alcune nuove tracce, che accompagnano i momenti più incalzanti della storia. Anch’ esse sono realizzate divinamente e si inseriscono perfettamente nell’atmosfera del gioco.
Particolarmente degna di nota è la musica che accompagna le nostre esplorazioni in quella che nell’episodio originale era la world map. Ognuna delle macro aree del gioco presenta infatti una diversa versione del tema originale di Final Fantasy VII, privilegiando un particolare passaggio del lungo brano.
C’è solo una piccola osservazione da fare. Se su PS5 Pro la grafica di Rebirth è un vero e proprio portento e mostra appieno il potenziale della macchina, le cose non vanno altrettanto bene su PS5. Qui infatti il motore grafico mostra il fianco più volte. Non solo gli sfondi talvolta perdono frame o risultano poco definiti, ma persino le espressioni e i visi dei personaggi in diverse occasioni perdono di definizione.
L’esplorazione in Final Fantasy VII Rebirth
Il gameplay di Final Fantasy VII Rebirth si svolge, fondamentalmente, in due fasi distinte: i momenti legati alla storia principale e l’esplorazione libera. Sebbene in queste due fasi la grafica e l’interfaccia di gioco restino identiche, l’esperienza del giocatore cambia completamente.
Le fasi legate alla storia sono molto simili a quanto visto in Final Fantasy VII Remake. Controllando uno dei personaggi del nostro party (di solito Cloud) dovremo recarci nei punti evidenziati sulla mappa, interagire con gli altri personaggi e seguire via via gli avvenimenti della trama del gioco. Queste fasi, sebbene più “guidate”, sono senza dubbio le più emozionanti e coinvolgenti del gioco.
Come già detto, gli eventi seguono in modo coerente quanto visto nell’originale FFVII, ma la storia viene enormemente espansa, approfondita ed attualizzata. Tutte le città che esploreremo hanno la loro particolare situazione, cha va ad intersecarsi con la politica delle due principali potenze del mondo, ovvero Midgar e Wutai.
Un mondo da esplorare
Oltre al comparto tecnico, l’aspetto più riuscito di Rebirth è indubbiamente l’esplorazione. Ognuna delle macro aree del gioco è estremamente vasta, caratteristica e divertente da esplorare. Le ambientazioni si sviluppano spesso anche in altezza ed in profondità, dunque sarà necessario visitare ogni angolo della mappa per essere sicuri di non aver tralasciato nulla.
Un grosso aiuto viene fornito, come anticipato, dai simpatici Chocobo. In ogni area è infatti presente una missione secondaria legata proprio ai mitici pennuti. Una volta completata, essa garantisce la possibilità di richiamare il nostro chocobo in ogni momento. A seconda dell’area, avremo a che fare con chocobo di colori differenti, dotati di abilità uniche. Ad esempio, il chocobo nero può scalare le pareti mentre quello azzurro è in grado di volare per brevi tratti. Inutile dire che vi sono numerose aree della mappa raggiungibili solo grazie ai nostri polli giganti.
Oltre ai chocobo, Cloud e soci possono contare anche su alcuni veicoli, nella fattispecie un fuoristrada, utile per esplorare il deserto di Corel e il Tiny Bronco, che fungerà da vera e propria nave per esplorare l’oceano. Anche le città risultano davvero ben realizzate e riescono ad essere fedeli alle ambientazioni originali e a risultare assolutamente moderne e al passo coi tempi. Proprio nelle città potremo accedere alla maggioranza delle missioni secondarie del gioco.
Tantissimo da fare
Oltre alla bellezza dell’ambientazione, un grande punto di forza di Final Fantasy VII Rebirth sta certamente nella qualità delle sue side quest. Nonostante la quantità di missioni presenti nel gioco sia elevatissima, Square Enix è riuscita nella difficile impresa di rendere questi compiti estremamente diversificati fra loro, evitando quella sensazione di ridondanza e noia che spesso affligge altri titoli open world.
Ogni area presenta una serie di missioni “standard”, legate al personaggio di Chadley, che prevedono l’attivazione delle torri, utili a sbloccare le porzioni di mappa nascoste, le cacce, la scoperta delle fonti Mako e gli altari degli Esper. Queste missioni sono legate al completamento dei dossier di Chadley, una sorta di enorme enciclopedia del mondo di Final Fantasy. Il completamento del dossier va a sbloccare anche una serie di scontri nella sezione battaglie simulate, tra le quali spiccano gli scontri coi giganteschi Esper. Ai fini dell’ottenimento della materia ad essi legata, gli Esper andranno sconfitti. Fortunatamente, sbloccando tutti gli altari è possibile accedere a scontri semplificati contro le nostre leggendarie invocazioni.
Un’altra categoria di missione molto interessante è costituita dai vestigi. Si tratta di compiti speciali, utili per sbloccare i resti di una misteriosa armatura. La cosa interessante è che ognuna di queste missioni è legata ad un particolare minigioco. Ad esempio, nell’area di Junon il nostro party deve cimentarsi in una versione moderna della battaglia di fort Condor, con tanto di personaggi super deformed quasi identici a quelli di FFVII!
Anche le varie missioni sbloccabili nelle città, denominate missioni tuttofare, sono nella maggior parte dei casi molto piacevoli e divertenti. Merita una missione anche Queen’s Blood, il gioco di carte collezionabili. Come avveniva in FF VIII e FFIX, Rebirth permette al giocatore di collezionare una serie di carte presenti in ogni città del mondo. Queste carte possono essere usate per sfidare altri giocatori. In questo modo otterremo nuove carte e potremo portare avanti la missione principale dedicata a questo minigioco.
Impossibile poi non citare il mitico Gold Saucer. Come i più già sapranno, si tratta di un gigantesco Casinò, nel quale i nostri eroi possono intrattenersi con tutta una serie di giochi a premi, tra cui spicca la corsa dei Chocobo, un vero e proprio gioco di corse in stile Mario Kart con campionati, corse e possibilità di scelta e personalizzazione dei Chocobo.
Tantissima carne al fuoco dunque e tutta di ottima qualità. Ci sentiamo di muovere una sola critica, legata proprio alle sovracitate missioni di Chadley. Il completamento del Dossier risulta infatti davvero eccessivamente lungo e macchinoso. Non sarà infatti sufficiente completare le varie cacce. Per sbloccare i combattimenti avanzati del simulatore il giocatore è costretto a riaffrontare numerose volte gli stessi mostri e in alcuni casi persino a soddisfare determinate condizioni. In un gioco tanto lungo e complesso, ci è sembrata una scelta eccessiva.
I combattimenti in Final Fantasy VII Rebirth
Final Fantasy non sarebbe Final Fantasy senza i suoi spettacolari combattimenti. Anche Rebirth, da questo punto di vista, non delude. Il gioco ripropone i combattimenti “ibridi” visti in remake. Una volta incontrato un nemico, i nostri personaggi si armano e la battaglia inizia immediatamente. Le sfide avvengono in tempo reale, con il giocatore che può sferrare attacchi, ricorrere all’abilità specifica del suo personaggio oppure mettersi in difesa per bloccare parte degli attacchi nemici.
Nel corso dello scontro la barra ATB va progressivamente riempiendosi. Una volta che una o più tacche sono piene, il giocatore, tramite apposito menù, può rinunciare alle frazioni di barra riempite per lanciare un incantesimo o ricorrere alle abilità ATB dei personaggi. Solo un personaggio alla volta viene controllato dal giocatore mentre gli altri sono utilizzati dalla CPU, ma è possibile passare in ogni momento da un personaggio all’altro.
Sebbene il Battle System risulti nel complesso efficace e divertente, abbiamo trovato i personaggi controllati dalla CPU fin troppo passivi. Raramente le loro azioni portavano al riempimento della barra ATB e spesso e volentieri siamo stati costretti a cambiare personaggio anche in momenti in cui ne avremmo fatto a meno. Non è nemmeno possibile fornire in maniera dettagliata istruzioni da seguire ai personaggi passivi. L’unica possibilità in questo senso è fornita dalla materia “automatizzante”, che fa in modo che i personaggi controllati dalla CPU attivino in automatico l’incantesimo associato una volta carico l’ATB.
Sono naturalmente presenti anche i comandi limiti e le invocazioni. I primi (due per personaggio) sono controllati da un’apposita barra, che va riempiendosi in base ai danni subiti. Le invocazioni invece possono essere evocate dopo il riempimento di un altro indicatore, legato al danno inflitto ai nemici. Una volta sul campo, come nel gioco precedente, è possibile controllarle passivamente utilizzando la nostra barra atb per attivare le loro abilità. Allo scadere del tempo, prima di congedarsi, il nostro esper scatena la sua tecnica speciale in un tripudio di luci esplosioni e danni.
Torna anche la meccanica della tensione. Infliggendo danni ai nemici e colpendo le loro debolezze, è possibile mandare il nemico in stato di tensione. Una volta che l’apposita barra sarà stata riempita, il nemico verrà stremato. In questa condizione il danno subito dai nemici verrà esponenzialmente aumentato.
Rispetto a Remake, Rebirth introduce gli attacchi sinergici. Sono particolari tecniche che possono essere eseguite da due personaggi in coppia. Alcune di queste abilità possono essere attivate in ogni momento della battaglia e consistono in semplici azioni combinate. Ad esempio Tifa è in grado di farsi lanciare in alto dai compagni in modo da poter attaccare anche i nemici volanti. Gli attacchi sinergici veri e propri invece necessitano dell’uso di alcune barre ATB e del soddisfacimento di alcune condizioni.
In definitiva, il combat systema di Final Fantasy VII Rebirth è davvero ricco, bilanciato e spettacolare. Unico neo è la sopracitata passività dei personaggi secondari. Tuttavia, si tratta più di un’impressione soggettiva che di un reale difetto del gioco, che non rovina minimamente il divertimento e la frenesia delle battaglie. Gli scontri coi boss, in particolare, come accadeva anche in Remake, raggiungono spesso vette di epicità notevoli, anche grazie al meraviglioso accompagnamento musicale.
Strategia e gestione dei personaggi
Come nel precedente gioco, la gestione delle abilità e dei potenziamenti dei nostri personaggi è ancora principalmente in mano al sistema delle materie. Per chi non lo sapesse si tratta di pietre magiche dai diversi colori. Ognuna di esse fornisce al nostro personaggio un potenziamento, sia esso una nuova abilità, l’accrescimento di una statistica, un incantesimo o un’abilità passiva.
Le armi e le armature che andremo ad assegnare ai personaggi dispongono di vari alloggiamenti per le materie. Dunque, in base alle nostre scelte, i nostri personaggi possono votarsi all’attacco e alla velocità piuttosto che alla cura dei compagni o all’uso degli incantesimi. Anche la scelta delle armi naturalmente, ancor più che delle loro statistiche, deve tener conto di quante materia possono alloggiare. Rebirth aggiunge comunque alcune novità.
Anzitutto, ogni arma dona al personaggio una nuova abilità, che si sblocca tramite il suo utilizzo ripetuto. Una volta padroneggiata, l’abilità potrà essere usata dal personaggio anche dopo che l’arma è stata sostituita. Inoltre, le armi donano anche alcune abilità passive. Sta al giocatore selezionare quelle che desidera attivare (la scelta di solito è tra due o tre abilità).
L’altra novità è la presenza dei manuali di guerra, che possono essere acquistati in alcuni negozi o sbloccati tramite il completamento di alcune missioni. Questi manuali sbloccano dei punti abilità che possono essere spesi all’interno di una sorta di diagramma per sbloccare varie abilità del personaggio. Questo sistema ricorda molto la sferografia di Final Fantasy X e dona un ulteriore tocco strategico al gioco, sebbene le scelte da operare spesso non siano così decisive nella definizione delle caratteristiche del nostro eroe.
La forza dei legami
Ultimo elemento interessante del gioco è il livello di affinità che va a crearsi tra i personaggi. Parlando coi nostri compagni in determinate situazioni e svolgendo alcune missioni legate in modo particolare ad uno di loro, il giocatore ha la possibilità di accrescere il legame tra Cloud e i suoi compagni.
Come ricorderete, questo elemento era presente anche in Final Fantasy VII ed andava ad influenzare una famosa scena del gioco. Ebbene, la cosa si ripete anche qui. In base alle nostre scelte, Cloud rivivrà QUEL momento con un personaggio diverso (e credeteci, in un paio di casi la scena è davvero molto ben realizzata).
Oltre a questo, accrescere le affinità andrà anche a modificare vari dialoghi, permettendo un maggior approfondimento dei legami tra Cloud e gli altri personaggi. Sarà possibile accrescere l’affinità anche ricorrendo alle abilità sinergiche, ma si tratta di un processo davvero lungo e macchinoso.
Final Fantasy VII Rebirth in breve
In conclusione, Square Enix ha fatto davvero un ottimo lavoro. Questo secondo capitolo offre una versione moderna ed aggiornata della storia di Final Fantasy VII, che può essere apprezzata sia dai fan del gioco originale sia da chi non ha mai giocato un Final Fantasy.
Intendiamoci, non si tratta di un gioco perfetto. L’enorme quantità di cose da fare è sia un punto di forza che un difetto, poiché rende il completamento del gioco eccessivamente complesso. Per ottenere l’agognato platino sarà obbligatori o giocare il gioco più di una volta, oltre a completare per intero le missioni del dossier, davvero lunghe e macchinose.
Anche i cambiamenti effettuati sulla trama, come già detto, non ci hanno convinto. Sebbene sia comprensibile la decisione di modificare alcuni aspetti della storia, le modifiche inserite sono davvero caotiche e il ricorso a realtà parallele è sembrato fin troppo banale e scontato e rischia di creare un finale caotico e deludente.
Nel complesso comunque Rebirth è un’avventura davvero bella, tecnicamente all’avanguardia e divertente. Consigliamo assolutamente l’acquisto, soprattutto se disponete di una PS5 pro o di un PC sufficientemente potente.
Conclusione
Final Fantasy VII Rebirth è un’avventura enorme, stupenda da vedere, coinvolgente e divertente. Il tutto impreziosita da una colonna sonora eccezionale. Il battle system unisce in modo funzionale strategia e frenesia e la trama, nonostante alcune scelte discutibili, resta godibile e coinvolgente. Il mondo di gioco è vastissimo, ben caratterizzato e ricchissimo di cose da fare. Forse fin troppe cose, se si è amanti del completismo. Consigliamo sicuramente l’acquisto, soprattutto per quanto riguarda la versione PS5 Pro, tecnicamente ineccepibile.
Dettagli e Modus Operandi
- Piattaforme: PlayStation 5, PS5 Pro, PC
- Data uscita: 29/02/2024
- Prezzo: 55,70 €
Ho giocato e completato il gioco su PlayStation 5.