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Valkyria Chronicles 4 Complete Edition ora disponibile su Google Stadia

SEGA ha reso disponibile Valkyria Chronicles 4 Complete Edition sullo store di Google Stadia al prezzo di 49,99 euro.

Qui sotto il trailer e il comunicato stampa:

Questa versione include il gioco completo e tutti i DLC già pubblicati, che aggiungono nuove missioni e capitoli della storia. La Complete Edition offre l’esperienza di Valkyria Chronicles 4 definitiva, e grazie alla potenza dinamica della piattaforma Stadia, i giocatori potranno avere il pieno controllo della propria squadra durante la loro avventura mentre passano da uno schermo all’altro in maniera fluida durante le diverse sessioni.

  • Una storia di formazione in tempo di guerra – È il 1935 e la Seconda Guerra Europea (EWII) tra le federazioni atlantiche e l’alleanza imperiale dell’Europa dell’est infuria. Dopo aver ricevuto l’ordine dalla federazione, il giovane e appassionato comandante Claude Wallace deve condurre la Squadra E in un attacco lampo che ha l’obiettivo di concludere rapidamente il conflitto. Il plotone dovrà affrontare tempeste devastanti, soldati imperiali e i poteri divini delle Valkyria; riusciranno i forti legami e l’amicizia tra i membri della Squadra E a sopravvivere al gelido campo di battaglia?
  • Sistema di combattimento “BLiTZ” di nuova generazione – Il sistema di combattimento misto “BLiTZ” (“Battle of Live Tactical Zones”) rappresenta una vera innovazione di gameplay, capace di mettere insieme strategia a turni, meccaniche RPG e sparatutto in terza persona. Il BLiTZ viene utilizzato durante gli scenari di battaglia: l’azione si divide tra una modalità comando, con visuale a volo d’uccello, e una modalità azione con visuale in terza persona. A disposizione del giocatore ci sono sei classi di soldati, ovvero granatiere, cecchino, lanciere, ingegnere, truppe shock e ricognitori, numerose opzioni di supporto offensivo e difensivo e la possibilità per ogni unità di compiere un’azione speciale “Last Stand” prima di morire e tanto altro.
  • Stile grafico CANVAS – Torna lo stile grafico disegnato a mano tipico della serie, ancora più strabiliante su Stadia. Ispirato dai dipinti ad acquerello, il motore grafico CANVAS unisce elementi visivi di realtà e fantasia per creare un immaginario espressivo suggestivo e un mondo vivido ed emozionante. Il viaggio della Squadra E è un vero è proprio dipinto interattivo!
  • Il ritorno di un compositore leggendario – L’illustre Hitoshi Sakimoto, compositore originale della serie Valkyria Chronicles e di tanti altri epici ed emozionanti viaggi, ritorna a lavorare sulla saga con una colonna sonora orchestrale per Valkyria Chronicles 4 .
  • Battaglia completa – Oltre al gioco base, Valkyria Chronicles 4: Complete Edition contiene tutti i contenuti bonus pubblicati per il gioco, ovvero scenari aggiuntivi come mappe dalla difficoltà elevata e nuovi contenuti narrativi:
    • Squad E to the Beach
    • A Captainless Squad
    • Expert Level Skirmishes
    • The Two Valkyria
    • Advance Ops
    • A United Front with Squad 7

Il gioco è stato acclamato dalla critica nazionale e internazionale. Lo giocherete in cloud?

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Cyberpunk 2077, un trailer mostra il protagonista V

CD PROJEKT RED ha pubblicato sul proprio canale YouTube il trailer di lancio ufficiale di Cyberpunk 2077.

Il trailer si immerge in profondità nel mondo e nella storia di Cyberpunk 2077 ed esplora i legami che i giocatori creeranno, i pericoli che dovranno affrontare per costruire la loro leggenda come V, il o la protagonista del gioco.

Preparando il palcoscenico per consentire ai giocatori di avventurarsi nella megalopoli di Night City, il trailer di lancio è disponibile per la visione in questo momento sul canale YouTube di Cyberpunk 2077.

Cyberpunk 2077 sarà disponibile a partire dal 10 dicembre 2020 per PC, Xbox One, PlayStation 4 e Stadia.

Avete già preordinato il nuovo titolo del team polacco?

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Empire of Sin per Nintendo Switch – Recensione

RECENSIONE IN UN TWEET

Empire of Sin è un gioco pieno di genio e sregolatezza come i suoi sviluppatori. I Romero hanno ricreato il mondo della criminalità organizzata degli anni venti con estrema cura, ma si sono persi nello sporco lavoro di rendere il gioco più accessibile e soprattutto meno ripetitivo nel lungo termine.

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Romero Games è una casa di sviluppo indipendente con parecchie peculiarità. É la nona casa di sviluppo di John Romero, icona del mondo dei videogiochi grazie allo sviluppo con Id Software del leggendario Doom, oltre che Wolfenstein 3D e Quake, e i membri sono soltanto due persone: John e sua moglie Brenda. Di conseguenza, vivo questa recensione tra la comprensione delle difficoltà che può avere un titolo indipendente composto da soltanto due persone e un’aspettativa che non può rimanere delusa, se gli sviluppatori portano entrambi il cognome Romero.

Del resto, i Romero non sembrano avere paura dei limiti che può avere un gioco sviluppato da solo due persone nel 2020, perché in Empire of Sin c’è dentro tutto quello che un amante dei videogiochi vintage potrebbe amare. Il titolo è un gestionale con un sistema di combattimento di uno strategico a turni, con una trama che segue le regole dei giochi di ruolo e un gameplay che permette di muovere il proprio gangster in giro per una città divisa per distretti, dove sarà possibile portare a termine una storia principale legata al proprio personaggio, quest secondarie e ovviamente la conquista dell’intera Chicago degli anni ’20.

Angelo Genna e i suoi tratti distintivi.
Angelo Genna e i suoi tratti distintivi.

L’esaltazione del probizionismo

Cinema e TV ci hanno permesso di avere un’idea abbastanza chiara d cosa fosse Chicago durante i primi venti anni del novecento, ma Empire of Sin va oltre le soap opera. Il gioco inizia con la scelta di uno dei 14 boss disponibili. Tutti delinquenti realmente esistiti e che hanno provato a conquistare la città americana. Dal noto Al Capone alla giocatrice d’azzardo Stephanie St Clair passando per l’italiano Angelo Genna, i boss di Empire of Sin sono ricchi di dettagli degni di un gioco di ruolo di spessore. Ogni boss ha i propri punti di forza e le proprie debolezze visibili attraverso l’eccessivamente ricca scheda del gangster. Infatti, oltre ai valori numerici avremmo anche modo di leggere biografia e tratti del personaggio che può guadagnare anche durante la partita in base alle scelte fatte.

I numeri saranno utili per capire la forza del boss in combattimento e per affrontare le conversazioni con delle prove a scelta del giocatore, che possono essere di persuasione, leadership o intimidazione. La biografia e i dialoghi che affronteremo, invece ci fanno realmente entrare nella Chicago del peccato con una forza che sta a metà tra una serie TV e un libro di storia contemporanea. I gangster sono senza alcun dubbio l’aspetto più bello del gioco con una caratterizzazione unica che potremo constatare quando incontreremo gli altri personaggi. Specifico che per “forza” non mi riferisco soltanto al minimale albero dei talenti che permette di diversificare boss e gangster in combattimento, ma soprattutto alla caratterizzazione di ogni boss e del suo modo di fare. Non a caso la diplomazia è una delle caratteristiche principali del gioco, anche se ci accorgeremo ben presto che tutto è più caotico di quanto vorremmo.

Un sitdown tra boss.
Un sitdown tra boss.

Una città in movimento

Chicago è divisa in svariati quartieri, composti da strutture che possono essere acquistate o conquistate con la forza. L’obiettivo primario è ottenere il controllo del distretto attraverso l’acquisizione degli edifici, che potranno essere usati per produrre alcol, avviare attività illecite, hotel o roccaforti per il nostro boss. Come in ogni altro gestionale, i nemici tenteranno di fare la stessa cosa stringendo alleanze, dichiarando guerre e conquistando territori. Tanto con noi che tra di loro.

Durante la mia avventura con Angelo Genna posso dire di aver vissuto una duplice realtà. Infatti, le prime ore di gioco, quando il denaro fatica ad arrivare, saremo vittima dell’impero altrui. Mi sono sentito continuamente sotto pressione e dire di no a un avversario ha significato iniziare una guerra non voluta, con una serie di battaglie che non sono stato in grado di affrontare causandomi il reaload della partita.

Però, una volta superate le prime difficoltà, i boss sembrano avere maggior raziocinio e sarà possibile stringere alleanze e accordi che possano aiutare noi e far arrabbiare gli altri, fino ad arrivare a un graduale astio che porta a una vera guerra tra più clan. Penso che si sarebbe potuto fare molto di più sotto questo punto di vista, ma è positivo che i boss avversari siano delle schegge impazzite piuttosto che personalità totalmente passive, come troppo spesso si vede in alcuni mediocri gestionali.

La mappa di Chicago.
Una parte di West Loop Gate, un quartiere di Chicago.

Un GDR inaspettato

Quando riusciremo a tenere a bada i nostri caotici nemici, potremmo anche decidere di andare avanti con le quest di gioco che mi hanno positivamente sorpreso. Non troveremo mai nulla del genere in titoli puramente gestionali come Civilization o Football Manager. Infatti, il nostro alter ego potrà stringere alleanze, tradire e soprattutto gestire la “famigghia” anche attraverso una componente narrativa di livello. Nessuna delle missioni è realmente primaria, poiché tutte evitabili, ma l’ingente quantità di denaro che possono portare in cassa e l’interessante risvolto nelle trama vi porteranno a volerne affrontare quante più possibili.

In alcuni casi, bisognerà solamente migliorare delle strutture, così da rendere più redditizio, o produttivo, un edificio, ma nella maggior parte dei casi sarà necessario andare in giro per la città con la propria gang per risolvere questioni più o meno spinose. In particolare, ho trovato molto interessante la storia di Genna con colpi di scena basati su scelte moralmente difficili e una costante presenza della morte come normale prassi della Chicago degli anni ’20.

Per capire l’importanza della componente narrativa, bisogna specificare che le quest sono fondamentali per il ritmo del gioco, perché ci saranno dei momenti in cui dovremmo aspettare di accumulare abbastanza risorse, cioè denaro o alcol, per poter proseguire nella nostra espansione. Momenti solitamente morti in altri gestionali, ma che in Empire of Sin sono un ottimo momento per portare avanti la storia del nostro boss o cambiare i connotati a qualche delinquente.

Empire of Sin ha elementi GDR interessanti.
Empire of Sin ha elementi GDR interessanti.

Tante scelte e poche conseguenze

Se sul lato narrativo, ogni nostra scelta avrà una conseguenza, lo stesso non si può dire su quello gestionale. Teoricamente le cose da fare sono tante grazie a un menù molto ricco. Infatti, oltre a gestire il nostro boss, potremmo arruolare altri gangster che ci daranno una mano nelle nostre scorribande. Specifico che è stupefacente il livello di dettaglio che ha ogni singolo gangster data l’enorme mole di personaggi disponibili, e sbloccabili attraverso la notorietà che guadagneremo come delinquenti andando avanti con il gioco.

Inoltre, oltre a poter acquistare equipaggiamento al mercato nero, i menù permettono di gestire il nostro impero migliorando strutture, gestendo la diplomazia e spulciando i guadagni e le produzioni che provengono dalle nostre attività e da quelle degli avversari per poter pianificare alleanze e guerre. La quantità di informazioni è realmente imponente, ma la scarsa leggibilità rende tutto molto opinabile, soprattutto nella versione Nintendo Switch. Infatti, impostare il gioco in un’ottica data-driven è semplicemente non necessario e vi dimenticherete velocemente dei menù per tornare all’azione. D’altro canto, quando vi servirà cercare una struttura, potrà essere impegnativo usare il joypad per muoversi tra i menù, facendovi domandare se non si potesse usare qualche scorciatoia per evitare ogni volta di dover lavorare tra tabelle e ordinamento di colonne per un’operazione di pochi secondi.

attività Empire of Sin.
Le nostre attività.

Guerre di potere

Ovviamente, in una città piena di crimine, ci aspettiamo di battagliare tanto e spesso. In effetti è così, ma la soddisfazione non è quella auspicata. Il sistema di combattimento a turni in stile X-COM, o visto che parliamo della versione per Nintendo Switch meglio dire Mario + Rabbids Kingdom Battle, è una scelta sensata, ma allo stesso tempo pessima nella sua concezione.

La maggior parte degli scontri saranno subito fuori un edificio o al suo interno. Per farla breve, le mappe saranno praticamente sempre uguali con degli interni che caratterizzano la struttura, ma che offrono poco in termini di varietà. Purtroppo, lo stesso senso di monotonia affligge il sistema a turni. Indipendentemente, dal punto in cui saremo arrivati nella partita, gli scontri saranno sempre gli stessi e vedranno il nostro team, composto dal boss e gli altri scagnozzi, affrontare una serie di guardie che ripetono sempre le stesse mosse.

Una lotta impari.
Una lotta impari.

Di per sé, Empire of Sin fornisce una variegata serie di azioni in combattimento. Tutte le unità possono attaccare con le pistole o corpo a corpo, ripararsi, presidiare una zona e usare oggetti come granate o medikit. Le tipologie delle armi fanno il resto, tra mitragliatori, fucili a pompa e fucili da cecchino. In aggiunta, i gangster possono sfruttare i loro talenti attivi tra cui “mosse finali” e cure. Per questo, quando affronterete una “boss battle”, cioè una resa di conti fra boss, la battaglia sarà impegnativa, perché faremo la conoscenza anche di altri gangster abbastanza coriacei.

Purtroppo, la maggior parte dei combattimenti, e saranno tanti, prevede una sfida contro le guardie che presidiano le strutture, che non avranno capacità extra e soprattutto sono dotati di un’intelligenza artificiale terribile. Capiterà spesso di vedere nemici avventurarsi in attacchi corpo a corpo finendo accerchiati dal nostro team e, in ogni caso, il computer non agirà mai in gruppo, ma si limiterà sempre a fare una scelta che oserei dire casuale. Se a tutto questo aggiungiamo che durante una guerra le nostre strutture più scoperte saranno prese di mira costantemente, ci saranno dei momenti di gioco in cui dovremmo affrontare anche quattro o cinque battaglie una dopo l’altra con esito scontato e noia mortale. Mai come in Empire of Sin sarebbe stato gradito un meccanismo di risoluzione automatica.

Momenti di crudeltà.
Momenti di crudeltà con poche texture (su Switch).

Un’arma inceppata

Fino a questo punto, si può dire che Empire of Sin è un gioco che ha un gran potenziale, molto del quale ancora inespresso. Inoltre, considerando che il team di sviluppo è composto da solo due persone, si può chiudere un occhio su tante sbavature, ma ce ne sono alcune che non si possono tollerare dai veterani della Romero Games.

Dopo aver preso dimestichezza con l’interfaccia grafica, il gioco comincia a prendere la giusta direzione, ma troppo spesso mi sono imbattuto in una serie di bug della user interface che ha reso Empire of Sin eccessivamente frustrante. Buona parte di questi riguardano la fase più debole, quella del combattimento. Infatti, spesso sarà necessario premere più volte lo stesso pulsante, perché a quanto pare l’interfaccia non riconosce sempre i comandi. Tante volte ho evitato di effettuare un “Overwatch”, un appostamento della zona, perché ero già cosciente di dover ripetere la stessa sequenza più volte prima che il gioco l’accettasse. Purtroppo, lo stesso problema è presente anche per gli spostamenti e il sistema di coperture mi ha fatto sorgere dei dubbi sulla sua correttezza.

Il problema peggiore che ho affrontato riguarda la perdita del mio miglior gangster dopo aver terminato una battaglia. In realtà, era ancora presente sull’interfaccia, ma era totalmente invisibile e non utilizzabile. Il classico spegni e riaccendi ha funzionato a discapito del ritmo del gioco, che comunque fa sempre fatica a ingranare a causa dei caricamenti. Considerate che passeremo la maggior parte del tempo a spostarci dalla visuale del distretto all’entrare in un locale. Ogni volta che lo faremo sarà necessario un caricamento di svariati secondi, così come per cambiare distretto, entrare in modalità battaglia o parlare con un boss. Tempi che aumentano ulteriormente quando siamo costretti a ricaricare una partita a causa di un bug o di un agguato eccessivamente punitivo.

Scontri all'aperto.
Scontri all’aperto.

Il porting su Nintendo Switch

Per questo test, ho provato la versione 1.01 di Empire of Sin. Devo dire che gli sviluppatori si stanno impegnando nel patchare il gioco, ma sapere che esiste su tutte le altre versioni una 1.02, mentre su Nintendo Switch dovremmo aspettare anche fino a fine mese, non mi ha fatto particolarmente piacere dato gli importanti problemi del titolo.

Nonostante questo, Empire of Sin funziona bene su Nintendo Switch, ma si poteva sicuramente fare molto di più data la tipologia di gioco molto adatta alla modalità portable. Infatti, graficamente il gioco risulta piacevole in modalità docked, dove la possibilità di avere un’opzione che allarghi le icone, permette di giocare senza affaticare gli occhi e godere di qualche texture carina. Poche a dire il vero, perché il livello di dettaglio soprattutto sulle luci è stato abbassato eccessivamente e dopo il lavoro che è stato svolto con giochi frenetici come Doom e The Witcher 3 su Nintendo Switch, dire che si poteva fare di più è un eufemismo.

In portabilità, il gioco rimane comunque gradevole e sono sorpreso di come siano riusciti a metter dentro tutti quei menù zeppi di informazioni e scritte senza renderle totalmente illeggibili. Di conseguenza, possiamo bilanciare la minor qualità grafica, comunque a tratti piacevole, con la possibilità di giocare in movimento e affermare che gli unici svantaggi rispetto alle altre versioni sono il ritardo nelle patch e, rispetto alla versione PC, l’impossibilità di usare mouse e tastiera che rende l’esperienza certamente meno frustrante.

Lo slang può essere ostico.
Lo slang può essere ostico.

Conclusione

Empire of Sin è un vero peccato. Il titolo ha tantissime idee buone che avrebbero meritato di essere sviluppate da un team composto da più persone, che potevano dare una mano a risolvere tutte le lacune di un gioco con tanto potenziale.

Il gioco dei Romero è forte sulla componente narrativa e sulla parte GDR del titolo, ma soffre una scelta troppo incauta sulla parte gestionale e del sistema di combattimento. In entrambi i casi, noia è la parola principale. Non voglio dire che non mi sia divertito nella Chicago del gioco, ma quando le missioni principali cominceranno a scarseggiare e dovremmo gestire la conquista di tutti i quartieri, Empire of Sin soffre dove dovrebbe essere forte, perché si tratta di ripetere in continuazione le stesse azioni fino al prossimo afflusso di denaro. Per quanto riguarda il combattimento strategico a turni, invece il titolo è semplicemente troppo acerbo e sarebbe stato consigliabile affidare questa parte del lavoro a un esperto del settore, perché si può far un gran lavoro anche con pochi tasselli come dimostrato da Ubisoft Milano con il suo Mario + Rabbids Kingdom Battle.

In altre parole, Empire of Sin è un gioco da lasciar decantare. Lo consiglio a chi è appassionato della criminalità organizzata dei primi anni del ‘900 e agli amanti del genere gestionale curiosi di provare dei titoli meno “puri”. In ogni caso, tranne che non abbiate la necessità di provare subito qualcosa di nuovo, consiglio di attendere qualche patch e magari un leggero calo di prezzo prima di avventurarsi nel proibizionismo statunitense.

Dettagli

  • Genere: gestionale, strategia, gioco di ruolo
  • Lingua: inglese
  • Multiplayer: no
  • Prezzo: 39,99 euro
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DOOM Eternal ora disponibile su Nintendo Switch

Come avevamo anticipato qualche giorno fa, DOOM Eternal è adesso disponibile anche su Nintendo Switch solo in digitale a 59,99 euro.

Qui il comunicato stampa:

DOOM Eternal di id Software, candidato a quattro premi ai The Game Awards di quest’anno (Gioco dell’anno, Gioco d’azione dell’anno, Migliore colonna sonora, Miglior design audio), è ora disponibile su Nintendo Switch. Sviluppato in collaborazione con Panic Button – lo studio che ha realizzato le conversioni per Nintendo Switch di DOOM (2016)Wolfenstein II: The New Colossus, e Wolfenstein: Youngblood – i giocatori potranno ora vivere l’epica campagna per giocatore singolo, da casa o in modalità portatile.

Prova la combinazione suprema di velocità e potenza in DOOM Eternal, l’innovativo sparatutto in prima persona basato sul motore grafico idTech 7. Armato di lanciafiamme da spalla, lama da polso, armi da fuoco potenziate, nuove abilità e tanto altro, sei lo sterminatore di demoni più implacabile mai esistito. 

La mira con giroscopio arriva su DOOM Eternal per Nintendo Switch con un’opzione che ti consente di sfruttare la funzione giroscopica dei controller Joy-Con. L’opzione può essere usata insieme allo stick del Joy-Con, per una perfetta combinazione di immersione e precisione.

Potrai anche mettere la prova la tua abilità in BATTLEMODE, un’esperienza multigiocatore online 2 vs 1. Uno Slayer armato fino ai denti affronta due demoni controllati da giocatori in intensi combattimenti al meglio dei cinque round.

Proverete DOOM Eternal su Nintendo Switch?

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Tecnologie

L’importanza dell’Intelligenza Artificiale nel gameplay dei videogiochi

L’Intelligenza Artificiale, comunemente chiamata IA, è una delle componenti fondamentali nei videogiochi ed è capace di fare la differenza fra un titolo eccezionale e uno solamente mediocre. Qualunque videogioco, che sia un GDR piuttosto che un gioco di calcio, un action game oppure un FPS, necessita di un’IA di alto livello per poter essere considerato un valido titolo e garantire immersività al mondo di gioco. L’apporto dell’Intelligenza Artificiale nel gameplay è dunque fondamentale.

Di seguito elencherò due titoli in cui l’intelligenza artificiale svolge un ruolo importante. Il primo ha fortemente giovato di un’ottima IA, mentre l’altro ne ha fatto un problema rilevante del proprio gameplay. Inoltre, spiegherò tramite quali elementi i giochi in questione hanno patito di una pessima IA, subendone disastrose conseguenze in termini di successo e giocabilità, o goduto di una sua ottima implementazione.

Gothic 3: Il lato oscuro dell’Intelligenza Artificiale nel gameplay

In quanto a spettacolarità grafica, Gothic 3 (2006) ha poco da invidiare ai titoli dell’epoca.

Gothic 3 è uno degli esempi, più lampanti, di quanto un gioco con dinamiche all’avanguardia e con enormi potenzialità possa essere rovinato da una pessima IA.

Il gioco, realizzato da Piranha Bytes e distribuito da JoWooD, è stato uno di quelli che ho maggiormente apprezzato fra i GDR dell’epoca per la sua innovativa capacità di rendere il giocatore fautore del proprio destino e di quello degli altri. Infatti, nei giochi dell’epoca era comune essere “schiavi” di missioni principali pre-impostate e la libertà di scelta era praticamente inesistente.

Gli ingredienti per un gioco di successo c’erano tutti ed esso si poneva come principale concorrente di The Elder Scrolls: Oblivion, quest’ultimo poi divenuto pietra miliare del genere GDR . Purtroppo, Gothic 3 ben presto invece si rivelò una catastrofe.

Gothic 3 e l’IA nel gameplay

L’imbarazzante livello di “Intelligenza” dei personaggi non giocanti era già sufficiente a fare innervosire il più paziente dei gamer. A questo è necessario aggiungere:

  • Sistema di combattimento fra i meno stimolanti e più semplicistici del panorama videoludico;
  • Elevatissima difficoltà nell’affrontare anche il più debole dei lupi;
  • Poca coerenza nel livello della sfida (era spesso più semplice sconfiggere un Troll rispetto ad un comune Lupo);
  • Inutilità degli alleati (ad esempio, armando anche al meglio gli schiavi per liberare un villaggio, ci si ritrovava a dover combattere da soli a causa della loro rapida morte);
  • Mancanza di coinvolgimento degli alleati. Anche diventando il capo di una fazione, non c’era alcuna possibilità di farsi aiutare ad attaccare un gruppo di nemici o un villaggio;
  • Scarso livellamento del giocatore rispetto gli avversari. Da massimo esperto di una disciplina, si può essere sconfitti da un qualunque lupo (sì, ancora lui…) come ai primi livelli.

Peccato, perché il titolo era davvero intrigante, con una gran varietà di missioni principali e secondarie davvero ampia, oltre che un mondo di gioco vasto e variegato, caratterizzato da un’ampia diversità di clima metereologico, flora e fauna.

Mostriamo adesso anche il lato “buono” dell’IA, quando ben realizzata.

La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra: il lato Lucente dell’IA

Middle-earth: Shadow of War (da qui in poi solo Shadow of War) è un titolo sviluppato da Monolith e distribuito da Warner Bros.

Al contrario di Gothic 3, questo titolo è uno degli esempi di realizzazione esemplare dell’IA e del suo apporto determinante al gameplay grazie al sistema messo in piedi dall’evocativo nome Nemesis.

Tipico Nemico Stile Nemesi
Un esempio di “simpatico” nemico stile Nemesi (riconoscibile dal nome unico).

Il sistema Nemesi può essere considerato, a tutti gli effetti, la colonna portante e il principale elemento di innovazione in Shadow of War. Tutto il gampelay ruota intorno al complesso sistema di relazioni fra Uruk, Olog-Hai e bestie, fra di loro e rispetto al giocatore stesso.

Impressionante come le relazioni degli avversari non siano solo verso il giocatore ma anche fra loro stessi, dove non è raro vedere Uruk tradirsi a vicenda per il comando e il potere, rendendo il gioco dinamico e in parte indipendente dal solo giocatore.

Questo fa sembrare “vivente” il mondo di gioco, lo rende maggiormente realistico aumentandone di molto l’attrattiva, a differenza del classico gioco in cui la storia si dipana solo nei luoghi che il giocatore visita, rendendo sia gli Open World, sia i giochi divisi in aree ugualmente statici e poco credibili. Infatti, nell’Ombra della Guerra il quotidiano e le relazioni evolvono e la vita va avanti anche dove noi non siamo presenti.

Gli Orchi e le Tribù nel Sistema Nemesi

Tribù degli Orchi in SIstema Nemesi
Le tribù e le relative “sembianze” fisiche degli orchi.

Esistono sette tribù di base nel gioco, ognuna con le proprie caratteristiche. Alle sette principali dell’immagine se ne aggiungono altre due, introdotte successivamente con due specifici DLC. Le tribù sono:

  • Terrore;
  • Macchine;
  • Predoni;
  • Oscuri;
  • Selvaggi;
  • Mistici;
  • Guerrafondai;
  • Fuorilegge (aggiunta successivamente tramite DLC);
  • Massacro (aggiunta successivamente tramite DLC).

Ogni tribù ha la propria serie di debolezze e punti di forza, che andranno a sommarsi a quelle già presenti e determinate dalle Classi di appartenenza di ogni avversario (elencate in seguito).

Insieme alle mere caratteristiche da combattimento, ogni classe porta con sé anche dei tratti comportamentali e modi di agire ben definiti, che ogni avversario erediterà. Lo stile di combattimento sarà influenzato anche dalla Tribù, oltre che dalla classe, determinando mix imprevedibili di scontri in base ai cocktail di caratteristiche uniche di ogni avversario.

Quanto detto implica ad esempio che un Uruk appartenente alla Tribù degli Oscuri tenderà a farci imboscate e attaccarci nei momenti meno opportuni, come durante uno scontro con un altro Capitano mentre magari abbiamo la salute bassa e siamo in difficoltà.

Le Classi nel Sistema Nemesi

Esempio di Classe con punti di forza e debolezza (i secondi assenti in quanto è necessario reperire info per conoscerli).

Tassello importante dell’IA di Middle-earth: Shadow of War sono le Classi Base e le Classi Avanzate.

Ogni Classe Base porta con sé, così come le Tribù, determinati punti di forza e di debolezza, insieme ad altri tratti comportamentali e stili di combattimento, che si sommeranno a quelli determinati dalla Tribù.

Può essere comune ad esempio vedere gli Arcieri piazzati in posizioni sopraelevate vantaggiose per gli attacchi a distanza, soprattutto nei forti o negli avamposti. Al contrario un Difensore sarà la prima unità che troverete a difesa dei cancelli (essendo dotati di scudo e più grandi e forti della media).

Inoltre, salendo di grado, i nemici acquisiranno una Classe Avanzata, ottenendo ulteriori bonus. La Classe Avanzata dovrà essere fra quelle compatibili alla Classe Base. Infatti, non potrete mai vedere un Orco dotato di scudo acquisire caratteristiche associate a un Assassino.

A questo punto comincia a delinearsi come l’IA dia un contributo essenziale a definire un gameplay fresco, di successo, tecnicamente eccelso e credibile, definendo un’esperienza di gioco ad altissimi livelli.

Descritta per ultima, ma non meno importante, è la componente relazionale di Uruk e Olog-Hai nei confronti del personaggio. Per semplicità chiamerò questa componente “Relazionale”.

La componente Relazionale nel Sistema Nemesi

Ecco un Uruk sopravvissuto a ben tre incontri (con evidenti conseguenze fisiche).

La componente “Relazionale” determina in modo impredicibile come reagiscono Uruk Capitani e Comandanti nei nostri confronti.

Sia che siano alleati o nemici, in seguito all’incontro con il nostro personaggio, gli Uruk “importanti” (Capitani o Comandanti) possono reagire in modo inaspettato. Questo può significare principalmente che verremo traditi o che il nemico in questione “sconfigga la morte”, ripresentandosi anche se apparentemente sconfitto e ucciso.

Ogni reazione è rara e non può presentarsi più di tre volte per nemico. Ogni volta che si viene traditi o che un Uruk torna dalla morte, diminuisce la probabilità che la volta successiva possa ricapitare. Inoltre, per ogni “reazione” il nemico in questione assume delle caratteristiche particolari, a livello di abilità ed aspetto fisico, sviluppando spesso vere e proprie ossessioni verso il personaggio principale.

L’aspetto “Relazionale” è senz’altro la famosa ciliegina sulla torta a livello di gameplay, in quanto introduce ulteriore incertezza e realismo al mondo di gioco in cui si è immersi.

Immaginate un Capitano come vostra guardia del corpo. Lo fate salire di livello, lo potenziate magari con un’arma infuocata e gli fate acquisire caratteristiche epiche come il lanciare bombe e piazzare trappole. A un certo punto, potrebbe tradirvi nel momento meno opportuno, magari mentre state affrontando altri due Capitani o Comandanti, e con le stesse armi ed abilità che voi gli avete fornito!

Conclusione

Dopo questo lungo e spero entusiasmante giro sulla giostra dell’Intelligenza Artificiale, auspico di aver reso l’idea di quanto penso sia importante questo aspetto sul gameplay.

Di esempi da fare ce ne sarebbero tanti, in positivo e negativo. Sono convinto che ognuno di noi, pensando a qualche gioco, riuscirebbe a trovare decine di titoli che hanno fortemente giovato o risentito dell’IA. Pensateci! Quel titolo dove il vostro “supporto” o “alleato”, fatti i primi tre passi, veniva brutalmente massacrato dagli avversari. Piuttosto che quel titolo dove il vostro “alleato” si incastrava in una roccia, uccideva voi “per sbaglio”, si faceva scoprire dal nemico rovinandovi l’imboscata (sì, anche qui finiva la missione con la vostra morte).

D’altra parte, pensate a quel titolo in cui l’alleato vi copriva le spalle e vi salvava dall’imboscata, o dove vi forniva fuoco di copertura permettendovi di avanzare. Ne basta solamente uno per capire quanto sia importante l’intelligenza artificiale nel gameplay di un videogame.

È dunque innegabile l’importante ruolo che l’IA possiede in un videogame, seppur questo non significa che sia l’unico rilevante o da considerare. Per questo, mi piacerebbe vedere un “Rinascimento” nel campo dell’IA, in particolare nei videogame, dove il settore è rimasto in stasi per decenni ormai. Infatti, le innovazioni scarseggiano nonostante a livello puramente tecnologico il campo, in senso più vasto, abbia avuto un’esplosione non indifferente (vedasi Reti Neurali, Machine Learning e similari).

In conclusione ritengo fondamentale riportare il focus, da parte del mondo videoludico, su questo troppo spesso sottovalutato ma cruciale elemento.

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Commandos 2 – HD Remaster ora disponibile su Nintendo Switch

Kalypso Media ha annunciato che la remaster in HD di Commandos 2 è ora disponibile su Nintendo Switch.

Commandos 2 – HD Remaster è un rinnovamento in alta definizione del titolo uscito nel 2001 con l’aggiunta di tutorial rielaborati, missioni della campagna e supporti personalizzati per Joy-Con e Pro Controller.

Qui trailer e dettagli sul gioco:

Informazioni

Commandos 2 – HD Remaster è un vero omaggio a uno dei capolavori più celebri del mondo del gaming. Sviluppato originariamente dai leggendari Pyro Studios, rivivi il capolavoro che ha definito il genere come nessun altro per la prima volta su Nintendo Switch.

Prendi il controllo di un gruppo d’élite di commando alleati che devono avventurarsi in profondità nel territorio nemico e utilizza la loro esperienza combinata per completare una serie di missioni progressivamente impegnative. In questo classico che definisce il genere della seconda guerra mondiale, esplora ambienti interattivi e usa set di abilità uniche per completare missioni apparentemente impossibili.

Caratteristiche principali

  • Immergiti nella serie di Commandos in HD per la prima volta su Nintendo Switch
  • Sperimenta ogni tutorial e missione della campagna in alta definizione
  • Accedi a veicoli, scenari e armi autentiche della Seconda Guerra Mondiale come carri armati e bazooka
  • 10 missioni in 9 ambienti giorno/notte, tutte con effetti meteorologici realistici
  • Arrampicati e nuota per portare a termine missioni in ambienti completamente interattivi
  • Gioca nei panni di un cast eclettico di personaggi, tra cui Green Beret, Sniper e Whiskey the dog
  • Sperimenta abilità e approcci

Commandos 2 – HD Remaster è disponibile sia in versione fisica che digitale.

Siete dei fan dello strategico di Pyro Studios o preferiste provare qualche nuovo titolo del genere come Empire Of Sin di John Romero?

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Valkyria Chronicles 4: Complete Edition arriverà a breve su Stadia

SEGA ha annunciato che Valkyria Chronicles 4: Complete Edition, RPG con tratti action e strategici, sarà disponibile su Google Stadia a partire dall’8 dicembre.

Qui il trailer e ulteriori dettagli sul gioco:

  • Una storia di formazione in tempo di guerra – È il 1935 e la Seconda Guerra Europea (EWII) tra le federazioni atlantiche e l’alleanza imperiale dell’Europa dell’est infuria. Dopo aver ricevuto l’ordine dalla federazione, il giovane e appassionato comandante Claude Wallace deve condurre la Squadra E in un attacco lampo che ha l’obiettivo di concludere rapidamente il conflitto. Il plotone dovrà affrontare tempeste devastanti, soldati imperiali e i poteri divini delle Valkyria; riusciranno i forti legami e l’amicizia tra i membri della Squadra E a sopravvivere al gelido campo di battaglia?
  • Sistema di combattimento “BLiTZ” di nuova generazione – Il sistema di combattimento misto “BLiTZ” (“Battle of Live Tactical Zones”) rappresenta una vera innovazione di gameplay, capace di mettere insieme strategia a turni, meccaniche RPG e sparatutto in terza persona. Il BLiTZ viene utilizzato durante gli scenari di battaglia: l’azione si divide tra una modalità comando, con visuale a volo d’uccello, e una modalità azione con visuale in terza persona. A disposizione del giocatore ci sono sei classi di soldati, ovvero granatiere, cecchino, lanciere, ingegnere, truppe shock e ricognitori, numerose opzioni di supporto offensivo e difensivo e la possibilità per ogni unità di compiere un’azione speciale “Last Stand” prima di morire e tanto altro.
  • Stile grafico CANVAS – Torna lo stile grafico disegnato a mano tipico della serie, ancora più strabiliante su Stadia. Ispirato dai dipinti ad acquerello, il motore grafico CANVAS unisce elementi visivi di realtà e fantasia per creare un immaginario espressivo suggestivo e un mondo vivido ed emozionante. Il viaggio della Squadra E è un vero è proprio dipinto interattivo!
  • Il ritorno di un compositore leggendario – L’illustre Hitoshi Sakimoto, compositore originale della serie Valkyria Chronicles e di tanti altri epici ed emozionanti viaggi, ritorna a lavorare sulla saga con una colonna sonora orchestrale per Valkyria Chronicles 4 .
  • Battaglia completa – Oltre al gioco base, Valkyria Chronicles 4: Complete Edition contiene tutti i contenuti bonus pubblicati per il gioco, ovvero scenari aggiuntivi come mappe dalla difficoltà elevata e nuovi contenuti narrativi:
    • Squad E to the Beach
    • A Captainless Squad
    • Expert Level Skirmishes
    • The Two Valkyria
    • Advance Ops
    • A United Front with Squad 7

Valkyria Chronicles 4: Complete Edition sarà acquistabile sullo store della piattaforma in cloud al costo di 49,99 euro.

Siete interessati a giocare Valkyria Chronicles 4 in cloud?

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Immortals Fenyx Rising è ora disponibile su PC, console e cloud

Dopo aver pubblicato svariati trailer tra cui anche uno di animazione, Ubisoft ha lanciato sul mercato Immortals Fenyx Rising, un nuovo action game ambientato nella mitologia greca. Il titolo è disponibile per Google Stadia, Xbox Series X|S, le console Xbox One, PlayStation5, PlayStation 4, Nintendo Switch, Amazon Luna e GeForce NOW.

Qui il trailer e un estratto dal comunicato stampa:

Il gioco

Sviluppato dallo studio di Ubisoft Quebec, il team autore di Assassin’s Creed Odyssey, Immortals Fenyx Rising è una nuova ed emozionante IP che porterà le avventure mitologiche a nuovi e incredibili livelli. I giocatori vestiranno i panni di Fenyx, una semidivinità alata impegnata in una missione per salvare gli dèi dell’Antica Grecia e la loro casa da una maledizione oscura. Solo padroneggiando i leggendari poteri degli dèi, superando prove eroiche e affrontando terribili mostri mitologici, Fenyx sarà in grado di affrontare Tifone, il Titano più letale dell’intera mitologia greca.

Immortals Fenyx Rising è una variante entusiasmante e divertente del genere dei giochi d’azione e avventura open world, che offre un’esplorazione davvero avvincente attraverso spostamenti sempre dinamici. Corri in vaste zone aperte, scala montagne enormi e plana nei cieli per scoprire tutti i segreti delle varie regioni ispirate alle divinità greche attraverso l’Isola dorata.

Oltre a garantire un’esperienza avvincente a tutti gli aspiranti eroi, il gioco offre un’azione dinamica, frenetici combattimenti corpo a corpo e in aria, e storie ispirate alla mitologia greca.
I giocatori dovranno combattere contro creature gigantesche come i Ciclopi, il Minotauro e Medusa, ma con l’aiuto della spada di Achille, l’arco di Ulisse e le ali di Dedalo, potranno anche lanciarsi in aria per affrontarle senza alcun timore. Oltre ai combattimenti, alcuni enigmi nello scenario metteranno alla prova la logica e la strategia dei giocatori, da semplici rompicapi fino agli epici sotterranei di Tartaro.

Che ne pensate della nuova IP di Ubisoft?

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PES 2021 per PlayStation 4 – Recensione

recensione in un tweet

PES 2021 Season Update non è un videogame nuovo, ma un aggiornamento del precedente: nonostante tutto, un po’ per il prezzo accattivante, un po’ per qualche correzione (e un po’ per la longevità), acquistarlo potrebbe valerne la pena.

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Ci sono prodotti che per essere sviluppati richiedono anni, e ce ne sono altri che invece ogni 12 mesi, puntualmente, riescono ad arrivare sul mercato. Nella maggior parte dei casi, con le dovute eccezioni, parliamo di titoli sportivi simulativi che non hanno la necessità di rivoluzionare continuamente il gameplay, né di ricostruire delle fantastiche ambientazioni da esplorare. Con l’inizio della Serie A arrivano sul mercato i soliti videogame calcistici, con Konami che quest’anno è andata un po’ controcorrente rispetto al solito, mettendo in vendita non più un vero e proprio gioco ma un update, per “riadattare” il videogame in questa nuova stagione. Ecco che arriva eFootball PES 2021 Season Update (che abbrevieremo in PES 2021), con un prezzo anche molto più competitivo del solito: 30 euro/40 euro, in base all’edizione scelta, il che significa circa metà prezzo rispetto al competitor principale.

Che si tratta di un update è decisamente chiaro.

Non un gioco, solo un update

In un periodo di pandemia, che ha portato inevitabilmente a rallentamenti sullo sviluppo e lo slittare dei campionati e delle coppe, perché rifare tutto da capo quando si deve vendere un prodotto quasi uguale all’anno precedente? Questa domanda se la sono fatta anche all’interno di Konami, e per questo hanno deciso di proporre un aggiornamento che potesse solo “aggiustare” alcune dinamiche o elementi di grafica. Ad esempio è stata una buona occasione per aggiornare i valori e i volti di giocatori esplosi negli ultimi 12 mesi, con Haaland e Davies su tutti. PES 2021 è anche l’ultima versione del videogame pensata per PlayStation 4 e Xbox One, nonché l’ultima con Fox Engine. Dopo anni di onorata carriera, infatti, si cambierà motore grafico e si punterà su Unreal Engine, di Epic Games.

PES 2021 propone le solite modalità offline e online dei precedenti titoli. Nel primo caso abbiamo la sezione Calcio d’inizio (amichevoli, co-op, 1vs1, campionati e coppe), la Master League e Diventa un Mito, nel secondo invece la possibilità di giocare contro (o con) qualcuno in rete con la sezione eFootball e MyClub. In aggiunta c’è la possibilità di potersi allenare sui fondamentali specifici e di modificare squadre/calciatori, potendo agire anche sul loro aspetto e sui trasferimenti. Non essendoci delle criticità palesi, ed essendo un update, non ci si è concentrati molto in queste modalità, già ritoccate comunque lo scorso anno.

Le modalità online sono il cuore di un titolo esportivo come PES 2021, e ci sono sempre nuove sfide (e avversari) da affrontare.

Le stesse modalità, con pro e contro

Riassumendo velocemente le modalità di gioco, la Master League permette di guidare una squadra dalle serie minori fino ad arrivare sul tetto d’Europa: scendiamo in campo, ma dobbiamo tenere d’occhio tutto quello che succede a livello societario, stando attenti alla forma dei giocatori, fronteggiando infortuni e avendo un ruolo principale nel mercato, decidendo chi acquistare, chi vendere e come condurre le trattative, se a titolo definitivo o in prestito. La modalità Diventa un Mito invece ripercorre la stagione di un singolo atleta, noi o un calciatore esistente, nonché l’unico sul campo che possiamo controllare: saremo noi a fargli fare le giocate che lo porteranno in Nazionale o al Pallone d’oro.

Il panorama online per un titolo esportivo risulta di vitale importanza, anche se cambia poco e nulla rispetto all’anno precedente. Comunque è un comparto che funziona, e quindi è giusto riproporlo nella medesima forma o quasi. L’eFootball è la classica modalità PvP che mette contro i giocatori con le squadre preimpostate, mentre MyClub permette di sfidare gli altri player e costruirsi il proprio team “vincendo” gli atleti o avvalendosi di osservatori che possano ridurre di molto il campo di ricerca. Non serve gestire la squadra ai livelli della Master League, ma la componente strategica è utile per dosare le forze e trovare l’allenatore adatto ai giocatori e che possa essere rispettato: se il livello del team supera quella del mister, la squadra perde coesione e diventa incredibilmente squilibrata. Questo farà sì che soprattutto all’inizio non sarà possibile schierare la miglior formazione di campioni ma in qualche ruolo bisognerà accontentarsi di qualcuno un po’ più scarso. Come prevedibile, questa è la modalità più longeva, fra sfide giornaliere/settimanali e partite online.

Il derby della Madonnina, ma senza licenze.

Ahi, le licenze di PES 2021

Dicevamo che è un update, ma quindi dove sono le novità? Le più evidenti sono nelle licenze: come ogni anno infatti c’è la compravendita per aggiudicarsi squadre, campionati e calciatori. Rimanendo in Serie A ad esempio, l’AS Roma è diventata partner dell’opera Konami, mentre spicca l’assenza delle milanesi, ora rinominate Lombardia NA e Milano RN. E mancano anche altri grandi team come il Real Madrid, Atletico Madrid, Manchester City, l’intera Bundesliga (con qualche tedesca salva). Ci sono invece i campionati danesi, russi, svizzeri o thailandesi, ma oltre a fare numero non hanno chissà che appeal per il giocatore medio. Ma più che dello sviluppo, questo resta un problema più legato alla parte commerciale, visto che parliamo dettagli che vanno negoziati. In ogni caso in PES 2021 sono riusciti a confermare i team con i calciatori più importanti dell’ultimo decennio: il Barcellona di Messi, la Juventus di Cristiano Ronaldo e, un po’ più staccato, il Bayern Monaco di Lewandowski. 

Non pare esserci stato nessun intervento nel comparto audio, con la telecronaca di Fabio Caressa e Luca Marchegiani che sembra identica a quella dello scorso anno, nel senso che vengono usate le stesse frasi e le stesse espressioni di PES 2020. Quest’anno però qualche imperfezione possiamo anche perdonarla, sia per lo stravolgimento di tutti i campionati che per il prezzo competitivo. La pandemia ha fatto sì ad esempio che si arrivasse ad agosto senza sapere le squadre promosse/retrocesse, mentre il calciomercato aperto fino ai primi di ottobre non ha permesso di agire sui trasferimenti in maniera celere. Ora è tutto sistemato e le squadre sono aggiornate, ma quando è uscito (12 settembre) eravamo ancora in alto mare. L’update ha portato degli apparenti miglioramenti anche sul gameplay. Nulla di troppo rivoluzionario, ma l’impressione è di trovarsi davanti a un videogioco un po’ più lento e dove la stazza dei singoli gamer conta un po’ di più a livello di contrasti.

Dopo mesi di stadi vuoti fa molto piacere vedere dei tifosi, seppur virtuali.

Conclusione

Alla fine di tutto, conviene acquistare questo aggiornamento? Dipende da che tipo di gamer siete e se siete più portati all’offline o all’online. Il gioco non cambia di molto, quindi se le vostre partite sono concentrate più sulla Master League o Diventa un Mito, non ci sono novità da questo punto di vista, mentre se siete interessati al multiplayer in rete allora potrebbe valerne la pena, un po’ perché i server dell’edizione 2020 si sono svuotati, un po’ perché chi aveva acquistato una delle versioni precedenti ha un po’ di vantaggi in-game. Se invece non siete dei giocatori abituali della saga di Konami allora di dubbi ce ne sono veramente pochi: PES 2021 è un prodotto più che valido, soprattutto al prezzo proposto.

In ogni caso, questo è un anno di transizione che non fa testo nella solita lotta fra PES e FIFA, dal momento che il 2021 sarà l’anno zero per il mercato videoludico e forse anche per il calcio. Avremo i primi titoli sportivi pensati per girare su PlayStation 5 e Xbox Series X|S, anche se la coda di PlayStation 4 e Xbox One è ancora lunga (FIFA usciva nel 2018 sulla old-gen). E sarà un periodo importante anche per il calcio, che potrebbe proporre introdurre qualcosa di nuovo per far fronte ai contagi e alla crisi dovuta agli stadi vuoti: salary cap? Campionati con playoff? Visto che in questo 2020 Konami ha lavorato su un update e non su un videogioco nuovo, è lecito aspettarsi che tutte le risorse risparmiate siano state concentrate all’anno prossimo, proponendo un rivoluzionato PES 2022 con alle spalle 24 mesi di sviluppo.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: sportivo, calcistico
  • Lingua: italiano
  • Multiplayer: si
  • Prezzo29,99 euro

Ho potuto rivivere l’esperienza (incredibilmente ricca) di PES, questa volta “solo” in versione aggiornata, grazie al codice concesso dal publisher.

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Twin Mirror, il thriller psicologico è adesso disponibile

DONTNOD Entertainment e BANDAI Namco hanno annunciato che Twin Mirror è ora disponibile su PlayStation 4, Xbox One e PC.

Qui trailer e comunicato stampa:

Dopo la tragica morte del suo migliore amico, Sam Higgs decide di tornare a Basswood, la città della sua infanzia, per porgergli l’ultimo saluto. Ma diventa subito evidente che questa piccola cittadina della Virginia occidentale nasconde molti segreti. L’ex giornalista investigativo utilizzerà quindi le sue abilità deduttive per svelare i misteri che circondano la città e i suoi abitanti. Affrontando il suo passato, Sam sarà combattuto tra la sua ricerca della verità e il suo desiderio di riconnettersi con i suoi cari. Ma di chi potrà davvero fidarsi?

Le abilità analitiche davvero uniche di Sam consentiranno al giocatore, attraverso il Palazzo Mentale, di rivivere i suoi ricordi durante alcune sequenze di flashback, oltre a studiare l’ambientazione circostante per raccogliere indizi, così da simulare più scenari per dedurre il corso degli eventi o predire i punti di svolta chiave della storia. Tuttavia, questa particolare capacità può portare Sam a isolarsi dal mondo e, a volte, a ferire chi gli sta intorno.

Ed è qui che entra in gioco il Doppio, un personaggio che solo Sam può vedere. Il Doppio è una rappresentazione di sé stesso più empatica e sociale. Sam potrà sempre contare su questo alleato per una guida attraverso le interazioni sociali e per esplorare una società che a volte rifiuta la singolarità. Attraverso queste qualità umane, il Doppio potrà offrire a Sam un’alternativa quando dovrà prendere decisioni importanti.

Ogni decisione, interazione e scoperta influenzerà la direzione delle indagini di Sam e determinerà quanto di sé stesso sarà disposto a sacrificare. Ma non ci sono risposte giuste o sbagliate, perciò ogni giocatore vivrà un’esperienza unica e adattata alle proprie decisioni personali.             

Twin Mirror è compatibile con PlayStation 5, Xbox Series X e Xbox Series S.

Siete interessati alla nuova avventura di DONTNOD?

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