Come era lecito aspettarsi, anche la saga di Buu, e i suoi protagonisti, faranno parte di Dragon Ball Sparking! ZERO. L’ultimo arco narrativo di Dragon Ball Z si presenta nel nuovo picchiaduro di Bandai Namco con tutti i protagonisti principali al gran completo e tanti nuovi personaggi e altrettante versioni di Majin Buu, Goku, Gohan e Vegeta.
Il nuovo trailer di Sparking! ZERO ha svelato diverse trasformazioni di Buu. In particolare, Super Buu (Gotenks assorbito), Super Buu (Gohan assorbito) e Kid Buu. Non mancano però anche tanti altri protagonisti, alcuni già presentati in passato. Nello specifico, il trailer mostra anche altri eroi giocabili come Goku Super Sayan 3, Majin Vegeta, ma anche il mago Babidi, Darbula e personaggi meno in vista come Spopovich e Yamu.
Dragon Ball Sparking! ZERO è il nuovo capitolo della serie Budokai Tenkaichi, che uscirà l’11 ottobre 2024 su PlayStation 5 Xbox X/S e PC.
Non manca molto per tornare a sopravvivere nelle distese ghiacciate immaginate da 11 Bit Studios. Frostpunk 2 arriverà, momentaneamente solo su PC (anche via PC Game Pass) il 20 settembre 2024. Per prepararci all’occasione, il team di sviluppo ha pubblicato un video in cui mostra le principali novità che ci attendono.
Frostpunk 2 si svolgerà 30 anni dopo l’apocalisse che ci ha catapultato in un mondo pieno di ghiaccio e freddo in cui sopravvivere sarà l’unica cosa che conta. Nella fattispecie, il nuovo titolo si svolge dopo la morte del capo del primo capitolo. Rispetto al gioco che abbiamo avuto modo di apprezzare nel 2018, Frostpunk 2 è un titolo molto più incentrato sulla gestione con tantissime nuove peculiarità che lo rendono molto più complesso e decisamente più allettante per gli appassionati dei gestionali e dei city builder.
Nel video City Unbound Compilation, 11 Bit Studios si è concentrato su alcuni esempi molto esemplificativi. Il gioco aggiunge la complessità dei distretti che potranno lavorare insieme o crearsi problemi a vicenda. Un esempio è il distretto industriale, che tra le altre cosa crea inquinamento e rumore. Costuirne uno accanto al distretto residenzale potrebbe essere una scelta poco saggia. Un’altra novità sono le comunità. Gli abitanti adesso si riuniranno in gruppi più o meno grandi con sempre maggiori poteri. Nel caso in cui le comunità diventino particolarmente influenti, si trasformeranno in fazioni con un rilevante peso politico.
La politica sarà proprio una delle nuove caratteristiche di Frostpunk 2, che introduce il Concilio, una sorta di senato in cui sarà necessario negoziare per evitare che le fazioni possano prendere il sopravvento o fomentare il malcontento dei cittadini.
Infine, le spedizioni del primo capitolo diventano molto più complesse e nascono le colonie, delle nuove città che sarà possibile, anzi necessario, gestire per garantire la sopravvivenza della propria città.
Baldur’s Gate 3 si aggiornata con la Patch 7, un nuovo ricchissimo contenuto per ora disponibile solo su PC, che porta una serie di novità significative. Tra le aggiunte più importanti segnaliamo che ora i giocatori potranno ora godere di 13 nuove cinematics malvagie per ifinali, che riflettono scelte oscure fatte durante la partita. Sono stati inoltre introdotti miglioramenti al multiplayer e nuove Legendary Actions in Honour Mode.
L’aggiunta più importante è invece il Mod Manager, che rende più semplice creare e gestire mod grazie al nuovo Toolkit. Questo sistema semplifica l’installazione di mod direttamente dal gioco, e il supporto ufficiale arriverà presto anche su console. Tuttavia, per i giocatori console e Mac, la patch 7 di Baldur’s Gate 3 verrà rilasciata a ottobre.
Il nuovo Astro Bot di Team Asobi ha conquistato Digital Foundry grazie a un’esperienza di gioco che unisce tecnologia e divertimento puro. Costruito sulle basi di Astro’s Playroom, il titolo offre fluidità a 60fps e una risoluzione dinamica tra 1440p e 2160p, garantendo performance impeccabili. Nonostante qualche piccola incertezza, la qualità visiva si mantiene elevata grazie a un uso efficiente dell’anti-aliasing e alla mancanza di ghosting.
Come mostrato nel video YouTube di Digital Foundry, il design di Astro Bot brilla per l’uso innovativo della fisica e degli effetti. Il gioco utilizza simulazioni fluide e oggetti interattivi per rendere il mondo più dinamico. Ad esempio, l’acqua e le foglie reagiscono realisticamente ai movimenti del protagonista. Il livello ispirato al Giappone mostra perfettamente la cura del dettaglio, con acqua che scorre dai tetti e interagisce con gli elementi circostanti. Questo approccio fa sentire il mondo di gioco vivo e immersivo, aumentando il senso di interazione senza influenzare direttamente il gameplay.
Il lavoro fatto sul feedback aptico del controller DualSense merita una menzione speciale. Ogni passo, interazione o oggetto varia la risposta sul controller, creando una connessione fisica con il giocatore. Le superfici e i materiali rispondono in modo diverso, rendendo l’esperienza tattile una parte cruciale del gioco. Anche funzioni come il giroscopio e il microfono sono integrate, aggiungendo nuove meccaniche di gioco, come soffiare nel microfono per attivare oggetti.
Dal punto di vista grafico, Astro Bot non introduce tecniche rivoluzionarie, ma l’uso intelligente delle ombre e dell’illuminazione pre-calcolata crea un mondo visivamente coerente. Le superfici riflettenti e i materiali metallici sono particolarmente ben realizzati, mentre l’art direction aggiunge profondità e colori vivaci, dando vita a un mondo che riesce a essere sorprendente.
Oltre alla tecnologia, Astro Bot è un tributo alla storia di PlayStation. Il gioco include riferimenti a personaggi e giochi storici della piattaforma, come God of War. Questi omaggi non solo richiamano vecchi fan, ma introducono anche nuove meccaniche legate ai poteri dei protagonisti PlayStation, come l’uso dell’ascia di Kratos. Questo mescolarsi di vecchio e nuovo rende il gioco un omaggio al passato della console, mantenendo al contempo un gameplay fresco e innovativo.
Per Digital Foundry, ma non solo, Team Asobi ha dimostrato una maestria eccezionale nel combinare tecnologia, design e creatività in Astro Bot, offrendo un’esperienza di gioco che unisce nostalgia e innovazione. Il gioco è un trionfo per PlayStation 5, portando i giocatori in un mondo colorato e pieno di vita, ricordando a tutti il motivo per cui amiamo i videogiochi.
Il Team Asobi ce l’ha fatta: il tempo ci dirà se Astro Bot rimarrà nella storia dei videogiochi tanto a lungo da sedere al fianco di Super Mario e Sonic, ma adesso si gode il suo momento. L’ultima esclusiva per PlayStation 5 è un capolavoro che la critica specializzata ha premiato con voti altissimi. I media nazionali e internazionali hanno promosso Astro Bot a pieni voti e lo hanno già annunciato come possibile gioco dell’anno.
Come raccolto da Metacritic, Astro Bot ha una media voto di 94 e una sfilza di 100/100 straordinaria. Tra questi vale la pena citare che il pieno di voti sia arrivato anche da importantissime testate internazionali come Eurogamer, TheGamer, IGN (Spain e Portugal) e GamesRadar. Possiamo quindi confermare, come ci dicono i voti, che Astro Bot in questo momento è il favorito per vincere il titolo di miglior gioco dell’anno, nonostante manchino ancora tre mesi alla fine del 2024.
Astro Bot è un videogioco a piattaforme sviluppo dal Team Asobi uscito il 6 settembre 2024 in esclusiva per PlayStation 5. Il videogioco è ambientato in un mondo in cui i DualSense volano e le PlayStation 5 sono parte del mondo di gioco. L’intento di rendere Astro Bot la mascotte di Sony PlayStation sembra essere stato un successo.
Microsoft ha recentemente confermato a Forbes che il ritardo del lancio di Black Myth: Wukong su Xbox non è dovuto a limitazioni tecniche sulle piattaforme Series X/S. Secondo l’azienda, il motivo del rinvio èdipende da accordi tra lo sviluppatore Game Science e altre piattaforme e sicuramente non a problemi con l’hardware Xbox.
In una dichiarazione fornita da un rappresentante di Microsoft, l’azienda ha ribadito che il ritardo del gioco non è causato da problematiche legate alla Xbox Series S, come era stato ipotizzato da alcuni:
Siamo entusiasti del lancio di Black Myth Wukong su Xbox Series X/S e stiamo lavorando con Game Science per portare il gioco sulle nostre piattaforme. Preferiamo non commentare gli accordi dei nostri partner, ma possiamo confermare che il ritardo non è dovuto a limitazioni delle piattaforme Xbox.
Molti ritengono che lo slittamento del gioco sulle console americane sia legato a un accordo traGame Science e Sony. Microsoft ha specificato che preferisce non commentare tali accordi, ma ha indicato che la causa è da cercare in questo tipo di intese tra sviluppatori e altre piattaforme.
In precedenza, Game Science aveva menzionato l’ottimizzazione del gioco per le piattaforme Xbox come uno dei motivi del ritardo, ma questo aspetto non è stato chiarito nella recente dichiarazione di Microsoft. I fan Xbox attendono ancora una data di rilascio ufficiale e nel frattempo Black Myth Wukong raggiunge quota 18 milioni di copie vendute.
Due settimane: tanto è bastato a Black Myth Wukong per raggiungere vendite per 18 milioni di copie. Un successo incredibile, sicuramente atteso ma allo stesso tempo stupefacente, per il titolo di Game Science, che entra di fatto nell’olimpo dei lanci più profittevoli di sempre.
Ma i numeri incredibili di Black Myth Wukong non finiscono qui. A rivelarli è Daniel Wu di Hero Game, che a Bloombergha dichiarato come il gioco, sviluppato in sei anni con un budget di 70 milioni di dollari, possa raggiungere senza problemi il traguardo di vendita di 30 milioni di copie (grazie anche ad una potenziale espansione).
Intanto, ad oggi, il titolo avrebbe generato introiti per circa 800 milioni di dollari. All’appello mancano ancora le vendite per Xbox Series X/S, visto che Black Myth Wukong è attualmente a disposizione solo di possessori di PC e PS5. Ancora nessuna conferma sul motivo dei ritardi dell’uscita sulla console Microsoft, anche se i rumors fanno riferimento ad un tacito accordo con Sony per un’esclusività a tempo.
Black Myth: Wukong è soulslike sviluppato e pubblicato da Game Science. Il gioco prende spunta da un classico della letteratura cinese: “Il Viaggio in Occidente” e segue le avventura di scimmia antropomorfa basata sul personaggio di Sun Wukong.
Con l’uscita di STALKER 2 ormai vicina, GSC Game World ha condiviso dettagli su alcune funzionalità che arriveranno post-lancio. Tra le più attese ci sono le mod cross-platform, che permetteranno ai giocatori su PC e console di creare e condividere contenuti. Il supporto ufficiale alle mod non sarà immediato, ma il team mira a implementarlo quanto prima dopo il lancio dello sparatutto.
Un’altra novità importante sarà l’introduzione del multiplayer, anche questo previsto in un aggiornamento successivo. Il team si sta concentrando sull’ottimizzazione della modalità single player, ma ha confermato che il multiplayer arriverà. Inoltre, le dichiarazioni si sono concentrate sul sofware di Ray Tracing. Sarà basato sulla tecnologia Lumen di Unreal Engine 5. Non sarà pronto subito ma verrà integrato post-lancio con un futuro aggiornamento di STALKER 2. Questa tecnologia migliorerà ulteriormente l’illuminazione e i riflessi, sfruttando appieno le potenzialità del Ray Tracing su hardware compatibili.
Slava Lukyanenka ha infine detto che l’obiettivo di GSC Game World è garantire una qualità visiva e di gameplay all’altezza delle aspettative, mantenendo il supporto alla comunità di modder che ha reso celebre il franchise negli ultimi 15 anni.
S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl, sparatutto sequel diretto di Shadow of Chernobyl, uscirà il 20 novembre 2024 su PC e in esclusiva console su Xbox Series X/S.
Solo poche settimane ci separano dall’uscita di The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom. Come gli appassionati già sapranno, non si tratterà di un’avventura in 3d, sulla falsariga di Breath of The Wild o Tears of the Kingdom, bensì di un episodio a due dimensioni, che sembra fare più di un occhiolino a molti storici capitoli della saga. Quale occasione migliore per rispolverare alcuni dei migliori capitoli in 2d di questa ormai leggendaria epopea? In questo articolo andremo insieme alla riscoperta di quelli che, per chi scrive, sono stati i migliori giochi 2d della saga di Legend of Zelda.
Non si tratta dunque di una classifica, ma solo di un bellissimo viaggio nel viale dei ricordi, per prepararci al meglio a gustare la nuovissima avventura della nostra (e speriamo anche vostra) principessa preferita. Armiamoci dunque di spada e berretto verde ed incamminiamoci in questo fantastico viaggio!
The Legend of Zelda: The Minish Cap
E partiamo proprio da quella che, secondo la cronologia ufficiale della saga, è una delle primissime avventura in assoluto della coppia Link e Zelda. In questo episodio il nostro Link, con l’aiuto della nuova razza dei Picori, ha il compito di sconfiggere il malvagio stregone Vaati.
Con un comparto tecnico di tutto rispetto, Minish Cap spinge al massimo le capacità del GBA. Questa avventura offre una grafica coloratissima e particolareggiata, che ricorda molto un cartone animato.
A livello di gameplay, la novità più interessante del titolo è costituita dalla presenza di Egeyo, un minish che accompagna Link in forma di cappello. Grazie a lui, il nostro eroe ottiene la capacità di rimpicciolire. Questo offre moltissime interessanti possibilità di gioco, con la costante alternanza tra le ambientazioni “regolari” e quelle miniaturizzate.
Il design della mappa e dei dungeon è, come sempre, eccellente e regala moltissime ore di esplorazione, battaglie enigmi e soprattutto tanto, tanto divertimento. Un’avventura davvero bella e coinvolgente, in grado di appassionare e divertire ogni amante del genere.
The Legend of Zelda: A Link Between Worlds
Seguito diretto di A Link to the Past, Link Between Worlds costringe il nostro Link a spostarsi costantemente tra i mondi di Hyrule e Lorule, sua versione speculare, nel tentativo di fermare le trame dello stregone Yuga e di scoprire la verità su Hilda, misteriosa principessa di Lorule che ricorda da vicino Zelda.
Grazie alle potenzialità del 3DS, Link Between worlds propone una grafica in simil 3d, pur restando fedele alla struttura 2d del predecessore. Nel gioco sono anche presenti vari effetti in 3d stroboscopico, soprattutto nelle occasioni in cui Link o i nemici saltano verso lo schermo.
La novità più significativa è certamente la capacità di Link di trasformarsi in un dipinto, potere che il nostro amato hylliano dovrà sfruttare sia per l’esplorazione che per la risoluzione degli enigmi. Il gioco offre anche una struttura piuttosto libera, dal momento che è possibile noleggiare i vari oggetti dal negozio, scegliendo di fatto l’ordine con cui affrontare i dungeon. Un’avventura davvero pregevole, artisticamente molto valida e con una trama accattivante ed innovativa. Forse non raggiunge l’epicità di A Link to the Past, ma LBW riesce tranquillamente a brillare di luce propria, ponendosi a buon diritto non solo come uno dei migliori giochi di Zelda in 2d, ma anche come uno dei più grandi videogiochi per Nintendo 3DS.
The Legend of Zelda
In un articolo dei migliori Zelda 2d non potevamo non citare il gioco che ha dato origine alla leggenda. Uscito nell’ormai lontano 1986, il primo Legend of Zelda conteneva già tutti gli elementi vincenti della saga. Una mappa vastissima e liberamente esplorabile, dungeon vasti ed intricati, un numero enorme di nemici e moltissimi oggetti e gadget da raccogliere ed utilizzare per venire a capo della nostra avventura.
Certo, la trama risulta appena abbozzata e grafica e sonoro, per quanto iconici, sono ormai decisamente datati. Eppure il primo Zelda conserva ancora un fascino incredibile, sia per la sua importanza storica che per l’ingegno mostrato dagli sviluppatori. Nintendo infatti seppe sfruttare i limitatissimi strumenti a disposizione per creare una vera avventura fantasy, in cui il giocatore poteva perdersi per ore non solo per tentare di finire il gioco, ma anche per il puro gusto dell’avventura e dell’esplorazione. Una vera pietra miliare nella storia dei videogiochi, che tutti dovrebbero provare almeno una volta.
The Legend of Zelda: A Link to the Past
E come non citare quello che, per molti giocatori, è lo Zelda più bello in assoluto? Fin dalla sua uscita, nel 1991 sul mitico SNES, il terzo episodio della serie ha saputo raccogliere una serie incredibile di consensi. A Link to the Past ripropone la medesima struttura del primo Legend of Zelda, ma la migliora sotto ogni aspetto.
Il gioco sfrutta appieno le possibilità dello SNES per offrire una veste grafica assolutamente sbalorditiva alla sua uscita, ma che non sfigura nemmeno ai giorni nostri. Il mondo di ALTTP è enorme, colorato, ricco di particolari e con molte aree diversissime tra loro. Anche la colonna sonora è semplicemente epica, con numerosi brani diventati ormai iconici e che risultano sempre molto d’atmosfera.
Come se tutto ciò non bastasse, A Link to the Past riesce ad andare oltre, proponendo addirittura due world map separate, una per il mondo della luce e una per quello delle tenebre. Per completare l’avventura, il giocatore è chiamato ad interagire con entrambe le mappe, a volte passando da una all’altra all’interno dello stesso Dungeon. Anche la trama è davvero interessante e ricca di elementi che getteranno le basi per giochi come Ocarina of Time. Un classico intramontabile che nessun giocatore degno di questo nome può permettersi di lasciarsi sfuggire.
The Legend of Zelda: Link’s Awakening
Sia il gioco originale, uscito nel 1993 per Gameboy, sia il suo remake del 2019 sono certamente degni di essere menzionate nel nostro viaggio. Dopo aver subito un naufragio, il nostro Link si ritrova intrappolato nel misterioso mondo di Koholint.
L’unica speranza di fuga sembra essere il misterioso Pesce Vento. Per raggiungere il gigantesco essere, Link ha bisogno di radunare alcuni strumenti magici. Questo il prestesto che guiderà il nostro eroe all’esplorazione di Koholint e dei suoi numerosi dungeon.
Link’s Awakening non mostra particolari innovazioni rispetto ad altri giochi della saga. L’unica reale novità è la presenza di alcune sezioni di gioco a scorrimento laterale 2d. Tuttavia, l’enorme qualità della struttura della mappa e dei dungeon e l’enorme numero di oggetti ed equipaggiamenti presenti rendono l’esperienza davvero divertente, appagante e sempre estremamente varia.
Link’s Awakening non è l’episodio più epico o innovativo della saga, ma è forse uno dei più divertenti in assoluto. E, come accennavamo, il remake uscito qualche anno fa per Switch rende assolutamente giustizia all’opera originale.
Zelda II: The Adventure of Link
Molti di voi saranno certamente sorpresi di trovare Zelda II in un articolo del migliori giochi 2d della saga. La seconda avventura di Link è da molti considerata la pecora nera della saga. Molti fan lo ritengono addirittura un brutto gioco. Nulla di più falso.
Le perplessità relative a Zelda II nascono quasi sempre dall’enorme differenza tra il suo gameplay e quello della maggioranza dei capitoli della serie. Se il primo Zelda proponeva un enorme mappa da esplorare con visuale dall’alto, Zelda II riserva questa struttura alla sola mappa del mondo. Le città, i dungeon e le aree di incontro coi nemici propongono invece una struttura action a scorrimento orizzontale. Zelda II, dunque, propone un approccio molto più improntato all’azione e ai combattimenti piuttosto che all’esplorazione e agli enigmi (che comunque non mancano).
Molti fan, soprattutto tra coloro che hanno recuperato il gioco a posteriori, sono rimasti spiazzati da questo stile di gioco e hanno finito col non apprezzare quest’avventura. Tuttavia, una volta superato lo spaesamento e l’elevata difficoltà del gioco, Zelda II regala un’esperienza lunga, profonda e davvero interessante. La mappa di gioco è enorme e i dungeon sono vasti, complessi e strapieni di nemici, che mettono davvero a dura prova le abilità del giocatore.
Consigliamo a tutti di non farsi influenzare dalla cattiva fama del gioco e di concedergli una possibilità. E poi, diciamolo, come si può ignorare l’episodio che contiene la prima apparizione in assoluto di Link Oscuro?
Conclusione
Ed eccoci alla fine della nostra rassegna. Sappiamo bene di aver omesso di parlare di molti capitoli davvero importanti della saga, come Four Sword o Phantom Hourglass, ma per in questo articolo sui migliori Zelda 2d ci siamo fatti guidare più dai ricordi e dai sentimenti che da criteri oggettivi. Ora non resta che attendere Echoes of Wisdom. saprà essere all’altezza dei suoi onorati ed illustri predecessori?
L’attesa è finita: il 6 settembre arriva su PlayStation 5 Astro Bot, il platform che promette di farci tornare bambini con un’avventura tutta nuova. Il robottino più amato dai fan di Sony si prepara a conquistare ancora una volta il cuore dei giocatori con una combinazione perfetta di nostalgia e innovazione. Dopo il successo travolgente di Astro’s Playroom (il gioco proferito di mio figlio, ndr per voi inutile ma volevo condividerlo a tutti i costi), Team Asobi ha deciso di alzare ulteriormente l’asticella, creando un mondo di gioco ben quattro volte più grande rispetto a quello del titolo precedente. Se già avete amato la piccola avventura pre-installata sulla PS5, preparatevi perché quello che ci attende è un vero e proprio salto quantico!
Trailer mozzafiato e un gameplay da urlo
Il trailer rilasciato da Sony qualche giorno fa ha già mandato in visibilio i fan, rivelando ambientazioni che sembrano uscite direttamente da un sogno a occhi aperti. Giardini fluttuanti, pianeti misteriosi e cieli infiniti: ogni mondo promette di essere unico, vario e perfettamente costruito per sfruttare al massimo le capacità del DualSense. Con il feedback aptico e i trigger adattivi, ogni salto, colpo o interazione con l’ambiente promette di essere sentita fino in fondo. Sarà come tenere nelle mani il mondo di Astro, sentendo ogni vibrazione come se fossimo lì con lui a fluttuare nello spazio. O quantomeno è quello che noi tutti speriamo.
Il gameplay, che si preannuncia variegato e ricco di sorprese, ci porterà a esplorare una serie di pianeti vibranti e popolati da creature dal design cartoonesco e accattivante. E non mancheranno i riferimenti a vecchie glorie del mondo PlayStation: da Kratos a Ratchet & Clank, passando per tanti altri eroi iconici, Astro Bot si divertirà a omaggiare il passato di Sony con eleganza e una buona dose di ironia. L’obiettivo del gioco? A quanto pare sarà salvare ben 300 bot, di cui 150 legati a personaggi celebri del mondo videoludico.
Personalizzazioni e divertimento senza limiti
Se la varietà di mondi e nemici non fosse già sufficiente per tenervi incollati al gioco, Astro avrà a disposizione una serie di potenziamenti speciali che lo renderanno ancora più versatile e divertente da comandare. Dall’acquisizione di abilità legate ai personaggi iconici di PlayStation, fino all’uso di gadget futuristici, Astro sarà sempre pronto a sorprendere. E per chi ama personalizzare la propria esperienza di gioco, sarà possibile sbloccare outfit esclusivi e skin per il DualSense, rendendo ogni partita unica e irripetibile.
Una chicca? Niente microtransazioni! Team Asobi ha confermato che ogni contenuto sarà accessibile solo attraverso il gameplay, garantendo un’esperienza di gioco pulita e senza distrazioni. Raccogliere monete esplorando i mondi sarà il modo migliore per scoprire tutti i segreti che il gioco ha da offrire, e spendere nel Gatcha Lab sarà divertente e gratificante. Un ritorno alle radici del gaming, dove ogni ricompensa era conquistata con fatica e abilità.
Un platform che promette di segnare il 2024
Non c’è dubbio che Astro Bot sia uno dei titoli più attesi dell’anno, e le aspettative sono altissime. Se Astro’s Playroom è riuscito a fare breccia nei cuori dei giocatori come “demo” delle potenzialità della PS5, questa nuova avventura sembra avere tutte le carte in regola per diventare un classico del genere platform. I commenti entusiasti sui forum e sui social media ne sono la prova: c’è chi già lo definisce un potenziale “gioco dell’anno”, e chi non vede l’ora di buttarsi a capofitto nell’esplorazione di questo magico universo. In barba a chi ritiene che sia soltanto una vetrina patinata di un universo ludico circoscritto a Sony
Le prime recensioni e i feedback dalle demo giocabili ai principali eventi di settore parlano di un titolo fluido, divertente e perfettamente ottimizzato per sfruttare tutte le tecnologie di nuova generazione della PS5. E per chi scrive questa è uno degli aspetti più importanti. Avete mai giocato ad un platform mal programmato in cui il vostro personaggio non risponde pienamente ai vostri comandi? Credo sia una delle esperienze videoludiche più frustranti in assoluto.
Noi de Il Videogiocatore non vediamo l’ora! Lo ammetto: qui in redazione non stiamo nella pelle. Dopo aver visionato frame per frame il trailer e analizzato le informazioni rilasciate finora ci aspettiamo un’avventura che non solo conquisterà i fan del genere, ma che saprà anche avvicinare nuovi giocatori grazie alla sua accessibilità e al suo stile accattivante. Le premesse ci sono tutte, guai ad essere smentiti!
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