Cinque minuti sono sufficienti per mostrare tutte le novità, e i riferimenti del passato, di Mario & Luigi: Fraternauti alla Carica. Il trailerdel nuovo capitolo degli idraulici più famosi al mondo si concentra su Elettria, il nuovo mondo di gioco. Nello specifico, Elettria è stata colpita da un evento “magico” che ha portato la terra a separarsi in diverse isole, che Mario & Luigi dovranno esplorare a bordo della propria imbarcazione.
Non mancano ovviamente le vecchie conoscenze e diverse citazioni al passato. In particolare, il trailer mostra la presenza di Bowser e della Principessa Peach per poi concentrarsi sul gameplay. Come tutti i capitoli di Mario & Luigi (e Super Mario RPG), anche Fraternauti alla Carica avrà tantissimi enigmi ambientali da superare coordinando i due fratelli italiani all’interno delle diverse zone di Elettria, tutte diverse tra loro tra lava e neve. Inoltre, per quanto riguarda i combattimenti, il focus sarà sul tempismo che permetterà di far piroettare i nostri protagonisti verso i nemici.
Infine, non può non balzare all’occhio il comparto grafico in cel-shading che trasforma Mario e Luigi in due personaggi dei cartoni animati veramente pregevoli. Una scelta ben diversa rispetto agli altri capitoli, incluso l’ultimo arrivato ben nove anni fa su Nintendo 3DS: Mario & Luigi: Paper Jam Bros.
Mario & Luigi: Fraternauti alla Carica arriverà su Nintendo Switch il 7 novembre 2024. Salperete i mari di Elettria?
The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom è l’ultimo capitolo della celebre serie di giochi di avventura di Nintendo, e rappresenta un’evoluzione significativa rispetto ai suoi predecessori. Questo gioco combina elementi classici della serie con nuove meccaniche di gioco, offrendo un’esperienza unica e coinvolgente. In questa recensione di The Legend of Zelda Echoes of Wisdom, esploreremo in dettaglio gli aspetti tecnici, il gameplay, la grafica, la trama e le innovazioni introdotte in questo titolo.
Zelda si “veste” bene per l’occasione
Una delle prime cose che colpisce in Echoes of Wisdom è la sua grafica. Il gioco utilizza uno stile artistico che combina elementi 2D e 3D, creando un mondo vibrante e dettagliato. Le ambientazioni sono ricche di colori e dettagli, con una cura particolare per i paesaggi e gli ambienti naturali. Le animazioni, dal canto loro, contribuiscono a rendere il mondo di Hyrule vivo e dinamico.
Il gioco si ispira spudoratamente al remake di Link’s Awakening, utilizzando anche stessa tecnologia e stessa tecnica.
Il frame rate oscilla tra i 30 e 60 FPS durante il gameplay, di norma negli ambienti aperti e negli incontri con i boss avremo i 30 FPS, nei dungeon invece arriveremo a 60. La risoluzione del gioco varia dai 1080p quando si utilizza in versione docked ai 720p quando in modalità portatile.
Una qualità comunque che rimane costante per l’intero sviluppo del gioco.
Lato sonoro, il gioco è stato apprezzato per l’attenzione ai dettagli sia nella colonna sonora sia negli effetti. Temi che si adattano perfettamente al gioco (anche se spesso un filo ripetitivi) ed effetti sonori che contribuiscono ad aumentare l’immersione nel titolo.
Zelda e Tri, binomio perfetto
Il gameplay di Echoes of Wisdom è una fusione di elementi classici della serie Zelda con nuove meccaniche innovative. Il gioco mantiene la struttura di dungeons e puzzle tipica della serie, ma introduce anche nuove modalità di interazione con l’ambiente. Una delle principali novità è quella di creare “echi” o più volgarmente repliche di nemici sconfitti e di altri oggetti utili che ci consentiranno di affrontare i puzzle nei modi più svariati grazie ai poteri che l’entità non meglio precisata Tri ci donerà.
Questa meccanica permette ai giocatori di evocare creature sconfitte per combattere al loro fianco e di creare oggetti come letti, scatole e trampolini per superare ostacoli e raggiungere nuove aree. La gestione di questi echi è resa ancora più interessante dal fatto che le “copie” sono limitate e ci vorrà tutto il vostro ingegno per scegliere i giusti pezzi o i giusti nemici da utilizzare.
Protagonisti
In Echoes of Wisdom, la protagonista principale è la principessa Zelda, un cambiamento significativo rispetto ai giochi precedenti in cui Link era il personaggio centrale. Questo cambiamento di prospettiva rende la trama più particolare e secondo me anche interessante. Ho apprezzato molto, personalmente, la variazione sul tema. Zelda porterà i giocatori ad esplorare Hyrule per sigillare misteriose fratture viola che minacciano il regno.
La storia è ben scritta come d’altronde Nintendo ci ha abituato fin dagli inizi ed offre una narrazione costante che si sviluppa attraverso dialoghi e scene cinematiche. La presenza di Zelda come protagonista permette di esplorare nuovi aspetti del suo personaggio e del suo ruolo nel mondo di Hyrule, rendendo la trama fresca e interessante. a mio modo di vedere.
Innovazioni e novità principali
Come detto, in questo capitolo, la protagonista principale è la principessa Zelda, un diverso ed apprezzato punto di vista dal quale affrontare le avventure che il mondo di Hyrule ci prospetta. Rispetto ai giochi precedenti in cui eravamo abituati ad usare Link come eroe, sicuramente è una ventata di novità. Zelda, grazie a Tri (forse una fata alla fine) utilizza un potente bastone chiamato Tri (ma và…) per creare “echi” di oggetti e nemici trovati in Hyrule. Questi echi possono essere utilizzati in vari modi creativi per risolvere enigmi e combattere nemici.
Il gioco, inoltre, offre una vasta esplorazione di Hyrule, con personaggi eccentrici, missioni secondarie, minigiochi, abiti, accessori e molto altro. Fortunatamente oltre a creare echi, Zelda ha altre abilità potenti come Sincronia e Sincronia inversa, magie che permettono di manipolare oggetti e nemici in modi del tutto particolari come ad esempio quando Zelda sposta oggetti oppure vi si collega tramite la magia per spostarsi insieme ad essi. Il gioco, nel pieno stile Zelda, include dungeons pieni di nemici, enigmi e boss mostruosi, offrendo sfide avvincenti e varie. Infine le fratture. Zelda deve affrontare fratture misteriose apparse in tutta Hyrule risolvendo enigmi ed affrontando nemici nel tentativo di richiuderle e salvare coloro che ne sono stati intrappolati ed il Regno.
Performance
Dal punto di vista tecnico, Echoes of Wisdom è generalmente ben ottimizzato, anche se presenta alcune problematiche di performance. Durante le sessioni di gioco, possono verificarsi cali di frame rate e piccoli bug, ma nel complesso l’esperienza di gioco rimane fluida e piacevole. Quello che davvero non ho sopportato è stata la gestione delle repliche a disposizione, un elenco infinito da cui scegliere che spezza decisamente il ritmo del gioco. Si poteva fare di più.
Conclusione
The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom è un titolo che riesce a combinare con successo elementi classici della serie con nuove meccaniche di gioco, offrendo un’esperienza unica e coinvolgente. La grafica accattivante, il gameplay innovativo e la trama avvincente rendono questo gioco un must per tutti i fan della serie e per i nuovi giocatori. Nonostante alcune pecche veniali di performance il gioco mantiene sempre un alto livello di qualità e divertimento.
Dettagli e Modus Operandi
Piattaforme: Switch
Data uscita: 26/09/2024
Prezzo: 59,99 €
Ho nuovamente provato il gioco a partire dal day one su Nintendo Switch
Ufficialmente, Dragonball Sparking Zero sarà disponibile solo da venerdì 11 ottobre. Numerosi fan hanno però acquistato il gioco nelle edizioni deluxe ed Ultimate. Queste particolari versioni del gioco consentono ai giocatori un early access, regalando la possibilità di provare il gioco con alcuni giorni di anticipo.
Nonostante solo una certa percentuale di utenti abbia libero accesso al gioco, Dragonball Sparking Zero sta già facendo segnare una serie di numeri impressionanti. Secondo la piattaforma SteamDB, infatti, la nuova fatica di Bandai Namco avrebbe fatto segnare un picco di ben 91000 giocatori collegati in contemporanea. Per far meglio comprendere l’entità di questi numeri, basti sapere che Street Fighter 6 si è fermato a 70.573 utenti, mentre Tekken 8 e Mortal Kombat 1 hanno raggiunto 49.977 e 38.129 giocatori.
Un risultato davvero notevole, dunque. Tutto sembra lasciar presagire che, con la release ufficiale del gioco, questi numeri andranno ulteriormente ad incrementarsi. In attesa della nostra recensione, non possiamo che augurarci che Sparking Zero riesca davvero a mantenere tutte le promesse e ad essere a tutti gli effetti un successo mondiale.
Negli scorsi mesi, in maniera quasi del tutto inattesa, Capcom ha annunciato l’uscita di una collection dedicata alla saga Marvel vs Capcom. Questa collection è stata accolta in modo molto positivo dai fan.
Dopo la delusione di Marvel VS Capcom Infinite, questa raccolta, per molti fan, rappresentava la possibilità di ritrovare al massimo del suo splendore una saga che, nei primi anni duemila, godeva di grande popolarità, soprattutto tra i fan del genere picchiaduro.
Questa raccolta, come vedremo, raccoglie di fatto tutto il meglio della serie, compreso un gradevole extra. Questi vecchi classici avranno però l’appeal necessario per giustificare l’acquisto del gioco?
Un’offerta molto ricca
L’offerta che Capcom propone con questa collection è certamente molto ricca e completa. Arcade classics contiene l’intera serie VS, composta da X-Men Vs Street Fighter, Marvel Super Heroes Vs Street Fighter, Marvel Vs Capcom e Marvel Vs Capcom 2. Capcom ha saggiamente deciso di includere anche X-Men Children of the Atom e Marvel Super Heroes, di fatto i capostipiti della saga.
Come ciliegina sulla torta, è stato inserito nella raccolta anche The Punisher, divertente picchiaduro a scorrimento 2d dedicata al tetro giustiziere Marvel. Si tratta di un vero e proprio concentrato di azione da sala giochi anni 90 che, sebbene un po’ fuori luogo, risulta davvero divertente e piacevole da giocare ancora oggi.
Tutti i titoli sono presenti nelle loro versione Arcade, con la possibilità di effettuare alcune personalizzazioni. Il giocatore può infatti scegliere quale versione del gioco caricare (giapponese o inglese), il livello di difficoltà, i filtri grafici da inserire (se si desidera farlo) e persino se inserire delle cornici per personalizzare lo schermo.
Durante il gioco è possibile effettuare un salvataggio in qualsiasi momento della partita e consultare il set di mosse dei nostri personaggi. Ogni gioco è poi impreziosito dalle immagini dei cabinati originali, che mostrano tramite illustrazioni i comandi principali di ogni gioco. Un vero e proprio tocco di classe per i nostalgici!
Completa l’offerta l’inserimento di una modalità allenamento. Quest’ultima, purtroppo, risulta appena abbozzata. Se infatti sono presenti sia le hit box dei personaggi che le indicazioni dei frames delle mosse, manca totalmente un tutorial per le combo principali dei personaggi, che in questi giochi sono spesso lunghe e complesse. Davvero un peccato, anche se apprezziamo lo sforzo fatto da Capcom nel cercare di venire incontro alle esigenze dei giocatori più smaliziati.
La collection messa insieme da Capcom è dunque certamente molto ricca e variegata. Vediamo ora se i giochi all’interno sono altrettanto validi.
Mazzate mutanti
Diciamo la verità: tra tutti i giochi della Collection X-Men: Children of the Atom è certamente quello invecchiato peggio. Le collisioni tra i personaggi sono spesso casuali, i danni inferti dagli attacchi sono incoerenti e spesso sproporzionati e il sistema di combo è troppo poco rifinito, permettendo ai più esperti di eseguire sequenze di attacchi praticamente infinite.
Come se non bastasse, l’intelligenza artificiale della CPU risulta incoerente, con avversari che sembrano spesso leggere in anticipo i nostri comandi per anticiparci, salvo poi cascare in “trabocchetti” banali come attacchi a distanza scagliati a mezzaria eseguiti a ripetizione. Tuttavia, X-Men COTA mantiene un fascino ed un carisma davvero enormi. Gli sprites enormi e definiti, lo stile grafico fumettoso, la frenesia del gameplay e l’enorme numero di mosse e abilità a disposizione rendono l’esperienza ancora gradevole, nonostante i numerosi difetti.
Le principali innovazioni portate da X-Men consistono nella possibilità di effettuare enormi salti durante lo scontro e nella possibilità di sfruttare i differenti livelli della barra special per ricorrere ad attacchi ed abilità speciali. Oltre alle devastanti Hyper X, infatti, ogni personaggio dispone di particolari X-abilities. Queste ultime spesso non consistono in veri e propri attacchi, bensì in poteri speciali, come la capacità di volare, un temporaneo potenziamento dei nostri attacchi e persino la capacità di recuperare la nostra energia.
Nel complesso, X-men COTA resta un buon picchiaduro, che avrà sicuramente un grande valore nostalgico per chi, come me, lo ha giocato all’uscita in versione arcade nel 1994 e, non disponendo di un Sega Saturn, non ha mai potuto godere di una conversione all’altezza. Una menzione speciale merita Magneto, boss finale del gioco. Ancora oggi fatico a trovare avversari finali più ostici e difficili del signore del magnetismo.
Eroi marvel in azione
Uscito per la prima volta nel 1995 come sequel diretto di X-men COTA, Marvel Super Heroes migliora il predecessore sotto ogni aspetto. MSH presenta animazioni più pulite, un sistema di combo e combo aeree più preciso e divertente ed un roster che comprende eroi provenienti dall’intero mondo Marvel. La barra dell’energia spirituale può ora essere riempita fino a tre livelli differenti e viene utilizzata dai nostri eroi per effettuare i loro attacchi speciali, che vanno a consumare un livello di barra ciascuno.
Il gioco si ispira alla famosissima saga del Guanto dell’Infinito (dalla quale ha preso spunto anche l’MCU) e presenta il titano Thanos come antagonista principale. Nel corso dei vari scontri, gli eroi sbloccano l’accesso a tutte e sei le gemme dell’infinito. Il giocatore può usare le gemme a sua disposizione in ogni momento della battaglia. Ogni gemma dona particolari capacità, che vanno dalla velocizzazione dei movimenti al dono di una super corazza. Un’idea davvero niente male, che dona agli scontri ancora più incertezza e varietà.
Unico vero neo del gioco è il suo roster. Sebbene contenga molti dei principali eroi e villain dell’universo Marvel, l’assenza di mostri sacri come Thor, i fantastici 4 o Silver Surfer si fa sentire. Soprattutto se al loro posto troviamo personaggi come Blackheart (il figlio di Mefisto) e Shuma Gorath, assolutamente sconosciuti ai più.
Che il crossover abbia inizio!
Coi due giochi successivi, ovvero X-Men vs Street Fighter e Marvel Super Heroes vs Street Fighters, rispettivamente del 1995 e 1996, la serie assume quelle che diventeranno le sue caratteristiche più peculiari. Entrambi questi giochi infatti propongono battaglie a coppie, in cui il giocatore può selezionare i suoi personaggi scegliendo tra gli eroi della marvel e i combattenti della strada di Capcom.
Durante la sfida i lottatori possono essere scambiati in ogni momento, mentre il match termina nel momento in cui entrambi i lottatori di una squadra vengono sconfitti (senza alcun secondo round). I lottatori hanno anche la possibilità di collaborare per scatenare tremende e spettacolari super combinate, che consumano ben due indicatori della barra special. Il partner può anche essere sfruttato per effettuare dei contrattacchi mentre nell’istante in cui si blocca un colpo nemico.
MSHvsSF introduce anche la possibilità di convocare in ogni momento il nostro partner per fargli effettuare un attacco “assist”, in grado sia di cogliere di sorpresa l’avversario che di estendere le nostre combo. Questi giochi introducono anche i famigerati Boss giganti, dal momento che il mastodontico Apocalisse occupa praticamente tutto lo schermo con la sua mole!
Se XMvsSF risulta tuttora un gioco davvero divertente e spettacolare, sebbene ancora piuttosto acerbo, MSHvsSF sembra molto meno ispirato. A penalizzare questo gioco è soprattutto il roster, davvero scialbo e poco azzeccato, con numerosi personaggi riciclati da MSH e X men COTA. Anche la resa generale risulta molto pressapochista, con musiche e sfondi ripresi dai giochi precedenti in maniera praticamente identica.
Marvel VS Capcom
Con Marvel vs Capcom, del 1998, la formula dei giochi precedenti viene migliorata e perfezionata. Tornano gli scontri a coppie, arricchiti dalla presenza di un terzo personaggio, il cui utilizzo è legato unicamente agli attacchi di supporto. Questi personaggi sono richiamabili solo per un numero limitato di volte, dunque il loro uso deve essere dosato con attenzione.
Oltre alle devastanti super combinate, MVC consente anche di schierare per un tempo limitato entrambi i personaggi contemporaneamente (il secondo agisce in modo speculare al primo), permettendo al giocatore di scatenare terribili combo personalizzate.
Anche il comparto tecnico del gioco risulta davvero di buon livello, con grafica e sonoro ritoccate, una serie di nuovi stages e un roster all’altezza della situazione. Certo, come nei titoli precedenti, i personaggi non sono bilanciatissimi e l’azione risulta fin troppo caotica per esaltare la tecnica, ma MVC resta un picchiaduro divertente e vario.
Marvel VS Capcom 2: Il capolavoro
Marvel vs Capcom 2: New Age of Heroes, uscito nel 2000 in versione arcade e, successivamente, su Sega Dreamcast, è certamente il titolo migliore della collectione. Forte di un roster di ben 56 personaggi, di un rinnovato motore grafico e di un sistema di controllo finalmente limato e perfezionato, MVC2 migliora e perfeziona praticamente ogni elemento della saga.
Il gioco propone scontri 3 vs 3, mantenendo la possibilità di effettuare mosse combinate e di “convocare” i personaggi non in gioco per effettuare attacchi assist. Questo sistema, unito all’enorme numero di personaggi selezionabili, potenzia la giocabilità in modo incredibile. L’enorme numero di lottatori e mosse a disposizione permette infatti ai giocatori di assemblare la propria squadra in maniera strategica.
Si può ad esempio mettere insieme squadre in cui i personaggi compensino a vicenda i propri punti deboli. É anche possibile, per i giocatori più esperti, creare vere e proprie tattiche personalizzate, che combinino gli attacchi e le caratteristiche di ogni personaggio per creare veri e propri schemi di attacco fra loro coerenti.
Anche sotto il comparto tecnico, MVC 2 non delude, proponendo personaggi e sfondi molto più definiti rispetto ai primi giochi. Tuttavia, il miglioramento più sensibile riguarda le animazioni e la fluidità di gioco. L’azione e gli attacchi sono molto più precisi e coerenti e l’azione è sempre fluida e scorrevole, anche nelle fasi più concitate. MVC 2 riesce finalmente a realizzare quell’equilibrio tra velocità d’azione e abilità tecnica, che fino ad allora era sfuggito alla serie Capcom.
Non a caso, questo gioco è stato uno dei protagonisti assoluti di numerose edizione dell’EVO ed è tutt’oggi richiesto e supportato da molti giocatori professionisti. Grazie a Capcom, finalmente MVC 2 è a disposizione di ogni giocatore, in una versione facilmente fruibile e che offre la miglior versione possibile di questo leggendario titolo. Non è esagerato affermare che la presenza di MVC2 giustifichi da sola l’acquisto della collection.
Conclusioni
Tirando le somme, Capcom ha realizzato davvero una collection ricca ed interessante. Ogni gioco è presente nella miglior versione possibile, con in più una buona dose di opzioni per personalizzare l’esperienza. Arricchiscono il pacchetto una modalità museo, che contiene molti degli artwork legati ai vari giochi e la modalità “medaglie”, con una serie di sfide da completare per ognuno dei titoli a disposizione.
Capcom ha inserito anche una modalità online, con tanto di sfide amichevoli, battaglie classificate e la possibilità di creare stanze personalizzate. Purtroppo, nonostante la presenza del rollback (vedi qui per approfondire), durante la nostra esperienza siamo incorsi in vari rallentamenti, anche piuttosto pesanti. Anche in questo caso, però, non ce la sentiamo di bocciare l’operato di Capcom. Stiamo comunque parlando di giochi e codici ormai molto vecchi e implementare tecnologie nuove in questo genere di prodotti è sempre piuttosto complicato.
Certo, se non siete amanti del genere e non avete giocato a questi giochi alla loro uscita, l’offerta perde sicuramente di appeal. Se però apprezzate questo genere di giochi e volete avere l’intera collezione dei picchiaduro Marvel targati Capcom a disposizione, Arcade Classic Collection è il gioco che fa per voi.
Conclusione
Marvel vs Capcom Fighting Collection: Arcade Classics è una raccolta estremamente ricca e ben assemblata. Tutti i giochi sono proprosti in versione Arcade Perfect, con varie possibilità di personalizzazione e diversi contenuti extra. L’acquisto è consigliatissimo per i nostalgici dei classici picchiaduro 2d. Ci sentiamo di consigliare il gioco anche a tutti gli amanti dei giochi di lotta. Questa collection potrebbe rivelarsi una piacevole e divertente scoperta.
Dettagli e Modus Operandi
Piattaforme: PS5, Xbox Series S|X, Switch, PC, PS4
Data uscita: 11/09/2024
Prezzo: 49,99 €
Ho testato il gioco a pochi giorni dall’uscita nella versione Switch.
Altre ottime notizie per Astro Bot e Legend of Zelda: Echoes of Wisdom. Sul nuovo numero di Edge, importante rivista britannica, entrambi i giochi hanno ricevuto punteggi altissimi, che testimoniano nuovamente l’ottimo livello dei due titoli.
Ecco l’elenco completo dei voti delle recensioni dell’ultimo numero della rivista:
Astro Bot – 10
The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom – 9
Frostpunk 2 – 9
Star Wars: Outlaws – 7
The Plucky Squire – 7
Deathsprint – 7
Warhammer 40.000: Space Marine 2 – 6
Shadows of Doubt – 6
Wild Bastards – 9
Baker – 6
Starstruck: Hands Of Time – 8
Caravan Sandwitch – 6
Selfloss – 6
Come si può leggere, Zelda si è aggiudicato un ottimo 9, mentre Astro Bot ha addirittura realizzato un perfect score. Nonostante la lunghezza non proprio eccelsa e la difficoltà tarata verso il basso, anche Edge ha voluto premiare l’originalità e la freschezza di gameplay del titolo Sony.
Echoes of Wisdom invece è stato premiato soprattutto per il suo design e per la genialità dell’utilizzo degli oggetti nella risoluzione degli enigmi. Da segnalare anche l’ottimo voto ricevuto da Frostpunk 2 (qui la nostra recensione), che si conferma uno strategico solido e coinvolgente.
L’attesa era tanta e le aspettative erano alte, ma la 11-bit Studios è riuscita nell’impresa: Frostpunk 2 è un titolo che mantiene le promesse, rispetta il suo predecessore ma da cui prende le giuste distanze. Il risultato è un’esperienza di gioco inedita, che si inserisce in un contesto familiare.
Si tratta di un titolo che, sin da subito, mostra una doppia anima. Da una parte c’è l’aspetto narrativo che riporta il giocatore esattamente dove era rimasto una volta completato Frostpunk. Dall’altra, il gameplay che ci troviamo di fronte si presenta come qualcosa di completamente nuovo, al punto tale che talvolta stordisce.
Trent’anni dopo
Iniziamo precisando tempo e luogo in cui si svolge l’avventura. Sono passati circa trent’anni dagli eventi di Frostpunk, quando siamo stati chiamati a guidare l’umanità nella corsa alla sopravvivenza contro la glaciazione mondiale, sforzandoci di garantire una casa, cibo e cure a uomini, donne, anziani e bambini.
L’obiettivo è stato raggiunto, ma ora dobbiamo ricostruire la società: non si tratta più di combattere “soltanto” il freddo, la fame e le malattie, dobbiamo costruire una città che soddisfi i bisogni delle persone che la abitano. Insomma, tocca fare i conti con la politica.
Cosa cambia
Ed è qui, forse, che troviamo la principale distinzione tra Frostpunk 2 e il suo predecessore: il city building è totalmente rinnovato. In Frostpunk 2 non dobbiamo più costruire ogni singolo edificio, bensì dei distretti. Non dobbiamo più decidere quanti lavoratori assegnare ad ogni singolo sito produttivo, ma disponiamo di una forza lavoro che viene equamente distribuita tra le aree produttiveche decidiamo di edificare
Questa è sicuramente la prima novità che il titolo presenta ai giocatori: se con Forstpunk ci siamo trovati di fronte ad un sistema di micro management, con Frostpunk 2 le cose si fanno in grande. Cambiamenti che potrebbero stordire, in quanto richiedono al giocatore uno sforzo iniziale non indifferente, soprattutto di calcolo, per tenere costantemente traccia della quantità di forza lavoro a disposizione. I primi minuti di gioco saranno probabilmente spesi chiedendosi: “Ho abbastanza lavoratori per un nuovo sito produttivo?”. Fortunatamente, basta prendere un po’ la mano e passa la paura.
Questa è solo una delle tante novità, tutte accuratamente spiegate in un ricco diario le cui voci vengono sbloccate mano mano che si avanza nel gioco. Anche in questo caso, però, il giocatore potrebbe trovarsi disorientato e perdersi tra i tanti (a volte troppi) suggerimenti che vengono rivelati, a volte anche contemporaneamente.
Nel complesso si sente la mancanza di un vero e proprio tutorial: gli avvisi sembrano perdersi nel mare di icone a disposizione e – almeno inizialmente – il gioco risulta poco intuitivo. Ma si sa, Frostpunk non è mai stato un titolo easy playing: bisogna studiarlo a fondo per apprezzarlo in tutto e per tutto.
Tutta questione di politica
Se nel primo capitolo la preoccupazione più grande di ogni giocatore è stata quella di controllare che i livelli di combustibile fossero soddisfacenti, adesso a catturare l’attenzione è un altro indicatore: il grado di soddisfazione delle varie fazioni di cittadini. Certo, la capacità di garantire cibo e calore restano un elemento centrale di un gioco dalla forte componente survival, ma questa non è più l’unica sfida. Infatti, la nostra capacità decisionale in qualità di leader non è più così libera come lo era “trent’anni fa” (ossia nel primo capitolo): ogni scelta deve passare al vaglio del consiglio cittadino.
Una novità che non ci permette più di stabilire, di punto in bianco, politiche di istruzione, di suddivisione dei beni o la richiesta di turni extra ai lavoratori. Occorre prima ottenere i voti favorevoli della maggioranza dei consiglieri. A volte, per raggiungere il nostro obiettivo, bisogna scendere a patti. Per esempio, se volessimo ottenere l’appoggio dei Pellegrini in una sessione di consiglio, potremmo provare ad ottenere il loro sostegno a patto di soddisfare una loro richiesta, come potrebbe essere l’edificazione di un ospedale universitario entro 60 giorni, per dirne una.
Un sistema, quello proposto dal titolo, che ci pone di fronte a scelte complesse. Accontentare alcuni significa inevitabilmente rendere infelici altri. È il gioco del dare e avere, ma bisogna fare attenzione a non tirare troppo la corda, perché con la stessa rapidità con cui siamo stati eletti potremmo essere diseredati (cosa che equivale ad un game over). Con Frostpunk 2, l’umanità sull’orlo del collasso e disposta a tutto pur di sopravvivere, una volta raggiunto il suo risultato, torna se stessa. Si riorganizza, diventa nuovamente società, fonda nuovamente le basi della democrazia che si era lasciata alle spalle. E sta a noi, adesso, prendere le redini di questa civiltà e portarla avanti, a qualunque costo.
Da insediamento a metropoli
Le condizioni di vita migliorano, la città cresce e aumentano anche gli insediamenti. Gli abitanti, che nel primo capitolo erano poche centinaia, in Frostpunk 2 diventano migliaia. Con il nuovo capitolo del gioco, infatti, non siamo più leader di un gruppo ristretto di persone di cui, come accadeva in precedenza, conosciamo anche i singoli nomi e cognomi.
Ora siamo alla guida di una metropoli, oltre che di altre colonie che possiamo stabilire in aree ricche di quei materiali di cui la nostra capitale è priva. Il tutto ci porta a dover gestire contemporaneamente più di un centro abitato, coordinando anche le rotte commerciali di cibo, carburante, materiali edili e così via.
Conclusione
Frostpunk 2 è un titolo che funziona, coinvolge, mantiene le promesse e ci propone qualcosa di nuovo. Frostpunk 2 è un bel gioco. Punto. Diciamolo chiaramente: un sequel è sempre una scommessa importante, che in tanti (forse troppi) negli anni hanno perso, a volte perché hanno presentato titoli distanti anni luce dal primo capitolo, altre perché si sono limitati ad un mero copia incolla. La 11-bit Studios invece ha giocato una partita importante e questo può significare solo una cosa: ci ha messo cuore, ha voluto soddisfare le aspettative senza però essere banale. Ha voluto regalare ai giocatori un’esperienza familiare ma allo stesso tempo diversa. La stessa cosa che avrei voluto provare con Darkest Dungeon 2 ma, ahimè, non è andata così.
Se il premio in palio fosse “sequel riuscito”, Frostpunk sarebbe a mani bassi nell’elenco dei (purtroppo pochi) vincitori. Ma se la sfida è direttamente contro il predecessore, risulta difficile parlare di vittoria: come già detto, sono due giochi diversi che condividono soltanto gli elementi narrativi. Chi decide di avventurarsi in Frostpunk 2 deve partire dal presupposto che non sta giocando al primo capitolo, ma ad un titolo totalmente nuovo e che richiede un impegno non indifferente per essere goduto a pieno. Una fatica, quest’ultima, non per tutti.
Solo una manciata di ore ci separano dall’uscita di The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom. In attesa della nostra recensione, ecco i voti della stampa internazionale.
Dexerto – 10
Digitally Downloaded – 10
Siliconera – 10
Shacknews – 10
My Nintendo News – 9,5
Multiplayer.it – 9
GAMINGbible – 9
God is a Geek – 9
Nintendo Life – 9
PCMag – 9
Power Unlimited – 9
Screen Rant – 9
Stevivor – 9
Wccftech – 9
Vooks – 9
GameSpot – 9
ComicBook – 9
IGN – 9
Washington Post – 8,8
XGN – 8,7
COGconnected – 8,5
CGMagazine – 8
Inverse – 8
TheGamer – 8
Video Chums – 8
TheSixthAxis – 8
Eurogamer – 8
VG247 – 8
Metro GameCentral – 8
GamesRadar+ – 8
PC Games – 8
GamesHub – 8
Digital Trends – 7
PlaySense – 7
VGC – 6
Guardian – 6
Come si può notare dall’elenco, le votazioni più ricorrenti oscillano tra l’8 e il 9, con addirittura alcuni 10 e nessuna insufficienza. Tutto sembra dunque far pensare che Echoes of Wisdom sia l’ennesima perla nella preziosissima collana costitutita da questa leggendaria saga di Nintendo.
A breve tutti noi potremo scoprirlo insieme! Per ingannare l’attesa, vi riproponiamo il nostro articolo sui migliori capitoli in due dimensioni della saga di Link e Zelda!
Save the date: 28 febbraio 2025. La caccia ricomincerà nel primo trimestre del nuovo anno, parola di Capcom. La notizia arriva con il quarto trailer di Monster Hunter Wilds, pubblicato poco dopo la mezzanotte di oggi, 25 settembre 2024, con cui è stata ufficializzata la data di uscita dell’attesissimo titolo.
Un video di 3 minuti e 26 secondi, le cui atmosfere confermano quanto suggerito già dalle immagini rilasciate nelle scorse settimane (ne parlavamo QUI): per quanto riguarda gli ambienti e i colori, il gioco sembra in tutto e per tutto il sequel di Monster Hunter World. Eppure, diversi elementi del più recente Monster Hunter Rise sembrano aver conquistato il loro spazio. Tra questi, le cavalcature con cui è possibile arrampicarsi tra viticci e raggiungere le altezze più disparate.
Monster Hunter Wilds è già in preorder per PS5, Xbox Seres X/S e PC.
Il mondo dei videogiochi è in continua evoluzione, e ogni tanto emerge un titolo che promette di ridefinire un intero genere. Uno di questi titoli è InZOI, un gioco di simulazione di vita sviluppato da Krafton, noto per il suo lavoro su giochi come PUBG. InZOI è atteso con grande entusiasmo e promette di offrire un’esperienza di gioco immersiva e realistica, con una profondità di simulazione che potrebbe rivoluzionare il modo in cui percepiamo i giochi di questo genere.
Mi ricordo ancora ragazzo che grazie a Sim City prima e The Sims dopo, mi avvicinai a questi simulatori di vita, prima scettico poi dannatamente preso dalle infinite possibilità che un gioco come The Sims poteva offrire.
E infatti, The Sims, con la sua quarta versione è giunto fino ai giorni nostri, sottoforma si di free to play ma con decine e decine di DLC che contribuiscono a cambiare davvero la vita dei nostri alter ego virtuali.
Ma siamo nel 2024, abbiamo una generazione Next, sia di hardware che di videogiocatori. Era nell’aria, The Sims 4 non sarebbe potuto durare per sempre.
Un mondo di possibilità
Ed ecco quindi arrivare nelle nostre vite (reali) InZoi. InZoi è descritto come un simulatore di vita fotorealistico e un enorme sandbox che offre infinite possibilità e storie da vivere comodamente da casa. Il gioco permette ai giocatori di creare e personalizzare i propri personaggi, costruire case e vivere la vita dei loro sogni. Utilizzando semplici strumenti gli utenti potranno creare e personalizzare i propri personaggi, il proprio mondo e creare le storie che più desiderano.
Grafica realistica e ultra dettagliata
Uno degli aspetti più impressionanti di InZOI è la sua grafica realistica, sviluppata utilizzando Unreal Engine 5. Questo motore grafico avanzato consente di creare ambienti e personaggi con un livello di dettaglio senza precedenti. Ovviamente la grafica ultra realistica non solo rende il vivere le storie più accattivante, ma anche più immersiva l’esperienza del giocatore nella storia stessa.
Simulazione profonda
InZOI non si limita a offrire una grafica straordinaria; il cuore del gioco è la sua simulazione dettagliata della vita. Ogni personaggio nel gioco agisce di propria volontà, creando eventi inaspettati e permettendo ai giocatori di sperimentare le varie emozioni della vita. I giocatori possono trovare lavoro, formare relazioni profonde e vivere in pratica una vita virtuale che rispecchia la complessità di quella reale.
Creatività
La personalizzazione è un elemento chiave di InZOI. I giocatori possono personalizzare l’aspetto e l’abbigliamento dei loro personaggi, costruire case su misura utilizzando una vasta selezione di mobili e strutture e modificare diverse parti della loro proprietà e delle strade circostanti. Questa “sfrenata” libertà consente agli utenti di creare la propria vita proprio come la desiderano.
Messaggio di vita
InZOI non è solo un gioco di simulazione di vita; è anche un’esperienza che trasmette un messaggio profondo. Gli sviluppatori sperano di condividere il messaggio che “la vita stessa è il vero dono, e ogni viaggio ha il suo significato”. Questo messaggio si riflette nelle esperienze di gioco dove ogni vita diventa una storia unica da raccontare.
Requisiti di Sistema
Per godere appieno dell’esperienza di InZOI è necessario disporre di un sistema che soddisfi i requisiti minimi. Il gioco richiede un processore a 64 bit, Windows 10/11, 12 GB di RAM e una scheda grafica NVIDIA RTX 2060 o AMD Radeon RX 5600 XT. Per un’esperienza ottimale, si consiglia un processore Intel i7 12700 o AMD Ryzen 5800, 16 GB di RAM e una scheda grafica NVIDIA RTX 3070 o AMD Radeon RX 6800 XT.
Conclusione
InZOI si preannuncia come un titolo rivoluzionario nel genere dei giochi di simulazione di vita. Con la sua grafica realistica, la simulazione dettagliata e le infinite possibilità di personalizzazione, il gioco promette di offrire un’esperienza di gioco unica. Mentre attendiamo con impazienza il suo rilascio, è chiaro che InZOI ha il potenziale per ridefinire il modo in cui percepiamo e viviamo i giochi di simulazione di vita.
Sono passati ormai 4 anni dall’uscita di Astro’s Playroom, platform 3d con protagonista il simpatico robottino Astro. Nella sua semplicità, Playroom riuscì a conquistare i cuori dei videogiocatori grazie all’enorme divertimento che sapeva offrire e all’amore mostrato dagli sviluppatori per Playstation. Dopo un divertente spin-of in VR, a quattro anni dall’uscita del primo titolo su PS5, ecco finalmente arrivare Astro Bot.
Se Playroom voleva essere più che altro una dimostrazione delle capacità di PS5, Astro Bot si è presentato fin dai primi trailer come un vero e proprio titolo tripla A, in grado di rivaleggiare con tutti i più importanti giochi del parco titolo di PS5.
Dopo aver provato a fondo il gioco, siamo pronti a condividere con voi le nostre impressioni sul nuovo platform Sony. Si tratta davvero di un capolavoro annunciato? Scopriamolo in questa recensione di Astro Bot in esclusiva per PlayStation 5.
Incidenti spaziali
Le premesse di Astro Bot non potrebbero essere più semplici. Durante un tour spaziale l’astronave che ospita astro e i suoi amici bot (una PS5 gigantesca) si scontra per errore con un gigantesco alieno. L’impatto causa lo schianto della nave su un pianeta deserto e la dispersione dei piccoli amici di Astro.
Fortunatamente, il nostro robottino riesce a rimettere in funzione il Dual Speeder, una piccola navetta spaziale simile al Dual Sense. Grazie al nuovo mezzo di trasporto, Astro inizia ad esplorare i pianeti limitrofi, in cerca dei suoi amici sperduti e delle parti necessarie a riparare la sua astronave. Una trama davvero semplice ed essenziale dunque, che tuttavia funge da pretesto perfetto per l’incredibile viaggio che attende il nostro Astro.
Più grande, più bello
Astro Bot si snoda su ben 80 livelli. In ognuno di essi, compito del giocatore è recuperare i bot disseminati all’interno dello scenario. I livelli sono raggruppati in 6 galassie e 50 pianeti. Dunque, se la struttura di gioco ricorda da vicino Playroom, il numero di aree esplorabili è stato molto aumentato.
Oltre ai bot da scovare, ogni livello contiene alcuni pezzi di puzzle, utili a sbloccare le varie funzioni del pianeta su cui è arenata l’astronave. Tra di esse ricordiamo un deposito gacha per raccogliere oggetti e abbellimenti vari per i nostri bot e una sorta di officina per personalizzare il nostro speeder. Inoltre, ogni volta che torniamo al pianeta “base” troviamo ad attenderci tutti i bot liberati nel corso del gioco. Grazie al loro aiuto possono essere sbloccate ulteriori aree del pianeta, che nascondono al loro interno altri segreti.
Una delle sei galassie a cui accennavamo è in realtà un livello “bonus”. Per sbloccare i pianeti al suo interno è necessario scovare alcuni vortici dimensionali nascosti nei livelli. Si tratta di solito di nascondigli molto ben pensati, dunque i giocatori devono prestare davvero grande attenzione se desiderano scovarli tutti.
Divertimento puro
Dopo aver esaminato trama e struttura di Astro Bot, andiamo ad analizzare il gameplay. Come già accennato, Astro Bot è sostanzialmente un platform 3d. Compito del giocatore è guidare Astro attraverso i vari livelli, evitando gli ostacoli e sconfiggendo i vari nemici.
Come accadeva in Playroom, i comandi di Astro sono davvero semplici. Il nostro robottino può infatti correre, saltare, prendere a pugni i nemici e levitare per brevi tratti grazie ai suoi jet. Mantenendo premuto il tasto quadrato, Astro si esibirà in un attacco rotante, utile sia a sconfiggere i nemici che a interagire con determinati elementi dello stage.
Nel corso ddei livelli, però, Astro ha la possibilità di sbloccare una serie di potenziamenti, nascosti in speciali forzieri. Questi bonus donano ad Astro una serie di abilità sempre nuove, che spesso sono pensate per sfruttare al meglio le possibilità offerte dal Dual Sense. Abbiamo, per esempio, un simpatico cane-bot, che permette ad Astro di scagliarsi con forza in avanti a mo’ di razzo, superando determinati ostacoli. Oppure una coppia di bracciali serpente, che regalano al nostro bot dei pugni allungabili, utili sia per abbattere i nemici che per aggrapparsi e dondolare su determinati ostacoli.
La varietà e l’originalità di questi potenziamenti è davvero incredibile e rende l’esperienza di Astro Bot sempre varia e coinvolgente, evitando la sensazione di monotonia che talvolta affligge giochi del genere. Ci sono potenziamenti in grado addirittura di rallentare lo scorrere del tempo o di variare le dimensioni di Astro. Meccaniche di questo tipo, come si intuisce, vanno ad influire sul design dei livelli stessi, regalando situazioni sempre originali e coinvolgenti.
Nel corso dell’avventura, la qualità dei controlli si mantiene sempre altissima. Astro risponde ai comandi in modo pressoché perfetto, senza alcun tipo di rallentamento o di mancata risposta agli input. Affrontare i livelli di Astro Bot è stata sempre un’esperienza piacevole e divertente e non ci è mai capitato di sentirci frustrati o annoiati dalle situazioni via via proposte.
Anche il livello di difficoltà è ben bilanciato. Se terminare l’avventura principale non si rivelerà uno sforzo troppo grande, il discorso cambia totalmente coi livelli segreti. In questi livelli, in particolare quelli contrassegnati dai quattro simboli di Playstation, la difficoltà si alza vertiginosamente, con sfide in grado di mettere alla prova anche i giocatori più esperti. A complicare le cose, c’è il fatto che questi stages vanno completati tutti d’un fiato, vista l’assenza di qualunque tipo di checkpoint. Dunque, anche sotto questo aspetto, Astro Bot è in grado di accontentare davvero tutti, dai bambini alle prime esperienze di gioco fino ai giocatori più hardcore.
Varietà e citazionismo
Astro Bot coglie ogni occasione per sfruttare al massimo tutte le caratteristiche del nostro joypad. All’inizio di ogni livello, ad esempio, vi sono piccole sessioni di volo a bordo dello speeder. In queste sequenze il gioco sfrutta il sensore di movimento per permettere al giocatore di sterzare semplicemente inclinando il Dual Sense. Non mancano poi all’interno dei livelli enigmi che richiedono l’utilizzo di ogni elemento del controller, dal microfono (utilizzato per soffiare) fino all’uso calibrato dei grilletti e touch pad.
Altra caratteristica regina del gioco è il citazionismo. Molti dei bot che salviamo, infatti, sono palesemente ispirati a famosi personaggi del mondo Playstation. Per fare qualche esempio, tra i giochi citati abbiamo Metal Gear Solid, The Last of Us, God of War, Ico e tantissimi altri. Ma Astro Bot va oltre.
Come già detto, ogni galassia è formata da una serie di pianeti, che costituiscono i livelli del gioco. Una volta superati e raccolto il necessario numero di Bot, viene sbloccato lo scontro con i giganteschi boss a capo di ogni galassia. Si tratta di battaglie davvero spassose e coinvolgenti, in cui il giocatore deve scoprire i punti deboli del nemico facendo al contempo attenzione alle sue offensive. Non si tratta di scontri particolarmente difficili, ma certamente si rivelano estremamente divertenti.
Sconfitto il Boss, ogni galassia regalerà un livello bonus, all’interno del quale Astro assumerà momentaneamente l’aspetto e le abilità di alcuni dei Bot salvati, a loro volta ispirati a famosi personaggi del mondo Playstation. Per esempio, nel livello dedicato a Nathan Drake, il nostro Astro riceverà in dotazione una pistola, grazie alla quale potrà effettuare sei rapidi attacchi a distanza prima di ricaricare. Nel livello di Ape Escape, invece, Astro verrà munito di rete e radar e dovrà dedicarsi alla caccia delle odiose scimmie-bot.
Questi livelli sono un vero e proprio fiore all’occhiello per ogni fan della cara vecchia Console Sony. Oltre a regalare ulteriore varietà e divertimento, infatti, per molti giocatori rappresentano un vero e proprio viaggio lungo il viale dei ricordi. Siamo certi che questi stages sapranno regalare emozioni molto forti, soprattutto ai fan di vecchia data.
Una piccola meraviglia
Anche per quanto riguarda il comparto tecnico, Astro Bot è una piccola perla. La grafica del gioco è pulitissima, luminosa e spettacolare. Ogni livello è caratterizzato alla perfezione e presenta una fisica ed una struttura interna sempre profondamente coerenti. Ogni più piccola parte degli stages è ricchissima di dettagli, tutti estremamente chiari e ben definiti.
Il gioco inoltre mantiene costantemente i 60 fps, con una fluidità e scorrevolezza davvero invidiabili. Accompagnare Astro nel suo viaggio è un’esperienza visivamente davvero appagante, oltre che divertentissima. Anche il sonoro, pur senza presentare tracce troppo memorabili, è davvero piacevole ed azzeccato. Le varie musiche si abbinano sempre perfettamente ai livelli e fungono da perfetto accompagnamento.
Breve ma intenso
Chiariamolo subito: Astro Bot non è un gioco particolarmente longevo. terminare l’avventura principale porta via tra le dodici e le quindici ore, mentre la raccolta di tutti i collezionabili aggiungerà solo una manciata di ore al tempo di gioco.
Tuttavia, questo non è necessariamente un difetto. L’esperienza di Astro Bot è stata pensata proprio per essere fruita in questa maniera, ovvero come un viaggio semplice, scanzonato e divertente, che può essere apprezzato da giocatori di ogni età. Di conseguenza, anche la sua longevità resta perfettamente coerente col tipo di esperienza proposta.
I livelli scorrono velocemente e solo una volta ci è capitato di dover tornare sui nostri passi per raggiungere il numero di bot necessario allo sblocco di un nuovo livello. Astro Bot anche in questo caso giunge in nostro aiuto, permettendo di sbloccare, all’interno dei livelli già visitati, una sorta di volatile robot che ci indirizza verso i segreti ancora nascosti nel livello.
Astro Bot dunque sembra un gioco pensato per un’esperienza breve ma molto divertente ed intensa. Tuttavia, Sony ha precisato da subito che l’universo del gioco sarà in costante espansione. In recenti interviste, infatti, è già stato annunciato l’arrivo di un nutrito numero di contenuti scaricabili (vedi qui per la news). Anche sotto questo aspetto, dunque, Astro Bot si rivela all’altezza delle aspettative.
Conclusione
Astro Bot è davvero un gioco meraviglioso. Un platform bello da vedere, divertente ed appagante da giocare e ricchissimo di segreti e chicche da scovare. Il sistema di controllo sfrutta perfettamente il Dual Sense e riesce sempre a proporre situazioni nuove e coinvolgenti. Impreziosiscono l’esperienza la splendida grafica, la strepitosa fluidità di gioco e la presenza di numerose citazioni alla storia della Playstation. La longevità del gioco non è elevatissima, ma ciò non va in nessun modo a penalizzare la bellezza dell’esperienza. Consigliatissimo a tutti i possessori di PS5.
Dettagli e Modus Operandi
Piattaforme: PS5
Data uscita: 6/09/2024
Prezzo: 69,90 €
Ho giocato ad Astrobot dopo averlo acquistato pochi giorni dopo l’uscita.
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