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The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom, tutto ciò che sappiamo

Diciamoci la verità, nessuno il 18 giugno scorso nel, probabilmente ultimo anno di vita di Nintendo Switch, si aspettava un nuovo Zelda. Ma invece Nintendo, abituata a sorprendere il proprio pubblico, ci ha colti sia impreparati con un Direct improvviso, sia perché un nuovo Zelda, effettivamente, c’è stato. Uno Zelda atipico, se volete, nettamente in contrasto con gli ultimi due epici capitoli, ma c’è stato.

Zelda, la nuova protagonista

The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom è l’ultima avventura Nintendo ambientata nel mondo di Hyrule che ha per protagonista, per una volta, proprio la principessa Zelda. Improvvisi squarci si sono aperti nel regno, squarci che sono causa della sparizione dei cittadini, e la prima vittima è proprio il nostro eroe Link, che prima di essere inghiottito riesce a distruggere il cristallo che imprigionava Zelda, liberandola.

Questo nuovo punto di vista comporta sicuramente un cambiamento netto al taglio narrativo modificando, di riflesso, il gameplay. Basta farsi strada a suon di spada! Ma ecco che la nuova arma, utilizzabile sin da subito da Zelda, è il bastone Tri, un bastone magico (non a caso donatele dalla fata Tri) che consentirà di creare repliche degli oggetti e dei personaggi incontrati.

Il potere della replica

Ed ecco allora che un tavolo può diventare un’arma, cosi come una sedia o una cassa che, se replicata, permetterà di raggiungere altezze altrimenti irraggiungibili o ancora il proprio peggior nemico, se replicato, potrebbe diventare il nostro migliore alleato. Un gameplay nuovo, fresco, imprevedibile che, si spera, darà nuova linfa al titolo appassionando sia vecchi fans della saga ma anche coloro che si stanno avvicinando per la prima volta al mondo di Hyrule.

Scorci di gameplay

Sappiamo anche, dal sito ufficiale nipponico del gioco, che la nostra eroina non sarà sola, ma avrà almeno 5 alleati, che sono stati svelati dalla casa nipponica: il Re di Hyrule e padre di Zelda, il Ministro Sadari del Governo di Hyrule, il Generale Ugi dell’esercito di Hyrule, la saggia Impa e Ruberi, fratello maggiore di Impa e ricercatore di portali.

La visuale del titolo, atipica per la saga, varia dall’ isometrico alla vista dall’alto (ricorda vagamente Cult of the Lamb). Gli enigmi sembra abbiano più punti in comune con i recenti Zelda che con quelli bidimensionali e il gameplay mette al centro dell’attenzione la creatività del giocatore consentendo probabilmente più strade per poter proseguire nel gioco.

Conosciamo il potere della replica ma ancora non sappiamo se sarà l’unico potere a disposizione della protagonista.

Echoes of Wisdom sarà disponibile per Nintendo Switch a partire dal 26 settembre prossimo ad un prezzo medio di 60 euro. Dal sito Nintendo è già in preordine con portachiavi omaggio, al costo di 13 euro in più si può prenotare la versione con pergamena dedicata da parete.

Infine, per i collezionisti è disponibile una versione di Switch Lite completamente dedicata al nuovo Zelda al prezzo di 229 euro.

Non ci resta che aspettare di poter tornare nel regno di Hyrule, stavolta nei panni di Zelda!

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MGWCMX 2024, dopo Mikami annunciati nuovi grandi ospiti da Baldur’s Gate 3

La nuova edizione di Milan Games Week & Cartoomics, o MGWCMX 2024 per venire presumibilmente incontro a un pubblico più giovane, si preannuncia piena di ospiti di altissimo profilo. Dopo aver annunciato la presenza del padre di Resident Evil e The Evil Within, Shinji Mikami, gli organizzatore dell’evento hanno confermato alcuni degli attori più importanti del miglior videogioco di ruolo in essere: Baldur’s Gate 3.

A presenziare durante la Games Week italiana saranno: Neil Newbon, Jennifer English e Debora Wilde, rispettivamente Shadowheart e Lae’zel e Aliona Baranova.

La Milan Games Week & Cartoomics, che si terrà dal 22 al 24 novembre 2024 presso la Fiera Milano, vuole essere il punto d’incontro intergenerazionale per gli appassionati della la cultura pop. E quest’anno gli amanti dei giochi di ruolo avranno anche la possibilità di festeggiare il 50° anniversario di Dungeons & Dragons con eventi dedicati.

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Recensioni

Kunitsu-Gami: Path of the Goddess – Recensione

Fin dal suo annuncio e dalle prime immagini rilasciate da Capcom, Kunitsu-Gami: Path of the Goddess ha catturato la nostra attenzione. L’originalità del concept, la direzione artistica molto particolare e la sapiente regia di Capcom erano subito riuscite a solleticare il nostro interesse. I primi filmati relativi al gameplay e soprattutto la demo gratuita distribuita dagli sviluppatori avevano ulteriormente aumentato il nostro hype. Kunitsu-Gami sembrava davvero poter essere quella ventata di aria fresca di cui il mondo dei videogiochi aveva davvero bisogno in questo periodo.

Dopo un’attenta analisi e una prova sul campo approfondita siamo pronti per scrivere il nostro giudizio su questa recensione di Kunitsu-Gami: Path of the Goddess. Sguainate le vostre katane e unitevi a noi in questa nuova battaglia contro le forze del male!

Una montagna da purificare

La trama di Kunitsu Gami è, in realtà, piuttosto lineare. La storia è ambientata sul monte Kafuku, un luogo immaginario ispirato al Giappone feudale. Il monte viene venerato dai suoi abitanti, in quanto ritenuto l’abitazione delle divinità. Principale officiante dei rituali è la sacerdotessa Yoshiro, la quale guida gli abitanti in una serie di preghiere e danze propiziatorie durante le quali questi ultimi vestono una serie di maschere dotate a loro volta di poteri divini. Purtroppo, però, l’eccessiva avidità degli abitanti porta la corruzione all’interno della montagna. Una notte, una serie di portali demoniaci si spalancano nei pressi della cima del monte. Da essi fuoriescono una serie di terribili demoni, che iniziano a seminare i loro miasmi per tutta la montagna.

La stessa Yoshiro riesce a malapena a fuggire grazie alla sua fida guardia Soh e al sacrificio di alcuni degli abitanti. Indebolita dall’attacco dei demoni e privata di quasi tutte le maschere, alla nostra Yoshiro non rimane altro che intraprendere un lungo e difficile cammino per purificare la montagna. Durante il suo viaggio la sacerdotessa ha il compito di liberare tutti i principali luoghi del monte Kafuku dall’influsso dei demoni, recuperare le maschere e riportare la montagna sacra alla sua purezza originaria.

Nei panni di Soh, il giocatore ha il compito di guidare Yoshiro lungo il suo cammino, proteggendola dei demoni e aiutandola nel suo pellegrinaggio. I due protagonisti compiono il viaggio con la consapevolezza che esso potrebbe avere un prezzo molto alto, dal momento che Yoshiro sembra assorbire l’oscurità della montagna dentro di sé, con tutti i rischi che questo comporta.

Il setting di Kunitsu-Gami, per quanto semplice e non originalissimo, ha il pregio di immergere da subito il giocatore nell’avventura. Inoltre, ai più attenti non sfuggiranno varie similitudini, oltre che con prodotti legati al folklore del Giappone medievale, come il fortunato Demon Slayer, anche con il mai dimenticato Okami, che narrava la vicenda di una dea impegnata a purificare la terra del Giappone dal male.

Giorno e notte

Il gameplay di Kunitsu-Gami si mostra da subito diviso in due fasi distinte, che nel gioco corrispondono alle ore del giorno e della notte. Durante il giorno, compito di Soh e del giocatore è quello di purificare l’area in cui ci troviamo. Grazie al suo ventaglio magico, il nostro spadaccino è infatti in grado di liberare alcune specifiche zone dai miasmi. Tuttavia, solo Yoshiro è in grado di purificare completamente l’area. Per far ciò, la nostra sacerdotessa deve raggiungere il portale demoniaco principale per sigillarlo. Compito di Soh è dunque purificare il sentiero che Yoshiro deve percorrere in modo di consentirle di arrivare integra al portale.

Nel momento in cui cala il buio, tuttavia, dal portale iniziano a fuoriuscire orde di demoni. Durante questa fase, molto più improntata all’azione, Soh dovrà eliminare quanti più demoni possibili e soprattutto tenerli alla larga da Yoshiro, totalmente incapace di difendersi dai malvagi. Durante le battaglie Soh non agisce da solo (almeno non sempre). Infatti, purificando il villaggio lo spadaccino ha la possibilità di liberare gli abitanti imprigionati dalle maledizioni dei demoni. Una volta liberi, essi si uniscono allo scontro, fornendo a Soh sia un aiuto negli scontri sia una serie di abilità di supporto, che variano in base alla classe che il giocatore sceglie di assegnare loro.

Tra strategico e Hack and Slash

Il gameplay di Kunitsu-Gami è davvero particolare e originale. Questa nuova avventura unisce sapientemente elementi action tipici del genere hack and slash (per approfondire vedi questo articolo) con caratteristiche e dinamiche dei giochi strategici. Durante il giorno è fondamentale la scelta delle classi da assegnare ai nostri compagni. La maggior parte di esse, come ad esempio gli arceri, i lanceri e i boscaioli, sono dotate unicamente di abilità combattive. Altre, come lo sciamano o l’asceta, possono rallentare i demoni nemici o provvedere a curare Soh e i suoi compagni. Vi sono anche classi, come il ladro, utili a raccogliere oggetti extra seminascosti all’interno dello scenario. La scelta della classe va compiuta con grande attenzione, dal momento che ogni classe che assegniamo ha un costo, costituito da alcune sfere magiche.

Le sfere possono essere ottenute sconfiggendo i demoni, purificando lo stage o rompendo alcuni particolari elementi dello scenario. Il loro utilizzo va ponderato con grande attenzione, dal momento che anche i movimenti di Yoshiro le consumano. Dunque, per giungere integri alla fine di ogni livello, occorre tenere sempre sotto controllo tutti i nostri compiti e le azioni da eseguire. Nella maggior parte dei livelli, oltre ai nostri combattenti, è presente anche un ulteriore accompagnatore. Esso ha il compito di riparare alcune strutture disseminate nel livello. Si tratta di solito di piccole fortificazioni difensive o di vere e proprie trappole, in grado di danneggiare pesantemente i demoni o di rallentarli.

Fondamentale è infine la gestione del percorso di Yoshiro. Una volta che avremo purificato il suo sentiero, appare una sagoma lampeggiante della sacerdotessa. Essa indica il punto in cui Yoshiro arriverà prima dell’arrivo della notte. Se la sagoma è azzurra significa che Yoshiro raggiungerà il portale prima che faccia buio. Se invece è bianca, i demoni arriveranno prima che lei possa completare la purificazione. É anche possibile (e in molti casi consigliabile) interrompere il percorso della sacerdotessa prima del tempo. Se per esempio lungo il percorso sono presenti strutture difensive è bene far fermare Yoshiro presso quelle piuttosto che ad una distanza ridotta dal portale. In quest’ultimo caso infatti, pur riducendo la strada da percorrere il giorno successivo, si espone la nostra sacerdotessa a rischi maggiori.

Risulta quindi chiaro come il primo elemento chiave per aver successo in Kunitsu-Gami sia una buona pianificazione, frutto di un attento studio dell’ambiente e di un’accurata gestione delle risorse.

Durante la notte, come già detto, vanno invece in scena gli scontri con i demoni. Come intuibile, sarà di solito Soh a sobbarcarsi il grosso dello scontro. Il nostro eroe è in grado di sferrare attacchi veloci con la sua katana e di eseguire fendenti potenziati, accompagnati da uno spettacolare alone arancione (che mi ha ricordato molto da vicino i vari kata di Demon Slayer). É ovviamente possibile combinare questi due attacchi insieme per creare una serie di combo. Soh è anche in grado di saltare e sferrare micidiali attacchi volanti. Pur non avvicinandosi nemmeno a giochi come Bayonetta o Devil May Cry, controllare Soh in battaglia risulta abbastanza divertente ed intuitivo.

Per quanto riguarda le abilità difensive, Soh è in grado di schivare e parare. Un uso eccessivo della parate tuttavia indebolirà il vigore del nostro eroe, che rimane indifeso per alcuni secondi una volta che esso viene esaurito. Si può ovviare al problema tramite le parate perfette, che risultano piuttosto ostiche e di difficile esecuzione (come è giusto sia). Anche in questa fase, tuttavia, l’elemento strategico è ben presente. Tramite la pressione del tasto R1, infatti, è possibile in ogni momento spostare i nostri alleati. Ciò risulta utile soprattutto se occorre proteggere Yoshiro in modo ancora più urgente oppure se ci si accorge di aver lasciato scoperto un potenziale passaggio di attacco per i demoni. In Kunitsu-Gami ogni classe ha punti di forza e di debolezza ed è più o meno adatta a fronteggiare determinati tipi di demoni.

Avvicinandoci ai nostri amici potremo anche curarli tramite l’uso di razioni (ottenibili anche purificando gli animali durante il giorno) e persino cambiare la loro classe durante lo scontro, a patto di avere a disposizione il giusto numero di sfere magiche. Se l’energia di Yoshiro dovesse esaurirsi a causa degli attacchi dei demoni, la partita finisce. Se invece è Soh a morire, egli si trasforma in una sorta di spirito. In questa forma Soh ha la sola capacità di guidare gli altri abitanti. Può riprendere le sue sembianze solo dopo aver raccolto un numero adeguato di sfere magiche, ottenibili, come già, detto, dai demoni sconfitti.

Quasi tutti i luoghi, dopo essere stati purificati, sbloccano uno scontro con un boss, di solito rappresentato da un gigantesco demone particolarmente spaventoso e pericoloso. Anche in questi scontri Soh è accompagnato da una serie di aiutanti, il cui numero è fisso. Inutile dire che la scelta dei ruoli gioca un ruolo fondamentale anche in queste battaglie, spesso (ma non sempre) anche più delle nostre abilità con parate, schivate e combo.

Il Gameplay di Kunitsu-Gami è davvero divertente, coinvolgente ed appagante. Strategia e azione si fondono in modo davvero impeccabile e il giocatore è sempre stimolato a dare il massimo, si tratti di usare il cervello o di essere veloci di polpastrelli. Anche il livello di difficoltà è ben bilanciato. Se i primi stage sono tutto sommato semplici, le ultime sfide sono vere e proprie battaglie campali, in cui il giocatore deve continuamente monitorare l’intero campo di gioco ed è chiamato a prendere decisioni in modo rapido e tempestivo.

La preparazione è la chiave

Kunitsu-Gami ha una struttura a livelli. Dalla mappa di gioco sarà sempre scegliere se progredire nella storia oppure visitare di nuovo un’area già purificata. In questo modo il giocatore ha la possibilità di utilizzare gli abitanti per effettuare le riparazioni delle varie strutture dei villaggi. Queste operazioni forniscono una serie di premi, che consistono, oltre che nelle ormai note sfere spirituali, in una serie di risorse utili per potenziare sia Soh sia soprattutto i nostri compagni.

Visitando la tenda di Yoshiro, infatti, è possibile, investire le nostre risorse per potenziare una determinata classe. La scelta delle classi su cui investire dipende naturalmente dal nostro stile di gioco e da quali unità preferiamo schierare in battaglia. Sempre nella tenda principale avremo la possibilità di modificare l’equipaggiamento di Soh. Il nostro eroe infatti può essere equipaggiato con due reliquie magiche, che vanno a modificare le sue statistiche oppure a donargli delle abilità particolari. Di nuovo, a noi la scelta di quale setup prediligere. Potenziare Soh ci permette infine di sbloccare nuove abilità o di potenziare le sue capacità di guida sbloccando nuovi comandi.

Particolare importanza ha poi la scelta di un particolare amuleto, in grado di determinare la mossa speciale di Soh. Durante gli scontri, tramite la pressione di R2, Soh è infatti in grado di scatenare una potente tecnica segreta. Queste tecniche sono molto differenziate tra loro e sono sia di tipo offensivo che difensivo. Avere equipaggiata la mossa speciale giusta risulta spesso determinante, soprattutto nelle durissime battaglie coi boss.

Un comparto tecnico nella media

Se, dal punto di vista del gameplay, Kunitsu-Gami ci ha davvero colpiti favorevolmente, lo stesso purtroppo non si può dire per quanto concerne il lato tecnico. Da una parte, il sonoro del gioco è assolutamente azzeccato. Le tracce presenti sono tutte molto d’atmosfera e ricreano perfettamente le atmosfere del Giappone feudale. Degno di nota soprattutto il modo in cui la musica cambia con lo scorrere del tempo, divenendo sempre più incalzante con l’avvicinarsi della notte.

Graficamente parlando, invece, Kunitsu-Gami è un gioco appena nella media. Sia gli sfondi che i modelli dei personaggi, pur risultando di buona fattura, non sembrano assolutamente in grado di competere con le produzioni più blasonate. Anche il taglio artistico, per quanto assolutamente coerente e piacevole, non mostra nessun particolare guizzo creativo, a differenza di quanto fece a suo tempo Okami. Davvero un peccato.

L’esperienza è maestra

Dal punto di vista della longevità, Kunitsu-Gami, fortunatamente, non delude. Completare la storia principale porta via un tempo variabile tra le 15 e le 20 ore. Tuttavia ogni livello presenta una serie di sfide extra, che il giocatore può tentare di superare ripetendo le battaglie tutte le volte necessarie. Dalla mappa di gioco, infatti, è possibile non solo visitare i luoghi già purificati ma anche ripetere le sfide di ogni livello. Anche dopo diverse ore di gioco, il gameplay si mantiene interessante e stimolante, riuscendo quasi sempre a non far cadere il giocatore nella noia e nella frustrazione. Anche se abbiamo ravvisato una curva di difficoltà non sempre coerente. Ci è capitato di abbattere al primo tentativo molti degli ultimi boss e di restare arenati per ore davanti ad uno dei primi.

Un altro difetto del gioco è la gestione delle razioni. Queste ultime infatti, possono essere ottenute solamente da determinati forzieri, come premi randomici nella tenda oppure purificando gli animali presenti negli scenari. Non è possibile produrle né acquistarle nei campi base. Questo obbliga il giocatore rimasto a secco dopo uno scontro particolarmente impegnativo a rifare un livello precedente solo per ottenere i preziosi strumenti di cura.

Intendiamoci, non si tratta di difetti particolarmente gravi e significativi, ma di semplici piccolezze. Nel complesso, l’esperienza di Kunitsu-Gami è stata davvero coinvolgente, piacevole e divertente. Questo gioco, con la sua originalità, è riuscito ad allontanarci per un po’ dalla monotonia di un mercato dei videogiochi ormai dominato da sparatutto online e avventure open world. Non si tratta certamente di un capolavoro, né di un titolo rivoluzionario, ma è un gioco che consigliamo davvero a tutti di provare almeno una volta. Potreste restare davvero affascinati come è successo a noi.

Conclusione

Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è stato davvero una bellissima sorpresa. Un gioco fresco, originale e divertente, che unisce in maniera impeccabile strategia e azione, condendoli con una trama avvincente ed un’ambientazione azzeccata e coinvolgente, che strizza l’occhio a numerose opere conosciute ed apprezzate. Peccato per il comparto tecnico, in particolare la grafica, non all’altezza delle produzioni di ultima generazione. Si tratta comunque di un gioco consigliatissimo, soprattutto per gli amanti delle avventure e della strategia.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series X/S, PC, PS4, Xbox One
  • Data uscita: 19/07/2024
  • Prezzo: 49,99 €

Ho provato il gioco a partire dal day one su PlayStation 5 grazie a un codice fornito dal publisher

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Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è ora disponibile

Dopo aver svecchiato tante importanti IP, tra tutte quella di Resident Evil grazie all’Engine proprietario, Capcom continua il suo prolifico periodo di produzioni di alto livello con un nuovo videogioco. Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è un gioco di azione e strategia che nasce dal folklore giapponese ed è ora disponibile su Xbox Series X/S, Xbox One, PC, PlayStation 5 e PlayStation 4. In aggiunta, Kunitsu-Gami è già pronto per essere giocato anche su Xbox Game Pass.

L’ultima fatica di Capcom è ambientato sul monte Kafuku, un tempo luogo pieno di vita e e natura. Adesso invece è invaso da un’inquietante profanazione e dalle Furie. Sarà compito del videogiocatore fronteggiare la minaccia impegnandosi in un gameplay ibrido tra gioco d’azione e tower defense immergendosi in un ciclo giorno/notte unico. Con la luce del sole, i videogiocatori dovranno esplorare il villaggio e prepararsi a proteggere la Sacerdotessa Yoshiro. Durante la ntote, le Furie entreranno in scena e bisognerà difendersi dal male proveniente dalle porte Torii.

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Flintlock: The Siege Of Dawn, disponibile il souls-lite tra magia e polvere da sparo

L’universo dei souls-lite aggiunge un’altra interessante tessera al suo puzzle sempre più ampio: Flintlock: The Siege Of Dawn è ora disponibile su PC, Xbox Series X/S, PlayStation 5 e PC. In aggiunta, l’opera di A44 Games e Kepler Interactive è già disponibile su Xbox Game Pass e PC Game Pass.

Flintlock: The Siege of Dawn vuole confermare al mondo intero che A44 Games i souls li sa fare. Dopo i buoni risultati con Ashen, lo studio neozelandese continua a battere la strada su cui ha fatto esperienza. Flintlock: The Siege of Dawn è un gioco di ruolo e d’azione, più precisamente un souls-lite in stile Star Wars Jedi: Fallen Order e Survivor, ambientato in un mondo dove magia e polvere da sparo si incontrano. Il videogiocatore impersona Nor Vanek, che insieme al mistico compagno a quattro zampe Enki, si ritroverà nel bel mezzo di una battaglia contro gli dei e il loro minaccioso Esercito dei Morti. Lo scopo dell’avventura è arduo: recuperare la perduta Città di Dawn, mentre il mondo intorno a loro precipita nel caos.

Flintlock: The Siege of Dawn è disponibile al prezzo di 39,99€. Inoltre è già presente su Xbox e PC Game Pass. In aggiunta, è stata pubblicata una Deluxe Edition fisica per Xbox Series X/S e PlayStation 5. La Deluxe Edition di Flintlock contiene oltre al gioco completo anche la colonna sonora digitale, l’artbook digitale e contenuti cosmetici DLC aggiuntivi.

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Drop Duchy, annunciato un interessante gestionale ispirato ai giochi da tavolo

Il confine tra videogiochi e giochi da tavolo è spesso labile. Concettualmente si tratta della stessa idea ma applicata con una tecnologia diversa, e di conseguenza pubblico differente. Molto spesso però giocatore e videogiocatore collimano sulla stessa persona. E lo stesso può avvenire con giochi. Drop Duchy, il nuovo gestionale e strategico annunciato di Sleepy Mill Studio e The Arcade Crew, sembra essere l’anello di congiunzione tra i due mondi.

Esattamente come un gioco da tavolo alla tedesca (a noi ricorda Carcassonne), Drop Duchy promette di essere un videogioco intuitivo e veloce, ma allo stesso tempo ricco di strategia roguelite e gestione delle risorse. Nel trailer pubblicato su YouTube, il titolo si mostra come un deck builder in cui bisognerà posizionare le proprie tessere, raccogliere risorse e scontrarsi con agguerrite forze nemiche.

Drop Duchy è stato annunciato per l’autunno 2024 attualmente solo su PC, ma una demo sarà pubblicata su Steam nelle prossime settimane.

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Bleach: Rebirth of Souls, annunciato il prossimo videogioco della saga

Nella prima decade degli anni 2000, gli appassionati di manga e anime hanno vissuto una nuova età dell’oro grazie all’avvento dei Big Three: One Piece, Naruto e Bleach. A distanza di tredici anni da Soul Resurrección per PlayStation 3, l’opera di Tite Kubo ritorna a essere un videogioco di cui sappiamo ancora spaventosamente poco, ma di cui abbiamo almeno un titolo, Bleach: Rebirth of Souls.

Bandai Namco ha pubblicato un trailer abbastanza criptico cui sono mostrati alcuni dei più celebri personaggi del manga e dell’anime come Ichigo Kurosaki, Rukia Kuchiki, Uryu Ishida e Yasutora Sado. Ulteriori dettagli sul gameplay non sono stati svelati, ma sappiamo che a comporre le musiche ci sarà Takeharu Ishimoto (Final Fantasy X, Kingdom Hearts II). Bleach: Rebirth of Souls è in sviluppo presso Tamsoft Corporation, specializzata soprattutto in picchiaduro e hack and slash, ma anche alcuni exploit come il loro ultimo gioco, tratto proprio da un manga: Captain Tsubasa: Rise of New Champions.

Il videogioco sarà disponibile, con data ancora da annunciare, su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S e PC.

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Italian Video Game Awards: vince Mediterranea Inferno

La dodicesima edizione degli Italian Video Game Awards ha incoronato il miglior gioco italiano del 2024. La statuina del Best Italian Game è andata a Mediterranea Inferno di Eyeguys e Santa Ragione. La kermesse, organizzata da IIDEA a Firenze, presso il Cinema La Compagnia, ha consegnato sei statuine in totale tra cui anche il Best Italian Debut Game finita tra le mani di Michele Pirovano per dotAGE.

Qui tutti i vincitori degli Italian Video Game Awards 2024:

  • Best Italian Game: Mediterranea Inferno – Eyeguys/Santa Ragione
  • Best Italian Debut Game: dotAGE – Michele Pirovano
  • Outstanding Art: Universe for Sale – Tmesis Studio
  • Outstanding Experience: Mediterranea Inferno – Eyeguys/Santa Ragione
  • Outstanding Italian Company: Untold Games
  • Outstanding Individual Contribution: Elisa Farinetti – Broken Arms Games

Il miglior gioco italiano, Mediterranea Inferno, è una visual novel il cui gameplay consiste nell’immergersi nella trama ricca di testo e prendere delle scelte all’interno di dialoghi a scelta multipla. I protagonisti sono tre amici omosessuali a cui verrà offerto un frutto che sembra causare delle allucinazioni estremamente realistiche. Spetterà al giocatore decidere a chi dare il frutto e seguirne gli avvenimenti.

Il miglior debutto del 2024, dotAGE, è city builder a turni in cui bisognerà curarsi dell’evoluzione e del benessere dei propri concittadini, ricordandosi di dare sempre ascolto all’anziano del villaggio che ci avvertirà dei bisogni primari della popolazione, oltre che a rendere tutto estramemente complicato con i suoi messaggi di sventura.

Infine, il premio come migliore direzione artistica spetta a Universe for Sale, una visual novel fantascientifica interamente disegnata a mano. Ambientata su Giove, Universe for Sale basa il suo gameplay sulla possibilità di creare universi mischiando vari ingredienti e su una trama complessa e intrigante fino alla fine.

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Cosa sono gli Hack and Slash e cosa li contraddistingue

Il termine Hack and Slash fa normalmente riferimento a quelle categorie di gioco incentrati su forsennati combattimenti, di solito mediante l’uso di armi. A differenza di molti altri generi, tuttavia, le caratteristiche degli Hack and Slash tendono ad essere estremamente variabili. Di conseguenza, vengono inseriti in questa categoria anche giochi estremamente differenti tra loro. Scopo di questo articolo è effettuare una panoramica sugli hack and slash presentando allo stesso tempo alcuni degli esponenti più famosi interessanti di questa categoria.

Le origini degli Hack and Slash

Sebbene possa sembrare strano, la sigla Hack & Slash (letteralmente taglia e affetta) non nasce nel mondo videoludico. Questa espressione trova infatti le sue origini all’inizio degli anni 80 nel mondo dei giochi di ruolo cartacei, di cui Dungeons and Dragons è l’esponente più famoso. Nella fattispecie, i giocatori ricorrevano a questo termine per indicare quelle campagne quasi totalmente incentrate su azione e combattimento, nelle quali i misteri da risolvere e le varie trame dei personaggi passano in secondo piano.

Per quanto riguarda nello specifico il mondo dei videogiochi, il termine hack & slash è stato usato per la prima volta nel corso degli anni 80. Esso indicava tutti quei titoli action nei quali il protagonista poteva sfruttare una o più armi. Questa definizione tuttavia era estremamente generica. Potevano essere messi sotto questa etichetta sia giochi come Rastan, Shinobi e Captain Silver, caratterizzati da un semplice scrolling orizzontale, sia veri e propri beat them up a scorrimento in cui i protagonisti erano dotati di armi.

Proprio quest’ultima categoria finì col diventare sinonimo di Hack & Slash fino a circa metà degli anni 90. Durante questo periodo giochi come Golden Axe, King of Dragons o Guardian Heroes divennero vere e proprie pietre miliari del genere. Oltre al già citato uso delle armi, a caratterizzare questi giochi era l’ambientazione fantasy, con la presenza di creature provenienti dall’immaginario di questo genere, come draghi, grifoni e creature mitologiche, e l’uso della magia, di cui gli eroi protagonisti sono profondi conoscitori.

Hack & Slash

Nella terza dimensione (o quasi)

Nella seconda metà degli anni 90, dominata dalle console a 32 e 64 bit, il genere Hack & Slash non trovò grande spazio. Come sappiamo, in quel periodo storico il mercato era dominato principalmente dai giochi 3D. Di conseguenza, i classici beat them up a due dimensioni persero gran parte del loro appeal.Anche per quanto riguarda le avventure tridimensionali, il genere Hack & slash trovò ben poco spazio. Le avventure 3D del tempo infatti preferirono concentrarsi su trama ed esplorazione piuttosto che sul falciare orde di nemici a suon di spadate.

Nonostante questo, possiamo affermare che il massimo periodo di splendore del genere è proprio la seconda metà degli anni 90. Il merito è dovuto a quello che viene spesso definito come il capostipite del genere nell’immaginario comune: Diablo. Sebbene il titolo Blizzard presenti al suo interno numerosi elementi strategici e gestionali tipici dei giochi di ruolo, le sanguinose ed eccentriche fase di combattimento hanno permesso a Diablo di farsi conoscere come la massima espressione degli hack and slash, tanto da inaugurare dalla sua uscita nel 1996, un vero e proprio periodo di diablolike assimilabili al genere degli hack and slash isometrici. Tra i più famosi, possiamo citare Sacred, Titan Quest, Path of Exile e Torchlight.

Verso il nuovo millennio

Con l’inizio del nuovo millennio le cose cambiarono drasticamente. Sono stati davvero molti in questo periodo i titoli che hanno riproposto le atmosfere e i concept degli hack & slash tradizionali mescolandoli con le meccaniche e le possibilità offerte dalla terza dimensione e dalla potenza dei nuovi sistemi di gioco. Giochi come Onimusha: warlords e Devil May Cry affiancavano l’esplorazione e la risoluzione degli enigmi a tonnellate di sequenze action e combattimenti, a corta e lunga distanza, che richiamavano il divertimento e la giocabilità dei vecchi titoli anni 90.

Questi primi esperimenti furono ben presto seguiti da molti altri giochi, le cui saghe proseguono fino ai giorni nostri. Basti pensare ad esempio ai primi due capitoli di God of War, o alla versione del 2004 di Ninja Gaiden, uscito originariamente sulla prima Xbox.

Era chiaro come questa formula avesse dato nuova linfa vitale agli Hack & Slash, passati dall’essere semplici giochi di azione e combattimento a vere e proprie avventure tridimensionali. Naturalmente, il combattimento restava preponderante, ma poteva essere declinato in gameplay profondamente diversi, basati ora sulla velocità e la frenesia, ora sulla tattica e sull’ uso attento delle risorse.

Hack & Slash

Un genere nel genere

Sebbeno molti li definiscano con il termine nipponico Mosou, riteniamo che saghe come Dinasty Warriors rientrino nell’ampio spetto degli hack and slash. Nata originariamente come un semplice picchiaduro a incontri, la serie Koeu (poi Koei Techmo) si è evoluta in uno strano genere ibrido. All’interno di questa serie, al comando di uno o più eroi, il giocatore si trova catapultato in un campo di battaglia. Suo obiettivo sarà completare una serie di missioni per portare la vittoria al suo esercito. Anche in questo caso, gran parte del gameplay consiste nello sbaragliare le orde di soldati semplici che ci troveremo di fronte fino ad arrivare alle battaglie coi boss, molto più lunghe e logoranti.

É interessante notare come questa saga, inizialmente ambientata nel giappone feudale, abbia generato numerosi spin-off dedicati a molte altre saghe videoludiche. Basti citare Hyrule Warriors, Fire Emblem Three Hopes e Dinasty Warriors: Gundam.

Gli Hack & Slash oggi

Osservando il panorama videoludico contemporaneo, non si può non accorgersi di come il genere Hack & Slash risulti ormai diffusissimo. Numerosi giochi di successo appartengono proprio a questo filone o comunque condividono numerosi elementi con esso.

Col passare degli anni, saghe come God of War e Devil May Cry hanno ormai consolidato il loro successo, mentre giochi come Bayonetta si sono imposti sul mercato divenendo veri e propri must. Ci sono stati anche esperimenti meno riusciti, come Metal Gear Rising Revengeance, tentativo di trasportare la saga di Metal Gear Solid in un contesto action.

In altri casi, si è scelto di affiancare ai combattimenti frenetici un comparto narrativo di primissimo piano. É il caso, ad esempio, del celebre Nier Automata, che unisce un gameplay Hack & Slash di altissimo livello ad una storia profondissima e davvero complicata. Anche il recentissimo Stellar Blade si pone proprio su questa linea (pur non avvicinandosi minimamente alla bellezza delle trama del titolo Square-Enix).

Anche l’ormai famosissimo genere dei soulslike ha più di un elemento in comune con gli hack and slash. Titoli come Bloodborne, Elden Ring, Nioh e lo stesso Dark Souls, pur spostando l’attenzione dalla frenesia degli scontri alla sopravvivenza tramite lo studio attento del nemico, sono fondamentalmente avventure tridimensionali in cui si combatte per mezzo delle armi. Persino alcuni esponenti del genere rougelike, come ad esempio il recente Hades, propongono un gameplay che molto ha a spartire con le nostre avventure all’arma bianca.

Infine, dobbiamo ricordare come anche diverse saghe rpg abbiano scelto di virare verso l’action e l’azione. La saga di Final Fantasy, ad esempio, presenta sia nel sedicesimo capitolo che nei due remake dedicati a Final Fantasy VII numerose meccaniche che la avvicinano in parte a giochi come Devil May Cry.

Per tirare le fila, è evidente come il genere Hack & Slash, che negli anni 90 sembrava avviato verso l’oblio abbia vissuto una vera e propria seconda giovinezza. Vedremo ora come evolverà il genere. Saprà adattarsi ai tempi e ai gusti dei videogiocatori? O vivrà un nuovo tramonto? Solo il tempo potrà rispondere.

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Desentsu No Starfy finalmente in Occidente con Nintendo Switch Online

Ci aspettiamo che più di qualcuno di voi sentirà questo nome per la prima volta, ma ci sarà sicuramente una nicchia interessata a sapere che i primi tre capitoli di Desentsu No Starfy sono ora disponibili su Nintendo Switch Online. Si tratta di una serie è composta da cinque episodi, usciti dal 2002 al 2009 su Game Boy Advance e Nintendo DS, con protagonista Starfy, una stella marina (e nel terzo episodio Starly, sua sorella) intenta ad attraversare diversi mondi sottomarini e a incontrare numerosi amici (e nemici) acquatici. Sviluppati dalla TOSE, si tratta di platform bidimensionali con uno stile e gameplay che ricordano molto Kirby.

Non sappiamo bene i motivi per cui l’azienda di Kyoto abbia deciso di portare solo adesso questi titoli anche in Europa dato che solamente l’ultimo capitolo per Nintendo DS e Game Boy Advance, con il nome di The Legendary Starfy, era riuscito a superare il confine nipponico nel 2009. Gli altri quattro, usciti tutti per Game Boy Advance, sono rimasti fino ad ora in Sol Levante (e il quarto sembra che momentaneamente ci rimarrà).

L’arrivo su Nintendo Switch Online, il servizio a pagamento di Nintendo che offre anche un vasto catalogo di titoli del passato, non ha portato alcun cambiamento al gioco, inclusa la lingua. Desentsu No Starfy 1, 2, 3 sono disponibili solo in lingua giapponese.