Il remake di Silent Hill 2 è sempre più vicino e le menti dietro all’opera cominciano a rivelare dettagli molto importanti. Una delle personalità più iconiche è Akira Yamaoka, compositore di Silent Hill, Silent Hill 2, Revelatione coinvolto adesso anche nel remake di Bloober Team. Yamaoka ha rivelato che per l’imminente remake ha rinnovato tutti i 25 brani che compongono la colonna sonora del primo Silent Hill 2 e di aver inserito alcune nuove composizioni
Ho rifatto tutti i brani originali e ne ho aggiunti di nuovi. Dopo 25 anni, il mio approccio alla musica si è evoluto. Questo lavoro riflette questo cambiamento, fondendo la passione del passato con il suono di oggi, mettendomi alla prova come mai prima d’ora.
Akira Yamaoka
Silent Hill 2 uscirà l’8 ottobre 2024 per PlayStation 5 e PC. Konami ha delegato il prestigioso remake a Bloober Team, casa di sviluppo polacca nota per aver creato la saga di Layers of Fear e il più recente The Medium.
L’ultimo Nintendo Direct, svoltosi proprio la scorsa notte, come sempre è stato colmo di novità ed annunci interessanti. Tra questi ce ne è stato uno che siamo sicuri farà la gioia di tutti gli amanti dei JRPG. Durante la Direct, Konami ha infatti fissato la data ufficiale di uscita di Suikoden I & Suikoden II HD Remaster: Gate Rune and Dunan unification wars. Questo gioco, inizialmente previsto per il 2023, era stato posticipato una prima volta al 2024 e in seguito nuovamente rinviato.
Molti fan avevano perso le speranze (visto anche il pessimo trattamento riservato da Konami alle sue serie storiche), ed erano ormai convinti che il progetto fosse stato cancellato. Fortunatamente, nel corso della diretta di ieri, è stato mostrato un nuovo trailer della collection.
Oltre a permettere una prima occhiata ai giochi, il trailer si è concluso, come anticipato, con la data di uscita della collection intitolata Suikoden I & II HD Remaster, fissata per il 6 marzo 2025, per PS4, PS5, Xbox Series X/S, Switch, Xbox One e PC. Certo, i fan dovranno attendere ancora parecchio, ma almeno ora abbiamo tutti la certezza che il gioco vedrà la luce.
Per chi non conoscesse la saga di Suikoden, si tratta di una serie di giochi di ruolo usciti nella seconda metà degli anni 90 sulla prima Playstation. Questi giochi sono caratterizzati dalla presenza di un numero esorbitante di personaggi, dalla possibilità di affrontare vere e proprie battaglie campali e da una trama estremamente curata ed appassionante.
La nuova collection dovrebbe presentare una grafica profondamente migliorata, con tutte le immagini di sfondo rimasterizzate, animazioni in pixel art, nuovi effetti sonori e rinnovati effetti speciali durante le battaglie, il salvataggio automatico (assente nell’originale), la possibilità di ricorrere all’avanzamento rapido in battaglia, un registro per le conversazioni e altre novità. Vedremo se questa lunga attesa ripagherà le aspettative dei fan della saga, da sempre molto esigenti.
Dopo i voti della stampa internazionale, anche l’autorevole canale YouTube The Digital Foundry ha pubblicato la propria recensione (tecnica) sul nuovo open world di Ubisoft, Star Wars Outlaws. Gli esperti hanno promosso il lavoro svolto da Massive Entertainment e dallo Snowdrop Engine su PlayStation 5 e Xbox Series X/S, nonostante qualche problemino, in particolare su Xbox Series S.
PS5 e Xbox Series X offrono tre impostazioni grafiche: la modalità qualità a 30fps, la modalità bilanciata a 40fps (per schermi a 120Hz) e modalità prestazioni a 60fps. Il lavoro svolto da Massive Entertainment è molto simile a quanto già visto su Avatar: Frontiers of Pandora. Tuttavia, la versione per Series S presenta un’unica modalità bloccata a 30 fps. Di conseguenza, in termini di qualità grafica è abbastanza semplice capire quale sia la scelta migliore. La modalità prestazioni a 60 fps utilizza risoluzioni interne da 720p a 1080p; la modalità bilanciata a 40 fps è compresa tra 936p e 1252p; la modalità qualità a 30 fps raggiunge le risoluzioni di base più elevate tra 1134p e 1620p. Infine, Series S si accontenta di una risoluzione compresa tra 720p e 1080p, in linea con i risultati già ottenuti con Avatar.
Nel complesso, l’engine Snowdrop si è dimostrato all’altezza nel riprodurre l’universo di Star Wars. Outlaws è un gioco ben ottimizzato, nonostante Outlaws non sia un gioco pulito a livello tecnico, con alcuni punti deboli in mezzo a una tendenza generale di brillantezza. In particolare, la modalità prestazione su PS5 e Serie X sacrifica molto la qualità dell’immagine. Per Digital Foundry, la scelta migliore è giocare Star Wars Outlaws in modalità bilanciata, perchè offre un equilibrio tra impostazioni visive, qualità dell’immagine e stabilità del frame-rate. La modalità a 30 fps è una buona alternativa per chi non ha uno schermo a 120 Hz.
Star Wars Outlaws arriverà sulle nostre console solamente venerdì 29 agosto, ma Ubisoft ha già rotto l’embargo e le testate più autorevoli della stampa specializzata nazionale e internazionale hanno già dato la propria opinione. In attesa della nostra recensione, andiamo a guardare i voti dei maggiori magazine online nazioni e internazionali sul nuovo open world su Star Wars.
In questo momento il voto medio di Star Wars Outlaws su Metacritic è un onesto quanto mediocre 77 su 100. Il punteggio riflette una combinazione di recensioni positive ma comunque non entusiaste, con la maggiorparte dei voti che si collocano tra il 75 e l’85 %.
Stampa straniera
La stampa estera ha dato voti estremamente positivi, ma anche molto negativi a Star Wars Outlaws. IGN Portogallo valutato il videogioco di Ubisoft con un bel nove. Il recensore ammette che ha preso una lunga pausa dai giochi di Star Wars ma che questo Outlaws, ha riacceso in lui la passione, vuoi per le atmosfere credibili, vuoi per la profondità dei personaggi e per il combattimento dinamico e piacevole. Un titolo che sicuramente continuerà a giocare anche dopo l’analisi obbligata per la recensione.
Voti più tipiedi arrivano invece da The Gamer, che affibbia un bel 3.5/5 ad Outlaws. Il collega si è sentito coinvolto nei combattimenti, nell’esplorazione e abbia apprezzato i momenti in cui bisognava essere furtivi oltre che ad un open world fondamentalmente denso, non ha potuto evitare di notare una narrazione sottotono, una piattezza della protagonista nonchè lo scarso interesse di alcune aree. IGN invece batte finalmente su un lato diverso della trama, apprezza decisamente la presenza del sindacato in tutti gli affari presenti nel gioco, divertendosi, il recensore, infatti a creare e far cadere alleanze con altri affaristi in base alla convenienza del momento. Certo il gioco presenta dei problemi, almeno riscontrati da IGN al lancio del gioco, presenta alcune lacune, ma lo definisce in definitiva un divertente gioco di combattimento, anche spaziale, con un ottimo lato esplorativo. Voto? 7/10
Infine, Eurogamer, l’unico che ha dato un giudizio totalmente negativo. Secondo il noto sito videoludico Massive Interactive cerca di smussare la complessità tipica degli open world Ubisoft ma, di fatto, rendendo chiaro che era la formula stessa a produrre divertimento. Inoltre critica l’eccessiva ripetitività dei combattimenti e scelte del giocatore fondamentalmente limitate. Infine il platforming e il sistema di combattimento vengono definiti imprecisi e a tratti troppo semplici. Outlaws, per Eurogamer racimola solo due stelle su cinque.
Stampa Italiana
I voti italiani, in attesa della nostra recensione, si assestano nella media internazionale.
Il sito di Spazio Games ha assegnato al titolo un voto di 7.5/10. La recensione sottolinea alcuni difetti legati all’open world del gioco. Secondo l’autore infatti l’esperienza di gioco è stata minata da una certa ripetitività nelle missioni secondarie e da un mondo di gioco che, sebbene vasto, mancherebbe di vivacità in alcune aree.
Everyeye ha dato al gioco un voto finale di 8/10. La recensione evidenzia come il gioco riesca a catturare l’essenza del background di Star Wars. Il recensore ha apprezzato la possibilità di esplorare diversi pianeti e la varietà delle missioni della storia principale. Nonostante ciò ha rilevato che il sistema di combattimento potrebbe rivelarsi un pelo ripetitivo a lungo andare. Detto questo però viene ribadito che Outlaws è un titolo che vale la pena di essere giocato, soprattutto dagli appassionati della saga.
Multiplayer ha valutato il gioco con un importante 8.5/10. La recensione loda l’avventura coinvolgente e la fedeltà all’universo della saga. Tra i punti di forza del gioco vi sono la trama profonda ed una attenta caratterizzazione dei personaggi. Considera inoltre il sistema di combattimento dinamico e divertente. Anche Multiplayer conclude che il titolo è uno dei migliori videogiochi della serie ed un must-have per tutti i fan.
Conclusione
Emerge dunque un quadro generalmente positivo per quanto riguarda i siti specializzati italiani e internazionali. Per la stampa italiana, i problemi principali sembrano essere dovuti alla ripetitività di alcune missioni secondarie e di un pò di staticità in alcune aree. In generale, Star Wars Outlaws è definito come coinvolgente grazie ad una qualità grafica di alto livello, di una colonna sonora epica ed a una profondità della trama lodevole, un titolo insomma che merita di essere giocato. La stampa internazionale, al netto di alcuni isolati casi, è in linea col giudizio italiano, considerando Outlaws non un capolavoro, ma un buon gioco degno di essere giocato ed un must to have per tutti i fan.
A pochissimi giorni dalla data di uscita di Star Wars Outlaws, dopo averne parlato qualche tempo fa in un articolo dedicato, vediamo cosa aspettarci dal nuovo titolo Ubisoft. Purtroppo non è stato possibile mettere mano su una demo, ma abbiamo già cominciato a farci qualche idea a partire dalle recensioni della stampa nazionale e internazionale.
La storia ormai è nota: Kay Vess, autentica canaglia che vive alla giornata, racimolando crediti come può, sta aspettando l’occasione della vita, quella giusta per sfondare. Kay è accompagnata dal suo fido animaletto Nix, che diciamoci la verità, rende la storia più tenera ma che ha anche un ruolo determinante nel gameplay del gioco, infatti Nix aiuterà la nostra eroina in decine di situazioni (ad esempio distraendo i nemici o addirittura mettendoli fuori gioco direttamente).
Ci troveremo spesso a fare scelte discutibili, critiche, deontologicamente sbagliate ma queste, a volte, ci salveranno la vita. Un mondo aperto nudo e crudo in tutto e per tutto. Ubisoft ci ha promesso un mondo aperto infatti, anzi, mondi aperti e non solo quelli, anche lo spazio sconfinato. Le promesse saranno mantenute? Lo capiremo quando recensiremo il videogioco. Per adesso possiamo affermare che le ambientazioni sono davvero spettacolari, città vive, con i suoi sobborghi, i suoi bar, i suoi locali, con personaggi pericolosi e amici. Per tutti i fan di Star Wars sarà davvero un calarsi nelle atmosfere dei film. Spettacolari le segrete del palazzo di Jabba, perfettamente riprodotte ad esempio.
Kay potrà muoversi in questi ambienti furtivamente, correndo, saltando, scivolando e arrampicandosi. Niente che non abbiamo già visto negli ultimi Assassin’s Creed…d’altronde parliamo di Ubisoft. Il motore grafico Snowdrop di Ubisoft funziona e funziona pure bene, almeno stando a quanto visto dalle prime immagini. Avremo a disposizione un inventario tramite il quale potremo sia raggiungere gli oggetti raccolti durante l’esplorazione sia probabilmente combinarli tra loro.
Quello che ci auguriamo è che l’intelligenza artificiale dei nemici sia un pelo superiore a quella riscontrata in Assassin’s Creed Mirage che in effetti, lasciava un pò a desiderare e che la storia si dipani secondo una narrativa principale, ma come possiamo immaginare le missioni secondarie saranno innumerevoli.
Le premesse per un buon prodotto ci sono tutte e, personalmente, ne sono felice perchè, secondo il mio modesto parere, Ubisoft non merita le difficoltà che sta incontrando e spero che validi prodotti possano riportare in auge l’azienda francese che tanto ha dato e tanto potrà ancora dare al mondo videoludico.
Nel momento in cui stiamo scrivendo questo articolo si è da poco conclusa l’edizione 2024 del prestigioso torneo EVO. Nella suggestiva cornice di Las Vegas, migliaia di giocatori da tutto il mondo si sono sfidati per il titolo di re dei picchiaduro. Accanto a mostri sacri come Street Fighter 6 e Tekken 8 (vedi qui per la nostra recensione) e a nuovi titoli come Granblue Fantasy Versus figura anche un titolo SNK appartenente ad una storica saga degli anni 90: The King of Fighters XV.
Sebbene la popolarità di questa saga non sia più quella che aveva negli anni 90, è innegabile come The King of Fighters resti un titolo di assoluto rilievo nel mondo dei picchiaduro, ancora in grado di attirare e coinvolgere un gran numero di fan.
Scopo di questo articolo è proporre una panoramica sull’evoluzione di questa saga e sui suoi episodi principali. Prepariamo le nostre Delorian e lanciamoci un viaggio indietro nel tempo, fino alla metà degli ormai mitici anni 90, alla scoperta della storia di quello che è forse il primo picchiaduro crossover di sempre.
La nascita di The King of Fighters
Il primo capitolo della saga di The King of Fighters apparve nel 1994. In quel periodo, come molti sapranno, il mercato era letteralmente dominato dai picchiaduro a incontri. Accanto a Capcom, creatrice della leggendaria saga di Street Fighter, la nipponica SNK era considerata la casa produttrice di riferimento per questo genere, grazie a saghe come Fatal Fury e Art of Fighting.
Per sfruttare ulteriormente la popolarità delle sue serie principali, gli sviluppatori di SNK ebbero l’idea di realizzare un vero e proprio crossover. Per chi non avesse familiarità con questo termine, si tratta di un’espressione nata nel mondo dei fumetti. Indica quelle storie in cui vari personaggi tratti da serie diverse si uniscono insieme. King of Fighters fu proprio questo: un picchiaduro che raccoglieva al suo interno personaggi tratti dalla più famose saghe SNK.
Nello specifico, i personaggi del roster erano tratti da Fatal Fury, Art of Fighting, Ikari Warriors (vecchio sparatutto arcade) e Psycho Soldier (strambo titolo a scorrimento a metà tra platform e sparatutto). L’altra grande novità di King of Fighters fu l’idea di proporre vere e proprie battaglie a squadre. Il giocatore avrebbe dovuto selezionare un team di tre lottatori e sfidare tutti gli altri. Nel momento in cui un personaggio veniva sconfitto era sostituito dal successivo finché tutti i combattenti di una squadra non erano più in grado di lottare.
Questo gameplay proponeva una ventata di aria fresca all’interno di un genere ormai troppo a lungo legato alla struttura al meglio dei tre round. Il gioco riproponeva lo stesso stile di comandi visto in Fatal Fury 2, con i quattro pulsanti per pugni e calci deboli o forti. Ogni lottatore disponeva di un numeroso set di mosse e di una barra dedicata alle super. Una volta riempita, questa barra garantiva un momentaneo potenziamento per le mosse del proprio lottatore, oltre alla possibilità di scatenare una super particolarmente potente che andava però a svuotare completamente la nostra barra.
Forte di tutti questi elementi, The King of Fighters 94 riuscì ad ottenere un ottimo successo, soprattutto in virtù del suo roster, composto da ben 24 lottatori. Nel gioco erano presenti anche personaggi originali, tra cui Kyo Kusanagi, protagonista assoluto, e il boss finale, Rugal Bernstein. Oltre che in versione arcade, il gioco uscì anche per Neo Geo e Playstation, ottenendo un buon successo anche in versione casalinga.
La saga di Orochi
Vista l’ottima accoglienza di KOF 94, SNK decise di trasformare la sua nuova saga in un appuntamento annuale. Fino al 2003, infatti, ogni anno sarebbe apparso un nuovo capitolo della serie, accompagnato proprio dal numero dell’anno in corso. Per rendere le cose più interessanti, SNK decise di curare con attenzione anche l’aspetto della trama.
Se KOF 94 si limitava al classico espediente del torneo (il King of Fighters che da’ il titolo alla saga) organizzato dal cattivone di turno, a partire da The King of Fighters 95 le cose si fecero più interessanti. SNK decise infatti di dotare la sua serie di una vera e propria storia, che si sarebbe evoluta col procedere degli episodi. I dettagli dell’intreccio sarebbero stati rivelati al giocatore tramite le scene di intermezzo e i finali dei vari lottatori. Gli episodi che vanno da KOF 94 a KOF 97 appartengono alla cosiddetta saga di Orochi, dal nome del misterioso demone che, a partire da KOF 97, svolge la funzione di boss finale.
Questi giochi mostrano un gameplay piuttosto simile l’uno all’altro. Le novità degne di nota consistono di solito in aggiornamenti grafici e l’introduzione di alcune piccole meccaniche, di solite relative alle schivate e alla gestione delle mosse speciali. The King of Fighters 97 è indubbiamente l’episodio meglio riuscito tra questi, grazie all’ottima grafica e alla profondità del gameplay, che consente al giocatore di scegliere tra due differenti sistemi di gestione della barra delle special.
L’evoluzione della saga
L’episodio successivo della serie, King of Fighters 98, non era che un semplice aggiornamento della versione 97. Oltre non presentare alcuna trama, quest’ edizione non aggiungeva alcuna meccanica innovativa. Si limitava invece ad inserire tutti i personaggi comparsi fino a quel momento nella saga adattandoli al gameplay di King of Fighters 97.
La vera svolta avviene l’anno seguente, con The King of Fighters 99: Millennium Battle. Il gioco introduce un nuovo arco narrativo, denominato “NEST Chronicles”, incentrato sul personaggio di K, che assume il ruolo di protagonista assoluto.
Oltre al rimaneggiamento del roster, Millennium porta con sé numerose novità di gameplay. Diviene possibile scegliere fino a 4 componenti del team. I primi tre sono, come al solito, personaggi giocabili, mentre il quarto funge da supporto e può eseguire una serie limitata di mosse denominate “strike bombs”. Ritorna anche la possibilità di scegleire tra due stili differenti, ovvero il counter, più votato all’attacco e l’armor, più difensivo.
Lottatori e strikers
L’episodio seguente, intitolato semplicemente The King of Fighters: 2000 ripropone sostanzialmente la ricetta dell’edizione 99. Viene però ulteriormente ampliata la meccanica legata agli strikers. Diventa infatti possibile scegliere come supporti dei personaggi non presenti nel gioco, ma utilizzabili solamente come Strikers. In KOF 2000 è possibile richiamare gli Strikers in ogni momento, sia per prolungare le combo che come azione difensiva, al fine di bloccare l’attacco avversario.
L’edizione successiva rappresenta il primo King of Fighters a non essere sviluppato da SNK. The King of Fighters 2001: è infatti stato realizzato dal team sudcoreano Eolith e da BrezzaSoft, team formato da ex sviluppatori SNK. Questo team sarebbe in seguito divenuto Playmore. KOF 2001 conclude l’arco narrativo del NEST e porta avanti il sistema di gioco legato agli strikers. La principale novità del gioco consiste nella possibilità di variare il numero di personaggi giocabili e strikers. Il giocatore ha la possibilità di scegliere liberamente come combinare i suoi lottatori. Si possono utilizzare 4 combattenti senza alcuno striker, ricorrere a squadre miste e persino utilizzare un solo personaggio supportato da tre strikers.
Il gioco successivo della saga, The King of Fighters 2002, ripropone la formula di KOF 98. Non si tratta dunque di un vero nuovo episodio della serie ma solo di un pretesto per raccogliere insieme tutti i personaggi delle edizioni passate e permettere ai giocatori di realizzare i loro dream match. Il gioco scartava la meccanica degli strikers per riproporre i vecchi incontri 3 vs 3. Unica innovazione era un nuovo utilizzo della barra, che va potenziandosi man mano che i membri della squadra vengono eliminati.
Sebbene questi giochi continuassero a raccogliere un buon successo, soprattutto in sala, era chiaro che occorreva un salto in avanti per contrastare una concorrenza sempre più agguerrita.
Tra novità e tradizione
L’edizione 2003 di King of Fighters, la prima a non vedere la luce su Neo Geo, provò ad introdurre diverse novità. Oltre ad iniziare un nuovo arco narrativo, “Tales of Ash”, questo gioco aggiunge per la prima volta la meccanica tag. Tramite il riempimento di un’apposita barra, il giocatore ha la possibilità di scambiare il proprio lottatore con uno dei due compagni selezionati. Questa innovazione, sebbene coraggiosa, non trovò consenso unanime. Molti fan infatti non apprezzarono il profondo cambio di approccio e strategia che il tag portava con se.
Dopo The King of Fighters Neowave, ennesimo capitolo intermediario rilasciato per testare un nuovo hardware, nel corso del 2005 SNK (ormai divenuta SNK Playmore) rilasciò The King of Fighters XI. Per la prima volta, dunque, King of Fighters rinuncia al tradizionale titolo annuale a favore di una numerazione legata al numero dei giochi della saga. KOF XI ripropone il gameplay dell’edizione 2003, spingendo il sistema tag all’ennesima potenza.
Il gioco introduce un gran numero di nuove abilità, tra cui Quick Shift, Saving Shift e l’introduzione della barra delle skill, utile soprattutto ad attivare le combinazioni legate al coinvolgimento dei due lottatori non attivi. KOF XI propone anche un roster immenso, con ben quaranta personaggi selezionabili, tratti da numerosi giochi SNK. KOF XI venne recepito favorevolmente dalla critica, sebbene alcuni recensori lo ritenessero fin troppo “old school”.
Una nuova veste grafica
Forse proprio a causa di questo, per il successivo episodio SNK decise di cambiare marcia. Fu così che nel 2009 apparve The King of Fighters XII, primo episodio ad utilizzare la piattaforma Taito Type X2. Questa scelta permise la creazione di nuovissimi sprites in alta risoluzione, che andarono a sostituire tutti i precedenti.
Il risultato fu davvero impressionante, con lottatori dettagliatissimi che sfoggiavano animazioni degne di un anime di ultima generazione. Il sistema tag e il tactical shift vennero accantonati, mentre vennero inserite nuove meccaniche. In particolare, il critical counter, che donava un periodo limitato in cui il nostro personaggio subiva un potenziamento nelle combo notevole. Il guard attack e il clash invece fungevano da perfect parry, premiando l’abilità di chi fosse riuscito a padroneggiarle. Stranamente, il gioco non proponeva alcuna storia e offriva un roster di soli 20 lottatori. Questo e la mancanza di reali novità causarono al gioco un’accoglienza piuttosto tiepida.
Tra 2010 e 2011 vide la luce The King of Fighters XIII. Su preciso desiderio del designer, Yamamoto, Questo nuovo episodio eliminò le innovazioni del capitolo precedente. La decisione fu presa per cercare di riavvicinare il gameplay ai primi storici episodi della saga.
Oltre a concludere la saga di Ash, il tredicesimo capitolo introdusse nuovi elementi di gameplay, come la EX Mode, che permetteva di potenziare gli attacchi speciali dei personaggi. Abbiamo poi la Modalità Hyper Drive, che dona un periodo di counters illimitate e il drive cancel, che permette di personalizzare le combo. KOF XIII ottenne un’accoglienza generalmente positiva, ma non riuscì ad avvicinarsi al successo di titoli come Street Fighter IV.
Tra seconda e terza dimensione
Dopo il tredicesimo capitolo, King of Fighters si prese una lunga pausa. Dovettero infatti trascorrere ben sei anni prima dell’uscita di un nuovo episodio. Finalmente, nel 2016 SNK rilasciò su PS4, PC e Arcade The KIng of Fighters XIV. In maniera analoga a Street Fighter IV, KOF XIV propone personaggi e sfondi realizzati in modelli 3d, mantenendo le meccaniche tipiche di un picchiaduro a due dimensioni. KOF XIV è insomma un esponente di quelli che vengono definiti dai fan picchiaduro in 2.5d.
Il quattordicesimo capitolo della saga prosegue la trama dopo il paradosso temporale causato da Ash alla fine di KOF XII, coinvolgendo addirittura personaggi provenienti da altri universi. KOF XIV ripropone il max mode e la presenza di ben tre super differenti, tra cui la devastante Climax super special move. Il gioco propone anche una modalità pensata per principianti, la rush combo.
L’ultimo capitolo
Nonostante il buon successo di KOF XIV, i fan dovettero attendere altri sei anni prima di mettere le mani su un nuovo King of Fighters. Il 17 febbraio 2022 ecco arrivare The KIng of Fighrers XV, per PS4, PS5, PC e X-Box Series X/S.
Forte del rinomato Unreal Engine 4, questo gioco offre un livello di spettacolarità e qualità grafica elevatissimo. Il gameplay risulta assolutamente all’altezza, con la ripresa di tutti gli elementi principali di KOF XIV, che vengono al contempo implementati, per esempio col reinserimento delle mosse Ex e max. Anche il comparto online è stato curato in maniera maniacale, con la presenza di un’enorme numero di modalità e possibilità.
La trama tuttavia non ha del tutto convinto i fan. La storia del gioco infatti risulta davvero confusionaria ed irreale. A complicare ulteriormente la faccenda ci pensano i finali multipli, che vanno a confondere ulteriormente le idee. Alcuni fan hanno anche criticato i tutorial presenti nel gioco, troppo superficiali e poco chiari. Nononstante questo, KOF XV è riuscito a garantirsi un ottimo successo, ottenendo un posto di tutto rispetto persino all’interno dell’EVO e portando avanti l’eredità dell’ormai decennale saga di The King of Fighters.
Quella di The King of Fighters è una saga davvero lunga. Nel corso dei decenni, pur presentando molti cambiamenti, è sempre riuscita a restare fedele alla sua natura originaria. Proprio questo, a nostro giudizio, è il motivo del suo successo e dell’amore che i fan di questa saga le dimostrano costantemente ancora oggi.
E voi? Conoscevate la saga di The King of Fighters? Se si, quali sono i vostri giochi preferiti?
L’edizione 2024 della Gamescom ha portato diverse novità, in particolare per i titoli di punta di Xbox. L’impegno di Microsoft ha reso la fiera tedesca di gran lunga più interessante rispetto gli anni passati. Non a caso la nostra killer application è stata Indiana Jones e l’Antico Cerchio, che adesso ha anche una data di uscita ufficiale. Tra le novità più gradite c’è anche la conferma che l’archeologo più famoso al mondo approderà anche su PlayStation 5.
Indiana Jones e l’antico Cerchio sarà disponibile il 9 dicembre per Xbox Series X/S, PC e Game Pass, e arriverà su PlayStation 5 nella primavera del 2025. Come di consueto dopo ogni date reveal, il publisher ha ufficialmente aperto i preordini. Nello specifico, Microsoft ha ufficiliazzato quelli per Xbox Series X/S e PC, mentre gli utenti PlayStation dovranno attendere ancora un po’. Le opzioni di acquisto sono tre: Standard, Premium e Collector’s Editon (solo fisica). Vi rimandiamo al sito ufficiale per tutti i dettagli e le prenotazioni.
Quest’ultimo videogiochi dedicato a Indiana Jones è in sviluppo presso MachineGames, che hanno ereditato con buon successo due enormi giochi di Id Software: Wolfenstein e Quake i cui diritti sono oggi di Bethesda Softworks. Personalmente ritengo la scelta molto azzeccata in quanto l’ironia di Wolfenstein ha molti punti in comune con lo stile leggere del personaggio di Indiana Jones. Nello specifico, L’antico Cerchio è ambientato tra gli eventi dei Predatori dell’Arca Perduta e Indiana Jones e l’Ultima Crociata.
Dopo una tiepida attesa e dopo la consapevolezza che avrebbe partecipato solo Microsoft tra i top, si è aperta stasera alle 20 ora italiana la Gamescom 2024 di Colonia. Geoff Knightley si presentato in modo molto anonimo ma a noi ciò che ci interessa sono i giochi che verranno presentati. Quindi partiamo subito con una carrellata dei giochi più rappresentativi della Opening Live.
Si apre con Borderlands 4, un franchise che dopo il flop del botteghino della controparte cinematografica, tenta di rilanciare il brand. Il teaser trailer non ha presentato nulla del gioco se non qualche accenno dell’ambientazione.
Trailer esplosivo e spettacolare invece per Call of Duty 6 Black Ops che ha mostrato una intera missione della modalità campagna, una missione di infiltrazione nello specifico. Esplosioni ed uccisioni a bizzeffe, nel classico stile COD.
Nuovo trailer per Directive 8020, horror cinematografico di sopravvivenza sviluppato da Supermassive Games. Il video mostra una donna in una stazione spaziale che fugge da se stessa, o almeno una copia di sé stessa prodotta da una entità aliena.
Sniper Elite Resistance si presenta alla Gamescom con un nuovo protagonista, Harry Hawker, agente britannico incaricato di scoprire e smantellare una nuova arma nazista.
Techland ha presentato Dying Light : The Beast, non un DLC ma un episodio stand alone ambientato nell’universo di Dying Light 2.
King of Meat, gioco indie, si presenta alla Gamescom con un buon trailer, un gioco cooperativo in cui un massimo di quattro giocatori devono sopravvivere ad una specie di show televisivo estremo.
Ed ecco il momento di Dragon Ball: Sparking! Zero, un trailer piuttosto classico che ha mostrato varie sezioni di gameplay. Bandai Namco ritorna quindi con un suo vero e proprio cavallo di battaglia.
Infiniti Nikki fa capolino nella manifestazione, un gioco di esplorazione, di azione e piattaforme in cui vestiremo i panni di una ragazza in un mondo fantasy colorato.
Torna a questo punto No More Room in Hell, il survival multiplayer che per l’occasione mostra alcune sequenze cinematografiche e sprazzi di gameplay.
Annunciata con un trailer la data anticipata di uscita di Path of Exile 2, parliamo di Steam e parliamo del 15 novembre 2024. Gioco di ruolo d’azione più di maggior successo di tutti i tempi il predecessore, vengono mostrate nuove sequenze con mostri davvero giganteschi!
Trailer cinematografico per il “possente” Warhammer 40.000 Space Marine, gioco che ricorda per atmosfere Gears of War e non a caso poiché mira a puntare ad essere il titolo di riferimento per gli shooters in terza persona.
Genshin Impact esce finalmente su Xbox Series X/S, data di uscita 18 novembre 2024.
Starfield ci consegna due sorprese, la prima è che è disponibile già da ora un update che introduce il veicolo REV-8 utilizzabile sui pianeti e la seconda è la data di uscita ufficiale del DLC Shattered Space che è il 30 settembre 2024.
Un gameplay trailer di Dune: Awakening, MMO molto interessante di Funcon basato sulla serie di libri e sul film è stato presentato sul palco della manifestazione, accolto con molto entusiasmo.
Due nuovi trailer di Fatal Fury: City of the wolves, storica serie di picchiaduro SNK che per tanti anni ha conteso lo scettro a Street Fighter. Svelato un nuovo personaggio Mai Shiranui, un felice ritorno più che altro.
Marvel Rivals si presenta con un nuovo trailer e due nuovi personaggi giocabili: Winter Soldier e Capitan America, data di uscita? 6 dicembre 2024.
Nuovo trailer dello strategico Age of Mitology Retold con data confermata al 4 settembre 2024 anche su Game Pass.
Spettacolare trailer per Monster Hunter Wilds, un trailer che vede la squadra impegnata con ragni giganti, capaci di attaccare i nemici anche con il veleno.
Annunciato anche Monument Valley 3, disponibile dal 10 dicembre 2024 insieme ai primi due capitoli solo su Netflix.
Mostrato anche, in esclusiva su Meta Quest 3, Batman Arkham Shadow, una nuova avventura del cavaliere oscuro in realtà virtuale.
Dagli autori di Little Nightmares ecco un primo trailer e primissime immagini di Reanimal che presente con la serie prima citata diverse caratteristiche comuni anche se nel caso di Reanimal i toni sembrano più oscuri e terrificanti.
Ma ecco che Bandai Namco risponde proprio con Little Nightmares 3 con le prime sequenze di gameplay e i due protagonisti inediti, Low e Alone. Due personaggi che potranno contare l’uno sull’altro, in una storia fatta anche di amicizia.
La bellissima Anya Chalotra ci introduce nell’interessante Unknown 9 Awakening gioco ancora di Bandai Namco di azione.
Sale sul palco nientepopodimeno che Peter Molyneux (padre dei god game come Populous e Black & White) a presentare il suo ultimo lavoro, Masters of Albion, gioco ambientato in un mondo fantasy a metà tra un gestionale ed un action in terza persona.
Dopo un accenno rapido a Civilization VII che si preannuncia come il più grande e più bello Civilization di tutti i tempi e la nuova espansione di Diablo IV -Vessel of Hatred- in uscita l’8 ottobre 2024, ci avviamo con ritmo sostenuto verso la fine della Opening con il gran finale, non a caso lasciato per ultimo, quell’Indiana Jones and the great circle!
Del gioco abbiamo già visto molte sequenze del gameplay e altre ne sono state mostrate stasera, un avventura in prima persona molto interessante. Svelata la data di uscita, 9 dicembre 2024 e udite udite, nella primavera 2025 uscirà anche per Playstation, dando continuità così alla volontà di Microsoft di portare su altre piattaforme le sue esclusive, che probabilmente ora, tanto più esclusive non sono…
Chiudiamo con mini trailer molto criptico di un nuovo Mafia: the Old Country… e l’acquolina sale!
La più importante stagione videoludica dell’anno, l’autunno quella poco prima del periodo natalizio, si avvicina e anche Electronic Arts e Bioware stanno diradando la nebbia che li porterà verso il momento più redditizio dell’anno. In questo caso, la punta di diamante della squadra è Dragon Age: The Veilguard di cui è stato pubblicato recentemente un trailer con la data di uscita ufficiale. Dragon Age: The Veilguard uscirà il 31 ottobre 2024.
L’ultimo video di Dragon Age ha enfatizzato la figura di Rook, il protagonista, completamente personalizzabile, che dovrà unire la propria squadra e portare a termine la più difficile delle battaglie di tutti i giochi di ruolo con un’impronta in pieno stile D&D: sconfiggere le divinità (elfiche e corrotte) e altre imponenti creature tra cui gli immancabili draghi che abbiamo ammirato nel trailer che si è concluso con l’annuncio dell’apertura dei preorder.
The Veilguard, che sarà possibile giocare su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC, è il quarto capitolo della saga principale di Dragon Age, il sequel diretto di Inquisition uscito ben dieci anni fa, nel 2014.
È il 1994: Sony ha appena presentato al mondo intero Playstation. Nel nostro lungo viaggio che racconta la storia dei videogiochi, la nascita di Sony PlayStation è un avvenimento così epocale che appare necessario dedicargli un intero articolo. Del resto, prima della console war con Xbox di Microsoft, ce ne fu un’altra che si colloca esattamente nel mezzo tra quest’ultima e la guerra tra Nintendo e Sega. Da quello scontro legale tra Sony e Nintendo nacque la console domestica più famosa di tutti i tempi.
Il Kutaragi-chip e SNES CD
Nel 1988, Sony giunse a un accordo con la Nintendo per contribuire allo sviluppo dei chip audio per la nuova console: il Super Nintendo. Uno degli ingegneri Sony, Ken Kutaragi, aveva sviluppato un prototipo per un nuovo chip chiamato Kutaragi-chip, un sintetizzatore del suono a 8 canali di cui Nintendo acquisì la licenza dopo una dimostrazione di grande effetto delle capacità del processore. Nel frattempo, la Grande N era alla ricerca di un formato multimediale nuovo per espandere il proprio mercato, affiancando il supporto di memorizzazione a cartucce: aveva cercato di lavorare con la tecnologia dei supporti magnetici sin dagli esordi ma il supporto presentava problemi.
All’epoca si sperimentò con un formato proprietario di floppy disk ma la natura magnetica riscrivibile rese il software di facile cancellazione, oltre alla onnipresente pirateria informatica (che fece la sfortuna ma anche la fortuna di tanti device, tra cui proprio PlayStation); di conseguenza, quando i dettagli del CDROM/XA – un’estensione del formato CD-ROM che combina audio compresso, grafica e computer data, il tutto accessibile simultaneamente – vennero resi noti, Nintendo se ne interessò. La casa di Kyoto affidò a Sony, che aveva creato CDROM/XA insieme a Philips, lo sviluppo di un drive CD da collegare allo SNES, informalmente chiamato SNES CD. In definitiva, Sony e Nintendo cominciarono a lavorare al nuovo progetto dando una forte risposta alla simile sinergia portata avanti da Sega e Jvc, basata però su comuni CD audio e CD+G, più facilmente piratabili.
Nel maggio 1991, SNES CD stava per essere presentato al CES. Tuttavia, quando il presidente di Nintendo, Hiroshi Yamauchi, lesse il contratto del 1988 tra Sony e Nintendo, si rese conto che questo permetteva a Sony un controllo completo su tutti i titoli usciti nel formato SNES CD. Yamauchi ritenne il contratto inaccettabile e cancellò segretamente tutti i piani per l’unione Nintendo-Sony nello sviluppo dello SNES CD; di consegeunza nel giorno del CES, invece di annunciare la loro alleanza, il presidente di Nintendo of America, Howard Lincoln, annunciò una nuova alleanza con Philips. Sony non si fece trovare impreparata: procedette in autonomia nella progettazione di una console proprietaria e dopo una campagna marketing aggressiva, il 3 dicembre 1994 fu presentata in Giappone la nuova console.
Scelte vincenti
La scelta di utilizzare il CD come supporto fisico si rivelò vincente sotto più punti di vista. La produzione dei CD aveva un costo così basso che gli sviluppatori riuscirono a ottimizzare nel tempo i guadagni anche su prodotti inizialmente invenduti. Inoltre, la decisione di supportare i CD Audio cambiò la concezione di home videogame console. PlayStation poteva essere utilizzato anche come un piccolo impianto stereo; di conseguenza anche i membri della famiglia che non erano interessati ai videogiochi avevano un motivo per accenderla e goderne le potenzialità. Infine, nonostante i tentativi iniziali di Nintendo, il supporto CD fu facilmente piratibile. Questa pratica scorretta, che Sony condannò ma su cui non mise mai in pratica vere e adeguate forme di contrasto, fu una vera fortuna per l’azienda nipponica: Playstation ebbe una diffusione capillare, sopratutto in Occidente, e divenne un fenomeno mondiale. Secondo dati non ufficiali, dalla nascita nel 1994 al 2014, PlayStation ha venduto 344 milioni di unità.
I videogiochi di PlayStation
Tra quei 344 milioni di utenti c’ero anche io: ricordo ancora con emozione la nascita di PlayStation, il giorno in cui fu tra le mie mani e l’enorme soddisfazione nello scoprire giochi in vero 3D. Parliamo di titoli che hanno riscritto la storia dell’industria videoludica come Gran Turismo, Tomb Raider, Driver, Spyro, Crash Bandicoot, Final Fantasy, ma anche videogiochi d’autore Metal Gear, Silent Hill e Resident Evil. Stilare una classifica dei giochi più importanti di Sony PlayStation richiede una lunga sezione a parte che potrebbe facilmente diventare un mero esercizio retorico e soggettivo. Quindi per avere un quadro dei titoli che più hanno segnato l’epoca di riferimento procederemo con la classifica dei dieci titoli più venduti, le cui sorprese che leggerete fanno riflettere sulla popolarità della console.
Il più venduto in assuoluto, con oltre 10 milioni di copie vendute, fu Gran Turismo, il titolo automobilistico per eccellenza i cui sequel raggiungono i giorni nostri. Al secondo posto, anche lui con oltre 10 milioni di copie vendute, c’è Final Fantasy VII, il JRPG per eccellenza. Conclude il podio Gran Turismo 2 a quota 9 milioni di unità vendute. Dopo Final Fantasy VIII al quarto posto troviamo un titolo diverso, il mitico picchiaduro Tekken 3. L’epoca “Rowling” permise anche ad Harry Potter e la Pietra filosofale di raggiungere il sesto posto in classifica. Questo risultato ci fa capire quanto fosse popolare la PlayStation a quei tempi: chi guardava Harry Potter (tutti) giocava anche al titolo su PSX (cioè tutti). Seguono a ruota il secondo e terzo capitolo di Crash Bandicoot, mentre a concludere la classifica ci sono, in ordine, Lara Croft con Tomb Raider e Solid Snake con Metal Gear Solid, gioco stealth per eccellenza, pietra miliare videoludica dell’immenso Hideo Kojima.
Possiamo concludere affermando che Playstation ha cambiato il modo di intendere i videogiochi. Ha coinvolto anche generazioni più mature rispetto a quelle che erano state destinatarie del prodotto videogioco fino a quel momento. E questo grazie soprattutto ad una diversa maturità acquisita dai videogiochi, sviluppo scaturito indubbiamente dal salto tecnologico che avvenne con la nascita di Playstation.
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