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Editoriali

La solitudine dei giochi gratis

Sto ricevendo tanti giochi gratis, ma non li ho nemmeno installati anche se li ritengo belli. Penso che il problema sia come li ho ricevuti

Epic Games Store sta vivendo le luci della ribalta grazie ai giochi che settimanalmente sta offrendo gratuitamente agli utenti. Non si tratta di videogiochi di poco valore, perché in tre settimane sono arrivati sulla mia libreria tre titoli di altissimo valore qualitativo: Grand Theft Auto V, Borderlands: The Handsome Collection e Sid Meier’s Civilization VI. Con estrema meraviglia, mi rendo conto che non ho ancora installato nessuno di questi.

L’ultimo GTA che ho provato è Grand Theft Auto 2 per PlayStation, quindi sono consapevole che GTA 5 non ha un forte appeal su me. Però Borderlands è sulla mia lista dei desideri di Steam, mentre sono un grande fan di Civilization. In particolare, ho giocato e ho tutti i DLC di Civilization III, Civilization IV e Civilization V. Il sesto capitolo l’ho tenuto in stand-by, ma ho avuto modo di provare anche lo spin-off Civilization: Beyond Earth.

La mia libreria di Epic Games Store

In altre parole, Civilization VI è un regalo molto gradito. Eppure non l’ho ancora installato, come tutti gli altri.

Gratis non significa free-to-play

Riflettendo sull’argomento, mi rendo conto che ho lo stesso problema con gli Humble Bundle. Per chi non conoscesse l’offerta, gli Humble Bundle sono dei pacchetti di giochi, e non solo, che l’omonimo sito mette in vendita a un prezzo che sceglie l’utente. Con un’offerta semi-libera, da donare anche ad associazioni umanitarie, si possono avere tanti titoli di alto livello da scaricare su Steam.

Ho comprato veramente moltissimi Humble Bundle, ma non ho giocato al 70% dei titoli che ho ricevuto, nonostante si tratti di capolavori. Batman: Arkham Knight, Devil May Cry e Alan Wake sono tre titoli che ritengo validissimi e che appena li vedo sulla mia libreria, mi prometto di giocare e finire quanto prima. Però poi non lo faccio, perché forse li ho ricevuti a un prezzo troppo basso.

Batman: Arkham Knight

Magari potete ragionarci su anche voi, se pensate a tutti gli abbonamenti gratuiti che vi sono stati offerti durante l’emergenza coronavirus. Parlando di videogame, un esempio rilevante è Google Stadia. L’ho avuto gratis per due mesi e nonostante il servizio funzionasse alla grande, ho giocato solamente a SteamWorld Dig 2, che ho portato a termine in una settimana.

A forza di questa teoria, penso al numero di ore che ho passato sui free-to-play. Sin dai tempi del bruttissimo War Rock fino all’attuale Legends of Runeterra, i free-to-play non hanno mai perso valore ai miei occhi, perché non ho l’impressione che li sto ricevendo a un prezzo non equo. Sono nati gratis, sono gratuiti per tutti e quindi la valutazione è solo sul gioco e non sulla modalità in cui l’ho ottenuto.

La mia esperienza lavorativa

Durante il mio primo lavoro, mi sono occupato della totale gestione di un sito e-commerce. Facevo realmente tutto. Dal curarmi del sito web fino a imballare i pacchi da dare al corriere. Tutto, compreso il marketing di cui non avevo conoscenza.

Non avendo delle basi in merito, ho accettato consigli da parte di alcuni consulenti di marketing che mi hanno invitato a leggere “Le armi della persuasione” di Robert Cialdini. Un libro illuminante, che risponde alla mia domanda sul perché non gioco a videogame che ricevo gratuitamente.

Si trattava di un certo lotto di turchesi che aveva avuto difficoltà a vendere. La stagione turistica era al culmine, il negozio era pieno di clienti come non mai, i monili con i turchesi erano di buona qualità per il prezzo richiesto, eppure non si vendevano […]. Alla fine, la sera prima di partire per un giro di acquisti, ormai esasperata, scarabocchiò un biglietto per la direttrice del negozio: “Questo plateau: tutti i prezzi × 1/2”, sperando soltanto di sbarazzarsi degli articoli che non sopportava più di vedere, anche a costo di rimetterci. Quando tornò, dopo qualche giorno, non si stupì che fossero stati venduti fino all’ultimo. Quello che la lasciò sbalordita fu scoprire che l’impiegata aveva capito male il suo appunto scritto in fretta e furia, leggendo “× 2” invece che “× 1/2”: tutto il lotto era stato venduto al doppio del prezzo originale!

Cialdini, Robert B.. Le armi della persuasione

L’aneddoto vuole raccontare un preconcetto psicologico della mente umana per cui “costoso = buono”. Si può dire quindi, che “gratis = cattivo”?

Indifferenza

Epic Games Store punta sui giochi gratis, perché vuole ottenere pubblico. L’azienda non è interessata al fatto che io giochi a questi titoli gratuiti. Gli importa che mi sia iscritto e ogni settimana mi colleghi per ottenere gratuitamente il mio gioco, perché quando arriverà il momento in cui Steam non mi potrà dare quello che cerco, al prezzo che voglio, so dell’esistenza di Epic Games Store. Di conseguenza, lo store ha raggiunto il suo obiettivo, ma io?

Mi divertirei a giocare a Civilization VI e a Borderlands. Del resto, anche provare GTA 5 è fonte di interesse, perché sarebbe opportuno rimanere informato su un pezzo così importante di storia videoludica. Però, non l’ho ancora fatto.

Ritengo che questa mia scelta sia dovuta al fatto che non ho dato qualcosa in cambio di questi titoli. Sono un extra e in quanto tale non hanno un vero valore per me. Se avessi acquistato gli stessi giochi a un prezzo equo, li avrei sicuramente installati dopo l’acquisto e li avrei giocati con piacere.

In altre parole, i giochi gratis sono svalutati ai miei occhi e il rischio è che non li giocherò mai proprio a causa del modo in cui li ho ricevuti. Se mi dicessero di dare un’opinione su questi titoli, direi che non li ho provati, ma ne ho sentito parlare un gran bene, quindi ipotizzo che siano validi. Non ho un giudizio negativo su di loro. Semplicemente non gli do un valore.

Conclusione

Si dice che non è importante che si parli bene o male di qualcosa, l’importante è che se ne parli. Ricevere giochi gratis rischia di far entrare questi titoli nell’indifferenza più totale, trasformando l’opportunità di provare un videogame che non ci si poteva permettere in un titolo che non è mai esistito.

Del resto, quando si ottiene qualcosa può svanire il desiderio e di conseguenza anche la volontà di provare le emozioni che può fornire. Nel nostro caso, rischiamo di perderci le belle sensazioni che un capolavoro videoludico può darci.

Di Antonino Savalli

Nato con Nintendo, cresciuto con PlayStation e formato con il PC, ho sempre trovato nella scrittura il legame per apprezzare tutte le esperienze videoludiche (e non) vissute.

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