Il franchise Yu-Gi-Oh! ha una delle storie più particolari e confusionarie che si siano mai sentite, e se oggi ne stiamo ancora parlando, il merito va soprattutto a Konami che ha permesso al gioco di carte di sopravvivere alla prova del tempo con estremo successo. Stiamo parlando del terzo gioco di carte più famoso e giocato di sempre dietro solo a Pokémon GCC e Magic: l’Adunanza.
Il successo europeo di Yu-Gi-Oh! GCC nasce principalmente dall’anime, dalla semplicità del gioco e da creature illustri come le divinità egizie, che sono i protagonisti dei due nuovi mazzi strutturati: Obelisk il Tormentatore e Slifer il Drago del cielo, che troveranno sicuramente il plauso degli amanti della serie televisiva, ma poco entusiasmo da parte dei giocatori del competitivo.
Bestiario divino
Buona parte di chi è nato negli anni ’90 ricorderà sicuramente l’infinita sfida tra Drago Bianco Occhi Blu e Drago Nero Occhi Rossi, ma i veri intenditori troveranno maggior gusto nel provare deck con protagonisti due delle tre divinità egizie che hanno reso celebre il cartone animato. Non sappiamo perché la terza divinità, il Drago Alato di Ra, non sia stato preso in considerazione, ma riteniamo verosimile che la sua larga presenza nel recente passato del gioco di carte collezionabile non richiedeva ulteriori deck precostruiti.
Deck Divinità Egizie: Slifer il Drago del Cielo
Il mazzo di Slifer il Drago del Cielo si presenta con una lista contenente. non casualmente, le carte più rappresentative del personaggio di Yugi Muto, come la trappola Forza Riflessa e la magia Spada Rivelatrice. Il deck si basa su una delle regole più classiche del gioco: l’evocazione per tributo. L’idea generale è sacrificare tre creature per evocare la potente divinità egizia il prima possibile, che guadagnerà 1000 di attacco e difesa per ogni carta in mano, mentre i mostri evocati dagli avversari perderanno 2000 attacco, e saranno eventualmente distrutti, se la loro forza raggiungere lo zero.
La presenza in campo di Slifer permette di usare la magia non annullabile Attacco Forza del Tuono che distrugge tutte le creature avversarie, mentre in caso di morte della divinità, essa può essere recuperata dal cimitero con la trappola Divinità-Bestia Finale.
Deck Divinità Egizie: Obelisk il Tormentatore
Obelisk è la definizione dell’archetipo control riunita in un’unica carta. Questa divinità egizia non è targettabile da nessun effetto e pagando un sacrificio di due tributi pulisce la board dai mostri dell’avversario. Esattamente come il mazzo precedente, anche il deck di Obelisk il Tormentatore contiene una carta utilizzabile solo quando la divinità è presente nel campo di battaglia: Pugno del Fato. Questa magia annulla gli effetti di un mostro nemico e, se giocata nella Main Phase, distrugge anche tutte le magie e trappole dell’avversario. La lista contiene anche Evoluzione Divina, che aumenta di 1000 attacco e difesa di una Divinità-Bestia.
Fusione
I due mazzi applicano la stessa logica di utilizzo basata sul sacrificio di particolari mostri a basso costo (token) per evocare quanto prima le due divinità egizie, identificate nel gioco come Divinità-Bestia. Questa parola è particolarmente interessante se pensiamo di acquistare entrambi i mazzi e fonderli in un unico, cosa particolarmente facile in Yu-Gi-Oh! GCC, che non possiede alcun concetto che limiti il deck-building del giocatore. Infatti, potremmo avere un unico mazzo di almeno 40 carte contenenti Slifer il Drago del Cielo, Obelisk il Tormentatore e le carte che si attivano sulle divinità-bestia: Evoluzione Divina e Divinità-Bestia Finale. In più, potremmo aggiungere in doppia copia, perché presente su entrambe le liste, la magia Incrocio di Anime, che permette di usare le creature dell’avversario per evocare le proprie Divinità-Bestia.
Incompetitiva nostaglia
I due mazzi delle divinità egizie hanno uno scopo ben preciso nella strategia di marketing di Konami: attirare i vecchi amanti dell’anime all’interno di un ventennale gioco di carte. Del resto, è la stessa strategia applicata dal cartone animato sul manga.
Chi vi scrive ricorda la profonda delusione di aver letto il fumetto di Yu-Gi-Oh! solamente dopo aver amato la serie televisiva. In particolare, il manga racconta del (sadico) protagonista Yugi Muto, che sfrutta antiche forze egizie per punire persone nel mondo reale sfruttando giochi di vario genere. Tra questi, a un certo punto e solo per una minima parte, c’è anche il gioco di carte che poi diventerà la base e il motivo del successo della serie televisiva.
Allo stesso modo, Konami ha deciso di prendere due delle creature più influenti del franchise per invogliare gli appassionati a provare il gioco di carte collezionabili. Un’idea decisamente azzeccata, ma che potrebbe avere anche degli effetti collaterali, perché i due mazzi sono semplicemente poco competitivi in generale e decisamente non giocabili in una vera partita di Yu-Gi-Oh!, che si basa ormai su un meta decisamente dirompente.
Conclusione
Yu-Gi-Oh! GCC ha solo tre tipi di carte: creatura, magia e trappola che possono essere mischiate come si preferisce (tranne rari casi) e le uniche regole sono sul limite minimo (40) e massimo (60) di carte per deck. Questo implica un prezzo delle carte generalmente più alto della media e creature con poteri distruttivi, che rendono obsolete le strategie dei due nuovi mazzi structure. In altre parole, i deck divinità egizie di Yu-Gi-Oh! GCC possono interessare solamente le partite for fun di tutti quei giocatori che combineranno i due mazzi e potenzieranno il deck con carte che sfruttino l’evocazione per tributi e le divinità-bestia, magari includendo anche Drago Alato di Ra.
Purtroppo, queste meccaniche oggi non hanno alcuna possibilità di sopravvivere in competitivo e ci auguriamo che Konami possa prendere coscienza che quello che veramente volevamo da questi deck era riesumare le divinità egizia con carte di supporto molto più forti e competitive anche nei grandi match, perché un torneo mondiale con Obelisk il Tormentatore e Slifer il Drago del Cielo avrebbe avuto tutto un altro gusto.
Dettagli e Modus Operandi
Ho riprodotto il deck sul gioco digitale svolgendo decine di partite e ho insegnato il gioco “in real” grazie al materiale gentilmente inviato dal publisher.