La storia è ciclica, in particolare quella cinematografica. Così come Star Wars, anche il franchise di Indiana Jones è approdato tra le braccia di Topolino e questo movimento finanziario ha riportato in auge il personaggio cinematografico più iconico di sempre. Sin dagli anni 80, il successo di Indiana Jones si è riversato anche sugli altri medium, con particolare fortuna per quello videoludico dove l’archeologo americano è stato particolarmente produttivo. Abbandonata dunque la serie di LEGO, Indy torna nelle fattezze “umane” di Harrison Ford per una nuova avventura videoludica sviluppata da MachineGames (dal 2014 impegnati su Wolfenstein e Quake), guidati dall’esperto Todd Howard (produttore esecutivo del gioco). In questa recensione vi dirò se Indiana Jones e l’Antico Cerchio sia riuscito a fare meglio del suo coetaneo film del 2023.
Ritorno all’avventura
L’Antico Cerchio è tutto all’insegna del ritorno, sia dentro che fuori lo schermo. Il ritorno di Indiana Jones nel mondo videoludico passa proprio con il ritorno all’avventura di Indy. Tutto inizia infatti tra i corridoi del Marshall College, dove il nostro protagonista insegna archeologia. Il dottor Jones ha deciso, senza troppa convinzione, di abbandonare le ricerche sul campo a favore di una vita più tranquilla, ma si sa, se Indy non è alla ricerca dell’avventura, allora sarà l’avventura a cercare lui.

La trama prende il via con l’irruzione di un energumeno all’interno del museo universitario e il furto di un manufatto egizio. Il motivo è ovviamente collegato all’Antico Cerchio, un manufatto divino di cui non vi racconterò nulla, ma che ci riporta indietro all’epicità dei primi film di Indiana Jones.
Siamo nel 1937, dopo gli eventi dell’Arca Perduta, ma prima dell’Ultima Crociata. La seconda guerra mondiale è alle porte e gli indizi a seguito del furto conducono Indy in Italia, in particolare a Città del Vaticano, dove una cospirazione ha dato libero accesso ai fascisti tanto alla Città quanto al suo tesoro culturale. Tanto basterebbe per rendere affascinante il viaggio di questo nuovo Indy, ma MachineGames è andata oltre le mie aspettative.

Indiana Jones e l’Antico Cerchio è un viaggio in un mondo che teme una nuova Grande Guerra. E tutte le mete del gioco sono eccezionali nella loro cura: Italia, Egitto, le giungle del Siam (Thailandia), Himalaya e qualche altra piacevole sorpresa che sarete voi a scoprire. E con loro i personaggi, reali e di fantasia, che hanno fatto la storia del globo e di questo titolo. Tra questi anche Mussolini, che fornirà il massimo supporto all’arcinemico del gioco, ovviamente nazista, Emmerich Voss.
Un particolare plauso va fatto agli attori dell’Antico Cerchio tanto per la qualità attoriale quanto per il doppiaggio. I complimenti non sono solo per Troy Baker, interprete di Indy applaudito anche da Harrison Ford, ma anche e soprattutto Marios Gavrilis, che impersona Voss, un occultista nazista senza scrupoli che ci riporta al nefasto periodo dell’Ahnenerbe. Per fortuna non saremo soldi a fronteggiare i nazisti. L’Indy Girl prescelta per questa avventura è la giornalista Gina Lombardi, magistralmente interpretata da Alessandra Mastronardi.

Sotto il punto di vista tecnico, lo stile e le texture grafiche sono di altissimo livello. La scelta di avere tantissimi intermezzi in stile cinematografico è vincente. Durante la mia partita sono stato un po’ protagonista del videogioco e un po’ spettatore di un film di Indiana Jones, ed è stato bellissimo, anche perché le musiche di Gordy Haab sono eccezionali e meriterebbero di stare in una sala cinematografica.
Il mondo di gioco è suggestivo, così come la resa grafica dei suoi personaggi. Indy è Harrison Ford e gli altri attori si distinguono per la loro bellezza. Sotto questo punto di vista, l’unica nota negativa è sulle animazioni. Più di una volta la Mastronardi della mia partita (ma non solo) ha sofferto movimenti e spasmi ben lontani dalla realtà.

Quello appartiene a un museo
Il canovaccio moderno dei videogiochi si adatta perfettamente a un titolo su Indiana Jones. Nonostante l’Antico Cerchio non sia un open world (ogni parte del mondo è un maxi-livello a sè stante), MachineGames mi ha permesso di gestire le missioni come avrei fatto in videogiochi come Skyrim o Cyberpunk 2077.
Di conseguenza, si può decidere se andare direttamente fino alla fine del gioco seguendo la missione principale oppure fermarsi ad aiutare i personaggi non giocanti e soprattutto esplorare e scoprire tutti i segreti, manufatti e perk che il gioco ci dona. Nello specifico, Indiana Jones non aumenterà di livello, ma potrà potenziarsi attraverso la lettura di libri, che troveremo in giro per il mondo o che potremmo acquistare da alcuni speciali negozianti. Inutile dire che fa parecchio comodo affrontare il finale con qualche abilità in più.

Indiana Jones e l’Antico Cerchio è un action in prima persona in cui è possibile combattere, ma decisamente sconsigliato. Negli scontri diretti, le armi principali sono due: i nostri pugni e un’arma speciale (il revolver di default). Come avrete già intuito, la scelta migliore è sempre quella che fa meno rumore. Sparare un colpo di pistola significa attirare l’attenzione di praticamente tutti. E morte spesso certa. D’altro canto le scazzottate sono abbastanza potenti già nella versione base, anche se in generale è sempre meglio essere furtivi.
L’Antico Cerchio è soprattutto un videogioco in cui conta la furtività, anche se molto diluita. I nemici hanno un indicatore sopra la testa che si riempe abbastanza lentamente. Non sarà troppo difficile passare inosservati e sarà sempre possibile cogliere di sorpresa i nemici alle spalle colpendoli alla testa con praticamente qualsiasi oggetto immaginabile (con effetti esilaranti, come i film insegnano).

Le fasi stealth, e la loro importanza, mi portano a parlare del punto più negativo del gioco. Nella mia esperienza, l’intelligenza artificiale è stata sotto la media per la maggior parte del gioco con un netto miglioramento solo nei livelli conclusivi. Più di una volta, in Città del Vaticano, sono riuscito a superare interi pezzi gremiti di fascisti semplicemente correndo fino alla porta che faceva scattare un cinematic. Per fortuna stiamo parlando di un videogioco estremamente ironico dove anche questi problemi passano in secondo piano, ma sono stato sorpreso, in negativo, dai pattern dei nemici.
Non fatevi però trarre in inganno: Indiana Jones non è, e credo non voglia proprio essere, un FPS stealth. Anzi, la scelta è la più azzeccata possibile, ma quello che rende l’Antico Cerchio un’opera sopra la media è la possibilità di vivere in prima persona un film di Indy, da protagonista, e al massimo dell’esperienza. Ed essere Indiana Jones significa risolvere enigmi.
Gli enigmi ambientali sono il vero fulcro dell’Antico Cerchio ed è qui che ho dovuto pensare come l’archeologo più famoso al mondo. MachineGames ha voluto rendere il gioco accessibile a tutti, ma come insegna Super Mario, anche sfidante per i veterani. Gli enigmi della missione principale mi hanno messo in difficoltà in qualche punto e mi hanno costretto a usare la macchina fotografica di Indy per avere un indizio in più.

Dove però le cose si fanno difficili è nelle secondarie e nella scoperta dei tanti misteri del gioco. Per trovare la maggior parte dei collezionabili, sarà necessario utilizzare la testa e soprattutto la frusta. Quest’ultima è appena utile durante i combattimenti, ma diventa fondamentale per gli enigmi ambientali.
Come avrete già capito, esattamente come in Skyrim dello stesso Todd Howard, la trama principale è solo una parte del divertimento e tutto il mondo vi spinge a divertirvi. Il level design è realizzato con la stessa qualità dei migliori Wolfenstein di MachineGames, poiché offre diverse strade per raggiungere lo stesso obiettivo. E qualora non vi bastasse, sappiate che Indy può camuffarsi. I travestimenti non solo vi daranno un’altra arma speciale in sostituzione al revolver, ma anche la possibilità di non essere (quasi completamente) avvistati dai nemici di estrema destra.

In definitiva, mi sono goduto fino all’ultimo centimetro di questo mondo perché è bello essere Indiana Jones: è bello esplorare il mondo, trovare gli artefatti più rari e collezionare mappe, libri e attrezzatura nazista. E il videogioco vi mette nelle condizioni di farlo nel miglior modo possibile. Per quanto io non sia un appassionato del platinare i giochi, una volta terminata questa recensione tornerò tra il deserto di Giza e i monumenti di Roma per scoprire ogni singolo mistero ancora da scoprire, perché del resto sono il miglior archeologo del mondo.
Conclusione
Indiana Jones e l’Antico Cerchio è il miglior videogioco di Indy mai creato. Un’affermazione di gran valore se consideriamo la lunga lista di videogiochi sull’archeologo americano, di cui tante avventure grafiche di altissimo livello. MachineGames è riuscita nel miracolo di sfruttare un’IP così importante al massimo del suo potenziale, creando una storia credibile che potrebbe tranquillamente essere trasportata su pellicola. La scelta di un gameplay basato sugli enigmi e supportato da uno stealth in prima persona è vincente, nonostante l’intelligenza artificiale sia decisamente acerba. Tutto il resto invece è tremendamente bello. Un must play per chiunque, anche per chi non ha mai visto un film di Indiana Jones.
Dettagli e Modus Operandi
- Piattaforme: Xbox Series X, Xbox Series S, PC
- Data uscita: 09/12/2024
- Prezzo: 79,99 €
Ho giocato e completato il gioco su Xbox Series X via Game Pass.