Ogni anno ha le sue peculiarità nel mondo dell’industria videoludica. Spesso valutiamo l’importanza di un anno per i videogiochi rilasciati o per il lancio di nuove console. Tuttavia, il 2024 sarà ricordato soprattutto per la resilienza delle software house che sviluppano videogiochi di nicchia, che hanno dimostrato grande forza in un contesto segnato da numerosi licenziamenti. In questo articolo esploreremo non solo i videogiochi, ma anche le sfide affrontate dall’industria videoludica nel corso dell’anno.
La crisi del 2024
Nel 2024, l’industria dei videogiochi ha visto una riduzione dell’organico globale di circa 14.600 posti. I tagli hanno colpito sia studi affermati che aziende emergenti, causando la cancellazione di progetti, la chiusura di studi e il licenziamento di migliaia di dipendenti. Le aziende più coinvolte sono state grandi nomi come Embracer Group, Unity Technologies, Microsoft Gaming, Electronic Arts, Sony Interactive Entertainment, Epic Games, Take-Two Interactive, Ubisoft, Sega e Riot Games.
L’impatto maggiore si è registrato in Nord America ed Europa, con gli Stati Uniti in testa, seguiti da Canada, Regno Unito e Polonia. Più di 30 studi di sviluppo hanno chiuso definitivamente, tra cui Arkane Austin, London Studio, Pixelopus, Riot Forge, Volition, Ready at Dawn e Firewalk Studios.
Un evento significativo è stata la chiusura di Game Informer, storica rivista americana fondata nel 1991, che ha cessato le pubblicazioni il 2 agosto 2024, dopo 33 anni di attività.
Le nicchie: Platform, JRPG e picchiaduro
Nel panorama del 2024, i videogiochi “enormi” seguono due strade principali: il Game as a Service, con partite brevi e microtransazioni, o i mondi aperti progettati per durare centinaia di ore, spesso ripetitivi e riciclati. Sebbene alcuni titoli abbiano raggiunto grandi successi economici, come EA Sports FC 24, molti altri hanno fallito, contribuendo alla crisi dell’industria.
In questo scenario, spicca la vittoria di Astro Bot del Team Asobi come Game of the Year 2024. L’esclusiva PlayStation 5, con 1,5 milioni di copie vendute, è un platform che rappresenta un cambio di rotta nella percezione del valore dei videogiochi da parte della critica e della community.
Oltre ad Astro Bot, il 2024 ha visto il successo di generi meno mainstream, come i JRPG. Tra i migliori titoli dell’anno troviamo Metaphor: Refantazio, Final Fantasy VII: Rebirth e Yakuza: Like a Dragon – Infinite Wealth (gli altri li potete trovare nel nostro articolo dedicato) Un altro genere che ha riscosso grande successo è quello dei picchiaduro, con giochi come Tekken 8, Granblue Fantasy Versus: Rising e Dragon Ball: Sparking! Zero.
Conclusione
Il 2024 non sarà ricordato per aver prodotto i videogiochi più rivoluzionari del decennio, ma come un anno di svolta culturale. Ha dato visibilità a generi spesso trascurati per ragioni economiche, dimostrando che i videogiocatori apprezzano la diversità, la pluralità e l’innovazione. Lo testimoniano il successo di titoli indie come Balatro e Neva, il fenomeno cinese Black Myth: Wukong, la buona accoglienza di Hellblade 2 e Frostpunk 2, e il ritorno di Silent Hill 2.
Il 2024 rappresenta un’idea di videogioco nata dai giocatori e dalla critica, lontana dalle logiche puramente economiche dei “moneymen”. Ed è questa idea che speriamo prevalga nel futuro dell’industria.