Quello dei platform, siano essi a due o tre dimensioni, non è certamentamente tra i generi più popolari del mercato videoludico. Certo, non mancano i giochi o le serie di successo, come i sempreverdi Super Mario, Sonic, ma anche Ratchet & Clank o il recente Astro Bot (sul blog trovate la nostra recensione). Tuttavia, i fasti degli anni 80 e 90, quando il genere platform dominava la scena, soprattutto nel mercato delle console casalinghe, sembrano ormai lontanissimi. Questo ci porta a parlare di Croc, un’icona oggi un po’ dimenticata di fine anni novanta.
Curiosamente, infatti, uno scenario simile si verificò a metà anni novanta, quando Saturn e Playstation si davano battaglia per il predominio del mercato. Anche in quel periodo storico, sebbene la console Sony godesse di un parco titoli davvero completo e ricco, sembrava non essere in grado di regalare agli utenti dei giochi a piattaforme realmente memorabili, nonostante il genere avesse letteralmente spopolato nell’era dei 16 bit.
Col tempo, naturalmente, la situazione andò migliorando e fecero la loro comparsa titoli di grande qualità, come la saga di Crash Bandicoot, Gex: Enter the Gecko, Ape Escape e Spyro the Dragon. Accanto a questi giochi era però presente anche un altro platform 3d, forse non altrettanto valido o famoso, ma che ha saputo lasciare un ottimo ricordo in numerosi fan, compreso chi scrive.
Si tratta di Croc: Legend of the Gobbos, uscito nel 1997 ad opera di Argonaut Software. In attesa della remaster, annunciata per il 2024, riscopriamo insieme questa piccola chicca della sconfinata libreria PSX.
Le origini di Croc
La realizzazione di Croc fu il frutto della collaborazione tra Agonaut Games e Fox Interactive, con quest’ultime che si occupò anche della pubblicazione. Obiettivo degli sviluppatori era creare un platform 3d che riuscisse, anche solo in parte, a ricreare la sensazione di libertà di movimento e le possibilità esplorative prodotte da quello che era, senza alcun dubbio, il miglior platform 3d in circolazione, ovvero Super Mario 64.
La maggior parte dei titoli a piattaforme che avevano visto la luce su Playstation fino a quel momento, come ad esempio Crash Bandicoot, pur risultando prodotti sicuramente validi e divertenti, non erano in alcun modo a replicare la vastità e la caratterizzazione dei livelli di Mario 64.
Croc, pur non raggiungendo la qualità e la genialità di Mario, ebbe l’indubbio merito di regalare anche ai giocatori di Playstation un’ esperienza di gioco che riusciva a rievocare le atmosfere ed il gameplay del primo, strepitoso, episodio 3d della saga dell’idarulico più famoso del mondo.
Coccodrillo al salvataggio!
La trama di Croc non potrebbe essere più semplice. All’isola dei Gobbos – strambe creature pelose – arriva una misteriosa culla. All’interno si trova Croc, un grosso cucciolo di coccodrillo. Il re dei Gobbos, Rufus, lo accoglie e si occupa personalmente delle sua educazione.
Un giorno però all’isola giunge il malvagio barone Dante, che sguinzaglia i suoi servi, i dantini, e riesce ben presto a catturare tutti i Gobbos. Solo Croc riesce a fuggire, anche grazie all’aiuto dell’uccello Beany.
Armato solo del suo zainetto e delle sue abilità di esploratore, Croc decide ben presto di lanciarsi al salvataggio, in una missione che lo porterà ad esplorare ogni parte delle isole limitrofe, nel tentativo di sconfiggere il malvagio Dante e di salvare tutti i suoi amici.
Esplorazione 3d
Il viaggio di Croc si sviluppa attraverso una serie di livelli, distribuiti in quattro isole principali. Il livello finale di ciascuna delle isole presenta la sfida con un gigantesco boss. Per terminare ogni livello, Croc deve raggiungere e suonare il gong posizionato al termine di ogni stage.
Ogni livello contiene anche numerosi collezionabili, in particolare una serie di gemme colorate e le varie gabbie contenenti i gobbos prigionieri. Salvare tutti i gobbos garantisce l’accesso ad una quinta isola, luogo di svolgimento dello scontro finale con Dante.
La resa grafica del gioco è davvero di buon livello e propone modelli di personaggi molto solidi e credibili e ambientazioni colorate e ben realizzate, sebbene provviste di un numero limitato di elementi. Anche il sonoro del gioco fa il suo lavoro, con musiche molto tranquille e orecchiabili, che donano al gioco un’atmosfera fiabesca e spensierata.
All’interno di ogni livello, Croc è libero di muoversi in ogni direzione e può esplorare liberamente ogni zona. Sebbene gli stages propongano spesso aree chiuse e non troppo vaste, il gioco riesce a trasmettere bene la sensazione di libertà e il gusto per l’esplorazione e la scoperta. Il nostro coccodrillo è anche dotato di un buon set di abilità, che rendono l’esperienza sempre varia e divertente.
Croc è infatti in grado di camminare, correre, saltare, attaccare con la coda ed effettuare uno schianto verso il basso, utile per liberare aree precedentemente ostruite. Croc può anche scalare alcune specifiche pareti ed appendersi a particolari superfici reticolate. In alcune aree, Croc ha anche la possibilità di nuotare.
Sebbene queste sezioni di gioco siano una sorta di bonus, totalmente separato dal resto del livello (non è possibile emergere e tuffarsi a piacimento), è innegabile come esse siano davvero curate. Croc può nuotare in due stili differenti e i suoi muovimenti sono sempre fluidi e semplici da controllare. Insomma, le sezioni di nuoto risultano uno degli aspetti meglio riusciti del gioco.
Non sempre ispirato risulta invece il design dei livelli. Intendiamoci, in generale, le varie aree risultano ben caratterizzate e varie. Diversi livelli alternano sezioni in superficie, zone sopraelevate ed aree sotterranee e vanno a sfruttare tutte le abilità del coccodrilletto in maniera intelligente. Molti livelli (soprattutto quelli finali) sono invece un semplice susseguirsi di trappole e marchingegni, spesso posizionati su piccole piattaforme separate. Anche l’ambientazione, in questi livelli, è solo abbozzata e spesso è complicato capire quale parte dell’isola il livello dovrebbe rappresentare.
Un buon successo
Al momento della sua uscita su Saturn e Playstation Croc ricevette una buona accoglienza. I voti della critica furono generalmente positivi, sebbene molti recensori evidenziarono una certa monotonia del gameplay, soprattutto nelle fasi più avanzate. Venne anche sottolineato come il gioco attingesse a piene mani da vari franchise più famosi, come Tomb Raider, Gex o il già citato Super Mario 64. Fu invece lodato soprattutto l’aspetto tecnico del gioco. Croc infatti riusciva a proporre un’esperienza credibile di esplorazione in 3d unendola ad una grafica e ad un sonoro di ottimo livello.
Croc fu ben accolto anche dai giocatori, realizzando ottime vendite. La versione Playstation, in particolare, riuscì a superare il milione di copie vendute negli USA. Visto il successo, Fox decise di proporre un sequel. Croc 2 vide così la luce nel dicembre del 1999, ma non riuscì a bissare il successo dell’originale. Dopo una serie di episodi semisconosciuti per cellulare apparsi nel 2000, Croc finì purtroppo nel dimenticatoio, soprattutto a causa dei problemi finanziari di Argonaut Software.
Nel corso del 2023 è stata annunciata la lavorazione di un remake in alta definizione del primo titolo. Vedremo se questa nuova versione si rivelerà un prodotto interessante e se l’affetto dei fan originali per il nostro coccodrillo è ancora ai livelli di un tempo. Nel frattempo, se non conoscete il gioco originale e siete amanti del genere platform, consiglio caldamente di recuperare il primo gioco e farci una partitina. Il viaggio di Croc potrebbe regalarvi diverse ore di divertimento.