Anche nel 2023 – come ormai facciamo da qualche anno – ricostruiamo il profilo dei videogiocatori italiani e dell’industria del gaming in Italia; per farlo commentiamo il rapporto annuale redatto da IIDEA, associazione di categoria dell’industria dei videogiochi, riferito al 2022.
Le fonti dati del rapporto sono tre: Games Sales Data (GSD), Game Track e App Annie. Le prime due sono progetti in mano all’ISFE (Interactive Software Federation of Europe), mentre App Annie viene definito come: «il punto di riferimento internazionale per i dati di mercato delle applicazioni per dispositivi mobili».
Chi sono i videogiocatori italiani
I gamer italiani sono 14,2 milioni, in calo rispetto ai 15,5 milioni dell’anno precedente. Il 58% del totale è di sesso maschile, quindi il 42% è una donna. Se paragonato con gli anni precendenti, il numero di donne che giocano ai videogiochi è diminuito del 2% in un anno e del 5% rispetto a tre anni fa.
L’età del gamer italiano è polarizzata su due fasce principali: 45-64 anni (24,6% del totale) e 15-24 anni (24% del totale). Queste due categorie d’età si sono ulteriormente rafforzate rispetto all’anno precedente, anche se di pochi decimi. Seguono ben distanziate le fasce 25-34 anni (15,4%) e 35-44 (12,7%). I più piccoli – divisi in due categorie 6-11 e 11-14 anni – costituiscono invece il 22,8% dei videogiocatori del Bel Paese.
Il dispositivo più usato per videogiocare è lo smartphone; infatti, il mobile gaming ingloba il 69,7% dei gamer italiani. Seguono le console con il 45,8%. Fanalino di coda il PC gaming con il 38%. Il pubblico femminile è invece in controtendenza: il 47,5% gioca su mobile, in netto calo rispetto al valore totale; il 37% videogioca su PC; il 35,4% invece preferisce le console.
Un grande passo rispetto agli anni precedenti invece è da ritrovare sul rapporto IIDEA che ha finalmente preso dati provenienti da un campione di gran lunga più valido rispetto al passato; infatti, lo scorso anno il campione di riferimento era composto da un 65% di gamer che “non giocavano mai” e solo il 27% giocava settimanalmente. I dati di quest’anno invece tengono conto di gamer che accendono il loro dispositivo almeno un’ora alla settimana (il 69,7% degli intervistati); il 19,7% gioca almeno volta al mese; il 10,6% almeno una volta all’anno.
Il tempo medio di gioco è comunque in discesa: la media settimanale è pari a 7,52 ore, valori molto simili al periodo pre-covid.
Un mercato in lieve calo
L’anno di riferimento del report, il 2022, ha risentito della crisi dei semiconduttori e ha registrato un importante calo dovuto probabilmente anche alla progressiva diminuzione del lockdown mondiale. In altre parole, il mercato videoludico ha generato un giro d’affari pari a 2.200 milioni di euro, un calo del -1,2%, che ci fa intuire che il mercato sia sempre meno drogato dalle condizioni straordinarie degli ultimi anni.
A differenza della frequenza di gioco, che come abbiamo visto è tornata ai livelli pre-covid, il denaro che circola nel gaming italiano è di gran lunga maggiore rispetto al 2019 ed è anzi superiore a quello del 2020, anno del grande boom del settore videoludico.
Infine, bisogna notare come le microtransazioni generino praticamente gli stessi guadagni (758 milioni di euro) del mercato digitale di console e PC messi insieme (752 milioni di euro). Per fortuna, le opere più complesse disponibili per PC e console generano ancora maggior profitto poiché bisogna sommare i 281 milioni del mercato fisico, in rialzo del 5,2%.
I videogiochi più venduti
I giochi più venduti in Italia nel 2022 sono: FIFA 23, Call of Duty Modern Warfare 2 e FIFA 22. Lo scorso anno ci stupivamo del grande tonfo di CoD, che aveva avuto vendite modeste con Vanguard, ma tutto è tornato perfettamente alla normalità quest’anno. Personalmente rimaniamo sempre stupiti di come GTA 5 riesca a rimanere così in alto nelle vendite dopo così tanti anni, superando agilmente anche Elden Ring, God of War Ragnarok, Leggende Pokémon: Arceus e Gran Turismo 7.
Conclusione
Quest’anno il report di IIDEA ha fornito dei dati maggiormente significatvi rispetto al passato poiché la maggior parte degli intervistati videogioca settimanalmente, ma il risultato è il medesimo.
Il videogiocatore italiano è quasi equamente diviso tra uomini e donne. I gamer italiani sono polarizzati su due fasce d’età abbastanza diverse ( anche se un po’ tutti gli over 14 videogiocano): 15-24 e 45-64 anni e preferiscono giocare sul proprio smartphone a tre generi ben precisi (sia le donne che gli uomini): rompicapo/puzzle; trivia/cultura generale e giochi di ruolo; nello specifico, il console gamer italiano è solitamente un uomo e preferisce tre generi, in ordine: sport, corse e action adventure.
Nonostante ci faccia enorme piacere vedere giochi impegnati per difficoltà e narrativa nei primi dieci posti (Elden Ring e God of War Ragnarok su tutti), ovviamente non possiamo che prendere atto che gli stessi videogiochi sono sempre nei primi tre posti da praticamente sempre, cioè FIFA e Call of Duty.
Un monito infine va alle case di produzione e ai rispettivi reparti marketing: seguendo quotidianamente il settore videoludico, non possiamo che constare che vi state dimenticando di due importanti categorie, ben rappresentate in Italia, cioè le donne e gli over 45. Ormai da anni, queste due categorie sono radicate nel settore videoludico, ma praticamente tutto il settore mainstream pensa soltanto allo stereotipo del maschio adoloscente, dimenticandosi che i videogame abbracciono praticamente l’intera demografia italiana.
Una risposta su “Gaming in Italia: chi sono i videogiocatori italiani (2023)”
Ottimo