Eccoci di nuovo qui, con il quarto e ultimo (per ora) appuntamento della rubrica dedicata ai librogame (LG)!
Per comprendere meglio cosa siano e come interagiscano con i videogiochi, oggi sfrutteremo l’aiuto di un altro capace e prolifico autore del settore: il “faccendiere” dell’editoria italiana, Mauro Longo.
Per chi volesse recuperare tutte le altre interviste già uscite, può trovarle elencate nel box Librogame e Videogame in fondo all’articolo.
Ciao Mauro, puoi presentarti e dirci di cosa ti occupi?
Ciao a tutti! Mi chiamo Mauro e amo definirmi un faccendiere dell’editoria italiana: sono autore, curatore, game designer, consulente e community manager per diverse case editrici, e mi occupo prevalentemente di narrativa fantastica, giochi di ruolo e librogame, nonché didattica e saggistica incentrate su tutti questi comparti editoriali. Principalmente collaboro con Acheron, una realtà editoriale milanese, per la quale sono curatore e autore delle linee di librigioco e giochi.
Cos’è un librogame?
I librogame, ma dovremmo forse dire meglio librigioco, visto che “librogame” è marchio registrato di una sola casa editrice italiana, sono opere di narrativa interattiva esplosi tra gli anni ’70 e ’80, prima dell’avvento e della diffusione dei videogame, che permettevano di giocare con i libri, gli albi a fumetti e la narrativa. Ne esistono una decina di tipologie diverse e migliaia di titoli: dalle storie a bivi senza regole ai fumetti interattivi, dalle avventure in solitario per vari giochi di ruolo cartacei ai librigioco propriamente detti, con prove, dadi, regole ed equipaggiamento, dalle avventure visuali senza una parola aggiunta per pagine e pagine, ai videogame con forte componente testuale.
Il punto chiave è che si legge o sfoglia una storia fatta di testo e/o immagini, e si compiono delle scelte che dirigono la trama in una direzione o un’altra, creando una struttura di ramificazioni possibili, snodi e situazioni alternative, che conducono poi verso uno o più finali positivi o eventuali morti ingloriose.
Cos’era il librogame nel suo periodo d’oro?
Era un vero e proprio sottogenere di albi o libri per ragazzi che raggranellava milioni di copie vendute, un fenomeno di costume oggi studiato da saggi e corsi accademici. Sono davvero pochi gli italiani tra i trentacinque e i quarantacinque anni in Italia che non ricordino Lupo Solitario, le storie a bivi di Topolino o la collana Scegli la tua Avventura della Mondadori, per citare solo i testimonial più celebri.
Prima dell’arrivo dei PC e delle consolle in tutte le case, il librogame era la modalità di gioco in solitario più comune tra bambini e adolescenti, contribuendo anche, incidentalmente, alla diffusione della lettura tra i più giovani.
Cos’è un librogame oggi? Come si è evoluto?
I librogame di oggi sono i librogame di allora: fumetti a bivi di Topolino, librigioco pieni di regole, abilità, combattimenti ed equipaggiamento, avventure in solitario per giochi di ruolo e albi interattivi completamente visuali.
Sono differenti tra loro per mille tratti ma rispettano ancora la logica e le premesse degli anni ’80: In questa storia il protagonista sei TU!
Tuttavia, rispetto alla “età dell’oro” di questo comparto, le differenze ci sono e sono tante:
- le vendite in caso di grandi successi viaggiano nell’ordine delle migliaia di copie, e non delle centinaia di migliaia.
- i librogame hanno un buon riscontro nei negozi di giochi di ruolo, boardgame, giochi di carte collezionabili e fumetti, e non (come un tempo) nelle librerie, nelle quali non riescono mai a spiccare e anzi sono condannati al fallimento.
- una buona parte dei giocatori di questi titoli sono gamer, retrogamer e boardgamer, collezionisti e vecchi appassionati, e solo pochissimi titoli parlano direttamente a nuovi lettori, distaccandosi dalla tradizione.
- il design e lo stile narrativo dei nuovi titoli sono molto più maturi, consapevoli e ragionati; se un tempo molte collane erano buttate lì tanto per fare, con librigioco che non venivano mai progettati con cura, testati o proofati*, oggi tutte le case editrici che ci lavorano sono molto più attente e precise, e hanno reso molti librigioco delle piccole chicche di arte concettuale perfettamente realizzate.
*da proofreading, ovvero correzione di bozze/revisione ndr
Legami, contrasti e coesistenza (virtuosa?) con i videogiochi. Cosa ne pensi?
Che sono sani e auspicabili, e saranno sempre di più. Ci sono moltissimi librogame vecchi e nuovi realizzati o trasposti come mobile app e qualche versione per computer, come l’ottimo Joe Dever’s Lone Wolf o Sorcery!
In passato molti titoli legati a Lupo Solitario o Fighting Fantasy hanno visto trasposizioni digitali e, se vogliamo, molti videogame recenti completamente privi di agganci con i vecchi librigioco sono di fatto opere di narrativa filmata interattiva (cito al volo lo stile dei giochi della Telltale).
Lo trovo un modo nuovo e coerente di portare avanti lo stesso concetto: storie da giocare.
Sei un videogiocatore?
Purtroppo molto meno di quanto vorrei. Ho in corso un’eterna campagna a Darkest Dungeon (di cui abbiamo recensito il secondo capitolo), e ho una mezza dozzina di giochi installati, iniziati e mai terminati. A volte seguo actual play di videogame epocali che non riesco a giocare e mi godo l’esperienza così…
I videogiochi ti hanno influenzato o ispirato in qualche modo nella realizzazione delle tue opere?
Ho videogiocato parecchio tra i 20 e i 30 anni, e sicuramente moltissime di quelle esperienze mi hanno coinvolto e influenzato, anche senza che io me ne accorga coscientemente.
La cosa più importante secondo me è che ormai videogame, narrativa, cinema, televisione, boardgame, giochi di carte e di miniature, librigiochi, fumetti e giochi di ruolo costituiscono una nerdosfera completamente integrata, che sfuma continuamente dall’uno all’altro dei medium coinvolti.
Dove finiscono i fumetti sui supereroi e cominciano gli universi cinematografici, i giochi di ruolo e di miniature, le novelization e i videogame? Dove finisce Il Signore degli Anelli letterario e cominciano le derivazioni videoludiche, cinematografiche, fumettistiche e televisive? Ormai tutti questi ambiti dell’immaginario, del gioco e della narrazione, sono completamente interconnessi, e questo è uno dei tratti più entusiasmanti del periodo che stiamo vivendo!
Vuoi segnalarci qualche tuo progetto in particolare o in corso d’opera?
Visto che si parla di videogame e librogame, vi segnalo la nostra ultima uscita: Sette Eoni in Tibet. Si tratta di un librogioco a tema avventuroso e lovecraftiano ambientato tra Italia e Tibet, e facente parte del Secolo Nero di Fascisti da Yuggoth, una versione fantascientifica, weird e distopica della storia più cupa del nostro Novecento.
Nel librogame, scritto da Antonio Costantini, si interpreta una partigiana infiltrata in un istituto scientifico segreto dell’Impero Fascista, che deve riuscire a partecipare a una spedizione sull’Himalaya alla ricerca di un’antica e proibita città perduta, di origine aliena, che si troverebbe lì dai proverbiali sette eoni.
Lanciamo il libro alla Play 2022 ma si può trovare anche sul sito di Acheron.
Conclusioni
E con questo articolo si concludono le interviste agli autori di librogame, ops librigioco, di quest’anno.
Ma Play 2022 è già alle porte e sicuramente riusciremo a portare a casa qualche novità da condividere sul nostro blog.
Ringrazio Mauro per il tempo che ci ha dedicato e per l’infinita pazienza; fra pochi giorni andrò a trovarlo in fiera e vedremo cos’ha da raccontare…
Librogame e Videogame
Elenco delle interviste: