Questa settimana EA e Konami hanno presentato i loro prodotti di simulazione calcistica sulla prossima generazioni di console. Due visioni dello sport più popolare in Europa, che a cavallo tra il 2021 e il 2022 diventeranno ancora più nette. Se FIFA 22 sembra evolversi con la tecnologia, PES subirà una vera rivoluzione diventando eFootball.
eFootball, la rivoluzione
Konami è un’azienda con oltre diecimila dipendenti che varia tra l’intrattenimento e il fitness. Di questi, solamente un decimo di loro fa parte di Konami Digital Entertainment e ancor meno sono dediti ai videogiochi. Infatti, da febbraio 2021, Konami ha deciso di chiudere tre divisioni dedicate alla produzione di videogame, con rassicurazioni solamente per PES e le trasposizioni videoludiche di Yu-Gi-Oh!
Una ristrutturazione interna ha dovuto tenere conto degli oltre 400 milioni di download eFootball PES 2021 Mobile, dimostranti che il sistema free-to-play funziona e genera enormi profitti con le microtransazioni. Del resto, Konami è particolarmente famosa in Giappone per essere produttrice di pachinko e il suo prodotto digitale principale dopo PES è Yu-Gi-Oh! DUEL LINKS, che fa un uso smodato delle tecniche dei gacha game.
Dopo queste premesse, a cui si aggiunge la distanza siderale con le vendite di FIFA 21, non sorprende che Konami abbia deciso di prendere una decisione rivoluzionaria. Dalle ceneri di PES nasce eFootball, un free-to-play online cross-generation e cross-platform, mobile incluso (ma solo con un controller compatibile).
Ogni rivoluzione prevede spesso reazioni personali. Le negative verranno probabilmente dagli amanti della Master League, che ha accompagnato migliaia di videogiocatori fino ad oggi. Al di là dei gusti, bisogna annotare che la sua esclusione è un pezzo di storia videoludica che se ne va.
Gli appassionati del MyClub, invece sono al centro dell’attenzione e finalmente sarà possibile risolvere uno dei problemi più annosi: il matchmaking. Infatti, su alcune console come Xbox Series X, PES soffriva la mancanza di utenti, il che obbligava spesso ad accettare partite con videogiocatori con pessime connessioni. Per questo motivo, il cross-platform, da cui scaturisce la necessità di adattare il gioco all’Unreal Engine, è un evento estremamente positivo per la serie, ma un dubbio ci attanaglia: Konami sarà in grado di gestire questa feature, soprattutto quando si tratterà di far dialogare una console next-gen con uno smartphone?
FIFA 22, l’evoluzione
FIFA 21 è stato il gioco più venduto di quest’anno e le microtransazioni di Ultimate Team hanno generato guadagni per 1,6 miliardi di dollari: una valanga di denaro che dimostra l’efficacia economica del sistema. Non stupisce quindi che EA si sia concentrata solo sul gameplay, mantenendo inalterata la formula magica dell’online.
HyperMotion è la nuova tecnologia che dovrebbe rendere il nuovo capitolo di FIFA maggiormente reale rispetto al passato. Ventidue giocatori, agghindati con tute Xsens, sono scesi in campo al fine di fornire all’intelligenza artificiale un realistico campione di movimenti. Ovviamente, il motion capture è ormai ampiamente usato da anni, ma nessuno l’aveva mai usato all’interno di una vera partita di calcio.
I media che hanno avuto la fortuna di provare la demo parlano di movimenti più realistici e di un’azione più ragionata, ma che non sembra aver risolto i celebri problemi del gioco: i calciatori più forti sono ancora inarrestabili e i lanci lunghi sembrano ancora predominare. Si deduce quindi che FUT 22 sarà ancora improntato sul furioso acquisto delle loot box al fine di trovare la versione migliore di Mbappé a cui fare un lancio lungo.
La vittoria delle microtransazioni
C’era una volta la sfida alla miglior simulazione calcistica tra Winning Eleven e FIFA. Una sfida combattuta anno dopo anno alla ricerca della formula perfetta per fornire il gameplay più realistico in assoluto. Tempi che sembrano distanti anni luce: oggi l’unica cosa che sembri contare è fornire le giuste motivazioni per spendere.
Uno dei problemi più importanti che sta affliggendo il settore videoludico sono le microtransazioni: la soluzione perfetta degli addetti al marketing per trasformare un’opera d’arte in puro guadagno. Infatti, i videogiochi competitivi non dovrebbero permettere che agenti esterni possano cambiare il bilanciamento delle sfide tra gli utenti. Se poi questo avviene in FIFA, una delle serie più vendute di sempre, allora il problema è rilevante. D’altro canto, la scelta di Konami di puntare al free-to-play implica una battaglia con EA sul dominio delle microtransazioni, che non ha a nulla a che vedere con il realismo che i videogiocatori hanno sempre cercato dai titoli sportivi.
Tutto questo si traduce in un 2022 in cui tutta l’attenzione dei media sarà votata a cercare il vincitore economico, facendo passare in secondo piano quel bel gioco che sarà ancora una volta offuscato dal denaro. E forse è proprio questo il motivo per cui eFootball e FIFA 22 sembrano così simili al calcio moderno.